Monno

comune italiano

Monno (Mòn in dialetto camuno[4][5]) è un comune italiano di 508 abitanti, della Val Camonica, provincia di Brescia in Lombardia.

Monno
comune
Monno – Stemma
Monno – Bandiera
Monno – Veduta
Monno – Veduta
Localizzazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
Regione Lombardia
Provincia Brescia
Amministrazione
SindacoRomano Caldinelli (lista civica) dal 27-5-2019
Territorio
Coordinate46°12′48″N 10°20′26″E / 46.213333°N 10.340556°E46.213333; 10.340556 (Monno)
Altitudine1 066 m s.l.m.
Superficie31,03 km²
Abitanti508[1] (30-9-2022)
Densità16,37 ab./km²
Comuni confinantiEdolo, Grosio (SO), Grosotto (SO), Incudine, Mazzo di Valtellina (SO), Tovo di Sant'Agata (SO), Vezza d'Oglio
Altre informazioni
Cod. postale25040
Prefisso0364
Fuso orarioUTC+1
Codice ISTAT017110
Cod. catastaleF375
TargaBS
Cl. sismicazona 3 (sismicità bassa)[2]
Cl. climaticazona F, 3 734 GG[3]
Nome abitantimonnesi
Patronosan Pietro e san Paolo
Giorno festivo29 giugno
Cartografia
Mappa di localizzazione: Italia
Monno
Monno
Monno – Mappa
Monno – Mappa
Posizione del comune di Monno nella provincia di Brescia
Sito istituzionale
Il territorio di Monno in Val Camonica

Geografia fisica modifica

Territorio modifica

Monno sorge lungo la strada statale 42 dir/A, che dalla Val Camonica sale al Passo del Mortirolo.

Storia modifica

  Lo stesso argomento in dettaglio: Storia della Valle Camonica.
 
Parrocchiale di San Pietro e Paolo
 
Chiesa di San Sebastiano e Fabiano, a monte dell'abitato di Monno
 
Chiesa campestre di San Brizio

Il 19 ottobre 1336 il vescovo di Brescia Jacopo de Atti investe iure feudi dei diritti di decima nei territori di Breno, Borno, Astrio, Monno e Ossimo Girardo del fu Giovanni Ronchi di Breno.[6]

Alla pace di Breno del 31 dicembre 1397 i rappresentanti della comunità di Monno, Amone Giovanni Vranino e il notaio Bettini, si schierarono sulla sponda ghibellina.[7]

Intorno al 1417 vengono a risiedere qui alcuni dei Federici di Gorzone[8]

Il 17 settembre 1423 il vescovo di Brescia Francesco Marerio investe iure feudi dei diritti di decima nei territori di Monno, Cevo, Andrista, Grumello, Saviore, Cemmo, Ono, Sonico, Astrio, Malegno, Cortenedolo, Vione, Incudine e Berzo Demo a Bertolino della Torre di Cemmo .[9]

Feudatari locali modifica

Famiglie che hanno ottenuto l'infeudazione vescovile dell'abitato:

Famiglia Stemma Periodo
Ronchi
 
1336 - ?
Della Torre 1423 - ?

Simboli modifica

«Campo di cielo, alla torre merlata di tre alla guelfa, finita da una cortina fortificata, merlata di tre alla guelfa, movente dal fianco destro, fondata sopra un terreno di verde, con a sinistra una catena di monti dalle cime innevate; la torre è sinistrata da un cervo passante; in capo incombe un'aquila volante e rivoltata; l'insieme accompagnato in punta da un toro arrestato e bellicoso, il tutto al naturale. Ornamenti esteriori da Comune.»

