Mandello del Lario

comune italiano

Mandello del Lario (Mandell in dialetto lecchese,[5] pronuncia fonetica IPA: /mãnˈdɛl/), fino al 1863 denominato semplicemente Mandello, è un comune italiano di 9 898 abitanti della provincia di Lecco in Lombardia, situato sulla sponda orientale, e in piccola parte sulla sponda occidentale, del ramo lecchese del lago di Como.

Mandello del Lario
comune
Mandello del Lario – Stemma
Mandello del Lario – Bandiera
Mandello del Lario – Veduta
Mandello del Lario – Veduta
Localizzazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
Regione Lombardia
Provincia Lecco
Amministrazione
SindacoRiccardo Fasoli (lista civica di centro-destra Il paese di tutti) dal 1-6-2015 (2º mandato dal 21-9-2020)
Territorio
Coordinate45°55′N 9°19′E / 45.916667°N 9.316667°E45.916667; 9.316667 (Mandello del Lario)
Altitudine214 m s.l.m.
Superficie43,33 km²
Abitanti9 898[2] (31-10-2023)
Densità228,43 ab./km²
FrazioniMandello (sede comunale), Maggiana, Moregallo, Olcio, Piani Resinelli, Rongio, Somana[1]
Comuni confinantiAbbadia Lariana, Ballabio, Esino Lario, Lecco, Lierna, Oliveto Lario, Pasturo, Valbrona (CO), Valmadrera
Altre informazioni
Cod. postale23826
Prefisso0341
Fuso orarioUTC+1
Codice ISTAT097046
Cod. catastaleE879
TargaLC
Cl. sismicazona 3 (sismicità bassa)[3]
Cl. climaticazona E, 2 373 GG[4]
Nome abitantimandellesi
Patronosan Lorenzo
Giorno festivo10 agosto
Cartografia
Mappa di localizzazione: Italia
Mandello del Lario
Mandello del Lario
Mandello del Lario – Mappa
Mandello del Lario – Mappa
Posizione del comune di Mandello del Lario nella provincia di Lecco
Sito istituzionale

«E i magior sassi scoperti che si trovano in questi paesi sono le montagnie di Mandello…la quale à nella sua basa una busa di verso il lago, la quale va sotto 200 scalini e qui d’ogni tempo è ghiaccio e vento.»

Il comune costituisce un caso abbastanza insolito in Lombardia, e in Alta Italia in generale, di una municipalità composta da due territori separati, seppur collegabili via lago.

Geografia fisica modifica

L'altitudine del territorio mandellese varia dai 200 metri sul livello del mare (zona a lago), 214 (stazione ferroviaria) ai 2 409 metri della Grigna settentrionale.

Il nucleo principale di Mandello si sviluppa su una pianura alluvionale, sorta come cono di deiezione del torrente Meria.[6]

Origini del nome modifica

Nonostante nel corso degli anni si siano fatte le più disparate congetture – dalla derivazione dalla popolazione celtica dei Mandubii fino ad un legame con la gens latina Mandela, per altro non attestata sul territorio transpadano – il toponimo di Mandello molto probabilmente deriva, come già teorizzato dall'Olivieri nel 1961,[7] dall'antroponimo latino Amandus o dal corrispettivo femminile Amanda. A riprova di questo fatto c'è il più recente ritrovamento nel territorio di Abbadia Lariana – un tempo di pertinenza di Mandello – di una stele funeraria in marmo in cui compare, unica iscrizione del mandellese, il nome Amandus.[8]

Storia modifica

  Lo stesso argomento in dettaglio: Storia di Mandello del Lario.

Alcuni ritrovamenti archeologici avvenuti sul territorio lasciano pensare alla presenza di Celti già verso la fine del VII secolo a.C.[6] In epoca romana, Mandello avrebbe invece rappresentato un pagus abitato da tribù della cosiddetta gens Oufentinae[6].

