I 400 milioni è un film documentario americano-cinese girato nel 1939 da Joris Ivens.

I 400 milioni
Titolo originaleThe 400 Hundred Million
Paese di produzioneStati Uniti d'America, Cina
Anno1939
Durata53 min
Dati tecniciB/N
Generedocumentario
RegiaJoris Ivens
SceneggiaturaJoris Ivens, Dudley Nichols
FotografiaRobert Capa, John Ferno
MontaggioHelen Van Dongen
MusicheHanns Eisler
Interpreti e personaggi
il commento è letto da Fredric March, Sydney Lumet e altri

Trama modifica

Il documentario inizia con i bombardamenti giapponesi che seminano strage e distruzione tra la popolazione civile: colonne di sfollati sono costretti a lasciare le città della costa occupate dagli invasori. Ivens poi illustra elementi della civiltà e della storia cinese: resti monumentali e villaggi caratteristici, il lavoro nelle campagne, la fine del feudalesimmo e la nascita della Repubblica cinese, lo sviluppo dell'industria e delle vie di trasporto, i nuovi sistemi di irrigazione, le tappe dell'invasione giapponese. La seconda parte mostra l'organizzazione politica e militare per la difesa del paese e l'addestramento dei contadini-soldati; si conclude con la battaglia di Taierzhuang, vinta dai cinesi.[1]

Produzione modifica

Il film fu prodotto per iniziativa dello stesso gruppo di intellettuali americani progressisti che avevano finanziato Terra di Spagna, Lilian Hellman, Herman Shumlin, Dorothy Parker, che avevano formato la società indipendente "History Today" poi "Contemporary Historians" con sede a New York. Il budget iniziale fu di 50.000 dollari per sei mesi di riprese. Ulteriori finanziamenti provennero da contributi di commercianti cinesi residenti in America e da sostenitori della lotta del popolo cinese contro l'invasione giapponese. La troupe era formata da Joris Ivens, John Ferno e più tardi anche Robert Capa, che si dividerà fra il lavoro di assistente alla regia del film e il suo lavoro di fotografo per "Life".[2]

Tempi e luoghi delle riprese modifica

Ivens parte da San Francisco il 21 gennaio 1938 e raggiunge Hong Kong con un avventuroso viaggio aereo che durerà, a causa di soste e di problemi tecnici, 19 giorni: il regista fu uno dei primi passeggeri civili a sorvolare l'Oceano Pacifico con un aereo di linea.[3] Le riprese dureranno nove mesi, tre più del previsto, a causa di molte difficoltà burocratiche, tempi lunghi per ottenere i necessari permessi delle autorità. La censura cinese arrivò al punto di filmare con una propria cineprese tutte le scene girate da Ivens;i tecnici non potevano inviare in America il materiale impressionato da sviluppare prima che i cinesi non avessero visionato il proprio corrispondente.

Commento parlato modifica

Dudley Nichols, che lavorava senza compenso, dovette riscrivere ben quattro volte il testo del commento per adeguarlo in modo opportuno alle immagini.[4]

Accoglienza critica modifica

Il film incontrò grandi difficoltà di distribuzione e fu sottoposto a divieti e censure.[5]

Note modifica

  1. ^ Klaus Kreimer, Il cinema di Joris Ivens, p.48.
  2. ^ Silvano Cavatorta, Daniele Maggioni, Joris Ivens, p.49
  3. ^ Joris Ivens, Io-cinema, pp. 130-140
  4. ^ V. Tosi, Joris Ivens, Cinema e Utopia, p.185
  5. ^ V. Tosi, Joris Ivens, Cinema e Utopia, pp.185-186

Bibliografia modifica

  • Joris Ivens, Io-cinema, autobiografia di un cineasta, Longanesi, Milano, 1979.
  • Joris Ivens e Robert Destanque, Joris Ivens ou la mémoire d'un regard, Parigi, 1982.
  • Virgilio Tosi, Joris Ivens, Cinema e Utopia, Roma 2002.
  • L. Vichi, Henri Storck. De l'avant-garde au documentaire social, Crisnée 2002.
  • L. Vichi, Dal cinegiornale all'opera d'arte. I film di montaggio di Henri Storck, in Il film e i suoi multipli, a cura di A. Antonini, Udine 2003.
  • G. Gautier, Naissance d'un documentaire,"Image et son", n.183, aprile 1965.
  • Klaus Kreimer, Il cinema di Joris Ivens, Mazzotta, Milano 1977.
  • Silvano Cavatorta, Daniele Maggioni, Joris Ivens, Il Castoro Cinema n. 66, Editrice Il Castoro, 1979.
  • Kees Bakker, Joris Ivens and the Documentary Context, Amsterdam, Amsterdam University Press, 1999.
  • Yvette Desaut, Du reportage artistique au cinéma social in "Actes de la recherche en sciences sociales" nº 1-2, 2006, numero speciale Lumière d'ambiance sur les années 1930

Collegamenti esterni modifica

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