Live Nation (promotore di eventi)

Live Nation è un promotore di eventi americano e un rivenditore locale con sede a Beverly Hills, in California. Costituita nel 1996 da Robert F.X. Sillerman come SFX Entertainment, si basava sul consolidamento di un ampio gruppo di promotori di concerti in una compagnia nazionale. Nel 2000, la società è stata venduta a Clear Channel Communications per $ 4,4 miliardi e ha operato come Clear Channel Entertainment fino al 2005, quando è stata scorporata in Live Nation.

Live Nation
StatoBandiera degli Stati Uniti Stati Uniti
Forma societariaSussidiaria
Fondazione1996
Fondata daRobert Sillerman
Sede principaleBeverly Hills
GruppoLive Nation Entertainment
SettoreDistribuzione
ProdottiPromozione di eventi
DipendentiFull-time: 8 800
Part-time: 28 000
Sito webwww.livenation.com/

Nel 2010, Live Nation si è fusa con la società di vendita biglietti Ticketmaster, formando la Live Nation Entertainment.

Nel 2017, Live Nation ha registrato un valore lordo delle transazioni in $ 30 miliardi da ticketing primario e secondario. Live Nation Entertainment supporta annualmente oltre 29.500 eventi in 40 paesi. Nel 2017, Live Nation ha raggiunto oltre 86 milioni di consumatori in loco nei propri eventi e ha anche investito $ 5,6 miliardi in supporto eventi.[1]

Storia modifica

La società venne fondata nel 1996 come SFX Entertainment, una sussidiaria del SFX Broadcasting di Robert FX Sillerman, dirigente nel campo dei media. Il suo modello di business prevedeva l'acquisizione di promotori di concerti regionali, consolidandoli in un'unica società nazionale. La sua prima acquisizione fu la Delsener/Slater Entertainment[2] e acquisì il 50% della AH Enterprises di Al Haymon nel 1999.[3] Sillerman vendette SFX a Clear Channel Communications nel 2000 per $ 4,4 miliardi; la divisione Clear Channel Entertainment venne poi scorporata nel 2005 come Live Nation.[4][5][6] Nel luglio 2006, Live Nation acquisì la catena House of Blues.[7]

Nell'ottobre 2007, Live Nation raggiunse un accordo a 360 decennale con Madonna, in base al quale la compagnia avrebbe collaborato a progetti musicali, tournée, merchandising e altri aspetti della sua carriera. Nel luglio 2008, Shakira firmò un contratto stimato intorno ai $ 70-100 milioni con Live Nation.[8][9][10]

Nel gennaio 2008, Live Nation vendette la sua attività teatrale nordamericana (incluso il business di Broadway Across America) a Key Brand Entertainment per $ 90,4 milioni. Key Brand Entertainment era una società di investimento privata di proprietà del produttore teatrale britannico John Gore e guidata dal dirigente del settore dell'intrattenimento Tom McGrath.[11]

Nell'aprile 2008 venne confermato un accordo tra Jay-Z e Live Nation per $ 152 milioni. L'accordo copriva il finanziamento dell'impresa di intrattenimento di Jay-Z, spettacoli dal vivo, tour e registrazioni future per i successivi 10 anni.[12] Il suo album del 2009 The Blueprint 3 fu distribuito da Atlantic Records, mentre la sua etichetta, Roc Nation, firmò un accordo di distribuzione con Universal Music Group.[13] Nel settembre 2008, Feld Entertainment ha acquisito la divisione motorsport.[14]

Nel febbraio 2009, Live Nation ha annunciato di aver raggiunto un accordo per fondersi con il broker di biglietti Ticketmaster in un affare da 2,5 miliardi di dollari. La fusione è stata conclusa all'inizio del 2010, con entrambe le società divenute divisioni della nuova società madre Live Nation Entertainment.[15][16]

Nel giugno 2013, Insomniac Events, un promotore focalizzato sulla musica dance elettronica, ha annunciato un'importante "collaborazione creativa" con Live Nation, dando al promotore l'accesso alle risorse di Live Nation pur rimanendo una compagnia indipendente. Live Nation non ha acquisito quote di proprietà in Insomniac.[17][18]

Proposta di fusione modifica

Il 10 febbraio 2009, Live Nation e Ticketmaster Entertainment hanno annunciato di aver stipulato un accordo di fusione definitivo per creare un'entità combinata, che si chiamerà Live Nation Entertainment.[19] Il comunicato stampa di Ticketmaster afferma che Live Nation produce concerti dal vivo in 57 paesi.