Lo stemma è privo di concessione ufficiale ed è liberamente adottato e usato dal Comune. Vi è rappresentato un panorama locale con un'aquila e un cervo ispirati dallo storico emblema della Valcamonica; il castello rimanda a quello di cui si vedevano i resti nei pressi della chiesa parrocchiale e che la leggenda vorrebbe essere stato residenza del duca pagano Amont, sconfitto in battaglia presso il vicino passo del Mortirolo da Carlo Magno nel 773, personaggio da cui si ipotizza sia derivato il nome del paese. Il toro allude all'allevamento bovino, tradizionale attività degli abitati montani.

Il gonfalone è un drappo di azzurro.

Monumenti e luoghi d'interesse modifica

Architetture religiose modifica

Le chiese di Monno sono:[10]

  • Parrocchiale di San Pietro e Paolo, sorta sulle rovine di un'antica costruzione quattrocentesca. Il portale è in marmo di Vezza, datato 1629. Nel 1895, Antonio Guadagnini dipinse nell'abside l'Annunciazione con nei pennacchi i quattro Evangelisti.[11]
  • Oratorio di San Francesco, di struttura seicentesca, era stato adibito a sala cinematografica.
  • Chiesa di san Sebastiano e Fabiano, sorta su struttura più antica, riporta "DOM Ss Martiribus Fabiano et Sebastiano - 1781".
  • Chiesa di San Brizio, sul lato destro riporta "...questa zezia fece fabbricare re Carlo, al tempo che lui andava combattendo per la fede e P.P. Urbano li concesse 900 anni di indulgenza e sette Vescovi, li quali erano in sua compagnia, li concesse 40 dì di Indulgenza per cadauno. E questa perdonanza zè ogni venerdì, e la festa di S. Britio Patron della detta Zezia, etiam nelle feste di Santa Maria. Completum fuit hoc opus mense septem die 6, 1480. Restauratam fuit 1657." All'interno un loggiato sostenuto da colonne in marmo di Vezza.

Architetture militari modifica

  • Castello di Monno: di possesso della famiglia Federici e successivamente alla locale famiglia Corata, che si estinse senza eredi nel 1733. Non ne rimangono tracce, escluso un probabile basamento dello stesso nelle murature di sostegno della parrocchiale e due finestrelle sagomate riutilizzate nella costruzione del campanile. Una rappresentazione è rimasta all'interno della chiesa in un ex voto seicentesco.[12]
  • Cannoniera della seconda guerra mondiale sulla sommità del monte Pagano

Luoghi di interesse naturalistico modifica

Società modifica

Evoluzione demografica modifica

Abitanti censiti[13]

Tradizioni e folclore modifica

Gli scütüm sono nei dialetti camuni dei soprannomi o nomignoli, a volte personali, altre indicanti tratti caratteristici di una comunità. Quello che contraddistingue gli abitanti di Monno è Gàcc (gatti).[14]

  • Settimana Santa. Negli ultimi tre giorni di festa i giovani, prima delle sacre funzioni, girano per il paese suonando i còrign, in segno di lutto per la morte di Gesù.[15]
  • 1º novembre, Ognissanti. Era consuetudine dare al gabinàt (da tedesco Gaben Nacht, notte dei doni): castagne lesse (téteghe) e pani speciali bek e canàoi, che i bambini chiedevano alle varie famiglie.[16]
  • 2 novembre, Commemorazione dei defunti. Secondo l'usanza si lasciava ardere il ceppo del camino per scaldare i morti.[16]
  • Cucina Un piatto tipico monnese sono i "Calsuncèi ", grossi gnocchi ripieni conditi con del burro fuso e formaggio grana.
  • Tipici di Monno sono le "Piöde", "Gnòc de patàpe crüe ":gnocchi appiattiti fatti appunto con patate e farina conditi con burro e formaggio.

