Monte Pennino

monte di Nocera Umbra
Disambiguazione – Se stai cercando l'omonima montagna delle Prealpi Liguri, vedi Monte Pennino (Prealpi Liguri).

Il Monte Pennino è una montagna dell'Appennino umbro-marchigiano.

Monte Pennino
Il monte Pennino visto dai Piani di Arvello
StatoBandiera dell'Italia Italia
Regione  Umbria   Marche
Provincia  Perugia   Macerata
Altezza1 571 m s.l.m.
Prominenza745 m
Isolamento29 km
CatenaAppennino umbro-marchigiano
Coordinate43°06′N 12°52′E / 43.1°N 12.866667°E43.1; 12.866667
Mappa di localizzazione
Mappa di localizzazione: Italia
Monte Pennino
Monte Pennino

Descrizione modifica

Il monte raggiunge i 1.571 m s.l.m., ed è situato nei comuni di Nocera Umbra, di Serravalle di Chienti e di Fiuminata. Si trova al confine tra le regioni Umbria e Marche, ed in particolare tra la Provincia di Perugia e quella di Macerata. Alle sue pendici nascono i fiumi Topino e Potenza.

Storia modifica

Il monte Pennino sembrerebbe prendere il proprio nome da Iuppiter Appenninus (Juppiter Poeninus), il Dio Giove Appennino per i popoli italici e in seguito per i romani: era il Dio dei valichi e delle vette.

Sulla sua sommità venne rinvenuta una stipe votiva durante dei lavori topografici immediatamente successivi alla seconda guerra mondiale, stipe composta da innumerevoli bronzetti a lamina e non, a figura umana, assi romani e vasellame ceramico. Quasi tutto il materiale inerente alla stipe votiva è andato disperso; nel Museo di Nocera Umbra sono visibili solo i resti di un sacrificio rituale, resti recuperati negli anni '60 del secolo scorso.[1]

Nel 217 a.C. la leggenda vuole che Annibale, sconfitto il proconsole romano Centenio, salì sul Monte Pennino per accendere un fuoco sacro in onore di Marte vincitore. [2] Più probabile che invece la sconfitta di Centenio sia stata inflitta da uno degli ufficiali di Annibale, Maarbale, che sbaragliò circa 4.000 romani di stanza a Plestia ai comandi del proconsole.[3]

Alle pendici del Monte Pennino sorgerà, in epoca Alto Medioevale, il monastero Santi Angeli de Bagnarla sive de Appennino[4]. Gli scavi eseguiti nel 1995 presso la Grotta Sant'Angelo hanno riportato alla luce strutture murarie realizzate con blocchetti di calcare, di buona fattura atti a delimitare almeno tre ambienti rettangolari. Dell'antico monastero oggi restano soltanto le grotte in mezzo al bosco e qualche resto murario sparso vicino ad esse.

Flora e fauna modifica

La biodiversità del Pennino ne fa un habitat eccezionale per la migrazione delle allodole. Durante la notte si possono incontrare tassi, istrici, lepri, i lupi degli Appennini e i camosci.

La flora presenta soprattutto faggi e la Viola Eugeniae.

Fata Morgana modifica

Nei mesi estivi, in particolari condizioni atmosferiche, è possibile assistere dalla cima del Monte Pennino ad un esempio di Fata Morgana, ovvero il "Miraggio dei due Soli". Causato da un susseguirsi di strati d'aria calda e fredda e dal fenomeno della rifrazione, questo effetto ottico permette di assistere a "due albe" sul Mare Adriatico: si vede inizialmente un disco rosso innalzarsi sopra il mare, privo di raggi, che non è altro che uno "sdoppiamento" del Sole che si trova più in alto del Sole stesso. In seguito si assiste all'alba vera e propria, ovvero il Sole reale, luminoso, che si specchia sul mare[5].

Note modifica

  1. ^ Museo archeologico - Nocera Umbra (PG), su iluoghidelsilenzio.it, 24 aprile 2017. URL consultato il 19 luglio 2022.
  2. ^ Friservice, Il Monte Pennino, su Università Agraria Bagnara. URL consultato il 19 luglio 2022.
  3. ^ Nico, Le origini di Colfiorito: i Plestini, Plestia e Santa Maria di Pistia, su www.coninfacciaunpodisole.it. URL consultato il 19 luglio 2022.
  4. ^ Eremo Sant' Angelo "de Bagnara sive de Appennino" - Nocera Umbra (PG), su iluoghidelsilenzio.it, 26 febbraio 2014. URL consultato il 19 luglio 2022.
  5. ^ https://www.umbriatourism.it/it/-/effetto-fata-morgana-la-magica-illusione-ottica-estiva-sul-monte-pennino

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