Marco Taradash

giornalista e politico italiano

Marco Taradash (Livorno, 19 maggio 1950) è un giornalista e politico italiano.

Marco Taradash

Presidente della Commissione parlamentare di Vigilanza Rai
Durata mandato15 aprile 1994 –
8 maggio 1996
PredecessoreLuciano Radi
SuccessoreFrancesco Storace

Deputato della Repubblica Italiana
Durata mandato23 aprile 1992 –
29 maggio 2001
LegislaturaXI, XII, XIII
Gruppo
parlamentare
Partito Radicale e Forza Italia
CoalizionePolo delle Libertà
Polo per le Libertà
CircoscrizioneXI: Milano
XII: Lombardia 1
XIII: Campania 2
CollegioXII: San Giuliano Milanese
XIII: Cava de' Tirreni
Sito istituzionale

Europarlamentare
Durata mandato25 luglio 1989 –
18 luglio 1994
LegislaturaIII
Gruppo
parlamentare
GV (1989-1994)
LDR (1994)
Sito istituzionale

Dati generali
Partito politicoPartito Radicale Transnazionale (dal 1976)
+Europa (dal 2018)
Precedenti:
PLI (1968-1976)
LMP (1992-1995)
FI (1994-1999)
Convenzione per la Riforma Liberale (1995-1996)
RI (2001-2005)
RL (2005-2009)
PdL (2009-2013)
NCD (2013-2015)
Titolo di studioDiploma di Maturità classica
ProfessioneGiornalista

Biografia modifica

Nasce a Livorno il 19 maggio 1950, da madre livornese e padre newyorkese, giunto in Italia con le forze armate alleate. Il cognome ha una origine ebraica ucraina, ma mentre la nonna, Zweig, mantenne fede ebraica, il nonno paterno, fuggito da piccolo con la famiglia negli Stati Uniti, si convertì più tardi al cattolicesimo, ed il padre al protestantesimo.[1]

Nel 1968 s'iscrive alla Gioventù Liberale, organizzazione giovanile del Partito Liberale Italiano, che lascia alla metà degli anni '70, dopo essere stato sessantottino,[2] per aderire al Partito Radicale di Marco Pannella. Dopo la maturità classica ha frequentato gli studi universitari nel corso di laurea in Filosofia di Pisa, e i corsi economico-sociali del Ceses di Venezia, presieduto da Renato Mieli. Poi intraprende, tra il 1975 ed il 1977 una lunga esperienza giornalistica, cominciata a TVL Radiotelevisione Libera, emittente privata livornese da lui fondata con Paolo Romani e altri coetanei.[2] Nel 1977 si trasferisce a Roma iniziando a collaborare con il gruppo parlamentare Radicale federalista europeo e con Radio Radicale. Alla fine del 1979 risale la nascita di "Stampa e regime", rivista che ha curato per sei giorni alla settimana per dieci anni, fino all'elezione al Parlamento Europeo nel 1989. Grazie a Stampa e Regime ha anche ottenuto uno dei più noti premi giornalistici italiani, "Il Premiolino". Nel 1981 è diventato anche redattore del mensile di informazione sui media, cioè Prima Comunicazione, grazie alla quale, nel 1990, è diventato giornalista professionista. Ha collaborato per diversi periodi a varie testate, tra cui L'Espresso diretto da Giovanni Valentini, e, più tardi, Il Foglio.

Dopo aver fondato nella metà degli anni ottanta il Coordinamento Radicale Antiproibizionista (CORA) con Giancarlo Arnao e Luigi Del Gatto, nel 1989 viene eletto nel Parlamento europeo con la Lista Antiproibizionista di matrice radicale e deputato nel Parlamento italiano, prima con i radicali nel 1992, e poi con i Riformatori pannelliani alleati con Forza Italia diventando Presidente della Commissione di vigilanza sulla Rai. Nel 1995 lascia il Partito radicale per divergenze sulla linea politica e fonda la Convenzione Per la Riforma Liberale, che porterà in Parlamento con Forza Italia alcuni fra i protagonisti della cultura liberale del tempo: Lucio Colletti, Piero Melograni, Marcello Pera, Giorgio Rebuffa. Nel 1996 viene eletto di nuovo alla Camera nelle liste di Forza Italia, che abbandona nel 1999 a seguito del rifiuto di Silvio Berlusconi di sostenere alcuni referendum, fra cui quello per l'abolizione della legge elettorale e della separazione delle carriere fra magistrati della pubblica accusa e giudici. Non viene di conseguenza ricandidato nel 2001, per cui riprende l'attività giornalistica curando tra l'altro ogni sabato mattina, su proposta di Marco Pannella, la rassegna stampa di Radio Radicale "Stampa e Regime".

