Montebello Vicentino

comune italiano

Montebello Vicentino (Montebeło in veneto) è un comune italiano di 6 319 abitanti[1] della provincia di Vicenza in Veneto.

Montebello Vicentino
comune
Montebello Vicentino – Stemma
Montebello Vicentino – Bandiera
Montebello Vicentino – Veduta
Montebello Vicentino – Veduta
Vista sul centro urbano
Localizzazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
Regione Veneto
Provincia Vicenza
Amministrazione
SindacoDino Magnabosco (lista civica) dal 26-5-2014 (2º mandato dal 27-5-2019)
Territorio
Coordinate45°27′N 11°23′E / 45.45°N 11.383333°E45.45; 11.383333 (Montebello Vicentino)
Altitudine53 m s.l.m.
Superficie21,48 km²
Abitanti6 319[1] (31-05-2023)
Densità294,18 ab./km²
FrazioniAgugliana, Selva, Cà Sordis, Borgo, Mason
Comuni confinantiBrendola, Gambellara, Lonigo, Montecchio Maggiore, Montorso Vicentino, Roncà (VR), Sarego, Zermeghedo
Altre informazioni
Cod. postale36054
Prefisso0444
Fuso orarioUTC+1
Codice ISTAT024060
Cod. catastaleF442
TargaVI
Cl. sismicazona 2 (sismicità media)[2]
Cl. climaticazona E, 2 325 GG[3]
Nome abitantimontebellani
Patronosan Giovanni
Giorno festivo24 giugno
Cartografia
Mappa di localizzazione: Italia
Montebello Vicentino
Montebello Vicentino
Montebello Vicentino – Mappa
Montebello Vicentino – Mappa
Posizione del comune di Montebello Vicentino all'interno della provincia di Vicenza
Sito istituzionale

Geografia fisica modifica

Montebello Vicentino si trova in provincia di Vicenza, al confine con la provincia di Verona. Il comune è situato ai piedi dei Monti Lessini, all'imbocco della valle del Chiampo, tuttavia è poco distante anche dai Colli Berici. È attraversato dal torrente Chiampo, dal fiume Guà e dal Rio Acquetta.

Origini del nome modifica

Secondo l'interpretazione più attendibile, ad aureos montes è il nome del centro abitato, così come viene descritto nell'Itinerario antonino, che per successive trasformazioni di questa locuzione ne ha mantenuto il significato: Montebello quindi significherebbe proprio bel monte, contrariamente a quanto sostenuto da altri, secondo cui Montebello deriva da mons belli (monte della guerra). Non sarebbe poi tuttavia chiaro a quale guerra avrebbe dovuto riferirsi tale nome.[4]

Storia modifica

Periodo preromano e romano modifica

 
La Mason di Montebello Vicentino

La presenza di insediamenti abitati nella zona di Montebello in epoca preromana è testimoniata dal ritrovamento nel suo territorio di alcune tombe di epoca paleoveneta. Esistono riscontri anche in alcuni reperti emersi su tombe analoghe scoperte ad Este, che fu importante centro dei Veneti verso l'VIII secolo a.C.. La via Gallica che passava proprio di qui, ne favorì poi il suo sviluppo.

Successivamente, in età romana invece Montebello acquisì una certa importanza perché si trovava lungo la via consolare Postumia che, fin dal 148 a.C. congiungeva Genova ad Aquileia. Il suo tracciato all'interno dell'attuale comune non è ancora del tutto chiaro, ma con sicurezza si sa che vi si trovava una stazione di ristoro e di cambio cavalli detta Mutatio Aureos (edificio visibile ancor oggi, seppur pesantemente danneggiato dagli austriaci nella battaglia di Sorio dell'8 aprile 1848 e più volte rimaneggiato nell'arco dei secoli, in località Mason; toponimo da cui risulta pertanto evidente l'origine dal nome Mansio-Mansione-Magione-Masone-Mason).[5]
Una Mansio Templi quindi; unica precettoria templare nel vicentino dalla quale dipendeva anche la Gastaldia e la Commenda Gerosolimitana di S. Silvestro di Villaga. Una Domus mansionis de themplo cioè un'importante e ricca struttura ricettiva-assistenziale chiamata Militia Templi, dei Cavalieri del Tempio o Templari con il compito di accompagnare e sostenere i pellegrini diretti in Terra santa all'interno dell’itinerarium Burdigalense.[5]
Di questa domus romana, identificata fin dal IV secolo e che si attesta come pertinenza templare già dal 1189, si conservano ancora le straordinarie cantine a volta, i contrafforti esterni in pietra, l'arco da cui si accede al cortile interno, la vera del pozzo, una chiave di volta con incisa la croce templare ed alcune iscrizioni su pietra di difficile interpretazione.
Degna di nota è anche una pietra miliare o cippo di epoca romana che si trova prospiciente all'edificio sul percorso dei cavalieri, che reca iscrizioni purtroppo non più leggibili. Esiste invece tuttora un dettagliato inventario inquisitoriale del 1310, stilato all'indomani della soppressione dell'Ordine cavalleresco che avvenne il 22 novembre 1307.[5]