Amministrazione modifica

Periodo Primo cittadino Partito Carica Note
24 aprile 1995 14 giugno 1999 Claudio Caldinelli lista civica Sindaco
14 giugno 1999 14 giugno 2004 Adele Caldinelli CCD Sindaco
14 giugno 2004 8 giugno 2009 Ugo Melotti lista civica Sindaco
8 giugno 2009 27 maggio 2019 Roberto Trotti lista civica Sindaco
27 maggio 2019 in carica Romano Caldinelli lista civica Sindaco

Unione di comuni modifica

Monno fa parte dell'Unione Comuni dell'Alta Valle Camonica, assieme ai comuni di Ponte di Legno, Vione, Vezza d'Oglio, Incudine e Temù.
L'unione di comuni, che ha sede a Ponte di Legno, è stata creata il 30 ottobre 2000, ed ha una superficie di circa 284,10 km².[17]

Note modifica

  1. ^ Bilancio demografico mensile anno 2022 (dati provvisori), su demo.istat.it, ISTAT.
  2. ^ Classificazione sismica (XLS), su rischi.protezionecivile.gov.it.
  3. ^ Tabella dei gradi/giorno dei Comuni italiani raggruppati per Regione e Provincia (PDF), in Legge 26 agosto 1993, n. 412, allegato A, Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile, 1º marzo 2011, p. 151. URL consultato il 25 aprile 2012 (archiviato dall'url originale il 1º gennaio 2017).
  4. ^ Lino Ertani, Dizionario del dialetto camuno e di toponomastica, Artogne, Tipografia M. Quetti, 1980, p. 156.
  5. ^ AA. VV., Dizionario di toponomastica. Storia e significato dei nomi geografici italiani., Milano, Garzanti, 1996, p. 406, ISBN 88-11-30500-4.
  6. ^ Roberto Celli, Repertorio di fonti medievali per la storia della Val Camonica, Brescia, Tipolitografia Queriniana, 1984, p. 83, ISBN 88-343-0333-4.
  7. ^ Gregorio Brunelli, Curiosi trattenimenti contenenti ragguagli sacri e profani dei popoli camuni, a cura di Oliviero Franzoni, Breno, Tipografia Camuna, 1998 [1698], pg. 183.
  8. ^ Irma Valetti Bonini, Le Comunità di valle in epoca signorile, Milano, Università Cattolica del Sacro Cuore, 1976, p. 163.
  9. ^ Roberto Celli, Repertorio di fonti medievali per la storia della Val Camonica, Brescia, Tipolitografia Queriniana, 1984, p. 206, ISBN 88-343-0333-4.
  10. ^ Eugenio Fontana, Terra di Valle Camonica, Brescia, Industrie Grafiche Bresciane, 1984, p. 143.
  11. ^ Giannetto Valzelli, Antonio Guadagnini, Comune di Esine, p. 175.
  12. ^ AAVV, Itinera - 4 - Castelli, torri e fortificazioni, Breno, Tipografia camuna, 2003, p. 52.
  13. ^ Statistiche I.Stat ISTAT  URL consultato in data 28-12-2012.
    Nota bene: il dato del 2021 si riferisce al dato del censimento permanente al 31 dicembre di quell'anno. Fonte: Popolazione residente per territorio - serie storica, su esploradati.censimentopopolazione.istat.it.
  14. ^ Tratto da: Lino Ertani, Dizionario del dialetto camuno e di toponomastica, Artogne, Tipografia M. Quetti, 1980, p. 156.
  15. ^ Atlante Demologico Lombardo, su demologia.it. URL consultato il 13-08-2008.
  16. ^ a b Atlante Demologico Lombardo, su demologia.it. URL consultato il 12-08-2008.
  17. ^ Ministero dell Interno - Unione Comuni dell Alta Valle Camonica [collegamento interrotto], su pers.mininterno.it. URL consultato il 26 luglio 2008.

Bibliografia modifica

  • Giacomo Goldaniga e Germano Melotti, Monno e Mortirolo nella storia, Darfo Boario Terme, Lineagrafica, 1999.

Voci correlate modifica

Altri progetti modifica

Collegamenti esterni modifica

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