Mammites

genere di animali della famiglia Acanthoceratidae

Mammites Laube & Bruder, 1887 è un genere di molluschi cefalopodi estinti appartenenti alle ammoniti (sottoclasse Ammonoidea, famiglia Acanthoceratidae), vissuto nel Turoniano (Cretaceo Superiore). Fossili di Mammites si rinvengono nei sedimenti marini di tutto il mondo, alle medie e basse latitudini. Si tratta di un fossile guida di notevole utilità, soprattutto per il Turoniano Inferiore.

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Mammites
Mammites nodosoides
Stato di conservazione
Fossile
Classificazione scientifica
Dominio Eukaryota
Regno Animalia
Phylum Mollusca
Classe Cephalopoda
Sottoclasse Ammonoidea
Ordine Ammonitida
Superfamiglia Acanthoceratacea
Famiglia Acanthoceratidae
Sottofamiglia Mammitinae
Genere Mammites
Laube & Bruder, 1887

Descrizione modifica

Conchiglia di medie dimensioni nell'adulto (fino a 15–20 cm di diametro, occasionalmente maggiore), planispirale[1], da moderatamente involuta a involuta[2]; sezione del giro da sub-trapezoidale a rettangolare. Ventre piatto o debolmente convesso, con margini arrotondati. Ombelico da stretto a mediamente sviluppato, delimitato da un margine sub-verticale. Ornamentazione fortemente caratterizzata nell'adulto, con pieghe irregolari che si originano dal margine ombelicale per trasformarsi in bullae[3] più o meno estese sul fianco. Nodi[4] o clavi[5], molto robusti e rilevati, sul margine latero-ventrale, con decorso parallelo al margine ventrale oppure obliquo verso l'alto. Nodi e clavi hanno terminazione arrotondata e non portano mai processi spinosi. Tutti questi elementi tendono a connettersi e fondersi in corrispondenza della camera di abitazione degli esemplari adulti, generando elementi ornamentali peculiari (definiti sovente dagli autori come corni).

 
Mammites nodosoides (Schlüter). a) esemplare giovanile; b) esemplare adulto; c) particolare della sutura. Provenienza: Marocco (Morhad). Tutti gli esemplari sono fragmoconi, con la camera di abitazione non conservata. Tutti gli esemplari sono parzialmente incrostati da bivalvi (ostreidi)

Gli esemplari giovanili hanno sezione da trapezoidale a sub-quadrata e sono dotati di una ornamentazione a nodi disposti in tre file: una in posizione periombelicale[6] e due in posizione latero-ventrale[7], di cui quella più prossima al ventre tende a scomparire con l'inizio dello stadio adulto, mentre l'altra dà poi origine alle tipiche clavi latero-ventrali. I fianchi sono percorsi da pieghe (talora bullae) poco rilevate o appena accennate, ad andamento debolmente sinuoso. Ventre leggermente convesso o piatto, con un debole solco sifonale.

Sutura[8] di tipo ammonitico, moderatamente complessa, caratterizzata da selle[9] tendenzialmente ampie, bilobate, asimmetriche; lobo[10] laterale e lobi ausiliari stretti e ramificati; lobo esterno (ventrale) stretto e allungato, bifido.

Guscio esterno piuttosto spesso (fino a oltre 2 millimetri), soprattutto in corrispondenza dei nodi e delle clavi, con tipico aspetto “rugoso”, con sottili pieghe e solchi.

Storia evolutiva modifica

Mammites si origina nel Turoniano inferiore, evolvendosi dal genere Spathites Kummel e Decker[11]. I caratteri morfologici degli individui giovanili di Mammites sono infatti molto simili a quelli degli adulti forme avanzate di Spathites (S. (Jeanrogericeras) reveliereanus Courtiller). Il genere ha un immediato successo e si diffonde a livello globale, per estinguersi dopo un rapido declino prima della fine del Turoniano. La specie più diffusa e conosciuta è senza dubbio M. nodosoides (Schlüter), ma sono citate altre sei specie[12]. La classificazione a livello specifico è però tuttora piuttosto discussa. Il genere Mammites è considerato[11] come forma ancestrale del genere Metasigaloceras Hyatt (sottofam. Mammitinae Hyatt).

Distribuzione modifica

Le specie del genere Mammites sono ottimi fossili guida, che permettono di identificare il Turoniano (anche se complessivamente l'occorrenza del genere non coincide esattamente con i limiti del piano stratigrafico ma è interamente compresa in esso). In particolare, la specie M. nodosoides (Schlüter) costituisce l'indice di una biozona che definisce la parte superiore del Turoniano Inferiore, con carattere di isocronicità (91.88-92.43 Ma[13]) in tutto l'areale della specie, che coincide sostanzialmente con quello del genere.