Dal Medioevo al Risorgimento modifica

Dopo il crollo dell'Impero Romano, la zona subì via via il dominio dei Goti, dei Longobardi e dei Franchi; non vi sono però documenti risalenti al periodo di transizione tra la dominazione dei Franchi e l'inizio dell'età feudale, durante la quale Montebello fu governato dalla famiglia Maltraverso (tra l'XI e il XIII secolo).
Fu dunque ceduto al Comune di Vicenza, e in seguito passò sotto il dominio degli Scaligeri di Verona durante la loro espansione verso Vicenza (XIV secolo); in questo frangente conobbe un periodo tumultuoso, dovuto ai conflitti tra gli Scaligeri, i Carraresi di Padova, i Visconti di Milano e la Repubblica di Venezia, alla quale Montebello fu annesso all'inizio del XV secolo e sotto il cui controllo rimase fino alla caduta della Serenissima per mano di Napoleone Bonaparte nel 1797.[6]
Napoleone Bonaparte soggiornò col suo esercito nella canonica di Montebello durante la campagna d'Italia, accolto non molto amichevolmente dagli abitanti che si rivoltarono; nel 1813 passò quindi agli austriaci.[7][8]

Un evento storico rilevante è la battaglia risorgimentale (cosiddetta "Battaglia di Sorio") avvenuta l'8 aprile del 1848, durante la quale 2200 giovani studenti italiani (molti dei quali provenienti dall'Università di Padova), tutti volontari, male armati e poco organizzati, si scontrarono con 3000 soldati austriaci tra Montebello e Sorio (frazione del confinante comune di Gambellara); la migliore preparazione delle milizie austriache permise loro di prevalere: la battaglia si risolse con 50 vittime tra i volontari ed un numero non precisato ma certamente alto di feriti. Oggi è ricordata da una Guglia eretta in loro memoria a Sorio.[7][9]

Dal Risorgimento ai giorni nostri modifica

Nel 1866 il Veneto fu annesso all'Italia, e con esso naturalmente anche Montebello, che fu indicato come Vicentino per distinguerlo da altri comuni dello stesso nome. In seguito a ciò, le vicende del paese rifletterono quelle del resto d'Italia: la Grande Guerra portò via tanti giovani, ai quali fu dedicato un monumento; da segnalare che il Generale Giuseppe Vaccari, che guidò la resistenza sul Piave, era nato a Montebello.
L'avvento del Fascismo pose fine ad un periodo di turbolenze sociali e politiche, tuttavia un risollevamento dall'economia si ebbe solo al termine della Seconda guerra mondiale. Dopo l'8 settembre 1943 i tedeschi, per creare una linea di protezione per la loro ritirata, fecero scavare nel paese un vallo, che però fu facilmente superato dai carri armati alleati. Il paese fu bombardato dalla flotta aerea degli alleati, che il 15 ottobre del 1944 sganciarono 183 bombe GP da 500 libbre che, indirizzate verso il ponte ferroviario, colpirono invece le frazioni di Ronchi e Borgo.

Nel dopoguerra si assistette dapprima a fasi emigratorie, e in seguito al cosiddetto miracolo economico del nord est, che portò benessere ma anche inquinamento ed eccessiva cementificazione di alcune zone. Al giorno d'oggi, Montebello è meta d'immigrazione proveniente principalmente dal Nordafrica, dal Ghana, dal Bangladesh e dallo Sri Lanka, e in misura minore dai paesi dell'est europeo.

Simboli modifica

Lo stemma è stato riconosciuto con decreto del capo del governo del 16 dicembre 1936.[10]

«D'azzurro, al castello di rosso, torricellato di tre pezzi merlati alla guelfa, aperto e finestrato dello stesso, fondato su un colle di verde. Ornamenti esteriori da Comune.»

Il gonfalone è un drappo di azzurro.

