Jevpatorija

residenza in Crimea
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Jevpatorija[2] (in italiano desueto Eupatoria[3]; in ucraino Євпаторія?, Jevpatorija; in russo Евпатория?, Evpatorija; in tataro Kezlev) è una città della Crimea sul Mar Nero, terza per popolazione della penisola con 108 248 abitanti al 2020.

Jevpatorija
città
(RU) Евпатория
(UK) Євпаторія
Jevpatorija – Stemma
Jevpatorija – Bandiera
Jevpatorija – Veduta
Jevpatorija – Veduta
Jevpatorija
Localizzazione
StatoBandiera della Russia Russia
Bandiera dell'Ucraina Ucraina[1]
Circondario federaleMeridionale
Soggetto federale Crimea
RajonEupatoria
Amministrazione
SindacoElena Demidova
Territorio
Coordinate45°12′N 33°22′E / 45.2°N 33.366667°E45.2; 33.366667 (Jevpatorija)
Altitudine10 m s.l.m.
Superficie65 km²
Abitanti108 248 (2020)
Densità1 665,35 ab./km²
Altre informazioni
LingueRusso, ucraino
Cod. postale97400–97490
Prefisso+380-6569 e +7-36569
Fuso orarioUTC+2
Codice Rosstat0110900000
Targa(UKR); 82 (RUS)
Cartografia
Mappa di localizzazione: Russia europea
Jevpatorija
Jevpatorija
Jevpatorija – Mappa
Jevpatorija – Mappa
Sito istituzionale

Geografia modifica

Jevpatorija sorge lungo la costa occidentale della Crimea, a 70 chilometri a nord-ovest dal capoluogo regionale Sinferopoli.

Storia modifica

La città venne fondata da coloni greci nel 497 a.C. col nome di Kerkinitis e, come il resto della Crimea, faceva parte dei possedimenti di Mitridate VI, re del Ponto, il cui soprannome di "Eupatore" ha dato la denominazione ufficiale della città attuale.

Dal VII al X secolo fu un possedimento dei Cazari, che la chiamarono Güzliev, il cui nome significa letteralmente "bella casa".

La città fu poi soggetta ai Kipčaki, ai Mongoli, più tardi fece parte del Khanato di Crimea, ed in questo periodo fu chiamata Kezlev dai Tatari di Crimea e Gözleve dagli Ottomani.

Nel 1783 fu annessa all'Impero russo, che le diedero ufficialmente il nome di Yevpatoriya nel 1784. Adam Mickiewicz visitò la città nel 1825 e vi scrisse uno dei suoi Sonetti di Crimea, che fu in seguito tradotto in russo da Michail Jur'evič Lermontov.

Durante la Guerra di Crimea fu brevemente occupata dai britannici, dai francesi e dai turchi, e fu teatro il 17 febbraio 1855 della Battaglia di Eupatoria, che impedì ai Russi di riprendere la città.

Nell'autunno 1941, durante la Seconda guerra mondiale, nella "Campagna di Crimea" del 1941-1942, la città cadde nelle mani dei Tedeschi dell'XI Armata.

Il 5 gennaio 1942, i Sovietici sbarcarono ad Jevpatorija, che si sollevò contro l'occupante, con l'aiuto dei partigiani.

I tedeschi che inviarono rinforzi, ripresero la città pochi giorni dopo[4][5]. La città di Jevpatorija fu liberata definitivamente nel 1944.

Monumenti e luoghi d'interesse modifica

Popolazione modifica

Composizione degli abitanti della città di Jevpatorija secondo i dati demografici del censimento dell'anno 2001:

Evoluzione demografica
1897 1911 1920 1926 1939 1959
17 900 30 400 30 200 23 000 47 000 57 000
1970 1974 1981 1989 2001 2005
79 000 88 000 97 000 107 792 105 915 106 250

Economia modifica

Il porto di Jevpatorija era il 12° dell'Ucraina per il traffico di merci, che è stato di 1 830 000 tonnellate nel 2005.

Infrastrutture e trasporti modifica

Jevpatorija è servita da una propria stazione ferroviaria gestita dalle Ferrovie della Crimea.

Amministrazione modifica

Gemellaggi modifica

Jevpatorija è gemellata con:

Note modifica

  1. ^ Questo luogo si trova in Crimea, territorio de iure, secondo la risoluzione 68/262 dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite, parte integrante dell'Ucraina; de facto, secondo il trattato di adesione della Crimea alla Russia (non riconosciuto dalla grande maggioranza della comunità internazionale), parte della Russia.
  2. ^ Atlante Zanichelli, p.20
  3. ^ Giorgio Pullè, Eupatoria, in Enciclopedia Italiana, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 1932.
  4. ^ Erich von Manstein, Victoires Perdues, Paris, Plon, 1958, pp. 172-173
  5. ^ Yves Buffetaut, «Guerre en Crimée: prendre Sébastopol!», Militaria HS, numéro 51, septembre 2003, pp. 43-44
  6. ^ Дністрянський М. С. Етнополітична географія України. Львів: Літопис, 2006. С.452-453.

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