Il camorrista

film del 1986 diretto da Giuseppe Tornatore
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Il camorrista è un film del 1986 diretto da Giuseppe Tornatore.

Il camorrista
'O Professore di Vesuviano (Ben Gazzara) in una scena del film
Paese di produzioneItalia
Anno1986
Durata168 min
Rapporto1,66:1
Generenoir, drammatico, gangster
RegiaGiuseppe Tornatore
SoggettoGiuseppe Marrazzo
SceneggiaturaGiuseppe Tornatore, Massimo De Rita
Casa di produzioneTitanus, Reteitalia
Distribuzione in italianoTitanus
FotografiaBlasco Giurato
MontaggioMario Morra
Effetti specialiGiovanni Corridori
MusicheNicola Piovani
ScenografiaAntonio Visone
CostumiLuciana Marinucci
Interpreti e personaggi
Doppiatori originali

Liberamente tratto dall'omonimo romanzo di Giuseppe Marrazzo, a sua volta basato sulla figura del boss dei boss della camorra Raffaele Cutolo, che nel film non verrà mai citato nemmeno con nomi di fantasia, il film costituisce l'esordio di Tornatore alla regia cinematografica.

Trama modifica

Negli anni '50 Don Saverio, un "boss" della camorra di Ottaviano, fa visita ad alcuni contadini e chiede di portare con sé il loro figlio maggiore Franco. I due vanno ad una fiera di paese, dove Don Saverio fa mettere una pistola nei pantaloni del ragazzino che passa indisturbato i controlli della polizia. Superati i controlli, il boss prende la pistola ed uccide una persona, per poi riporre la pistola dove l'aveva presa.

Anni dopo, il bambino ormai adulto, viene condannato a 30 anni di carcere per aver ucciso in un modo brutale e molto sanguinario un giovane che aveva osato palpeggiare il sedere a sua sorella Rosaria.

In prigione comincia a farsi strada e a guadagnarsi rispetto negli ambienti della malavita e, grazie al suo "alto" livello di istruzione, si guadagna il soprannome di 'O Professore di Vesuviano. In carcere, entra in contrasto con il boss Don Antonio 'O Malacarne e decide di sfidarlo per prendere il predominio sui detenuti. Domenico Spina, un 'ndranghetista calabrese, tenta un doppio gioco e appoggia sia il Professore che Malacarne con l'intento di eliminare entrambi. Il Professore, arguto, sta al gioco e sfida a duello Malacarne, ma nello stesso giorno a quest'ultimo viene concessa la grazia, e quindi non si presenta. Il Professore, dopo aver umiliato pubblicamente il boss, con un gioco d'astuzia elimina sia Malacarne che il calabrese. Inizia, così, la sua ascesa criminale.

Divenuto il boss del carcere, fonda la Camorra Riformata (ispirata alla Nuova Camorra Organizzata), un'organizzazione criminale con migliaia di affiliati che controllano ogni genere di traffico illecito in Campania. Grazie a perizie false riesce ad ottenere l'infermità mentale, venendo quindi trasferito nel manicomio criminale, da dove evade facilmente. La sua latitanza dura circa un anno, durante il quale gestisce al meglio la sua organizzazione, ottenendo persino contatti con Cosa nostra statunitense tramite Frank Titas (parzialmente ispirato al boss milanese Francis Turatello). Quando ormai crede di avere ottenuto il predominio assoluto, comincia la caduta. Alcuni clan storici di Napoli, che non accettano la politica accentratrice della Camorra Riformata, si ribellano formando un loro cartello; di conseguenza scoppia una violenta guerra di camorra che provoca centinaia di omicidi.

Una sera, il Professore è a cena con alcuni politici. I suoi nemici, avvertiti dell'incontro, stanno per eseguire un agguato per eliminarlo. Alfredo Canale, suo luogotenente, anch'egli presente alla cena per fargli da scorta, se ne avvede e decide di fermare l'attacco. Durante la sua corsa in auto contro il tempo, viene fermato dalla polizia. Messo alle strette, è costretto a rivelare al commissario Iervolino il covo in cui si rifugia il boss, facendolo arrestare per salvarlo da morte certa. Tuttavia il Professore lo considera un traditore, e ordina l'esecuzione sia di lui sia della moglie.