Monumenti e luoghi d'interesse modifica

Il castello modifica

 
Il castello di Montebello Vicentino

Probabilmente una fortificazione esisteva già in epoca romana, ma notizie più sicure parlano della sua presenza verso il IX-X secolo. Opera di Cangrande della Scala sono il restauro e il rinforzo del castello nel XIV secolo, ultimo lavoro compiuto su di esso. Da allora, è passato di proprietà via via a diversi signori locali, per giungere pressoché in rovina fino ai giorni nostri. Nelle sue immediate vicinanze, nella prima metà dell'Ottocento fu costruito un palazzo, di vago richiamo gotico.[11]
Il castello è stato recentemente ristrutturato, ma non è visitabile in quanto di proprietà privata.[12]

Il Duomo modifica

Il Duomo di Montebello sorge dove in precedenza si trovava la Pieve. La costruzione dell'edificio ebbe inizio nel 1764, e la consacrazione avvenne il 14 gennaio 1798, quando i lavori non erano ancora del tutto ultimati; il completamento avvenne quasi un secolo dopo. Nel 1848 fu aggiunta una torre campanaria.
È incerta l'attribuzione sia dell'edificazione del campanile sia della facciata: si sa che il disegno è dell'architetto veneto Giorgio Massari, che realizzò l'interno, tuttavia i lavori furono eseguiti anni dopo la sua morte, e questo porta a pensare che altri, oltre ad aver materialmente portato a termine l'opera, abbiano introdotto delle variazioni più o meno rilevanti al disegno originale, fino ad arrivare all'attuale aspetto che richiama lo stile neoclassico.[13]
All'interno sono collocate tra le varie opere la pala della Vergine, opera del 1583 realizzata da Giovanni Battista Maganza, la pala del Transito del Patriarca di Giovanni Busato e le statue dei Santi Agostino e Francesco di Sales di Giacomo Cassetti. L'altare centrale è opera di Francesco Lazzari mentre gli affreschi sono in parte di Valentino Pupin ed Antonio Ermolao Paoletti.[13]

Di estrema importanza e fattura architettonica è lo splendido pozzo rinascimentale collocato nei giardini prospicienti la chiesa.[14]

Il ponte di Palladio sul Guà modifica

Nel 1575 la Serenissima avviò la costruzione di un ponte sul torrente Guà su disegno dell'architetto Andrea Palladio. Il progetto prevedeva una costruzione in pietra, a cinque archi, ma in seguito alla morte del Palladio, avvenuta nel 1580, furono introdotte delle varianti all'idea originale: i due archi minori, più esterni, furono completamente murati, con l'intento di aumentare la robustezza della struttura. Tuttavia, proprio per questo motivo il ponte offriva troppa resistenza all'acqua, e già nel 1588 era pericolante a causa soprattutto dell'irregolarità del torrente e delle sue piene irruenti. Il ponte resistette ancora per quasi un secolo e nel 1669 fu distrutto definitivamente.[15]

Le ville venete modifica

Nel territorio sono presenti varie ville storiche da annoverare nel gruppo delle ville venete:[16] tra queste villa Palfy Dann, progettata intorno al 1872 da Antonio Caregaro Negrin, villa Pasetti-Cozza, sempre del Negrin,[17] villa Valmarana-Zonin, realizzata nel 1707[18] e villa Sangiovanni, Freschi-Sparavieri di probabili origini quattrocentesche.[14][19]

Società modifica

Evoluzione demografica modifica

Abitanti censiti[20]

Cultura modifica

Eventi modifica

La Festa Quinquennale della Madonna modifica

La festa è collegata a una statua, interamente scolpita in legno di tiglio, che rappresenta la Vergine seduta con il Bambino sulle ginocchia, conservata nella chiesa prepositurale di Montebello Vicentino.

L'immagine della Madonna nel XVI secolo era venerata sotto il titolo della Concezione. È da supporre, quindi, che un tal nome le sia stato dato subito o poco dopo, il 1476 quando papa Sisto IV aveva prescritto che in tutto il mondo fosse celebrata la festa della Concezione; oppure che appositamente, dopo il 1476, sia stata lavorata la statua che doveva portare un tal titolo. Il lavoro eseguito nel XV secolo lascia campo libero ad entrambe le ipotesi.

La statua della Madonna fu portata in processione per la prima volta il 29 luglio 1793 a causa di una grande siccità. In quell'occasione ancora nella sera stessa cadde la desiderata pioggia.
Nel 1834 mons. Cappellari, vescovo di Vicenza, mentre compiva la visita pastorale alla parrocchia di Montebello, osservò che male conveniva il titolo di Madonna della Concezione ad una immagine effigiata in quelle forme; da quel tempo, anche fra il popolo, andò diminuendo l'uso di chiamarla con il primitivo nome, appellandola piuttosto come “la nostra Madonna”, finché nel 1885 divenne la "Madonna di Montebello".

Dopo la metà del XIX secolo, a causa del restauro alla chiesa prepositurale, la Madonna fu trasportata alla chiesa ora scomparsa di San Francesco che si trovava all'inizio di via San Francesco a Montebello. Fu l'occasione per restaurare la Madonna; furono tolte le vesti di seta e broccato (aggiunte nel 1700) e ripristinate le dorature degli indumenti e del manto e la statua riapparve in tutta la sua bellezza, specialmente nei panneggiamenti e nel volto, grazie all'opera di Faustino Dalla Vecchia.

