Laura Antonelli

attrice italiana (1941-2015)

Laura Antonelli, pseudonimo di Laura Antonaz (Pola, 28 novembre 1941[1]Ladispoli, 22 giugno 2015[1]), è stata un'attrice italiana. Raggiunse l'apice del successo negli anni settanta e ottanta percorrendo diversi generi cinematografici, dalla commedia leggera erotica al dramma, dal cinema d'evasione ai film d'autore. Ottenne notorietà e successo come protagonista sensuale nel film cult[2] Malizia di Salvatore Samperi.

Laura Antonelli in Sessomatto (1973)

Biografia modifica

 
Laura Antonelli in Le malizie di Venere (1969)
 
Laura Antonelli in Malizia (1973)
 
Laura Antonelli in Sessomatto (1973)
 
Laura Antonelli in Peccato veniale (1974)
 
Laura Antonelli in Mio Dio, come sono caduta in basso! (1974)
 
Laura Antonelli in Divina creatura (1975)
 
Laura Antonelli in Passione d'amore (1981)
 
Laura Antonelli in Malizia 2mila (1991)

Dall'Istria a Roma modifica

Figlia di Mario Antonaz e Gioconda Bresciani, Laura Antonelli nacque a Pola, città istriana all'epoca italiana. Insieme alle attrici Femi Benussi, Alida Valli e Sylva Koscina, fu una delle componenti del gruppo definito "delle bellissime quattro" dalmato-istriane[3]. Profuga durante l'esodo istriano in seguito alla sconfitta italiana nella seconda guerra mondiale e alla conseguente perdita dell'Istria, la Antonelli si trasferì con la famiglia a Napoli dove, dopo aver frequentato le scuole superiori, si diplomò presso l'istituto Vincenzo Cuoco. Trasferitasi a Roma, fu insegnante di educazione fisica al liceo artistico di via di Ripetta prima di approdare all'attività di attrice.

Gli esordi artistici modifica

Dopo aver girato alcuni caroselli per Coca Cola e posato per numerosi fotoromanzi diffusi anche all'estero, la Antonelli esordì nel cinema con piccoli ruoli in vari film, a cominciare da Il magnifico cornuto di Antonio Pietrangeli del 1964 e Le sedicenni di Luigi Petrini del 1965.

 
Laura Antonelli ne Il merlo maschio (1971)

La prima parte importante le fu offerta nel 1969 dal regista Massimo Dallamano che la selezionò come protagonista di Venere in pelliccia, film ispirato al romanzo di Leopold von Sacher-Masoch, ma l'occasione sfumò per via dell'applicazione di una severa censura che bloccò l'uscita del film, riproposto sei anni più tardi con il titolo Le malizie di Venere.[4]

Il successo arrivò nel 1971 quando la Antonelli recitò la parte della moglie del violoncellista in Il merlo maschio, primo di molti film erotici in cui l'attrice lavorò, interpretato al fianco di Lando Buzzanca e diretto da Pasquale Festa Campanile.

Il successo di Malizia modifica

 
Laura Antonelli al premio Grolla d'oro nel 1973

Nel 1973 interpretò il ruolo di una sensuale cameriera in Malizia di Salvatore Samperi, accanto a Turi Ferro e al giovane Alessandro Momo. Il film, che incassò la cifra di 6 miliardi di lire, divenne un cult movie, entrando nell'immaginario erotico degli spettatori e innalzando l'attrice a "icona sexy" italiana. Con la sua partecipazione al film, la Antonelli ottenne il Nastro d'argento alla migliore attrice protagonista, conferitole dal Sindacato nazionale giornalisti cinematografici italiani e il Globo d'oro alla miglior attrice rivelazione, premio della stampa estera.

«Sono bassina, un po' tondetta e ho le gambe piuttosto corte. Chissà perché piaccio?»

Per Laura Antonelli si spalancarono quindi le porte della notorietà e della ricchezza con un cachet che passò da 4 a 100 milioni di lire per film[5].