Le prime menzioni scritte che riguardano Mandello risalgono tuttavia all'epoca dei Longobardi, dai quali fu classificata "corte regia", ossia terra di proprietà reale[6]. Nel 603 il papa Gregorio I[6], probabilmente in seguito a una contesa con il re longobardo Agilulfo, cedette al conte di Angera tutte le corti regie del comitato di Milano fra le quali figurava anche Mandello[6]. Del 769 è la prima citazione di Mandello nella topografia nazionale. Negli anni 770-772 venne fontato il Monastero di San Pietro[9] da parte del re longobardo Desiderio, sorta su una preesistente cella del monastero pavese di San Pietro in Ciel d'Oro. Nell'833 il vescovo Leone si accordò con l'arcivescovo di Milano Angilberto II per la concessione al monastero di San Vincenzo in Prato di Milano del Monastero di San Pietro, oggi chiesa di San Lorenzo (in Abbadia Lariana)[6].

Nel periodo feudale, il borgo di Mandello si alleò con Como durante la decennale guerra tra Como e Milano (1118-1127), e per questo fu saccheggiata e incendiata dai milanesi[6]. Nel 1154 Mandello e la torre di Maggiana vengono affidate da Federico Barbarossa a un signorotto locale di nome Alcherio Bertola[6]. Libero comune dal 1160, Mandello si trovò in contrasto con Como per alcune questioni amministrative legate alle funzioni dei rispettivi consoli, divergenze che vennero risolte nel 1167 durante un incontro diplomatico presso la chiesa comasca di San Giacomo.[6]

In seguito, Mandello divenne un contado rurale dell'alto Milanese, feudo comitale e residenza del conte o capitàneo della terra. I conti di Mandello trassero il cognome di famiglia dal nome del borgo: quello dei Mandelli[6] è un casato antichissimo, di primaria nobiltà lombarda.

Nel periodo delle lotte che videro contrapposti i Visconti ai Della Torre, Mandello si schierò dalla parte dei secondi, subendo per questo, nel 1311, l'invasione da parte di Cressone Crivelli, al quale Enrico VII di Lussemburgo aveva affidato in feudo Lecco e dintorni[6].

Nel 1336 Lecco e Mandello passarono sotto il governo di Azzone Visconti. Sotto il suo dominio la vita pubblica conobbe un periodo di ordine e buona amministrazione[6]. L'Azzone fece costruire a Lecco il ponte sull'Adda, il più importante simbolo commerciale e strategico del Ducato milanese. Nel 1342 Mandello dipendeva in modo stabile dalla diocesi di Como. Il 13 febbraio 1398 vengono promulgati ufficialmente gli statuti per il borgo e la sua popolazione; il primo podestà è Giovanni De Bombelli, eletto[6].

Nel 1402 si registra il saccheggio di Mandello da parte del ghibellino Franchino Rusca, signore di Como[6].

Nel 1429 il duca di Milano Filippo Maria Visconti (1402-1447) concede alla terra di Mandello alcuni privilegi che vengono confermati e accresciuti da Francesco Sforza nell'anno 1450. Nel 1449 Bartolomeo Colleoni, condottiero delle truppe veneziane, occupa "Mandello, Bellano ed altre Castella della riviera di levante". Nel periodo 1469-70 Mandello viene data in feudo a Tomaso Tebaldi da Bologna[6]. I mandellesi con la Valsassina contrastano la cessione feudale. Nel gennaio dello stesso anno il Colleoni si inoltra nella Valsassina: "a marce forzate raggiunge la riva orientale del lago di Como gettandosi sulle terre di Bellano, Mandello ed alcune altre". È in questo frangente che il borgo viene ulteriormente fortificato ed è concluso il vallo[6]. Nel 1480 il Contado della Riviera con Mandello assieme a Bellano e Varenna, e l'anno successivo si aggiunsero Dervio, Corenno e Monte Introzzo.[10], viene dato in feudo a Pietro II Dal Verme, conte di Bobbio, Voghera, Castel San Giovanni e tutta la val Tidone, Pieve di Incino e Valsassina, che muore avvelenato dalla moglie nel 1485, e il feudo di Mandello assieme agli altri della Riviera viene assegnato, non senza contrasti dei cittadini interessati, a Chiara Sforza, figlia naturale di Galeazzo Maria Sforza, vedova Dal Verme.

