Lucrezia Agujari

soprano italiano

La Bastardella, o La Bastardina, nome d'arte di Lucrezia Agujari (Ferrara, 1743/1746Parma, 18 maggio 1783), è stata un soprano italiano.

Ritratto della cantante Lucrezia Agujari, detta "la Bastardella" (Ferrara 1747- Parma 1783), donato dal conte Stefano Sanvitale
Estensione vocale della "Bastardella"
Caricatura di Giuseppe Colla con Lucrezia Agujari

Biografia modifica

Figlia naturale di un nobile ferrarese, forse del marchese di Bentivoglio, o forse una semplice trovatella, la Agujari, che nei cartelloni comparve sempre come "La Bastardella", era un apprezzato soprano di coloratura ed era dotata di una straordinaria estensione vocale: negli anni migliori pare la sua voce si estendesse per tre ottave e mezzo, fino al Do6. Fu adottata da tale Leopoldo Agujari[1] e studiò in Ferrara con Brizio Petrucci (1737-1828), maestro di cappella del Duomo, poi con l'abate Lambertini.

Il debutto e L'affermazione modifica

Dopo il debutto a Firenze nel 1764, dove fu acclamata per il suo virtuosismo, fu a Padova, Genova, Lucca e Verona nel 1765, a Genova, ancora Lucca e Parma, dove si stabilì, nel 1766. In questo periodo si parla di una sua possibile relazione con il compositore ceco Josef Mysliveček, anch'egli in quel periodo a Parma.

 
Josef Mysliveček

Il primo gennaio 1768 fu nominata virtuosa di camera alla corte di Parma: è ormai una delle cantanti più famose d'Italia. Canta al Teatro San Carlo di Napoli Venere nella prima assoluta di Il giudizio d'Apollo di Nicola Sala e al Teatrino di corte (Napoli) Tetide nella prima assoluta di Nozze di Peleo e Tetide di Paisiello (maggio 1768) in occasione delle nozze del re Ferdinando di Borbone con l'arciduchessa Maria Carolina d'Asburgo-Lorena, ottenendo un trionfo cantata anche al San Carlo.[2] Paisiello compose due arie su misura per lei: alcuni dissero che l'estremo virtuosismo dei pezzi era pensato per metterla in difficoltà. L'anno successivo La Bastardella intervenne alle celebrazioni per un altro matrimonio principesco rientrante nella politica di appeasement tra Asburgo e Borboni: a Parma, nel mese di agosto, interpretò un duplice ruolo nello spettacolo operistico Le feste d'Apollo, curato da Christoph Willibald Gluck su musiche da lui composte, in parte nuove, in parte tratte da opere precedenti. Lo spettacolo era organizzato nel quadro dei festeggiamenti connessi con il matrimonio tra il duca Ferdinando I di Borbone-Parma e l'arciduchessa Maria Amalia, sorella di Maria Antonietta.

 
Ritratto di Giuseppe Colla, autore ignoto (Parma, conservatorio di musica)

A Parma aveva incontrato il compositore Giuseppe Colla (1731-1806) con cui, al ritorno da Napoli, entrò in una collaborazione artistica e personale esclusiva: i due si sposeranno nel 1780 dopo aver convissuto per molti anni. Presentando opere di Colla canterà al Teatro San Benedetto di Venezia (come Berenice nella prima assoluta di Vologeso, 1770), Genova (1771), Teatro Regio di Torino (come protagonista della prima assoluta di Andromeda diretta da Gaetano Pugnani con Giuseppe Aprile, 1773), Parma (1773), Milano (1774) e ancora Torino (1775).

Dopo aver cantato, in luglio, a Parigi, debuttò a Londra, scritturata dallo storico della musica Charles Burney, il 12 ottobre 1774, al teatro Pantheon in Oxford Street. Cantò alla presenza, tra gli altri, di Benjamin Franklin (una sua lettera, in cui invia a Franklin la musica che canterà quella sera, è conservata nei carteggi di Franklin). Per l'ingaggio le fu pagata l'allora enorme somma di 100 sterline per cantare due sole canzoni. Tornò in Italia nel 1776 e calcò le scene per altri quattro anni prima di ritirarsi.

