Manette

dispositivo di contenzione
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Le manette sono dispositivi di ritenuta progettati per assicurare i polsi di un individuo in prossimità l'uno dell'altro. Sono costituiti da due parti, collegate tra loro da una catena o una barra rigida. Ogni bracciale ha un braccio rotante che si innesta con un cricchetto che ne impedisce l'apertura una volta chiuso attorno al polso di una persona. Senza la chiave, le manette non possono essere rimosse senza conoscenze specialistiche e la persona ammanettata non può muovere i polsi a più di pochi centimetri o pollici di distanza, rendendo molte attività difficili o impossibili.

Un paio di manette

Le manette sono spesso utilizzate da agenti di polizia o dai carabinieri, per impedire che i sospetti fermati sfuggano, aggrediscano gli operatori o terzi e tentino di sottrarsi all'arresto, specialmente in flagranza di reato.

Caratteristiche modifica

 
Manette in dotazione alla polizia inglese

Sono formate da due semi-strutture di forma ovoidale, collegate da una catena o da una sorta di cardine. Ciascuna semi-struttura ha un elemento rotante che si innesta su un settore dentato al fine di agganciare stabilmente ed in modo rapido e pratico il polso della persona.

Senza chiave, il soggetto "vincolato" non riesce ad allontanare le mani una dall'altra per più che pochi centimetri, rendendo difficoltosa, se non impossibile, ogni operazione manuale.

Nel mondo modifica

Italia modifica

Nel codice di procedura penale italiano non ci sono disposizioni al riguardo, tuttavia l'utilizzo delle stesse è previsto in alcune ipotesi tipiche previste dalla legge, come ad esempio secondo quanto disposto dalla legge 26 luglio 1975, n. 354, come modificata dalla legge 12 dicembre 1992 n. 492; che all'art. 42 bis comma 5 prevede:

«Nelle traduzioni individuali l'uso delle manette ai polsi è obbligatorio quando lo richiedono la pericolosità del soggetto o il pericolo di fuga o circostanze di ambiente che rendono difficile la traduzione. In tutti gli altri casi l'uso delle manette ai polsi o di qualsiasi altro mezzo di coercizione fisica è vietato. Nel caso di traduzioni individuali di detenuti o internati la valutazione della pericolosità del soggetto o del pericolo di fuga è compiuta, all'atto di disporre la traduzione, dall'autorità giudiziaria o dalla direzione penitenziaria competente, le quali dettano le conseguenti prescrizioni.[1]»

Per quanto riguarda il loro utilizzo su minorenni esiste un'apposita disposizione legislativa: l'art. 20 del decreto legislativo 28 luglio 1989 n. 272 afferma:

«Nell'esecuzione dell'arresto e del fermo, nell'accompagnamento e nella traduzione, [...] È vietato l'uso di strumenti di coercizione fisica, salvo che ricorrano gravi esigenze di sicurezza.»

La circolare del Ministero della giustizia n. 558 dell'8 aprile 1993 ha specificato che spetta all'autorità che esegue la traduzione verificare la ricorrenza delle predette condizioni che legittimano l'uso di manette ai polsi. Nel caso di eventuale uso ingiustificato delle manette, ricorrono gli estremi del reato di abuso di autorità contro arrestati previsto e punito dall'art. 608 (abuso di autorità contro arrestati o detenuti) del codice penale italiano.

Stati Uniti modifica

Negli Stati Uniti l'utilizzo delle manette è una prassi consolidata, soprattutto a partire dalla seconda metà degli anni sessanta. Vengono quasi sempre utilizzate in tutti i casi in cui una persona è dichiarata in arresto, e quindi esse vengono utilizzate sempre e comunque quando una persona venga fermata o arrestata dalla forze di polizia negli Stati Uniti.

Talvolta l'utilizzo eccessivamente disinvolto delle stesse, ad esempio anche se nei confronti di bambini, ha suscitato sdegno nell'opinione pubblica.

Altri usi modifica

Le manette sono uno degli oggetti più diffusi nelle pratiche bondage. Apposite manette vengono progettate e vendute a questo scopo, giacché l'uso improprio di veri e propri dispositivi di sicurezza può risultare pericoloso.

Note modifica

Voci correlate modifica

Altri progetti modifica

Collegamenti esterni modifica

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