Nel 1494 Massimiliano d'Asburgo conferma il feudo di Mandello a Chiara Sforza, che sposerà nel 1487 Fregosino Fregoso, figlio di Paolo Fregoso. Nel 1495 Ludovico Maria Sforza detto "il Moro", reggente il ducato milanese, annette al ducato il feudo di Mandello e lo infeuda a Gaspare di San Severino, con altre terre. Nel 1499 le terre della Riviera orientale del Lario, con Mandello, vengono date in feudo a Marchesino Stanga, segretario di Ludovico il Moro. Nel 1513 Mandello tributa atto di fedeltà a Chiara Sforza che è reintegrata feudataria del territorio.

Nel 1531 (o 1532[11]) Mandello è teatro di una battaglia che vede contrapposte i soldati del Medeghino alle truppe di Francesco II Sforza[6]. Nello stesso anno, il paese fu colpito da un'inondazione[6].

Nel 1533 Paolo Fregoso, morta la moglie Chiara Sforza, vende tutti i diritti e i privilegi sulle terre di Mandello e altre al cremonese Francesco Sfondrati. Il 23 ottobre 1537 l'imperatore Carlo V conferma il feudo di Mandello e riviera al senatore cremonese Francesco Sfondrati[6]. Fu uno degli Sfondrati, Carlo, a ordinare l'interramento del vallo di Mandello, avvenuto nel contesto di una serie di opere pubbliche promosse dal governo austriaco del Ducato di Milano[6]. La famiglia Sfondrati manterrà l'investitura fino al 1788, anno in cui i Serbelloni faranno domanda per ottenere il Contado della Riviera (a cui apparteneva anche Mandello), ma l'anno successivo le leggi napoleoniche aboliscono ogni vincolo feudale[6].

Vicariato di Mandello modifica

Il vicariato foraneo di Mandello, antica sede plebana, è attestato stabilmente a partire dal XVII secolo. Nel 1651 e ancora nel 1758 la pieve di Mandello costituiva un unico vicariato comprendente le parrocchie di Mandello, Olcio, Lierna, San Lorenzo sopr'Adda (Abbadia Lariana), Crebbio e la viceparrocchia di Vassena, eretta in parrocchia nel corso del XVIII secolo (Ecclesiae collegiatae 1651; Ecclesiae collegiatae 1758); mentre nel 1794 nel vicariato e pieve di Mandello figuravano le parrocchie di Mandello, Olcio, Lierna, San Lorenzo sopr'Adda (Abbadia Lariana), Crebbio, Vassena (Ecclesiae collegiatae 1794).

Secondo quanto si desume dal confronto con la "nuova divisione dei distretti compresi nel Regno d'Italia e spettanti alla diocesi di Como per le scuole normali" compilata nel 1816, la "pieve o sia vicariato" di Mandello comprendeva le parrocchie di Olcio, Lierna, San Lorenzo sopr'Adda (Abbadia Lariana), Crebbio, Vassena (Distrettuazione pievana diocesi di Como, 1816). Il 13 agosto 1858, ad opera del vescovo Giuseppe Marzorati, fu eretta la parrocchia di Sant'Abbondio di Somana, con territorio smembrato dalla parrocchia di San Lorenzo di Mandello (Fondo parrocchie, Somana; Zucchi 1959). Nell'elenco delle parrocchie distribuite per vicariati collocato in appendice agli atti del sinodo celebrato nel 1904, sono indicate come appartenenti al vicariato di Mandello le parrocchie di Mandello, Abbadia sopra Adda (Abbadia Lariana), Crebbio, Lierna, Olcio, Somana, Vassena (Elenco delle parrocchie, 1905). Con decreto 16 novembre 1934 del vescovo Alessandro Macchi fu eretta all'interno del vicariato di Mandello la nuova parrocchia del Sacro Cuore di Mandello del Lario (decreto 16 novembre 1934 a) (Bollettino Ecclesiastico Ufficiale Diocesi di Como 1934).