La faida di camorra non cessa nemmeno durante il sisma del 1980. Il Professore approfitta del caos generale provocato dal terremoto per lanciare un messaggio chiarissimo: chi tocca la Camorra Riformata, dentro o fuori dal carcere, fa una brutta fine. Quella notte si registrano tre morti e otto feriti.

In seguito a questi avvenimenti, il Professore viene trasferito in un nuovo carcere dove si sposa e continua a gestire la propria organizzazione facendo arrestare ed ammazzando in carcere anche Frank Titas, reo di aver ripreso a fare affari con la fazione a lui ostile subito dopo il suo arresto. Su pressione di alcuni personaggi appartenenti alla politica, tratta per conto dello Stato con le Brigate Rosse, la cui cellula napoletana ha infatti rapito l'assessore regionale Mimmo Mesillo, personaggio molto influente in Campania e che ricorda il rapimento dell'Assessore DC Ciro Cirillo.

Riesce ad accordarsi con i terroristi e ad ottenere la sua liberazione, ma i politici e i Servizi segreti deviati, che in cambio avevano promesso al Professore soldi e semilibertà, non mantengono l'impegno. Il Professore cerca vanamente di vendicarsi, rendendo pubblico un documento contraffatto nel quale denuncia le illecite trattative intercorse tra lui, Servizi segreti deviati e i politici dell'area di governo per far liberare Mesillo.

Resosi conto di aver perso e di essere stato tradito, anche da Ciro Parrella, migliore amico, suo braccio destro e custode di documenti e prove schiaccianti che possono far cadere politici e Servizi segreti deviati, chiederà a sua sorella Rosaria, da sempre innamorata di Ciro, di ammazzarlo insieme all'amante, asserendo che un camorrista ragiona sempre con il cervello e mai con il cuore. Dopo queste due uccisioni e grazie a testimonianze di camorristi e politici corrotti, il boss viene trasferito in un carcere di massima sicurezza, in totale isolamento. Pian piano impazzisce, e crede che un giorno sarà salvato dai suoi uomini (ormai collaboratori di giustizia) credendo di riuscire a vendicarsi.

Produzione modifica

Il camorrista, coproduzione fra Reteitalia del gruppo Fininvest e Titanus, segnò il ritorno di Goffredo Lombardo all'attività di produttore, costò 4 miliardi di lire e fu confezionata in due versioni di durata diversa: la versione per il grande schermo e l'edizione estesa per la televisione, della durata di cinque ore, mai andata in onda[1]. La scena iniziale dove il protagonista per difendere la sorella dalle avances di uno sconosciuto è girata nella piazza del Comune di Arsoli in provincia di Roma.

Distribuzione modifica

Distribuito nel circuito cinematografico italiano il 12 settembre del 1986, il film fu oggetto di querela e ritirato dai cartelloni ad appena due mesi di distanza dalla sua prima.

La pellicola fu poi nuovamente ridistribuita nelle sale, ottenendo un discreto successo sia di pubblico (fu il 58º maggior incasso della stagione cinematografica 1986-87) che di critica. Tornatore grazie a questo film vinse il Nastro d'argento come miglior regista esordiente e Leo Gullotta il David di Donatello come migliore attore non protagonista.

La prima visione TV è stata trasmessa nella prima serata di Rete 4 di domenica 20 marzo 1994, nella versione cinematografica, quasi otto anni dopo l'uscita al cinema[2].

Riconoscimenti modifica

Note modifica

  1. ^ Tornatore e il Camorrista perduto: «Scomparsa la serie tv tratta dal film», su ilmattino.it. URL consultato il 30 dicembre 2012 (archiviato dall'url originale il 4 febbraio 2016).
  2. ^ il camorrista da filmaddicted.tv Archiviato il 4 febbraio 2016 in Internet Archive.

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