Il Monte Petrella (1530,9 m)[1], situata nel territorio del comune di Spigno Saturnia (LT nel Lazio, all'interno del territorio del parco naturale dei Monti Aurunci. È la cima più elevata del gruppo dei Monti Aurunci.

Monte Petrella
StatoBandiera dell'Italia Italia
Regione  Lazio
Provincia  Latina
ComuneSpigno Saturnia
Altezza1 530,9 m s.l.m.
Prominenza1 370 m
CatenaMonti Aurunci (nell'Antiappennino laziale)
Coordinate41°19′55.89″N 13°39′55.56″E / 41.332192°N 13.665434°E41.332192; 13.665434
Mappa di localizzazione
Mappa di localizzazione: Italia
Monte Petrella
Monte Petrella

Descrizione modifica

Situato ai margini del territorio ovest del Comune di Spigno Saturnia, confina a nord con il Monte Cavecce (nord-est), a nord-ovest il Monte Coculo e circondato dal territorio di Esperia a nord ed a ovest, a sud con il Monte Campetelle, a est si affaccia sulla Valle dell'Ausente, mentre a ovest domina le catene parallele del Monte Altino-Redentore e degli Aurunci di Itri.

Costituisce un balcone su tutto il Lazio meridionale, offrendo la possibilità di spaziare con lo sguardo sulla costa al confine con la Campania (fino al Vesuvio e al Monte Faito), la Valle dell'Ausente, la piana di Pontecorvo e il Monte Cairo, i confini del Parco Nazionale d'Abruzzo.

Vie di salita modifica

Il Petrella si può abbordare normalmente da due direzioni: da Spigno Saturnia (est) oppure da Maranola (ovest). In quest'ultimo caso vi sono due varianti: percorrenza della strada sterrata che sale dal paese (248 m) fino alla fontana Canale (1276 m) e salita a piedi solo dell'ultimo tratto; oppure - in maniera più completa - partenza dal Rifugio del Redentore (819 m), percorrenza del sentiero dei pellegrini fino alla Sella Sola, attraversamento dalla distesa piano-altimetrica del Monte Altino fino ai piedi del Monte S. Angelo, salita del M. S. Angelo e del Monte Campetelle per giungere infine sulla cima.

La cima modifica

L'area sommitale del Monte Petrella è stata proposta come sito di interesse comunitario con codice IT6040026, Decreto 25 marzo 2005.[2]L'intero massiccio è caratterizzato da importanti fenomeni carsici, particolarmente pronunciati sulla cima di questa montagna. Dal punto di vista speleologico, l'area è sicuramente tra le più interessanti a livello regionale: numerose grotte e inghiottitoi si aprono lungo la cresta nord-est e nei canali situati tra la cima ed il Monte Campetelle, alcune tra le più profonde del Lazio, ancora in corsi di esplorazione e percorribili solo da speleologi esperti. Tra queste si ricordano la Ciauca di Cesa gliu Vicciu (-105 m), l'Abisso Shish Mahal (-315 m), l'Abisso dell'Innominato (-211 m) e l'Abisso di Monte Petrella (- 44 m), solo per citarne alcune.

Proprio in vetta del monte è presente una piccola stazione di emissione con alte antenne alimentate da pannelli fotovoltaici. A poca distanza dall'edificio delle antenne c'è una minuscola piattaforma di atterraggio in cemento per l'elicottero della manutenzione.

Note modifica

  1. ^ Sistema cartografigo Regione Lazio, su geoportale.regione.lazio.it. URL consultato il 25 aprile 2020 (archiviato dall'url originale il 9 aprile 2020).
  2. ^ Elenco dei proposti siti di importanza comunitaria per la regione biogeografica mediterranea, ai sensi della direttiva 92/43/CEE, G.U. della Repubblica Italiana n. 157 dell'8 luglio 2005.

Bibliografia modifica

  • Gruppo Grotte Castelli Romani, Le grotte dei Monti Aurunci. Volume1. Il territorio della XVII Comunità Montana (2013) ISBN 978-88-904485-9-2

Collegamenti esterni modifica