Mammites è largamente diffuso in Europa, dalla penisola iberica fino alla ex Cecoslovacchia, Africa (Africa settentrionale e sub-sahariana), Madagascar, Americhe e in Asia centrale ed estremo oriente, fino al Giappone. Queste forme sono frequenti nei depositi marini epicontinentali della provincia tetidiana (corrispondente alle aree marginali a nord e a sud dell'oceano della Tetide) e peritetidiana (Europa occidentale), allora in condizioni climatiche tropico-equatoriali, mentre sono rare o assenti nelle facies di mare profondo e oceaniche (per esempio nell'area corrispondente all'Italia attuale, caratterizzata nel Cretaceo da estese facies di mare profondo, è poco frequente). Non risultano presenti nella provincia boreale a clima temperato-freddo (area baltica, fenno-scandinava, Russia europea e paesi limitrofi e Siberia, tanto che in quest'area viene utilizzato un indice zonale alternativo a M. nodosoides per lo stesso intervallo stratigrafico[14].

Habitat modifica

Si tratta, come già accennato, di una forma di mare relativamente basso (alcune decine di metri), di clima temperato-tropicale. La massiccia ornamentazione dell'adulto, che rende il profilo della conchiglia scarsamente idrodinamico e lo spessore piuttosto elevato della parete esterna della conchiglia fanno pensare ad una forma poco mobile, di fondale, con stile di vita necto-bentonico. Verosimilmente, le sporgenze ornamentali e la parete esterna spessa servivano come protezione dai predatori. È probabile che le forme giovanili avessero abitudini più francamente nectoniche. Come tutti i Cefalopodi conosciuti, si trattava probabilmente di un predatore.

Note modifica

  1. ^ cioè avvolto in una spirale piana sul piano di simmetria bilaterale dell'organismo
  2. ^ con altezza del giro superiore al diametro ombelicale
  3. ^ elementi sporgenti allungati in senso radiale
  4. ^ elementi sporgenti conici
  5. ^ elementi sporgenti allungati in senso longitudinale o spirale
  6. ^ intorno all'ombelico
  7. ^ ai margini del ventre della conchiglia
  8. ^ sutura: linea di inserzione dei setti sulla parete esterna della conchiglia; carattere visibile quindi sul fragmocono (la parte concamerata della conchiglia), e solo sugli esemplari fossilizzati come modelli interni
  9. ^ selle: elementi della sutura convessi verso l'apertura della conchiglia
  10. ^ lobi: elementi della sutura concavi verso l'apertura (rivolti quindi verso l'apice della conchiglia)
  11. ^ a b Kennedy et al. (1980)
  12. ^ The Paleobiology Database (accesso il 18/01/2009)
  13. ^ Caron et al. (2006)
  14. ^ La stratigrafia del Cretaceo nella provincia faunistica boreale utilizza principalmente bivalvi del genere Inoceramus e alghe planctoniche dinoflagellate. Le rare successioni stratigrafiche ad ammoniti sono infatti caratterizzate da associazioni scarse e poco differenziate. Questo è dovuto tanto a ragioni climatiche quanto al fatto che l'area era dominata da facies continentali o marino-marginali in cui le ammoniti non vivevano, mentre le facies marine franche sono relativamente poco frequenti (Zakharov et al., 1997).

Bibliografia modifica

  • Caron M., Dall’Agnolo S., Accarie H., Barrera E., Kauffman E. Amédro F. e Robaszynski F., High-resolution stratigraphy of the Cenomanian–Turonian boundary interval at Pueblo (USA) and wadi Bahloul (Tunisia): stable isotope and bio-events correlation., in Geobios 39(2); 2006: 171-200.
  • Kennedy W.J., Wright C.W. e Hancock J.M., Origin, evolution and sistematics of the cretaceous ammonite Spathites., in Paleontology, 23(4); 1980: 831-837.
  • Zakharov V. A., Bogomolov Yu.I., Il'ina V.I., Konstantinov A.G., Kurushin N.I., Lebedeva N.K., Meledina S.V., Nikitenko B.L., Sobolev E.S. e Shurygin B.N., Boreal zonal standardand biostratigraphy of the siberian mesozoic., in Geologiya i Geofizika 38(5); 1997: 965-993.

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