Humayun

imperatore indiano

Naṣīr al-Dīn Muḥammad Humāyūn, più comunemente noto come Humāyūn, (in persiano نصیر الدین محمد همایون‎) (Kabul, 7 marzo 1508Delhi, 17 gennaio 1556), fu il secondo sovrano timuride della dinastia Moghul dell'India. Discendente diretto di Tamerlano, era figlio del fondatore dell'Impero Bābur e padre di Akbar.

Humāyūn
Humāyūn da una miniatura del Bābur-nāme (1590)
Gran Mogol
In carica
Incoronazione29 dicembre 1530
PredecessoreBābur
SuccessoreAkbar I
Nome completoNaṣīr al-Dīn Muḥammad Humāyūn
NascitaKabul, 7 marzo 1508
MorteDelhi, 17 gennaio 1556 (47 anni)
Luogo di sepolturaTomba di Humayun, Delhi
DinastiaMoghul
PadreBābur
MadreMāh Čūčak Bēgum
ConsorteḤamīda Bānū Bēgum
Figlial-Āmān Mīrzā
Akbar
Mīrzā Muḥammad Ḥakīm
ReligioneIslam sunnita

Biografia modifica

Quando Bābur morì nel 1530, subentrò al padre sul trono dell'impero, ricevendo un territorio immenso, esteso dall'Asia centrale, passando per Kabul e il Punjab, fino a Delhi, Bihar ad est e Gwalior a sud.
La tradizione turco-mongola stabiliva che alla morte del padre, il primogenito dovesse assegnare agli altri fratelli altrettanti territori da governare. Così al primo fratello, Mīrzā Sulaymān, toccò il Badakhshan, a Kāmrān Mīrzā Kabul e Kandahar, mentre in India estese regioni vennero assegnate ad ʿAskari e Hindal. Durante il primo anno di regno, Kāmrān Mīrzā e ʿAskari si impossessarono del Punjab, cacciandone i responsabili imperiali.

A nord intanto, Bahādur Shāh, sovrano del Gujarat, occupò il sultanato di Malwa, avvalendosi delle avanzate armi da fuoco e delle tecnologie europee fornite dai Portoghesi. Nel Bihar meridionale invece, Shēr Shāh Sūrī, un signore del luogo, imperversava con la sua guerriglia anti-moghul e nel 1537 giunse a invadere il Bengala, riuscendo a battere Humāyūn in ben due occasioni. Il sultano sconfitto, si rifugiò coi resti dell'esercito a Lahore e Kāmrān Mīrzā, il fratello governatore del luogo, non gli consentì di riparare a Kabul. Da quel momento Humāyūn, formalmente spodestato, non poté ritornare nel suo impero, vivendo da esule e cercando aiuti all'estero per riprendersi il potere.

Solo nel 1544 riuscì a trovare asilo a Herat, dove il sovrano safavide persiano Ṭahmasp lo indusse ad abbracciare l'Islam sciita, fornendogli il sostegno militare necessario a riconquistare il trono. Grazie a questi rinforzi, Humāyūn avviò un conflitto durato otto anni contro Kāmrān, alla fine del quale (1553) riuscì a riprendere Kandahar e Kabul e a catturare il fratello (che venne abbacinato). Di qui Humāyūn ridiscese in India dove, alla morte di Shēr Shāh nel 1545, che si era autoproclamato shāh, il figlio di questi, Islàm Shāh Sūrī, non era riuscito ad evitare la divisione dell'impero tra i fratelli. L'impero risultava quindi diviso tra potenziali concorrenti, che risultò facile a Humāyūn abbattere, conquistando una vittoria fondamentale a Sirhind, nel Punjab, contro Sikandar Shāh.

Nel 1555 Humāyūn entrava trionfalmente a Delhi. Poco tempo dopo tuttavia rimase ucciso in un incidente, pare occorsogli nella biblioteca del palazzo reale (ebbe infatti interessi scientifici e letterari). Tenuta nascosta la sua morte per diversi giorni, mentre si approntava il regolamento della successione, alla fine di questo tempo, fu proclamato nuovo imperatore il figlio quattordicenne Akbar.

 
Tomba di Humāyūn a Delhi.

Dopo alcuni anni dalla sua scomparsa, la salma di Humāyūn fu tumulata nel sontuoso mausoleo voluto dalla moglie Ḥamīda Bānū Bēgum, nel 1562, uno dei capolavori dell'architettura islamica indiana.

Humāyūn e suo figlio Akbar presero lezioni di pittura dal maestro pittore, calligrafo e miniatore Khwāja ʿAbd al-Ṣamad.

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