Kremenčuk

città in Ucraina

Kremenčuk (in ucraino Кременчук?; in russo Кременчуг?, Kremenčug) è un'importante città industriale dell'oblast' di Poltava situata sulle rive del fiume Dniepr. È centro amministrativo del distretto di Kremenčuk.

Kremenčuk
hromada
(UK) Кременчук
Kremenčuk – Stemma
Kremenčuk – Bandiera
Kremenčuk – Veduta
Kremenčuk – Veduta
Localizzazione
StatoBandiera dell'Ucraina Ucraina
Oblast' Poltava
DistrettoKremenčuk
Amministrazione
SindacoVitalij Maleckij
Territorio
Coordinate49°03′47″N 33°24′14″E / 49.063056°N 33.403889°E49.063056; 33.403889 (Kremenčuk)
Altitudine80 m s.l.m.
Superficie96 km²
Abitanti226 976 (2011)
Densità2 364,33 ab./km²
Altre informazioni
Cod. postale39600–39689
Prefisso0536(6)
Fuso orarioUTC+2
Codice KOATUU5310400000
Cartografia
Mappa di localizzazione: Ucraina
Kremenčuk
Kremenčuk
Sito istituzionale

Geografia fisica modifica

 
Ponte Kryukov

Kremenčuk si trova a valle del Bacino di Kremenčuk e a monte del Bacino di Dniprodzeržyns'k sul Dnepr. La città si sviluppa principalmente sulla riva sinistra del fiume, ma è collegata al quartiere Krjukov, sulla riva destra, mediante il ponte Krjukov. Si trova 93 km a sud-ovest di Poltava e 256 km a sud est di Kiev.

Storia modifica

Kremenčuk si suppone sia stata fondata nel 1571. Secondo una paretimologia, il nome consisterebbe di due parole: "kremen", ovvero chert (una varietà di quarzo simile alla selce) poiché la città è situata su una grande piattaforma fatta di questo materiale, e "čuk", dall'ucraino "čuju" ("sento"), un grido dei timonieri medievali in risposta al grido di "Kremen!" che risuonava quando i loro vascelli si avvicinavano alle rapide navigando lungo il fiume Dnepr. Un'altra spiegazione vuole che il nome derivi dal turco e significhi "piccola fortezza". Per la sua posizione al limite meridionale del tratto navigabile del Dnepr e punto di passaggio tra la Moscovia e il Mar Nero ha acquisito in passato una grande importanza commerciale e già nel 1655 era una ricca città cosacca. Nel 1625, al Lago Kurukove, a Kremenčuk venne firmato il Trattato di Kurukove fra Cosacchi e Polacchi.

Fu capoluogo del Governatorato di Novorossijsk.

Durante la Seconda guerra mondiale Kremenčuk ha sofferto pesantemente dell'occupazione nazista. Più del 90% degli edifici venne raso al suolo nel corso della guerra e la maggior parte della popolazione ebraica venne cancellata. Il 29 settembre, giorno in cui la città fu liberata dai nazisti nel 1943, è festeggiato come Giorno della Città.

Società modifica

Evoluzione demografica modifica

Evoluzione demografica[1]
1866 1873 1897 1911 1920 1926 1939
20 000 37 600 58 600 72 900 74 400 57 300 89 600
1959 1970 1979 1989 1995 2001 2005
86 000 148 000 210 000 236 495 248 000 234 073 231 202

Economia modifica

Kremenčuk è una grande città industriale della regione di Poltava e uno dei maggiori centri industriali dell'Ucraina. Contribuisce per il 7% (2005) all'economia nazionale e al 50% dell'export della regione di Poltava. La città è sede della KrAZ, una delle maggiori industrie di autocarri dell'Europa orientale, della Ukrtatnafta, raffineria tra le più grandi d'Europa e di fabbriche di automobili, vagoni ferroviari, ruote, carbone e acciaio.

L'industria leggera della città comprende tabacchi (JTI), prodotti dolciari (Roshen), lavorazione della maglia, del latte e della carne.

Infrastrutture e trasporti modifica

Kremenčuk è uno dei più importanti nodi ferroviari dell'Ucraina Centrale (grazie alla sua posizione geografica e al ponte Kryukov sul fiume Dnepr) e un importante porto fluviale.

Nella cultura di massa modifica

  • Kremenchug viene citata a pagina 17 nel preludio di La pianista bambina, romanzo dello scrittore e giornalista statunitense Greg Dawson.[2]
  • A Kremenčuk avvengono i fatti di stregoneria narrati nel secondo racconto di "Storie di streghe", di Ludwig Bechstein. In particolare, in un imprecisato museo sarebbe conservata sotto alcol una creatura diabolica nota come "Furia infernale".

Amministrazione modifica

Gemellaggi modifica

Note modifica

  1. ^ World Gazetteer [1] y Population statistics [2] Archiviato il 23 febbraio 2015 in Internet Archive.
  2. ^ Greg Dawson, La pianista bambina (PDF), traduzione di Linda Rosaschino, Milano, Piemme, 2014, OCLC 1045834666.

Voci correlate modifica

Altri progetti modifica

Collegamenti esterni modifica

Controllo di autoritàVIAF (EN125526610 · LCCN (ENn83132592 · GND (DE4600695-3 · J9U (ENHE987007557414305171 · WorldCat Identities (ENlccn-n83132592
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