In seguito la Antonelli alternò interpretazioni in film d'autore come Trappola per un lupo di Claude Chabrol, con Jean-Paul Belmondo, che aveva conosciuto sul set de Gli sposi dell'anno secondo e con il quale ebbe una lunga relazione, Sessomatto di Dino Risi e Mio Dio, come sono caduta in basso! di Luigi Comencini (per il quale vinse un secondo Globo d'oro), a film interamente scritti per la sua figura di attrice come Peccato veniale, sempre di Salvatore Samperi, o Divina creatura di Giuseppe Patroni Griffi nel quale la Antonelli interpretò una scena di nudo integrale della durata di ben sette minuti, un vero record per l'epoca.

Dal 1976 lavorò con registi che disvelarono il lato personale dell'attrice fino ad allora nascosto dalla sua prorompente fisicità; si ricordino L'innocente di Luchino Visconti, nel 1977, Gran bollito di Mauro Bolognini e Passione d'amore di Ettore Scola del 1981, per il quale ricevette il David di Donatello per la migliore attrice non protagonista.

In seguito, la Antonelli lavorò principalmente in commedie come Il Malato immaginario e L'Avaro, entrambi di Tonino Cervi con Alberto Sordi protagonista alternando altre interpretazioni nel filone erotico, sempre diretta da Samperi, in Casta e pura (1981), al fianco di Massimo Ranieri.

Anni 1980: Grandi magazzini modifica

Per tutti gli anni 1980, la Antonelli lavorò in pellicole comiche o erotiche; fu insieme ad altri attori famosi nel cast di Grandi magazzini di Castellano e Pipolo e al fianco di Diego Abatantuono in Viuuulentemente mia di Carlo Vanzina. Nel 1985 interpretò La Venexiana, pellicola ispirata all'omonima commedia del '500, accanto a Monica Guerritore e al figlio dell'attore scozzese Sean Connery, Jason. Sul finire del decennio approdò sul piccolo schermo con due miniserie televisive che riscossero un discreto gradimento del pubblico: Gli indifferenti (1988) e Disperatamente Giulia (1989), dirette rispettivamente da Mauro Bolognini ed Enrico Maria Salerno.

Vicende giudiziarie modifica

Nella notte del 27 aprile 1991,[6] nella sua villa di Cerveteri, vennero rinvenuti 36 grammi di cocaina. Fu condannata in primo grado a tre anni e sei mesi di carcere per spaccio di stupefacenti.[7] Nove anni dopo, nel 2000, venne assolta dalla Corte d'appello di Roma, che la riconobbe consumatrice abituale di stupefacenti ma non spacciatrice. La legge italiana sulla droga era nel frattempo cambiata e l'assunzione di sostanze stupefacenti per uso personale non costituiva più reato.[8]

La Antonelli tornò al cinema nel 1991 con Malizia 2mila, seguito della pellicola che l'aveva resa celebre, sempre diretto da Salvatore Samperi e prodotto da Silvio Clementelli. Durante le riprese, la Antonelli si sottopose alle cure di un chirurgo estetico per nascondere alcuni inestetismi dell'età. In concomitanza del trattamento la stessa manifestò reazioni avverse, a detta dell'attrice riconducibili alla cura estetica praticata. La vicenda finì in tribunale, dove l'attrice chiese un risarcimento miliardario.[9] Il processo che ne seguì si concluse dopo tredici anni con il rigetto delle pretese risarcitorie della Antonelli poiché i presunti effetti delle cure estetiche furono riconosciuti come dovuti a una malattia chiamata edema di Quincke e non ai trattamenti estetici.[10]

A seguito della vicenda, la Antonelli affondò in una notevole depressione che ne determinò il ricovero presso il centro d'igiene mentale di Civitavecchia in più di un'occasione. Ciò spinse i legali dell'attrice a citare in giudizio il Ministero della giustizia, chiedendo un adeguato risarcimento. Nel 2003, in primo grado, le venne riconosciuto un risarcimento di diecimila euro, assolutamente inadeguato a compensare i danni di salute e d'immagine patiti dall'attrice. In appello, nel 2006, la cifra fu elevata a 108 000 euro più interessi. La sentenza fu confermata in via definitiva dalla Corte di cassazione nel 2007.[8]