La proposta ha ricevuto l'approvazione normativa in Norvegia e Turchia.[20]

Nell'ottobre 2009, la Commissione per la concorrenza del Regno Unito si è provvisoriamente pronunciata contro la fusione con Ticketmaster.[21] Il 22 dicembre 2009, la Commissione ha invece deciso di autorizzare la proposta di fusione.[20]

Negli Stati Uniti e in Canada sono proseguite revisioni normative separate della proposta.[20] Il Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti ha approvato la fusione nel 2010 subordinatamente alla revisione da parte di un giudice federale dopo un periodo di commento di 60 giorni.[22] Come condizione dell'approvazione, Ticketmaster ha accettato di concedere in licenza il proprio software per competere con il gruppo Anschutz Entertainment e di vendere la sua controllata Paciolan a Comcast Spectacor, la controllata di eventi sportivi di Comcast. La società ha inoltre convenuto di non interferire con la concorrenza per la durata decennale dell'accordo.

Criticità modifica

Nel 2009, in risposta alla fusione tra Live Nation e Ticketmaster, Bruce Springsteen ha affermato che "l'unica cosa che peggiorerebbe ulteriormente l'attuale situazione dei biglietti per il fan di quanto non sia ora sarebbe Ticketmaster e Live Nation che inventerebbero un unico sistema, riportandoci così a una situazione di quasi monopolio nell'emissione musicale".[23]

In un comunicato stampa del 25 gennaio 2010, il gruppo TicketDisaster.org — una coalizione di diritti dei consumatori e gruppi anti-trust — ha anche rilasciato la seguente dichiarazione sulla proposta fusione di Live Nation-TicketMaster:

«Nonostante il suo "predominio monopolistico" che controlla dal 70 all'80 percento di tutte le vendite di biglietti per concerti, Ticketmaster sta sfacciatamente cercando di far crescere il suo impero, tutto a scapito del fan medio. Ticketmaster sta ora cercando di smorzare la concorrenza fondendosi con Live Nation, il più grande promotore di concerti della nazione e il secondo più grande venditore di biglietti primario. Tale fusione è oggetto di una pesante critica da parte dei gruppi dei consumatori e dell'industria e dei membri del Congresso, in particolare a causa dei chiari effetti anti-consumatori e anti-concorrenziali. Man mano che il Dipartimento di Giustizia arriva alla fase finale di revisione di questa fusione, è necessario rispondere a una sola domanda: la fusione porterà ad un aumento dei prezzi, a un servizio peggiore o a una minore innovazione?»