Burney aveva di lei un'opinione estremamente lusinghiera, e attribuiva la terza ottava di Lucrezia all'uso del falsetto:

«Davvero è stata un'interprete formidabile. Il registro grave era pieno, rotondo, d'eccellente qualità e la sua tessitura, dopo che ella aveva abbandonato il suo registro naturale, andava oltre qualunque cosa sia mai stata data d'udire prima. Raggiungeva due ottave nel suo registro naturale e sopra a questo, in gioventù, aggiungeva un'altra intera ottava. Sacchini mi ebbe un giorno a dire di averla sentita raggiungere un Si bemolle nel registro altissimo. I suoi trilli erano aperti e perfetti, la sua intonazione accurata, la sua esecuzione spiccata e veloce e il suo stile nobile e maestoso. Sebbene i registri patetici e teneri non fossero nelle sue corde, e il suo aspetto non vi si addicesse, aveva tuttavia espressioni toccanti e avrebbe potuto raggiungere la perfezione se appena la sua esecuzione fosse stata più aggraziata in queste parti, e il suo aspetto temperato da una dolcezza e timidezza più femminile.»

L'avventuriera ed epistolarista Sarah Goudar fu invece meno clemente (e alquanto acida):

«L'Agujari è detta l'usignolo delle scene, ma è appunto solo questo, un usignolo. Il suo canto non esprime che la brillantezza della sua esecuzione. Ella emette suoni innaturali, che troppo spesso ricordano dei fischi. È molto a proposito chiamata la Bastardina, perché la sua musica non ha nulla di legittimo; tutte le arie che ella canta diventano bastarde.»

La visita dei Mozart modifica

Nel 1770, a Parma, aveva cantato alla presenza dei Mozart, padre e figlio, allora in viaggio in Italia. Essi parlarono di lei in una lettera di Wolfgang Amadeus Mozart alla sorella da Bologna datata 24 marzo 1770:

«A Parma la Sgra Guari, ovvero la cosiddetta bastardina o bastardella, ci ha invitato a pranzo e ci ha cantato 3 arie. Non potevo davvero credere che potesse arrivare fino al Do sopracuto: ma le orecchie mi hanno persuaso. I passaggi che il Wolfg. ha trascritto erano nella sua aria, e lei li ha cantanti sì con potenza minore rispetto alle note gravi: ma con una tale bellezza, come il suono dell'ottavino in un organo. Insomma, fece i trilli e tutto il resto così come li ha annotati Wolfgang, nota per nota. Oltre a ciò, ha un buon registro grave, fino al sol. Non è bella, ma di certo neppure brutta; talvolta le balena una luce selvaggia negli occhi, come alle persone che soffrono di convulsioni, e zoppica da un piede. Dice la sua leggenda biografica che sia stato un cane a morsicarla al piede prima che un passante trovasse quella neonata esposta su un mucchio di letame. Per tenerla al caldo?»

La lettera prosegue con un post scriptum di Wolfgang:

«1) ha una bella voce
2) una gola galante
3) un'estensione incredibile»

 
La postilla di Wolfgang Amadeus Mozart si conclude con due punti "il mia presenza ha cantato passaggi e note di questo genere"

[6]

La trascrizione di alcuni dei passaggi cantati da Lucrezia erano tratti dall'aria il mio pastor tu sei, dall'opera Filemone e Bauci di Gluck: quest'ultimo aveva scritto il ruolo di Bauci per l'Agujari, che interpretò nel 1769 per la prima rappresentazione a Parma, nel corso delle "Feste di Apollo".[7]

Mozart, dieci anni dopo, scrive a suo padre questo commento confrontando il soprano Gertrud Elisabeth Mara a Lucrezia Agujari :[8]

«Mara non ha avuto la fortuna di piacermi - fa troppo poco per uguagliare una bastardina (visto che sarebbe questo il suo compito) - e fa troppo - per toccare il cuore come una Weber - o un'altra cantante seria»

[9]

La morte modifica

Morì a soli 36 anni, nel 1783, per "infermità di petto", come allora chiamavano la tubercolosi, e fu sepolta nella chiesa del Carmine (demolita nel 1912). Ci fu chi disse che fosse stata avvelenata da una rivale.