Il vicariato foraneo di Mandello cessò di esistere solo con la revisione della struttura territoriale della diocesi di Como attuata nel 1968. Con il decreto 29 gennaio 1968 del vescovo Felice Bonomini, mediante il quale vennero abolite le vicarie fino ad allora esistenti, il territorio della diocesi di Como venne diviso in zone pastorali, comprendenti uno o più vicariati foranei; le parrocchie dell'antico vicariato di Mandello furono comprese nella zona pastorale X Grigne e nel vicariato di Mandello (decreto 29 gennaio 1968) (Bollettino Ecclesiastico Ufficiale Diocesi di Como 1968). Il vicariato di Mandello, coincidente con la zona pastorale X delle Grigne, comprendeva le parrocchie di Abbadia Lariana; Crebbio; Lierna; Sacro Cuore, San Lorenzo di Mandello; Olcio; Somana (decreto 29 gennaio 1968) (Bollettino Ecclesiastico Ufficiale Diocesi di Como 1968). La struttura vicariale così delineata venne adeguata con il decreto 10 aprile 1984 del vescovo Teresio Ferraroni (decreto 10 aprile 1984) (Bollettino Ecclesiastico Ufficiale Diocesi di Como 1984).

Dal Giovedì santo del 2011, che correva in data 21 aprile, il Vescovo di Como Diego Coletti ha ripristinato il XVII Vicariato - Vicariato di Mandello e abolito la zona pastorale X - Grigne.

L'attuale Consiglio Pastorale Vicariale (CPV) è in carica dal 2016 fino al 2021.

Elenco dei Vicari foranei:

  • 1) don Pietro Mitta (2011-2018)
  • 2) mons. Giuliano Zanotta (2018-)

Monumenti e luoghi di interesse modifica

 
Porta di Prada

Architetture religiose modifica

Chiesa di Santa Maria sopra Olcio modifica

La chiesa di Santa Maria sopra Olcio è un santuario posto in Valle Meria,[12] sulla Grigna Settentrionale al di sopra della frazione di Somana a 660m. Costruita intorno all'anno 1000 per accogliere i viandanti sulla via Valsassina-Mandello del Lario, il complesso presenta un luogo di accoglienza con annessa chiesa a una navata (XII secolo[13]) e avamportico.

Santuario di Santa Maria Nascente in Debbio modifica

Il santuario di Santa Maria Nascente in Debbio è una chiesa posta su una collinetta sopra la strada statale al confine con Abbadia Lariana. Presenta una sola navata con volta a botte e un piccolo campanile a vela,[14] in uno stile essenziale tipico del periodo in cui fu ricostruita. La struttura originale si pensa possa risalire all'VIII secolo, ma la struttura attuale è settecentesca.

Chiesetta dei Partigiani a Prada modifica

La chiesetta votiva della 89^ma Brigata Poletti, situata a 1620 metri nei pressi della Bocchetta di Prada, ai piedi della Grigna settentrionale, è stata costruita nel 1961, inaugurata nell'agosto 1964 ed è dedicata alla memoria dei fratelli Poletti, due partigiani mandellesi appartenenti ai "Cacciatori delle Grigne".

Giuseppe Poletti venne ucciso il 25 agosto 1944 in un disperato tentativo di fuga, dopo essere stato sorpreso dalle truppe nazifasciste; Giovanni Poletti, medaglia d'argento al Valor Militare, venne invece condotto al comando tedesco di Molina, interrogato, torturato e fucilato la sera stessa al cimitero di Mandello.

Chiesa di San Zenone modifica

  Lo stesso argomento in dettaglio: Chiesa di San Zenone (Mandello del Lario).

È un luogo di culto costruito attorno ad un oratorio verso la metà del XIV secolo e situato nella località di Tonzanico. Nel XVI secolo, la chiesa fu oggetto di rimaneggiamenti[15].

Chiesa di San Giorgio modifica

 
Chiesa di San Giorgio.

Fa parte della parrocchia di Sant'Antonio abate in Crebbio ed è una delle tre chiese appartenenti alla medesima parrocchia. È stata costruita su un piano che sovrasta il cosiddetto Sasso San Giorgio, che si erge sulla ex Strada Statale 36, oggi Strada Provinciale 72, e ovviamente sul lago. La facciata della chiesa segue l'orientamento dei primi secoli cristiani, quando c'era la cura di fabbricare i templi con l'abside verso est, in modo tale che i fedeli (e prima del Concilio Vaticano II anche il sacerdote) guardassero in direzione dell'Oriente dove è nato, vissuto e morto Gesù Cristo. Le pareti e le monofore in esse realizzate risalgono al Duecento[16].