Note modifica

  1. ^ Live Nation Entertainment Reports Fourth Quarter And Full Year 2017 Results, su investors.livenationentertainment.com.
  2. ^ (EN) Geoffrey P. Hull, Geoffrey Hull e Thomas Hutchison, The Music Business and Recording Industry, Routledge, 2 novembre 2010, ISBN 9781136911118.
  3. ^ (EN) Adam Sandler, SFX turns up urban beat, in Variety, 21 maggio 1999. URL consultato il 27 ottobre 2019.
  4. ^ (EN) Steve Knopper, Sale of Promoter AEG Would Radically Alter Concert Business, in Rolling Stone, 21 settembre 2012. URL consultato il 27 ottobre 2019.
  5. ^ (EN) Ben Sisario, SFX Entertainment Buys Electronic Dance Music Site, in Media Decoder, The New York Times, 26 febbraio 2013. URL consultato il 27 ottobre 2019.
  6. ^ (EN) Clear Channel Communications, Form 8-K, Current Report, Filing Date Dec 23, 2005 (PDF), su pdf.secdatabase.com, SEC Database, 21 dicembre 2005. URL consultato il 27 ottobre 2019.
  7. ^ (EN) Charles Duhigg, House of Blues Sold to Live Nation, in Los Angeles Times, 6 luglio 2006. URL consultato il 27 ottobre 2019.
  8. ^ (EN) Daniel Kreps, Van Halen, Shakira, Seal Support Live Nation/Ticketmaster Merger, in Rolling Stone, 24 febbraio 2009. URL consultato il 27 ottobre 2019.
  9. ^ (EN) Businesswoman Shakira mesmerises with new album, in Emirates 24/7, 16 ottobre 2009. URL consultato il 27 ottobre 2019.
  10. ^ (EN) Singer Shakira joins Live Nation, in BBC News, 3 luglio 2008. URL consultato il 27 ottobre 2019.
  11. ^ (EN) Kenneth Jones, Key Brand Entertainment Acquires Live Nation Tour Markets, Plans to Nurture New Work, in Playbill, 24 gennaio 2008. URL consultato il 27 ottobre 2019.
  12. ^ (EN) Rosie Swash, Jay-Z to sign deal with Live Nation, in The Guardian, 3 aprile 2008. URL consultato il 27 ottobre 2019.
  13. ^ Kia Makarechi, Jay-Z & Universal Ink Deal To Move Roc Nation Over From Sony, su huffingtonpost.com, 9 aprile 2013.
  14. ^ Tierney Plumb, Feld Entertainment enters motor sports business, in Washington Business Journal, 11 settembre 2009. URL consultato l'11 maggio 2013.
  15. ^ (EN) Mark Hendrickson, TicketMaster and Live Nation Agree to $2.5 Billion Merger, in TechCrunch, Verizon Media, 10 febbraio 2009. URL consultato il 27 ottobre 2019.
  16. ^ (EN) David Segal, Ticketmaster Joins Live Nation, and an Industry Quakes, in The New York Times, 24 aprile 2010, ISSN 0362-4331 (WC · ACNP). URL consultato il 1º febbraio 2018.
  17. ^ (EN) Philip Sherburne, Electric Daisy Chain: Insomniac and Dick Clark Prod. Plan 2014 EDM Awards, in SPIN, Billboard, 21 giugno 2013. URL consultato il 27 ottobre 2019.
  18. ^ Live Nation Teams With Insomniac Events in 'Creative Partnership', su Billboard.biz. URL consultato il 20 luglio 2013.
  19. ^ (EN) Live Nation, Ticketmaster Announce Merger, in Pollstar, 10 febbraio 2009. URL consultato il 27 ottobre 2019.
  20. ^ a b c MEDIA STATEMENT: Ticketmaster and Live Nation Welcome Competition Commission Ruling on Merger (PDF), su files.shareholder.com. URL consultato il 27 ottobre 2019 (archiviato dall'url originale il 3 marzo 2016).
  21. ^ (EN) Eliot Van Buskirk, Live Nation/Ticketmaster Merger Faces Obstacles Here and Abroad, in Wired, 12 ottobre 2009. URL consultato il 27 ottobre 2019.
  22. ^ Chmielewski, Dawn C. and Fritz, Ben and Lewis, Randy, Ticketmaster-Live Nation merger gets Justice Department's approval, The Los Angeles Times, 26 gennaio 2010. URL consultato il 26 gennaio 2010 (archiviato dall'url originale il 29 gennaio 2010).
  23. ^ (EN) Daniel Kreps, Bruce Springsteen "Furious" At Ticketmaster, Rails Against Live Nation Merger, in Rolling Stone, 4 febbraio 2009. URL consultato il 27 ottobre 2019.

Voci correlate modifica

Collegamenti esterni modifica

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