Hank Williams Jr.

cantautore statunitense

Hank Williams Jr., pseudonimo di Randall Hank Williams (Shreveport, 26 maggio 1949), è un cantautore e musicista statunitense di musica country.

Hank Williams Jr.
NazionalitàBandiera degli Stati Uniti Stati Uniti
GenereCountry
Rock
Blues
Folk
Southern rock
Periodo di attività musicale1957 – in attività
Strumentovoce, chitarra, banjo, violino, tastiera, fisarmonica, batteria, basso, contrabbasso, sassofono
EtichettaMGM, Warner Bros.
Album pubblicati83
Studio56
Live2
Raccolte25
Sito ufficiale

Noto volto della musica statunitense, Hank Williams Jr. è considerato una leggenda della musica country.[1][2]Con vendite stimate di circa 75 milioni di dischi, è uno dei più popolari cantautori degli Stati Uniti.[3][4]

Figlio della leggenda musicale Hank Williams Sr, durante la sua carriera Hank Jr. ha sperimentato numerosi generi musicali, spesso fondendoli tra di loro[5]; tra le sue canzoni più note vi sono "A Country Boy Can Survive" e "Family Tradition".

Biografia modifica

Figlio della celebre leggenda del country Hank Williams[6]e della musicista Audrey Williams, egli è a sua volta padre del cantante Hank Williams III[6].

Carriera modifica

Fin dall'infanzia Hank era circondato da un ambiente fortemente musicale, in gioventù entrò infatt in contatto con musicisti di grande spessore come Jerry Lee Lewis, Johnny Cash e molti altri.

Iniziò la sua carriera musicale qualche anno dopo la morte del padre, seguendone le orme e salendo sul palco già all'età di 8 anni[7]. La prima apparizione televisiva di Hank risale al 1964, quando era ancora quattordicenne, nella quale fu ospite nell'Ed Sullivan Show. Ottenne i primi successi reinterpretando alcune canzoni scritte dal padre, come la celebre Your Cheatin' Heart[7]. Dopo decenni passati a trovare il suo spazio nel mondo della musica country, Hank Williams cominciò a riscuotere sempre più consensi, critici e di vendite a partire dalla fine degli anni ‘60.

A partire dagli anni ‘70, e attraversando il suo periodo di maggior successo negli anni ‘80’, Hank Williams é sempre rimasto un punto di riferimento nel mondo della musica country e ha sempre avuto delle vendite costanti ogni anno.

L'8 agosto 1975, Williams rimase quasi ucciso quando, durante un'escursione nel sud-ovest del Montana, la neve sotto di lui crollò ed egli precipitò per quasi 150 metri sulle rocce. Williams ha subito numerose lesioni del cranio e del viso e si è dovuto sottoporre a 17 interventi di chirurgia ricostruttiva, trascorrendo oltre due anni in riabilitazione[8]. L'incidente è stato raccontato nel film autobiografico Living Proof: The Hank Williams Jr. Story. Per nascondere le cicatrici derivanti dall'incidente, Williams si è fatto crescere la barba e ha iniziato a indossare occhiali da sole e un cappello da cowboy, tutti tratti oramai distintivi della sua figura.[9]

Nel 2020, Hank Williams è diventato membro della prestigiosa “Country Music Hall of Fame”. Negli anni, Hank ha ottenuto un incredibile numero di riconoscimenti, tra i quali 10 nomination ai Grammy Awards, di cui una vittoria.

Hank Williams non ha mai preso pause dalle registrazioni o dai tour e, al 2024, è ancora attivo musicalmente.

Stile musicale modifica

Polistrumentista molto dotato, egli è in grado di suonare pressoché qualsiasi strumento utilizzato nella musica popolare.

Nonostante venga considerata uno dei massimi esponenti della musica country, sarebbe riduttivo associare alla sua discografia un solo stile musicale. Nella sua carriera egli ha interpretato brani rock, blues, southern rock, outlaw country, rockabilly, rock and roll, rythm and blues e gospel.

Vita privata modifica

Vita privata, relazioni e figli modifica

Hank Williams Jr. si è sposato in totale 4 volte e dai vari matrimoni sono nati 5 figli.