Internamente, la chiesa presenta una navata unica, terminante in un'abside quadrilatera con volta a crociera costolonata.

Le pareti della chiesa sono riccamente decorate da un ciclo di affreschi quattrocenteschi, tra i quali spiccano un Giudizio universale e, nell'abside, una Crocifissione.

Chiesa arcipretale di San Lorenzo modifica

  Lo stesso argomento in dettaglio: Chiesa di San Lorenzo (Mandello del Lario).
 
Interno chiesa di San Lorenzo.

La chiesa arcipretale di San Lorenzo sorge su una piazza all'inizio del lungolago. L'edificio attuale del XVII secolo è sorto in sostituzione del tempio precedente a tre navate, sorrette da piastroni terminanti con absidi. Di chiara impronta romanica resta il campanile del XII secolo[17] a fianco della facciata decorato da archetti pensili e da due piani di bifore. La facciata si presenta con semplice coronamento a cimasa orizzontale sulle navate laterali e con una cimasa composita curvilinea sulla navata centrale. La decorazione della chiesa risale al XVII secolo e segue il gusto decorativo barocco, in quanto presenta stucchi e grandi quadri. Da segnalare il prezioso ciborio intagliato, l'altare a baldacchino in legno policromo e l'organo, la cui prima costruzione, opera dell'organaro Pietro Antonio da Pallanza, risale al 1580-1585, mentre la seconda costruzione è opera di Andrea Luigi Serassi di Bergamo e risale all'anno 1784.

Unito alla chiesa, si riconosce ancora il complesso dell'abbazia benedettina, già esistente nell'833 d.C., di cui rimane solo il chiostro.

 
Santuario della Beata Vergine del Fiume.

Santuario della Beata Vergine del Fiume modifica

  Lo stesso argomento in dettaglio: Santuario della Beata Vergine del Fiume.

Il santuario della Beata Vergine del Fiume, posta lungo il fiume Meria, e un santuario dedicato alla Vergine Maria.

Monastero di San Vittore modifica

  Lo stesso argomento in dettaglio: Monastero di San Vittore (Mandello del Lario).

Il monastero di San Vittore, attualmente residenziale, era un monastero di suore dell'ordine dei Servi di Maria. Sollevato da ogni funzione religiosa nel 1786 per ordine di Giuseppe II d'Asburgo-Lorena, il monastero si è trasformato in una villa che si affaccia sul lago in località Pra Magno.

Altre architetture religiose modifica

  • Chiesa del Sacro Cuore (1936-1942)[18]

Architetture militari modifica

Torre dei Lafranconi modifica

A Rongio si trova la torre dei Lafranconi, edificio a base quadrilatera databile tra la fine del XII secolo e l'inizio del successivo.[19]

Torre del Barbarossa a Maggiana modifica

  Lo stesso argomento in dettaglio: Torre del Barbarossa (Mandello del Lario).

«Dove nel Lario vedesi addentrare / La punta circolare di Mandello / In forma quadra adamantina appare / Di Maggiana sul colle ampio castello / Degno che serbi di quello la storia / Scritta nei fasti suoi l'alta memoria" (poema antico inedito).»