Gli ultimi anni modifica

A partire dagli anni 2000 l'attrice attraversò una profonda crisi sia economica sia psicologica che l'indusse a rifiutare anche l'aiuto degli amici, come quello di Simone Cristicchi che nel 2013 avrebbe voluto portare al Festival di Sanremo la canzone Laura, dedicata alla sua vita dimenticata, ma visto il desiderio dell'attrice di rimanere nell'oblio rinunciò. Nel 2009 per iniziativa del comune di Ladispoli, con l'obiettivo di tutelarla dagli approfittatori, venne interdetta e seguita da un avvocato con le funzioni di tutore, da un'assistente sociale e da una badante.

Il 3 giugno 2010 l'attore e amico Lino Banfi lanciò un appello dalle pagine del Corriere della Sera all'allora presidente del consiglio Silvio Berlusconi e al ministro per i Beni e le attività culturali Sandro Bondi, in cui chiedeva sostegno economico per la Antonelli, che viveva con appena cinquecento euro al mese di pensione.[11] Sebbene il ministro avesse accolto la richiesta auspicando l'applicazione della legge Bacchelli a sostegno degli artisti, l'attrice rifiutò l'aiuto sostenendo di non essere interessata alla vita terrena e che preferiva invece essere dimenticata.[12][13][14][15] Concesse tuttavia un'ultima intervista al periodico locale free-press L'Ortica nel marzo del 2012, nella quale diceva di considerare «frivolo e privo di valori il mondo dello spettacolo» oltre che «diseducativo per i giovani». «Può sembrare paradossale ma un giorno ti guardi allo specchio, vedi che sei bella, ricca e famosa ma ti accorgi che hai un vuoto dentro. Così arrivano scelte sbagliate, cadi nel precipizio e solo grazie alla fede ho superato tante avversità.»[16]

Morte modifica

Morì per un infarto nella sua abitazione di Ladispoli la mattina del 22 giugno 2015, all'età di 73 anni.[17][18][19] Le esequie si tennero il 26 giugno nella chiesa di Santa Maria del Rosario a Ladispoli, che la Antonelli, avendo da tempo riscoperto la fede e la pratica religiosa, frequentava assiduamente, e videro la partecipazione di centinaia di persone tra cui gli amici Lino Banfi, Claudia Koll, Simone Cristicchi ed Enrico Montesano.[20] Fu seppellita nel cimitero cittadino.[21]

Vita privata modifica

A 24 anni sposò l'antiquario Enrico Piacentini, ma il matrimonio ebbe breve durata e fu senza figli. Dopo una relazione con l'umorista Mario Marenco, collega di Renzo Arbore nella trasmissione radiofonica Alto gradimento, visse un'intensa storia d'amore, durata otto anni (dal 1972 al 1980), con il divo francese, nipote di nonni italiani, Jean-Paul Belmondo.

Il 6 luglio 2023 su Rai 3 è stato trasmesso in prima visione il documentario di Bernard Bédarida e Nello Correale Senza Malizia, un lungometraggio dedicato alla vita di Laura Antonelli, con interviste al fotografo che la lanciò, registi, attori, lavoratori del cinema e amici che ebbero modo di conoscerla e frequentarla, tra cui Belmondo. Il racconto inizia fin dai tempi in cui lei, con i suoi genitori, dovette lasciare Pola per andare a vivere a Napoli, città dove trascorrerà l'adolescenza e infine si diplomerà in Educazione Fisica, per poi trasferirsi a Roma, città in cui inizierà la carriera da modella per poi diventare un'attrice.[22]

Filmografia modifica

 
Laura Antonelli nel 1974
 
Laura Antonelli in Malizia (1973)
 