Per il suo impegno nella difesa degli imputati, poi condannati, per l'omicidio di Marta Russo a Roma viene querelato per diffamazione sia dai magistrati dell'accusa da Gabriella Alletto, teste nel processo per l'omicidio di Marta Russo, ma viene prosciolto. Taradash aveva accusato la donna di false dichiarazioni indotte dagli inquirenti.[3].

In televisione, ha condotto delle trasmissioni di approfondimento politico, Iceberg su Telelombardia e, in seguito, La Zona Rossa su Rete 4. Nel 2005 fonda, assieme a Peppino Calderisi, che come lui ha militato nei radicali e FI, Benedetto Della Vedova, Carmelo Palma e Emilia Rossi, ex Radicali, un nuovo movimento politico, chiamato Riformatori Liberali. Tra il 2007 e il 2008 conduce una rassegna stampa on-line chiamata 11 Minuti, comparendo in alcuni talk-show televisivi nazionali e locali in veste di politologo e opinionista. Collabora con il quotidiano telematico L'Occidentale, organo della Fondazione Magna Carta. Tra il 2007 e il 2008 lavora all'effimera TV della Libertà, fondata da Michela Vittoria Brambilla.

A metà febbraio 2009 viene ufficializzata la candidatura di Taradash a sindaco della sua città natale, Livorno, città da sempre governata dalla sinistra, presentandosi con una lista civica, Governare Livorno, con il sostegno del Popolo della Libertà[2] e fra gli altri di Altero Matteoli, Ministro delle infrastrutture e trasporti. Alle elezioni del 6 e 7 giugno 2009 ottiene una percentuale di voti di poco superiore al 28%[4], non riuscendo ad arrivare al ballottaggio con il sindaco uscente Alessandro Cosimi, candidato per il Partito Democratico che ottiene il 51,5 per cento. Al termine delle elezioni annuncia comunque di voler restare in città a fare opposizione al sindaco vincitore. Nel 2010 si candida alle elezioni regionali toscane e viene eletto consigliere. Nel 2012 crea a Firenze l'evento Sedizione Liberale, volto a riavviare una iniziativa politica riformatrice in Italia.

A novembre 2013 con la scissione del PdL, sceglie la posizione del Nuovo Centrodestra, il partito fondato da Angelino Alfano, ma non ne condivide la rapida involuzione conservatrice e clericale. È rimasto sempre iscritto al Partito Radicale Transnazionale e agli altri soggetti della galassia radicale.

Oppositore del Movimento 5 Stelle sin dalle origini e della Lega Nord di Matteo Salvini, nel 2018 dà vita a CentroMotore,[5] una associazione politica che ha come obiettivo la costruzione di una lista unitaria per le europee del 2019 e le successive elezioni politiche di tutte le iniziative civiche e dei soggetti politici che si riconoscono nella democrazia liberale rappresentativa, nello Stato di diritto e giustizi giusta, nella libertà di mercato e nella collocazione europea e atlantista.

Alle elezioni europee del 2019 è stato candidato al Parlamento europeo, tra le liste di +Europa nella circoscrizione Italia centrale, ma non viene eletto.[6]

Vita privata modifica

Ha un figlio, Giacomo, nato nel 1993, ed è sposato, dal 2016, in seconde nozze, con l'avvocatessa Emilia Rossi, componente del Collegio del Garante nazionale dei diritti delle persone detenute o private della libertà personale.

Note modifica

  1. ^ «Marco Taradash», su Catalogo dei viventi, Corriere della sera, su cinquantamila.corriere.it. URL consultato il 21 settembre 2015 (archiviato dall'url originale il 4 marzo 2016).
  2. ^ a b c Marco Taradash, il radicale folgorato dal Cavaliere, in Il Tirreno, 13 marzo 2009. URL consultato il 23 maggio 2019 (archiviato dall'url originale il 1º novembre 2019).
  3. ^ Brogi Paolo, Gabriella Alletto ottiene il rinvio a giudizio di Taradash, su archiviostorico.corriere.it, Corriere della Sera, 13 febbraio 1999. URL consultato il 23 febbraio 2013 (archiviato dall'url originale il 14 aprile 2015).
  4. ^ Ministero dell'Interno - Elezioni e Referendum, su elezioni.interno.it. URL consultato il 19 giugno 2009 (archiviato dall'url originale il 10 giugno 2009).
  5. ^ Taradash in campo con CentroMotore: "Liberali contro il dirigismo", su ilgiornale.it, 4 aprile 2018. URL consultato il 23 maggio 2019.
  6. ^ +Europa, tra i capilista Bonino, Pizzarotti e Della Vedova. Polemica con il Pd sul "voto utile", su Repubblica.it, 16 aprile 2019. URL consultato il 17 aprile 2019.

Voci correlate modifica

Altri progetti modifica

Collegamenti esterni modifica

Controllo di autoritàVIAF (EN54282685 · ISNI (EN0000 0000 0036 0461 · BNF (FRcb13050139x (data) · WorldCat Identities (ENviaf-54282685