Hans von Dohnanyi (Vienna, 1º gennaio 1902Campo di concentramento di Sachsenhausen, 8 aprile 1945) è stato un giurista e membro della resistenza tedesco.

Biografia modifica

Figlio del pianista e compositore ungherese Ernő Dohnányi e cognato di Dietrich Bonhoeffer, dal 1929 al 1938 fu impiegato al ministero della giustizia, collaborando come consulente giuridico anche con altri ministeri, e nonostante la sua origine ebraica grazie a un ordine speciale di Adolf Hitler gli fu concessa l'arianizzazione.[1] Fu successivamente nominato giudice della corte suprema, e fu posto a capo della divisione affari politici dell'Abwehr alle dirette dipendenze di Hans Oster.[1][2]

Si avvicinò progressivamente alle posizioni della resistenza, e aiutò decine di ebrei a fuggire dalla Germania e a recuperare i beni confiscati dai nazisti.[2] Fu arrestato una prima volta nell'aprile 1943 perché sospettato di complottare contro il regime.[1] Rilasciato per mancanza di prove, fu nuovamente arrestato nel 1944 per il suo coinvolgimento nel complotto del 20 luglio e spedito al campo di concentramento di Sachsenhausen.[1] Lì morì, ucciso in circostanze mai chiarite, l'8 aprile 1945.[1]

Note modifica

  1. ^ a b c d e (EN) Robert S. Wistrich, Dohnanyi, Hans von, in Who's Who in Nazi Germany, Routledge, 2013, ISBN 978-1-136-41388-9. URL consultato il 2 dicembre 2019.
  2. ^ a b (EN) Ian Dear e Michael Richard Daniell Foot, Dohnanyi, Hans von, in The Oxford Companion to World War II, Oxford University Press, 2005, ISBN 978-0-19-280666-6.

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