Lidl

catena tedesca di supermercati

Lidl è una catena europea di supermercati di origine tedesca, facente parte dello Schwarz Gruppe. Opera con la formula distributiva del discount; attualmente vi sono oltre 12.000 supermercati della società nel mondo.[1]

Lidl Stiftung & Co. KG
Logo
Logo
Una filiale Lidl in Francia
StatoBandiera della Germania Germania
Forma societariaKommanditgesellschaft
Fondazione1973
Fondata daDieter Schwarz
Sede principaleNeckarsulm
GruppoSchwarz Gruppe
ControllateLidl Italia S.r.l.
SettoreGrande distribuzione organizzata
Fatturato114,8 miliardi (2022)
Dipendenti360.000 (2023)
Slogan«Bandiera dell'Italia Italia Anch'io!
Bandiera della Svizzera Svizzera Conviene sempre»
Sito webwww.lidl.de/ e www.lidl.com/
Un negozio Lidl a Londra
Interno di un supermercato Lidl (2006)
Un negozio Lidl a San Giovanni la Punta (CT)
Smart sponsorizzate Lidl

Storia modifica

L'azienda è stata fondata nel 1932 da Josef Schwarz, originariamente come Lidl & Schwarz Lebensmittel-Sortimentsgroßhandlung, operante nel settore degli alimentari.[2]

Nel 1977, Dieter Schwarz, figlio di Josef, ha iniziato a concentrarsi sul settore dei discount; il primo punto vendita venne aperto nel 1973 sul modello di ALDI e nel 1977 la catena comprendeva già 33 negozi. Nella prima metà degli anni novanta è invece cominciata l'espansione nel resto dell'Europa occidentale, con l'apertura del primo punto vendita nel Regno Unito nel 1994.[3]

Descrizione e attività modifica

Forma giuridica modifica

In Germania la struttura giuridica più utilizzata è quella della "Fondazione"; in Italia la società è una Srl; in Svizzera è una SA (Società Anonima), con un capitale nominale di 110 000 000,00 franchi svizzeri.

Prodotti commercializzati modifica

Lidl vende principalmente prodotti alimentari e bevande, sebbene offra anche articoli per l'igiene personale, prodotti per la casa, piccoli elettrodomestici e utensili per bricolage. Inoltre i punti vendita promuovono offerte di durata limitata, tipicamente di tre giorni, in altri prodotti più cari come elettrodomestici, computer o utensili vari. Lidl è solita vendere prodotti a marchio proprio, spesso esiste una sola marca per tipo di prodotto. Questo permette a Lidl di mantenere il prezzo più basso possibile, obiettivo principale della catena. Le analisi indipendenti delle organizzazioni dei consumatori hanno riscontrato che i prodotti Lidl solitamente non sono peggiori di quelli di altre marche commerciali, nonostante il prezzo decisamente più basso[senza fonte].

Nel 2017 ad Amburgo presso alcuni punti vendita della società sono stati esibiti alcuni capi della collezione Esmara, creata dalla modella Heidi Klum, che è anche la stilista di alcune collezioni messe in vendita dalla catena nell'autunno/inverno alla fine del medesimo anno.[4]

Sistema di smistamento alle casse modifica

Una volta che i prodotti sono stati passati dai cassieri sul lettore del codice a barre, la strategia commerciale di Lidl prevede che il cliente rimetta i propri articoli nel carrello, li paghi e li imbusti in un banco a parte. Per questo motivo le casse del supermercato non sono provviste del classico spazio destinato all'imbustamento, questo allo scopo di velocizzare i pagamenti alle casse e ridurre i tempi di attesa per il cliente, anche se ciò procura disorientamento a coloro che non sono abituati a questa modalità, usata nei Paesi nordici. Questa pratica tuttavia non è messa in atto in Italia.

Servizi alla clientela modifica

Lidl opera secondo uno schema di integrazione fra l'offerta di beni di consumo e servizi alla clientela. In particolare, Lidl ha avviato sia una collaborazione con un'agenzia viaggi (agosto 2006) sia l'offerta di una carta di credito interna (agosto 2007), che a settembre 2009 si è deciso di sospendere. Le ultime carte emesse sono andate a scadenza a fine 2011.[senza fonte]

Sistemi informatici modifica

Lidl ha sviluppato nel corso degli anni sistemi informatici innovativi per il mercato italiano.

L'azienda, che all'inizio della sua attività non aveva nelle casse gli scanner, è stata la prima struttura a introdurre delle bilance di check-out che consentono di pesare la frutta e la verdura sfuse direttamente in cassa[senza fonte], limitando così il taccheggio su questi prodotti.

Sempre a livello di cassa, ha introdotto scanner bi-ottici che consentono di scansionare il prodotto con un angolo di 360°, inoltre la maggior parte dei prodotti sono dotati di codice a barre di dimensioni superiori al normale per aumentare le probabilità di lettura corretta da parte dello scanner al primo passaggio.