Laura Antonelli in La gabbia (1985)

Cinema modifica

Televisione modifica

Pubblicità modifica

Laura Antonelli prese inoltre parte a varie serie della rubrica televisiva di sketch pubblicitari Carosello su Rai 1:

Riconoscimenti modifica

Doppiatrici modifica

Note modifica

  1. ^ a b Necrologio e libro per le condoglianze nel giorno del funerale (JPG), su repstatic.it (archiviato dall'url originale il 14 marzo 2024).
  2. ^ Marco Giusti. Dizionario dei film italiani stracult. Milano, Sperling & Kupfer, 1999. ISBN 8820029197 p. 433
  3. ^ Che fine ha fatto Laura Antonelli?, su internationalwebpost.org. URL consultato il 23 giugno 2015.
  4. ^ a b Enrico Giacovelli, La commedia all'italiana, Gremese Editore, Roma, 1995, pag.228
  5. ^ Pino Corrias, Laura Antonelli, solitudine di una stella caduta, su Corriere della Sera, 28 aprile 2003. URL consultato il 1º giugno 2009 (archiviato dall'url originale il 23 maggio 2012).
  6. ^ Emilio Radice, Laura Antonelli, cocaina con malizia, in La Repubblica, 28 aprile 1991. URL consultato il 7 aprile 2023.
  7. ^ Emilio Radice, Antonelli, condannata ma libera, in La Repubblica, 10 maggio 1991. URL consultato il 7 aprile 2023.
  8. ^ a b Chiara Rizzo, Storia del processo a Laura Antonelli, morta oggi, in Tempi, 22 giugno 2015. URL consultato il 7 aprile 2023.
  9. ^ 'Per le rughe ho rischiato la morte', in La Repubblica, 24 gennaio 1992. URL consultato il 7 aprile 2023.
  10. ^ Quella volta in cui la Antonelli fece causa al chirurgo per un intervento mal riuscito, in Il Giornale, 22 giugno 2015. URL consultato il 22 marzo 2023.
  11. ^ L'appello di Lino Banfi: aiutiamo Laura Antonelli, dimenticata da tutti, su corriere.it, 3 giugno 2010.
  12. ^ Dal set alla follia - Il viale del tramonto di Laura Antonelli, su ricerca.repubblica.it, Repubblica.it, 31 ottobre 1996.
  13. ^ I titoli dei film di Laura Antonelli sembrano i capitoli della sua vita, su iltempo.it, Il Tempo.it, 15 agosto 2008. URL consultato il 30 novembre 2020 (archiviato dall'url originale il 1º agosto 2012).
  14. ^ Laura Antonelli: dimenticatemi "Voglio solo vivere serena", su repubblica.it, 3 giugno 2010.
  15. ^ Laura Antonelli, la sua vita diventa un film, su ilmessaggero.it, Il Messaggero.it, 30 gennaio 2011. URL consultato il 31 gennaio 2011 (archiviato dall'url originale il 3 febbraio 2011).
  16. ^ Laura Antonelli: "I miei errori più grandi? La droga e il matrimonio"
  17. ^ Morta Laura Antonelli, diva tormentata, Corriere della Sera.it, 22 giugno 2015. URL consultato il 22 giugno 2015.
  18. ^ Laura Antonelli dead. URL consultato il 27 giugno 2015.
  19. ^ Lutto nel mondo del cinema: morta Laura Antonelli, in Il Piccolo, Rome.
  20. ^ Laura Antonelli, i funerali a Ladispoli: folla e applausi in ricordo dell'attrice, Il Mattino.it, 26 giugno 2015. URL consultato il 26 giugno 2015.
  21. ^ (EN) Laura Antonelli, su findagrave.com. URL consultato il 7 novembre 2018.
  22. ^ Maria Paola Macioci, Senza Malizia: in prima tv il film documentario su Laura Antonelli, su superguidatv.it, 6 luglio 2023.

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Collegamenti esterni modifica

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