Monastero del Corpus Domini (Bologna)

Il monastero del Corpus Domini, o della Santa è un complesso claustrale che sorge a Bologna, in via Tagliapietre, 23.

Monastero del Corpus Domini
Portale in cotto e facciata in mattone del monastero
StatoBandiera dell'Italia Italia
RegioneEmilia-Romagna
LocalitàBologna
Indirizzovia Tagliapietre 23 ‒ Bologna (BO)
Coordinate44°29′21.12″N 11°20′22.92″E / 44.4892°N 11.3397°E44.4892; 11.3397
Religionecattolica di rito romano
Inizio costruzioneXIV secolo
Completamento1480
Sito webwww.santuariocorpusdomini.it

Storia modifica

Venne fondato il 22 luglio 1456 da Caterina de' Vigri (1413-1463) ed è il primo monastero di clarisse della città. Il Santuario è stato costruito tra il 1477 e il 1480 da Nicolò Marchionne da Firenze e Francesco Fucci da Dozza, mentre il monastero è preesistente, databile attorno al 1300 e rimaneggiato più volte.

Nel 1687 l'architetto Cardinale Giacomo Monti fece ristrutturare la chiesa, ingrandendola e alzando le volte. Fece anche decorare l'interno in stile barocco con pitture di Marcantonio Franceschini[1], interventi in stucco di Enrico Haffner e Giuseppe Maria Mazza.[2]

Con l'arrivo delle truppe francesi al seguito di Napoleone, l'ordine delle Clarisse venne soppresso, la chiesa sconsacrata e il monastero confiscato. Le religiose fecero ritorno nel 1816, a seguito della Restaurazione, mentre parte del monastero venne adibito a caserma dal generale Enrico Cialdini. Nel 1905, grazie all'interessamento di Alfonso Rubbiani e del Comitato per Bologna storico-artistica, venne eseguito il restauro della facciata della chiesa.[2]

Il 5 ottobre 1943, durante la seconda guerra mondiale, la chiesa e il monastero vennero colpite dai bombardamenti alleati, a causa della vicinanza della caserma Cialdini, considerata obiettivo militare. Le volte della navata e parte dei muri che la reggevano vennero distrutte, devastando le decorazioni barocche. Anche il portale in cotto venne frantumato.[2]

L'aspetto attuale del santuario si deve al pronto restauro da parte della Sovrintendenza. Il portale venne ricomposto dallo scultore Giovanni Vicini.

Dal 2023 il monastero ha sospeso la propria funzione e le ultime monache di clausura sono state trasferite in un'altra struttura.[3]

Santuario modifica

L'edificio del Santuario presenta una bella facciata rinascimentale in cotto (attribuita a Sperandio da Mantova) rimasta intatta, mentre il resto dell'edificio è stato seriamente danneggiato dagli eventi bellici della Seconda guerra mondiale, per essere poi ricostruito[4]. Sulla porta d'ingresso è posta l'urna con i resti della beata Giovanna Lambertini, consorella di santa Caterina de' Vigri, mentre all'ingresso della sala a fianco è presente un'urna con i resti della clarissa Paola Mezzavacca.

Al centro della navata vi è la lapide di Laura Bassi.

Museo della Santa modifica

 
Il corpo di Santa Caterina da Bologna all'interno della chiesa del Corpus Domini

Dalla seconda cappella a sinistra della navata della chiesa è possibile accedere al museo dove è conservato il corpo seduto e incorrotto di santa Caterina de' Vigri[5] e alcuni suoi manoscritti di alcune opere: Sette armi necessarie alla battaglia spirituale, I dodici giardini, Il rosarium, I sermoni, Laudi', Trattati e Lettere. Sulla parete di sinistra è presente un reliquiario con il dipinto della Madonna del Pomo attribuito al pennello della Santa. Ad essa è attribuita anche l'immagine ad acquerello di un Bambino Gesù che veniva portata per devozione ai malati.

La cella che ospita il museo risale al 1680 e vi si trovano anche alcuni dipinti del Franceschini come la Gloria d'angeli nel catino e gli Evangelisti nei medaglioni. Inoltre sono presenti decorazioni floreali di Giovanni Haffner, le riquadrature del Quaini e i putti in stucco di Mazza. Sulla parete di destra, di fronte alla Madonna del Pomo, è esposta una giga[6].

Il museo venne ideato dal Cardinale Giorgio Gusmini (1855-1921) e fu inaugurato l'8 marzo 1919.

Cappella Galvani modifica

Nella Cappella Galvani, a sinistra della navata, sono sepolti gli scienziati Luigi Galvani e Lucia Galeazzi Galvani. La cappella è caratterizzata da un grande crocefisso in stucco, opera di Alfonso Bortolotti del 1957.[7] Le sculture di Angelo Piò sono scomparse durante la guerra. In alto, il dipinto della Prudenza del Franceschini e sulla parete la Sapienza.

Monastero modifica

Le religiose che abitano il monastero hanno come forma di vita la Regola di Santa Chiara ed emettono i voti di castità, povertà, obbedienza e clausura[8].

Note modifica

  1. ^ Il "Pittore della Santa": Marcantonio Franceschini e la decorazione nella chiesa del Corpus Domini in Bologna, su academia.edu. URL consultato il 21 settembre 2019.
  2. ^ a b c Monastero del Corpus Domini - Storia, su santuariocorpusdomini.it. URL consultato il 10 agosto 2019 (archiviato dall'url originale il 27 giugno 2019).
  3. ^ Massimo Selleri, Bologna, chiude il monastero della Santa: addio alle suore clarisse di clausura, su Il Resto del Carlino, 24 aprile 2023. URL consultato il 13 febbraio 2024.
  4. ^ Corpus Domini o Chiesa della Santa, su bolognawelcome.com. URL consultato il 5 marzo 2014 (archiviato dall'url originale il 16 maggio 2016).
  5. ^ Cammilleri, cap. 25 dicembre.
  6. ^ Museo del Corpus Domini o chiesa della santa, su bolognawelcome.com, Museo. URL consultato l'11 ottobre 2019 (archiviato dall'url originale l'11 ottobre 2019)..
  7. ^ Anna Lisa Bondioli, Bologna, Chiesa del Corpus Domini, particolare della volta della cappella 3A (tomba Galvani) dopo i lavori di restauro, su Catalogo generale dei Beni Culturali, 2017. URL consultato il 13 febbraio 2024.
  8. ^ Monastero "Corpus Domini", su fratiminorier.it. URL consultato il 16 luglio 2013 (archiviato dall'url originale il 5 marzo 2014).

Bibliografia modifica

Voci correlate modifica

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Collegamenti esterni modifica

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