Sua figlia Katherine Williams-Dunning, l'unica dei cinque figli di Williams a non intraprendere una carriera musicale, è morta il 13 giugno 2020, in un incidente d'auto all'età di 27 anni. Suo figlio Shelton si esibisce con lo pseudonimo Hank Williams III; anche gli altri suoi figli Holly Williams, Hilary Williams e Sam Williams sono musicisti. Inoltre suo nipote Coleman Williams (figlio di Hank III) si esibisce sotto come "Hank Williams IV".

La sua prima moglie fu Gwen Yeargain (dal 1971 al 1977), in seguito si sposò prima con Becky White (dal 1977 al 1983) e poi con Mary Jane Thomas (dal 1990 al 2022). Quest'ultima è morta il 22 marzo 2022, all'età di 58 anni.[10]

Il 9 settembre 2023, Williams ha sposato la sua quarta moglie, Brandi, in una cerimonia tenutasi nella chiesa battista "Enon Church" di Banks, in Alabama.

Fortemente religioso, Hank ha interpretato più volte brani di ispirazione cristiana e gospel.

Politica modifica

Hank è da sempre simpatizzante del Partito repubblicano ed è stato schietto oppositore di Obama.[11] Negli anni ha supportato numerose campagne presidenziali di candiati repubblicani, tra i quali George H.W. Bush e Mitt Romney.[12]

Negli anni Hank ha attirato diverse critiche, come nel caso della pubblicazione del brano "If the South Woulda Won" che racconte di un'ipotetica vittoria della confederazione.

Nel 2008 Williams ha scritto il brano McCain Palin Tradition (reinterpretazione di uno dei suoi pezzi più noti, Family Tradition) in cui esaltava le politiche di John McCain e di Sarah Pain, criticando invece Obama. Nel 2012, nel corso di un concerto, attaccò Obama dicendo: “Lui è un musulmano, odia l’America e l’agricoltura”.

Controversia del 2011 modifica

Nel 2011, Durante un'intervista a Fox News, egli ha espresso il suo disappunto per una partita di golf giocata tra Barack Obama (democratico e all'epoca presidente) e John Boehner (repubblicano) contro vicepresidente Joe Biden e John Kasich, dicendo che la partita era "uno dei più grandi errori politici di sempre". Quando gli è stato chiesto perché la partita lo avesse turbato, Williams ha dichiarato: "Beh, sarebbe come se Hitler che giocasse a golf con Netanyahu". Ha anche aggiunto che il presidente (Obama) e il vicepresidente (Joe Biden) erano "i veri nemici".[13]

Come risultato della dichiarazione, ESPN smise di utilizzare il brano di Hank "My Rowdy Friends Are Here on Monday Night" come sigla che, dal 1989, introduceva la partita di NFL settimanale soprannominata "Monday Night Football", che è uno degli eventi sportivi più seguiti d'America.

In risposta Hank pubblicò la canzone di protesta "Keep The Change", che attaccava ESPN e la politica di sinistra degli Stati Uniti. Il brano raccolse oltre 200'000 download in soli due giorni di pubblicazione su iTunes.

Influenza e successo modifica

Hank Williams Jr. è uno degli artisti di maggior successo della storia degli Stati Uniti, risulta inoltre essere uno dei cantanti con il maggior numero di dischi venduti con più di 75 milioni di copie stimate. Negli anni ha piazzato 99 brani nella Hot Country Songs (classifica delle canzoni country più ascoltate secondo Billboard).

Il suo album di maggior successo è Hank Williams Jr.'s Greatest Hits, una raccolta del 1982 che ha venduto più di 5 milioni di copie.

Discografia modifica

  Lo stesso argomento in dettaglio: Discografia di Hank Williams Jr..