A 148 metri sopra Mandello sta il villaggio di Maggiana, che, con Mandello, divise tutte le vicende dei secoli ed ancora oggi è frazione del comune. Solo nel 1621, erigendosi lo parrocchia di Crebbio, Maggiana fu assegnata ecclesiasticamente alla nuova parrocchia sottraendola a quella matrice di Mandello. Il villaggio appare assai pittoresco e, da qualunque parte venga osservato, si scorge dominato dalla imponente mole della vecchia casatorre[20] che, ritta e ringiovanita, sta a sfidare i secoli. La sua forma è quadrata, l'altezza è di 40 braccia e la larghezza di dieci. Le mura hanno da ogni parte finestre ogivali che si alternano con delle feritoie. Si accede per un ampio portone medioevale, che immette in un cortiletto d'ingresso dal quale, per una comodo scala, si entra al primo piano della torre. Quivi, immurata nel camino, si osserva una lapide che porta incisa una dicitura su Federico Barbarossa or resa illeggibile dagli anni, dalla fuliggine e ancora dagli uomini, poiché la pietra ora è scomparsa forse per tre quarti nella base del camino e la poca emergente non lascia scoprire altro che qualche consonante sconnessa. Dal primo piano si sale ai piani superiori fino all'ultimo, un tempo tutto ornato di affreschi che ora si sono andati affievolendo fin quasi a scomparire: solo dei trofei d'armi dipinti negli angoli resistono ai tempi quasi a testimoniare ai visitatori odierni il soggiorno che vi fece l'imperatore Federico I. Databile al XII secolo,[21] verso il 1800 la torre passò in proprietà del signor Francesco Alippi, il quale, orgoglioso di possedere un monumento tanto storico, la restaurò, ornando la sommità di un comodo terrazzo[21] con quattro pilastrini granitici agli angoli congiunti fra loro da riquadri in ferro lavorato, sormontata in un angolo dal parafulmine, mettendo così l'interno al riparo dall'azione corrompitrice delle intemperie. Il 5 maggio 1828 un muratore stava smurando il camino al primo piano, quando rinvenne addossata al muro una lapide di granito tutta annerita dal fumo; pulita e lavata convenientemente vi si lessero le parole: FRIDERIC – IMPERAT – GERMAN HIC – TUTUS – QUIEVIT – ANNO 1158 (Federico, imperatore di Germania, qui sicuro riposò – anno 1158). Non è a dire la gioia dell'Alippi al rinvenimento di una documentazione tanto sicura del soggiorno di Federico Barbarossa a Maggiana, e da quel giorno accrebbe a dismisura la sua considerazione per la torre di cui, orgoglioso, si sentiva proprietario. Dal 19 marzo 1910, la torre è notificata al signor Tomaso Comini fu Ignazio, i familiari del quale, se richiesti, con la già sperimentata cortesia, sono lieti di fare da guida nella visita alla torre fino al terrazzo, dal quale l'occhio si posa compiacente sui colli finitimi, sui pendii, sulla sottostante Mandello e sul lago fino a Bellagio.

Architetture civili modifica

  • Palazzo del Pretorio, detta anche Torre Pretoria (XII secolo),[22] a Mandello Bassa
  • Villa Fiocchi (1953), eretta nel 1953 da Mino Fiocchi[23]
  • Villa Carcano (inizi del Novecento)[24]
  • Villa Falck (inizi del Novecento)[25]
  • Villa Fasoli (inizi del Novecento)[26]
  • Ex-scuola elementare (1935-1937)[27]

Aree Naturali modifica

Grotta Ferrera modifica

 
Ingresso della grotta Ferrera.

La grotta Ferrera si trova in località Acqua Bianca.

Il livello orografico della grotta è 590 metri sopra il livello del mare ed ha un dislivello massimo di circa -37 metri.

La caverna è costituita essenzialmente da un'unica immensa sala lunga circa 175 metri e larga circa 50 metri. È percorsa per un breve tratto da un ruscello proveniente da una volta che forma una cascata.

L'accesso è estremamente facile, poiché si apre sul bordo di una mulattiera molto ben tenuta; anche la percorribilità interna è facile, tuttavia il suolo è coperto da fango scivoloso e costellato di crepacci.

La caverna è stata originata dalla dissoluzione di una parte di roccia più corrodibile seguita dal crollo di altri strati sovrastanti al fine di ristabilire l'equilibrio. Questo tipo di formazione è frequente nelle grotte delle zone limitrofe.

