Lo spirito dei morti veglia

dipinto di Paul Gauguin

Lo spirito dei morti veglia (Manao tupapau) è un dipinto del pittore francese Paul Gauguin, realizzato nel 1892 e conservato all'Albright-Knox Art Gallery di Buffalo.

Lo spirito dei morti veglia
AutorePaul Gauguin
Data1892
Tecnicaolio su tela
Dimensioni73×92 cm
UbicazioneAlbright-Knox Art Gallery, Buffalo

Descrizione modifica

 
Paul Gauguin, Autoritratto dell'artista con cappello (1893); olio su tela, 45×38 cm, museo d'Orsay, Parigi. Sullo sfondo si scorge Manao tupapau

Sentendosi nauseato dal decadente scalpitio della vie moderne Gauguin nel 1891 abbandonò la mondanità scatenata di Parigi e si rifugiò a Tahiti, in Polinesia, alla ricerca di luoghi dalla bellezza paradisiaca e dal primitivismo mistico ed esotico. Nel felice e fecondo primo soggiorno tahitiano il pittore ebbe una relazione sentimentale con Teha'amana, una giovane ragazza dalla «bellezza animale del primo giorno» e dagli occhi teneri e ingenui animata anche da una brillante intelligenza.

L'opera raffigura proprio Teha'amana distesa prona su un letto disfatto, terrorizzata dall'oscurità che la avvolge. È nuda: la sua carnagione morbida e ambrata rifulge con una gamma di colori caldi e mediterranei, e il suo abito adamitico rinvia a gloriosi modelli dell'arte occidentale, primi fra tutti la Venere di Giorgione e, soprattutto, l'Olympia di Manet. Lo stesso Gauguin aveva potuto ammirare «La Belle Olympia che tanto scandalo causò negli anni passati» all'Exposition Universelle del 1889: mentre, tuttavia, Manet intendeva dipingere una prostituta con crudo realismo, Gauguin con Manao tupapau volle «collaudare una pratica artistica visceralmente fondata sul colore evocativo di sentimenti puri, e su un sintetismo formale frutto non più di un'estemporanea impressione della realtà, ma di una meditata, visionaria, fantastica e iperdecorativa figurazione» (Larcan).[1] Non vi è nulla di erotico in questo nudo femminile, tanto che gli attributi della sua femminilità - il pube e il seno - sono preclusi alla vista dell'osservatore, schiacciati come sono sul lenzuolo.

Con questa «Olympia oceanica», poi, Gauguin intende anche documentare i culti e i costumi tahitiani in un'epoca in cui tale società era avvelenata dall'annessione alla Francia e dall'ingerenza del cattolicesimo, religione secondo il pittore improntata a una tavola di valori antivitale e antitetica allo stato di natura. Stando al giudizio di Gauguin, infatti, il cattolicesimo mediante la nozione di «peccato» avrebbe inibito la danza, la musica e gli altri impulsi primari del popolo tahitiano, nonché corrotto le sorgenti naturali della gioia e del piacere. «Teha’amana non conosce più la storia della sua gente né i suoi dèi» osserva Melania Mazzucco «solo gli spiriti malvagi, che brulicano ovunque e possono manifestarsi in ogni istante».[2] Teha'amana, infatti, non riusciva a dormire a luci spente senza che la sua immaginazione prendesse il sopravvento. Il ventaglio di interpretazioni veicolate dal quadro, dunque, si allarga, e comprende anche le irrazionali paure sofferte dalla ragazza. Non a caso, sulla sinistra, incombe un demone minaccioso circondato da un'aureola che sprigiona tenui fasci di luce, che si irradiano riverberando sui fosforescenti fiori di anona e illuminando l'interno della stanza: è un tupapau, uno spirito dei morti. La fisionomia del tupapau ricorda gli idoli incas, giavanesi e cambogiani o, magari, gli ermetici tiki polinesiani scolpiti in legno e pietra che tanto lo avevano affascinato.

 
Lettera manoscritta di Gauguin, risalente al 1896-1900, oggi esposta al Louvre

Con la sua presenza intimidatoria, pertanto, il demone sembra alludere all'ineluttabilità della morte e, contemporaneamente, all'inconoscibilità del momento in cui essa giungerà, nonché al peso opprimente con cui essa incombe sulla vita umana.[3] Quest'interpretazione è favorita dal titolo tahitiano del dipinto, Manao tupapau, il quale è volutamente ambiguo e si può tradurre sia in «Lei pensa allo spirito dei morti» che in «Lo spirito dei morti pensa a [veglia su di] lei». Di seguito riportiamo la descrizione che Gauguin fornì dell'opera in Genesi di un quadro:

«Una ragazza canaca coricata bocconi, in modo da mostrare solo una parte del viso spaurito. Il letto su cui giace è coperto da un pareo blu e da un lenzuolo giallo cromo chiaro [...]. Affascinato volta a volta da una forma, da un movimento, dipingo senza preoccuparmi d'altro che di fare un nudo. Così com'è, lo studio sembra un po' indecente, ma voglio farne un quadro casto che rende appieno lo spirito canaco, carattere e tradizione. E poiché il pareo è parte integrante dell'esistenza di un canaco, me ne servo come copriletto. Il lenzuolo, un tessuto di corteccia sarà giallo; suggerisce la luce di una lampada. Ma mi occorre un fondo un po' terribile: il viola è il colore più adatto. E con ciò la parte musicale è impostata. Non vedo paura, Che tipo di paura ? Non certo quella di una Susanna sorpresa dai vecchioni: in Oceania tutto ciò non esiste. Quel che ci vuole è il Tupapau ( Spirito dei morti ). Per i canachi è un incubo costante ... Una volta trovato il Tupapau, mi concentro su di esso e ne faccio il motivo del quadro; il nudo passa in secondo piano ... Il titolo Manao tupapau può significare due cose: che la ragazza pensa al fantasma o che il fantasma pensa a lei. Dunque, riassumendo. Parte musicale: ritmo di linee orizzontali; accordi di arancione e blu, con passaggi di gialli e di viola, loro derivati, accesi da scintille verdastre. Parte letteraria; lo Spirito di un vivente legato allo Spirito dei morti. La Notte e il giorno»

Note modifica

  1. ^ Laura Larcan, Esotico Gauguin, su repubblica.it, La Repubblica, 4 ottobre 2007.
  2. ^ Meliana Mazzucco, GAUGUIN E L’OMBRA DEL FANTASMA CHE VEGLIA SUL NUDO OCEANICO [collegamento interrotto], su cinquantamila.it, La Repubblica, 25 agosto 2013.
  3. ^ Manao tupapau (PDF), su didatticarte.it, Didatticarte.
  4. ^ Elena Ragusa, Gauguin, collana I Classici dell'Arte, vol. 10, Rizzoli, 2003, p. 116.

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