Album in studio modifica

  • Hank Williams Jr. Sings the Songs of Hank Williams (1964)
  • Your Cheatin' Heart (1964)
  • Connie Francis and Hank Williams Jr. Sing Great Country Favorites(1964)
  • Ballads of the Hills and Plains (1965)
  • Father & Son (1965)
  • Blues My Name (1965)
  • Country Shadows (1966)
  • A Time to Sing (1967)
  • My Own Way (1967)
  • My Songs (1967)
  • Luke The Drifter Jr. (1968)
  • Songs My Father Left Me (1969)
  • Luke the Drifter Jr. Vol. 2 (1969)
  • Sunday Morning (1969)
  • Removing The Shadow (1970)
  • Luke The Drifter Jr. Vol. 3 (1970)
  • Singing My Songs: Johnny Cash (1970)
  • I've Got A Right To Cry (1971)
  • Sweet Dreams (1971)
  • All For The Love of Sunshine (1971)
  • Whole Lotta Loving (1972)
  • Eleven Roses (1972)
  • After You, Pride's Not Hard to Swallow (1973)
  • Living Proof (1974)
  • The Last Love Song (1974)
  • Bocephus (1975)
  • Hank Williams Jr. and Friends (1975)
  • One Night Stands (1977)
  • The New South (1977)
  • Family Tradition (1979)
  • Whiskey Bent and Hell Bound (1979)
  • Habits Old and New (1980)
  • Rowdy (1981)
  • The Pressure Is On (1981)
  • High Notes (1982)
  • Strong Stuff (1983)
  • Man of Steel (1983)
  • Major Moves (1984)
  • Five-O (1985)
  • Montana Cafe (1986)
  • Born to Boogie (1987)
  • Wild Streak (1988)
  • Lone Wolf (1990)
  • Pure Hank (1991)
  • Maverick (1992)
  • Out of Left Field (1993)
  • Hog Wild (1995)
  • A.K.A. Wham Bam Sam (1996)
  • Three Hanks: Men with Broken Hearts (1996)
  • Stormy (1999)
  • The Almeria Club Recordings (2002)
  • I'm One of You (2003)
  • 127 Rose Avenue (2009)
  • Old School New Rules (2012)
  • It's About Time (2016)
  • Rich White Honky Blues (2022)

Premi modifica

Anno Premio Premiante
2007 Nashville Songwriters Hall of Fame Inductee Nashville Songwriters Hall of Fame
2007 CMT Giants CMT
2007 Tennessean of the Year Tennessee Sports Hall of Fame
2006 Johnny Cash Visionary Award CMT Music Awards
2003 No. 20 in CMT's 40 Greatest Men of Country Music CMT
1994 Composed Theme Emmy
1993 Composed Theme Emmy
1992 Composed Theme Emmy
1991 Composed Theme Emmy
1990 Video Of The Year - There's A Tear In My Beer TNN/Music City News
1990 Vocal Collaboration Of The Year - There's A Tear In My Beer TNN/Music City News
1989 Video Of The Year - There's A Tear In My Beer Academy of Country Music
1989 Song of the Year nomination - There's A Tear In My Beer Academy of Country Music
1989 Single Record of the year nomination - There's A Tear In My Beer Academy of Country Music
1989 Entertainer of the Year nomination Academy of Country Music
1989 Music Video Of The Year - There's A Tear In My Beer' Country Music Association
1989 Vocal Event Of The Year - There's A Tear In My Beer Country Music Association
1989 Grammy Award for Best Country Collaboration with Vocals - There's A Tear In My Beer Grammy Awards
1988 Entertainer Of The Year Academy of Country Music
1988 Video Of The Year - Young Country Academy of Country Music
1988 Top Male Vocalist nomination Academy of Country Music
1988 Male Vocalist of the Year nomination Country Music Association
1988 Album Of The Year - Born to Boogie Country Music Association
1988 Entertainer Of The Year Country Music Association
1988 Grammy Award for Best Country Vocal Performance, Male nomination - Born to Boogie Grammy Awards
1987 Top Male Vocalist nomination Academy of Country Music
1987 Song of the Year nomination - Born to Boogie Academy of Country Music
1987 Single Record of the Year nomination - Born to Boogie Academy of Country Music
1987 Entertainer Of The Year Academy of Country Music
1987 Album of the Year nomination - Born to Boogie Academy of Country Music
1987 Entertainer Of The Year Country Music Association
1987 Music Video Of The Year - My Name is Bocephus Country Music Association
1987 Male Vocalist of the Year nomination Country Music Association
1987 Grammy Award for Best Country Vocal Performance, Male nomination - Ain't Misbehavin Grammy Awards
1986 Top Male Vocalist nomination Academy of Country Music
1986 Entertainer Of The Year Academy of Country Music
1986 Male Vocalist of the Year nomination Country Music Association
1985 Music Video Of The Year - All My Rowdy Friends Are Coming Over Tonight Country Music Association
1985 Male Vocalist of the Year nomination Country Music Association
1985 Top Male Vocalist nomination Academy of Country Music
1985 Single Record of the Year nomination - I'm For Love Academy of Country Music
1985 Entertainer Of The Year nomination Academy of Country Music
1985 Album of the Year nomination - Five-O Academy of Country Music
1985 Grammy Award for Best Country Vocal Performance, Male nomination - All My Rowdy Friends Are Coming Over Tonight Grammy Awards
1984 Video Of The Year - All My Rowdy Friends Are Coming Over Tonight Academy of Country Music
1984 Album of the Year nomination - Man of Steel Academy of Country Music
1984 Entertainer Of The Year nomination Academy of Country Music
1983 Entertainer Of The Year nomination Academy of Country Music
1982 Top Male Vocalist nomination Academy of Country Music
1981 Top Male Vocalist nomination Academy of Country Music
1980 Grammy Award for Best Country Vocal Performance, Male nomination - Family Tradition Grammy Awards