Società modifica

Evoluzione demografica modifica

Abitanti censiti[28]

Etnie e minoranze straniere modifica

Al 1º gennaio 2019 gli stranieri residenti nel comune erano 507, ovvero il 4,9% della popolazione. Di seguito sono riportati i gruppi più consistenti[29]:

  1. Romania, 59
  2. Albania, 50
  3. Marocco, 45
  4. Turchia, 35
  5. Egitto, 28
  6. Ucraina, 25
  7. Polonia, 23
  8. Senegal, 21

Cultura modifica

Cucina modifica

  • polenta uncia, piatto forte a base di farina di granoturco gialla e di grano saraceno o farina nera, formaggio magro (furmagell) e burro
  • agoon (agoni) / missulten (missoltini) / lavarell (lavarelli; oppure coregon, coregoni), tipici pesci del lago; ma anche pesce persico, tinca, trota, anguilla e arborella, variamente cucinati
  • agrett/furmagell/mascherpa/strachen/quartiroo, varie tipologie di formaggio tipico della zona
  • paradello, dolce fritto a base di farina di frumento, sale e zucchero, olio ed erbe aromatiche
  • meascia, torta a base di farina di granoturco e di frumento, mele, pere, uva, noci, nocciole, fichi, zucchero, latte, olio e sale
  • crucant, dolce a base di zucchero e frutta secca
  • torta Grigna, dolce a base di mandorle e nocciole tostate, aggiunte a burro, uova, zucchero e vaniglia
  • caùlat, bevanda con cui si fa il gelato

Geografia antropica modifica

Secondo lo statuto comunale, il territorio comunale comprende, oltre al capoluogo, le frazioni di Olcio, Maggiana, Moregallo, Piani Resinelli, Rongio e Somana[30].

Secondo l'ISTAT, il territorio comunale i centri abitati di Maggiana e Mandello del Lario, e il nucleo abitato di Piani Resinelli[31].

Economia modifica

In passato era diffusa la coltivazione di olivi (da cui veniva prodotto l'Olio lombardo) e viti, che ora rimane solo a livello personale e poco diffusa. Nella frazione di Maggiana, fino alla seconda metà del Novecento, veniva coltivato il gelso bianco per l'allevamento del baco da seta. La seta veniva lavorata nella filanda locale, che ora è una casa abitata. Con l'affermarsi delle fibre sintetiche, l'allevamento del baco da seta è andato scomparendo in tutta la regione e, con essa, anche la coltivazione del gelso.

Oggi l'economia del paese si basa soprattutto sull'industria, in particolare quella metalmeccanica e quella manifatturiera. Alcune di queste aziende sono note e rinomate in tutto il mondo.

Con la crisi economico-finanziaria di questi ultimi anni, hanno chiuso i battenti altre realtà storiche del territorio mandellese, come:

  • Vellutificio Redaelli, che era nato nel 1893 e ha cessato l'attività nel 2012; lo stabilimento, dove lavoravano circa 80 dipendenti, è stato acquisito nel settembre 2012 dal gruppo veneto Marzotto e, a inizio febbraio 2013 viene annunciato che sull'area industriale ci sarà una modifica di destinazione uso; dalle ceneri dello stabilimento del vellutificio, nasceranno una piscina e un auditorium, che saranno edificati dalla Redaelli Spa; all'interno della villa, di proprietà della famiglia Redaelli, sarà invece costruito un albergo a cinque stelle

Infrastrutture e trasporti modifica

Ferrovie modifica

  Lo stesso argomento in dettaglio: Stazione di Mandello del Lario e Stazione di Olcio.

Il comune dispone di due stazioni ferroviarie posta sulla ferrovia Tirano-Lecco. La stazione è servita dai treni regionali in servizio sulla tratta da Sondrio a Lecco, e dai RegioExpress in servizio sulla tratta da Tirano a Milano.

Amministrazione modifica

Elenco dei sindaci di Mandello del Lario modifica

Gemellaggi modifica

A partire dal 2011, è stato istituito dall'Amministrazione comunale il comitato, avente la funzione di coordinare l'attività dei gemellaggi instaurati dal Comune.

Altre informazioni amministrative modifica

Il Comune fa parte della Comunità Montana "Lario Orientale - Valle San Martino".