Pubblicità modifica

Nel 2019 la società ha pubblicato un album su Spotify, intitolato Allt annat är olidligt, contenente i tipici suoni di un supermercato.[5] Nel 2023 l'impresa ha ingaggiato l'attore statunitense Arnold Schwarzenegger come testimonial pubblicitario per gli attrezzi di utensileria a marchio parkside.[6]

Diffusione ed espansione modifica

Secondo dati forniti nel 2004, Lidl sarebbe per grandezza la seconda catena di supermercati in Germania e inoltre è diffusa in 26 stati nel mondo, prevalentemente nell'Unione europea. Inoltre il bilancio del gruppo ammonterebbe a 36 miliardi di euro, incrementandosi del 44% ogni tre anni. Il grande successo della catena è da attribuirsi ai prezzi decisamente competitivi dei suoi prodotti, a un'offerta merceologica di grande qualità e al carico di lavoro ripartito fra poche unità di personale.

Agli inizi del 2000 Lidl stava cercando di espandersi nelle tre repubbliche baltiche (Estonia, Lettonia, Lituania) e in Nord America. Poi le diverse situazioni dei mercati e la volontà di concentrarsi sui principali mercati strategici dell'azienda (Germania, Francia, Regno Unito, Italia, Spagna e Malta in modo particolare) hanno di fatto determinato un rallentamento di questi progetti di espansione. Il 2017 segna l'ingresso nel mercato della Lituania e oltreoceano negli Stati Uniti.

Critiche e osservazioni modifica

Germania e Danimarca modifica

In Germania Lidl ha ricevuto aspre critiche sul trattamento dei dipendenti: l'azienda ne ostacolerebbe l'iscrizione ai sindacati e imporrebbe ritmi lavorativi pesanti e salari bassi. Il 10 dicembre 2004 l'importante sindacato tedesco Ver.di ha pubblicato il libro “Schwarzbuch Lidl” ("il libro nero di Lidl"), nel quale erano descritte con dovizia di particolari alcune politiche di sfruttamento e di controllo dei lavoratori applicate nell'azienda.[7]

Lidl ha risposto alle accuse definendole una “campagna diffamatoria” e ha giustificato alcuni casi isolati di cattivo clima lavorativo come il risultato di un forte ritmo di espansione, che non avrebbe consentito alla direzione centrale di sorvegliare ogni direttore dei suoi supermercati. In ogni caso il centro di controllo della compagnia ha licenziato 20 direttori. Inoltre, in risposta allo Schwarzbuch, l'azienda ha pianificato una campagna pubblicitaria sui giornali tedeschi, evidenziando di aver creato 50 000 posti di lavoro, 20 000 dei quali solo in Germania.

La rivista Stern accusò la Lidl di avere sistematicamente spiato i propri dipendenti. Tra le 10 e le 15 microcamere sarebbero state installate in ogni filiale e al direttore della stessa il loro utilizzo sarebbe stato giustificato quale sistema contro potenziali taccheggiatori. In realtà sarebbero state raccolte anche informazioni sui dipendenti e sulla loro condotta al posto di lavoro. «Questi protocolli di sorveglianza sono vergognosi e illegali», è stata la denuncia di un'organizzazione sindacale tedesca. A livello politico si pretende di aprire un'inchiesta per accertare eventuali violazioni dei dati e della sfera privata[8].

I vertici dell'azienda hanno fortemente preso le distanze da quanto accaduto (prevalentemente in Bassa Sassonia) inviando a tutti i dipendenti una lettera di scuse. In una recente trasmissione televisiva tedesca è stato anche messo in evidenza che quanto ha fatto Lidl in Germania è una prassi utilizzata da molte aziende del retail. Infatti oggi in Germania si parla di una modifica legislativa su questo tema. La rivista Foodwatch ha raffrontato le patatine Lidl e di altri concorrenti rispetto alla marca Pringles. L'analisi di Foodwatch è stata riportata dalla rivista Weltonline in data 6 agosto 2007[9]. Il prodotto Lidl è risultato come migliore del test.

In Danimarca, per contro, le relazioni sindacali con la Lidl sono molto buone. Nel gennaio 2006 Lidl ha sottoscritto un accordo integrativo con il principale sindacato della Danimarca 3F che prevede una maggiore retribuzione oraria per i dipendenti (14,48 € anziché 13,79 €). L'importo rappresenta un incremento del 5% rispetto al salario contrattuale definito in Danimarca per dipendenti di analoghe strutture.

Tale accordo non rappresenta una novità per la Lidl in Danimarca. Già nel 2004 era stato raggiunto un accordo per i dipendenti dei punti vendita che prevede sia miglioramenti salariali sia una copertura pensionistica integrativa.

