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La malafede (dal latino mala fides) è una motivazione comportamentale per la quale un individuo tende a mascherare le proprie intenzioni in modo da non far trapelare gli obiettivi disonesti che realmente persegue, pur agendo in modo formalmente corretto. Il termine è più propriamente usato con riferimento alla condotta di colui che sia in relazione falsamente franca con taluno, qualora stia cercando di procurarsi un vantaggio a scapito del suo interlocutore.

In senso giuridico, essa non esiste in quanto concetto a sé, ed è solo deducibile a contrario, come antitesi della buona fede (bona fides) la quale, soprattutto in ambito negoziale, si elegge a requisito principe della formazione della volontà dei soggetti.

Filosofia modifica

Come termine filosofico, Jean-Paul Sartre ha utilizzato "malafede" (mauvaise foi in francese) per definire i "concetti di malafede", che sono quelle affermazioni che in una posizione esistenziale devono essere credute, contemporaneamente, sia vere che false[1]. Chi abbraccia uno di questi concetti non sta ingannando altre persone, e nemmeno si può dire che commetta un errore logico; ma sta, in un certo senso, ingannando se stesso. Il termine "malafede" è dunque utilizzato in un senso lontano dal suo significato comune.

Note modifica

  1. ^ Jean-Paul Sartre, L'essere e il nulla, Il Saggiatore, Milano 2008.

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