Onorificenze modifica

«In riconoscimento dei contributi eccezionali nel campo della musica e dello spettacolo.»
— 1º luglio 1984[14]

Note modifica

  1. ^ (EN) Hank Jr. | The Official Website of Hank Williams Jr., su Hank Jr.. URL consultato il 19 settembre 2023.
  2. ^ SwashVillage | Biografia di Hank Williams Jr., su it.swashvillage.org. URL consultato il 19 settembre 2023.
  3. ^ (EN) Hank Williams Jr. | Biography, Music & News, su Billboard. URL consultato il 19 settembre 2023.
  4. ^ (EN) Jon Freeman, Hank Williams Jr. to Release New Blues Album Produced by Dan Auerbach, su Rolling Stone, 24 marzo 2022. URL consultato il 19 settembre 2023.
  5. ^ Hank Williams Jr.: Le migliori canzoni, Album e Concerti - Mozaart, su mozaart.com, 17 ottobre 2021. URL consultato il 19 settembre 2023.
  6. ^ a b http://www.biography.com/people/hank-williams-jr-162961
  7. ^ a b Hank Williams Jr. - Bio Archiviato il 28 febbraio 2014 in Internet Archive.
  8. ^ (EN) Gayle ThompsonGayle Thompson, 47 Years Ago: Hank Williams Jr. Has Near-Fatal Accident in Montana, su The Boot, 8 agosto 2023. URL consultato il 18 novembre 2023.
  9. ^ (EN) Hank Williams Jr. reflects on near-fatal fall: 'I am a very blessed and thankful man', su USA TODAY. URL consultato il 18 novembre 2023.
  10. ^ (EN) Amy Haneline, Hank Williams Jr.'s wife, Mary Jane Thomas, died after cosmetic surgery, autopsy reveals, su USA TODAY. URL consultato il 18 novembre 2023.
  11. ^ Questo è il nipote di Hank Williams e non c’entra niente col nonno | Rolling Stone Italia, su rollingstone.it, 20 settembre 2021. URL consultato il 19 settembre 2023.
  12. ^ (EN) Aaron Couch, Hank Williams Jr. Calls Obama ‘Muslim’ Who ‘Hates The Military’, su The Hollywood Reporter, 18 agosto 2012. URL consultato il 18 novembre 2023.
  13. ^ (EN) Sean Michaels, Hank Williams Jr: Obama is a 'Muslim president who hates the US', in The Guardian, 21 agosto 2012. URL consultato il 18 novembre 2023.
  14. ^ Elenco degli insigniti

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Collegamenti esterni modifica

Controllo di autoritàVIAF (EN3993161882018334100005 · ISNI (EN0000 0001 1473 867X · Europeana agent/base/61560 · LCCN (ENn79056324 · GND (DE133497046 · BNF (FRcb139011866 (data)