Leka Zogu

politico albanese
Disambiguazione – Se stai cercando il figlio Leka Anwar Zogu, vedi Leka Zogu (1982).

Leka Zogu (Tirana, 5 aprile 1939Tirana, 30 novembre 2011) è stato erede al trono d'Albania, condannato per sedizione e indicato come finanziatore della Banda Mustafaj.

Leka Zogu
Leka, principe ereditario d'Albania.
Pretendente al trono d'Albania
Stemma
Stemma
PredecessoreZog I di Albania
SuccessoreLeka Anwar Zog
Nome completoLeka Skënder Zogu
TrattamentoAltezza reale
NascitaTirana, 5 aprile 1939
MorteOspedale Madre Teresa, Tirana, 30 novembre 2011 (72 anni)
SepolturaMausoleo della famiglia reale albanese, Tirana
DinastiaCasato di Zogu
PadreZog I di Albania
MadreGéraldine Apponyi de Nagyappony
ConsorteSusan Barbara Cullen-Ward
FigliLeka Zogu
ReligioneIslam sunnita

Biografia modifica

Figlio del re Zog I e della contessa Géraldine Apponyi de Nagyappony, nacque appena tre giorni prima dell'occupazione italiana del Regno di Albania.

Fu cresciuto in Grecia, Egitto e Regno Unito, studiò a Parigi alla Sorbona e, dopo la laurea, visse in Spagna e in Rhodesia (oggi Zimbabwe).

Dopo la morte del padre, il 9 aprile 1961 venne proclamato dal governo monarchico in esilio "Leka I Re degli Albanesi" e incoronato a Parigi.

All'inizio degli anni 1980 si trasferì in Sudafrica, dove visse lavorando come mediatore d'affari fra Johannesburg e Città del Capo.

Nel 1993 poté rientrare per la prima volta in Albania, accolto da circa 500 persone. In quell'occasione utilizzò un passaporto rilasciato dal suo stesso governo in esilio, che alla voce professione lo indicava come "Re". Nel 1997 si tenne in Albania un referendum per la restaurazione della monarchia, che fu rigettato da circa il 65% degli albanesi[1]. Leka protestò per la presunta mancanza di libertà in cui venne tenuta la consultazione. Scoppiarono degli scontri con la polizia, in cui rimase ucciso un uomo, a seguito dei quali Leka fuggì dal paese. Processato in contumacia, venne condannato a tre anni di pena con l'accusa di sedizione. Nel marzo 2002 gli fu concesso il perdono e 72 parlamentari albanesi invitarono la famiglia di Leka a rientrare in patria[2].

Leka si impegnò nella vita politica albanese, sostenuto dal Partito Movimento per la Legalità, e in seguito fu a capo del Movimento per lo sviluppo nazionale. Nel febbraio 2006 annunziò il proprio ritiro dalla vita pubblica e politica.

Morì nel 2011 all'età di 72 anni[3].

Vita privata modifica

Nel 1975 si sposò a Biarritz con un'australiana, Susan Barbara Cullen-Ward.[4] La coppia ebbe un figlio:

Ascendenza modifica

Genitori Nonni Bisnonni Trisnonni
Xhelal Pasha Zogu Mahmud Pasha Zogu  
 
 
Xhemal Pasha Zogu  
Ruhije Alltuni  
 
 
Zog I d'Albania  
Emim Bey Toptani  
 
 
Sadije Toptani  
Fitnete Toptani  
 
 
Leka I d'Albania  
Conte Lajos Apponyi de Nagy-Apponyi Conte Gyula Apponyi de Nagy-Appony  
 
Contessa Zsófia Sztáray de Nagy-Mihály et Sztára  
Conte Gyula Apponyi de Nagy-Apponyi  
Contessa Margareta von Seherr-Thoß Conte Hermann von Scherr-Thoß  
 
Contessa Olga von Gross-Zauche-Camminetz  
Géraldine Apponyi de Nagyappony  
John Henry Steuart David Stewart  
 
Margaret Heighe  
Gladys Virginia Stewart  
Mary Virginia Ramsay Harding Edward Learned Harding  
 
Lucy Booker Ramsay  
 

Onorificenze modifica

Onorificenze dinastiche[5][6] modifica

Note modifica

  1. ^ (EN) Aisha Labi, New Hope for The Old Regime, in Time Europe, 27 novembre 2000. URL consultato il 22 settembre 2009 (archiviato dall'url originale il 23 maggio 2011).
  2. ^ (EN) Miranda Vickers, Commentary on Home Office Republic of Albania Country Report of April 2004 (PDF), in Advisory Panel on Country Information, 9 agosto 2004, p. 16. URL consultato il 22 settembre 2009 (archiviato dall'url originale il 28 luglio 2007).
  3. ^ Albania: muore Leka Zogu Blitzquotidiano.it
  4. ^ (EN) Queen Susan of the Albanians, in Telegraph, 22 luglio 2004. URL consultato il 22 settembre 2009.
  5. ^ Royal Ark
  6. ^ Royal Order of Albania, su albanianroyalcourt.al. URL consultato il 24 ottobre 2017 (archiviato dall'url originale il 18 marzo 2016).

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Collegamenti esterni modifica

Controllo di autoritàVIAF (EN45393088 · ISNI (EN0000 0000 2132 104X · LCCN (ENn99040036 · GND (DE129849073 · BNE (ESXX1547496 (data) · WorldCat Identities (ENlccn-n99040036