Italia e Spagna modifica

Anche in Italia sono sorte molte polemiche riguardanti il tema delle condizioni di lavoro nella catena Lidl, al punto che nel 2003 il giudice del lavoro del tribunale di Savona ha emesso una sentenza di condanna contro Lidl per attività antisindacale.[10] Inoltre secondo la rivista Altroconsumo ha spesso posizionato i prodotti Lidl nella parte alta delle proprie classifiche (per esempio: crema solare[11], prosciutto a fette[12], sacchetti[13], detersivi per lavastoviglie[14], burro[15] e altri). Lidl è accusata di usare strategie aggressive nei confronti dei fornitori, al fine di mantenere bassi i prezzi al consumatore.

La catena non consentirebbe l'apertura di rappresentanze sindacali nei propri punti vendita italiani, usando lo stratagemma di non assumere più di 10 unità per punto vendita; inoltre avrebbe comportamenti vessatori verso le maestranze[16]. Lidl è stata condannata dal tribunale di Trento per aver multato dipendenti che scioperavano.

In Spagna molti agricoltori hanno chiesto di boicottare la catena dato che, abusando della sua posizione dominante, ha fortemente depresso i prezzi di frutta e verdura.[17]

Presenza nel mondo modifica

Attuale modifica

Paese Filiali Prima
apertura
  Austria 260 1998
  Belgio 320 1995
  Bulgaria 119 2010
  Cipro 20 2010
  Croazia 107 2006
  Danimarca 139 2005
  Germania 3250 1973
  Estonia 13 2022
  Finlandia 202 2002
  Francia 1588 1989
  Grecia 232 1999
  Irlanda 175 2000
  Italia 730 1992
  Lettonia 25 2021
  Lituania 69 2016
  Lussemburgo 13 2001
  Malta 10 2008
  Paesi Bassi 442 1997
  Polonia 815 2002
  Portogallo 273 1995
  Rep. Ceca 316 2003
  Regno Unito 966 1994
  Romania 356 2011
  Serbia 67 2018
  Slovacchia 161 2004
  Slovenia 65 2007
  Spagna 670 1994
  Stati Uniti 181 2017
  Svezia 205 2003
  Svizzera 169 2009
  Ungheria 197 2004
Totale 12 155

Prevista modifica

Note modifica

  1. ^ https://corporate.lidl.it/?_ga=2.269018229.502823937.1573654996-226043042.1573654996
  2. ^ Secrets of the German supermarkets conquering America (24 slides), in LoveMoney. URL consultato il 6 marzo 2019.
  3. ^ (EN) Lidl opens its 700th store in the UK, su bbc.com, 15 febbraio 2018.
  4. ^ Lidl ingaggia Heidi Klum. E lancia le sue fashion week, su Pambianco News, 6 giugno 2017. URL consultato il 9 giugno 2017.
  5. ^ Allt annat är olidligt, 20 agosto 2019. URL consultato il 21 novembre 2021.
  6. ^ Lidl sceglie Schwarzy per lo spot di Parkside, su italiaoggi.it, 29/08/2023.
  7. ^ Gudrun Giese (traduzione di Marco Riciputi), Lidl, lavoratori sfruttati in tutta Europa, su CafeBabel.com, Babel International, 18 agosto 2006. URL consultato il 3 settembre 2009 (archiviato dall'url originale il 4 giugno 2008).
  8. ^ Germania: la Lidl spia i dipendenti, su Corriere della sera. URL consultato il 26 marzo 2008.
  9. ^ Foodwatch warnt vor Pringles-Chips, su welt.de. - Articolo in tedesco pubblicato su Weltonline
  10. ^ Il Tribunale di Savona condanna Lidl Italia per comportamento antisindacale, su filcams.cgil.it, FILCAMS-Cgil (Federazione lavoratori commercio turismo servizi), 9 luglio 2003. URL consultato il 3 settembre 2009 (archiviato dall'url originale il 29 aprile 2009).
  11. ^ Altroconsumo 271, giugno 2013, pag. 12-16
  12. ^ Altroconsumo 263, ottobre 2012, pag. 18-22
  13. ^ Altroconsumo 252, ottobre 2011, pag. 48-50
  14. ^ Altroconsumo 275, novembre 2013, pag. 48-50
  15. ^ Altroconsumo 302, aprile 2016, pag. 36-40
  16. ^ Lidl, il discount dei mille soprusi, su Il Manifesto, FILCAMS-Cgil (Federazione lavoratori commercio turismo servizi) / Il Manifesto, 29 aprile 2003. URL consultato l'11 marzo 2022 (archiviato dall'url originale il 2 agosto 2012).
  17. ^ Angurie e meloni sottocosto. Denunciata Lidl Spagna, su fruitbookmagazine.it, 3 settembre 2021.

Bibliografia modifica

  • Andreas Hamann, Gudrun Giese, Schwarz-Buch Lidl. Billig auf Kosten der Beschäftigten, ver.di, Berlin 2004, ISBN 3-932349-12-1.
  • Andreas Hamann, Schwarz-Buch Lidl Europa, ver.di, Berlin 2006, ISBN 3-932349-21-0.

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Collegamenti esterni modifica

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