Un suo ritratto si trova nella Sala Dorata del Museo Glauco Lombardi a Parma.

Repertorio modifica

Repertorio operistico
Ruolo Titolo Autore
Fulvia Ezio Traetta
Dircea demofoonte Brizio Petrucci
Beroe La Nitteti Brizio Petrucci
Cleofide Alessandro dell'indie Autori Vari
Cleopatra Tigrane Giuseppe Colla
Ipermestra Ipermestra Autori Vari
Tetide Le nozze di Peleo e Tetide Giovanni Paisiello
Arcinia e Bauci Le feste d'Apollo Gluck
Berenice Vologeso Giuseppe Colla
Andromeda Andromeda Giuseppe Colla
Zama amas Kouli-Kan nell'Indie Gaetano Pugnani
Argea Argea Felice Alessandri
Erasitea Uranio ed Erasitea Giuseppe Colla
Cleonice Demetrio Josef Mysliveček
Andromeda Andromeda Giovanni Paisiello
Cleopatra Tolomeo Giuseppe Colla
Aurora Aurora Gaetano Pampani
Andromeda Andromeda Giuseppe Colla
Didone Didone abbandonata Autori Vari
Emirena Adriano in Sira Felice Alessandri
Cleonice Demetrio Francesco Bianchi
Cleopatra Aurora Gaetano Pampani
Aurora Tigrane Sconosciuto

Curiosità modifica

Note modifica

  1. ^ "...mi si concederà il far qui cenno di quella Lucrezia, la quale nata in Ferrara da parenti incerti e raccolta bambina da Leopoldo Agujari ebbe da lui il cognome e poi maritata a Giuseppe Colla, maestro di cappella della Corte di Parma ..." (tratto da - Notizie biografiche intorno ad Alessio Prati, maestro di musica ferrarese, scritte dal conte Camillo Laderchi - Ferrara, Tip. Francesco Pomatelli, 1820)
  2. ^ Sandro Cappelletto Mozart - Scene dai viaggi in Italia Pag.72 ed. ilSaggiatore
  3. ^ Citato Archiviato il 28 settembre 2007 in Internet Archive. da Emmanuelle e Jérôme Pesqué
  4. ^ Citata Archiviato il 28 settembre 2007 in Internet Archive. da Emmanuelle e Jérôme Pesqué
  5. ^ a b Sandro Cappelletto Mozart - Scene dai viaggi in Italia Pag.120 ed. ilSaggiatore
  6. ^ Gaspare Nello Vetro "Lucrezia Agujari - la bastardella " pag.9 - collana di pubblicazione del conservatorio di musica Arrigo Boito di Parma
  7. ^ Gaspare Nello Vetro "Lucrezia Agujari - la bastardella " pag.57 - collana di pubblicazione del conservatorio di musica Arrigo Boito di Parma
  8. ^ lettera del 13 Novembre 1780 a Monaco.
  9. ^ Tratta dal libro di Marco Murara "Tutte le lettere di Mozart" vol.2 pag.1060 ed zecchini editore

Bibliografia modifica

  • Gaspare Nello Vetro "Lucrezia Agujari, La Bastardella", Parma 1993, Zara Editrice, ISBN 1-135-26520-8
  • Ian Woodfield, Opera and Drama in Eighteenth-Century London: The King's Theatre, Garrick and the Business of Performance, Cambridge Studies in Opera, Cambridge University Press ISBN 0-521-80012-9
  • Charles Burney, A General History of Music, vol. IV, 1789, p. 504.
  • Sandro Cappelletto, Mozart - Scene dai viaggi in Italia, ed. ilSaggiatore.

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Collegamenti esterni modifica

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