Note modifica

  1. ^ Comune di Mandello del Lario - Statuto.
  2. ^ Bilancio demografico mensile anno 2023 (dati provvisori), su demo.istat.it, ISTAT.
  3. ^ Classificazione sismica (XLS), su rischi.protezionecivile.gov.it.
  4. ^ Tabella dei gradi/giorno dei Comuni italiani raggruppati per Regione e Provincia (PDF), in Legge 26 agosto 1993, n. 412, allegato A, Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile, 1º marzo 2011, p. 151. URL consultato il 25 aprile 2012 (archiviato dall'url originale il 1º gennaio 2017).
  5. ^ Amanzio Aondio - Felice Bassani (a cura di), Dialetto da salvare, Oggiono, Cattaneo Editore, 1983, p. 214.
  6. ^ a b c d e f g h i j k l m n o p q r s t u v Borghese, pp. 284-286.
  7. ^ Dante Olivieri, Dizionario di Toponomastica Lombarda, Ceschina, 1961 (II ed.), p. 324.
  8. ^ Casini, p. 332.
  9. ^ Monastero di San Pietro di Mandello sec. VIII - 833 - Lombardia Beni Culturali
  10. ^ Adami, p. 67.
  11. ^ Bartolini, p. 169.
  12. ^ Chiesa di S. Maria sopra Olcio, su lombardiabeniculturali.it.
  13. ^ Bartolini, p. 294.
  14. ^ Chiesa della Madonna di Debbio, su lombardiabeniculturali.it.
  15. ^ Chiesa di S. Zenone - complesso, su lombardiabeniculturali.it.
  16. ^ Chiesa di S. Giorgio, su lombardiabeniculturali.it.
  17. ^ Belloni et al., p. 125.
  18. ^ Chiesa del Sacro Cuore, su lombardiabeniculturali.it.
  19. ^ Torre dei Lanfranconi, su lombardiabeniculturali.it.
  20. ^ Belloni et al., p. 26.
  21. ^ a b Torre del Barbarossa, su lombardiabeniculturali.it.
  22. ^ Torre Pretoria, su lombardiabeniculturali.it.
  23. ^ Belloni et al., p. 247.
  24. ^ Villa Carcano (già), su lombardiabeniculturali.it.
  25. ^ Villa Falck - complesso, su lombardiabeniculturali.it.
  26. ^ Villa Fasoli, su lombardiabeniculturali.it.
  27. ^ Scuola elementare (ex), su lombardiabeniculturali.it.
  28. ^ Statistiche I.Stat tituto nazionale di statistica|ISTAT  URL consultato in data 28-12-2012.
    Nota bene: il dato del 2021 si riferisce al dato del censimento permanente al 31 dicembre di quell'anno. Fonte: Popolazione residente per territorio - serie storica, su esploradati.censimentopopolazione.istat.it.
  29. ^ Cittadini Stranieri 2019 - Mandello del Lario (LC), su Tuttitalia.it. URL consultato il 15 gennaio 2020.
  30. ^ Art. 4 comma 2 dello Statuto Comunale, su mandellolario.it. URL consultato il 18 gennaio 2013 (archiviato dall'url originale il 4 marzo 2016).
  31. ^ ISTAT - Dettaglio località abitate, su dawinci.istat.it. URL consultato il 18 gennaio 2013 (archiviato dall'url originale il 20 novembre 2021).

Bibliografia modifica

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  • Vittorio Adami, Varenna e Monte di Varenna. Saggio di storia comunale, Milano, 1927.
  • Antonio Balbiani, Lierna – Mandello del Lario – Abbadia Lariana, Casa Editrice Pietro Cairoli di Como 1968
  • Vincenzo Zucchi, Oppidum Mandelli, Mandello del Lario, Arti Grafiche Panizza, 1990.
  • Luigi Mario Belloni, Renato Besana e Oleg Zastrow, Castelli basiliche e ville - Tesori architettonici lariani nel tempo, a cura di Alberto Longatti, Como - Lecco, La Provincia S.p.A. Editoriale, 1991.
  • Annalisa Borghese, Mandello Lario, in Il territorio lariano e i suoi comuni, Milano, Editoriale del Drago, 1992, pp. 284-286.
  • Stefania Casini (a cura di), Carta archeologica della Lombardia, IV, La Provincia di Lecco, 1994, p. 332 (scheda 7).
  • Angelo Borghi, Il lago di Lecco e le valli, Lecco, Cattaneo Paolo Grafiche, 1999, pp. 185-196, ISBN 8886509375.
  • Franco Bartolini, I segreti del Lago di Como e del suo territorio, Cermenate, New Press Edizioni, 2016 [2006].

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