Il 26 aprile 1885 l'immagine di Maria fu trasportata solennemente dalla chiesa di San Francesco alla prepositurale. Il paese per l'occasione si vestì a festa e le vie furono addobbate con fiori, archi di verde e alla sera con fiaccole multicolori. Dopo la solenne processione il Prevosto mons. Capovin parlando alla folla propose di rinnovare ogni 5 anni, nella prima domenica di maggio, i festeggiamenti. La proposta fu accolta e nacque così la Solenne, cioè la Festa Quinquennale della Madonna: le case vengono addobbate di bianco e azzurro, e la statua della Madonna viene portata in processione. Le edizioni più recenti sono state quelle del 2 maggio 2010 e del 3 maggio 2015, (XXVI edizione della Festa).

Economia modifica

Fino agli anni cinquanta, la popolazione di Montebello viveva prevalentemente di agricoltura. In seguito al miracolo economico del nord est dell'Italia negli anni sessanta, grazie anche all'iniziativa imprenditoriale di tanti montebellani e con il supporto delle amministrazioni locali che si prodigarono affinché Montebello potesse avere un casello autostradale (inizialmente non previsto dalla costruzione dell'autostrada A4), l'economia passò da agricola a prevalentemente industriale, con lo sviluppo di tante imprese nel settore della meccanica e dell'elettronica industriale.
Nei decenni successivi si ebbe lo sviluppo della concia delle pelli, in linea con il resto della valle del Chiampo. Il settore agricolo tuttavia è ancora attivo, grazie alla quantità di risorse disponibili. Al giorno d'oggi, la fitta rete di imprese che caratterizza Montebello sta conoscendo una fase di crisi dovuta alla concorrenza dei paesi emergenti tra cui Israele.

Nel territorio comunale ha sede un'importante casa automobilistica di lusso, la Fornasari trasferitasi a Montebello Vicentino verso la fine del 2005 e Bottega Veneta, azienda operante nel settore dell'alta moda, trasferitasi a Montebello nel 2013.[21]

Infrastrutture e trasporti modifica

Strade modifica

Ferrovie modifica

Amministrazione modifica

Periodo Primo cittadino Partito Carica Note
1867 1879 Giuseppe Pasetti Sindaco
31 gennaio 1879 1883 Antonio Canton Sindaco
1883 1884 Giovanni Fiorini Sindaco
15 gennaio 1885 1889 Luigi Baldisserotto Sindaco
20 aprile 1889 1893 Patrizio Zanetti Sindaco
20 aprile 1893 4 gennaio 1897 Bortolo Dal Molin Sindaco
4 gennaio 1897 18 aprile 1900 Giacomo Maraschin Assessore anziano
18 aprile 1900 1920 Giovanni Battista Farina Sindaco
20 marzo 1920 27 novembre 1920 Capelli Commissario Prefettizio
30 dicembre 1920 1923 Iginio Peruffo Partito Popolare Italiano Sindaco
26 febbraio 1923 6 maggio 1923 Gherardo Tonelato Assessore anziano
30 giugno 1923 15 luglio 1924 Giovanni Brunelli Assessore anziano
30 agosto 1924 4 giugno 1925 Gherardo Tonelato Assessore anziano
18 luglio 1925 4 settembre 1925 Silvio Zanetti Assessore anziano
26 ottobre 1925 20 aprile 1927 Domenico Maraschin Commissario Prefettizio
25 maggio 1927 10 dicembre 1933 Giovanni Battista Farina Partito Nazionale Fascista Podestà
23 dicembre 1933 28 marzo 1934 Zanetti Commissario Prefettizio
10 aprile 1934 15 gennaio 1944 Giovanni Battista Dal Maso Partito Nazionale Fascista Podestà
29 gennaio 1944 29 aprile 1944 Lucillo Frigo Commissario Prefettizio
27 aprile 1945 1946 Bruno Munaretto Sindaco [22]
28 marzo 1946 1951 Silvestro Lovato Democrazia Cristiana Sindaco
11 giugno 1951 1956 Giulio Rigon Sindaco
27 maggio 1956 1961 Mario Cracco Sindaco
10 luglio 1961 1965 Guerrino Feltre Sindaco
1965 1975 Carlo Fiorello Boscardin Democrazia Cristiana Sindaco
1975 1985 Piergiorgio Rigon Democrazia Cristiana Sindaco
1985 1993 Giuseppe Dalla Gassa Democrazia Cristiana Sindaco
1993 1995 Claudio Santacà Democrazia Cristiana Sindaco
1995 2004 Giuseppe Cristofaletti Centro Sindaco
2004 2014 Fabio Cisco PdL - LN Sindaco
2014 in carica Dino Magnabosco Lista civica Sindaco

Altre informazioni amministrative modifica

La denominazione del comune fino al 1867 era Montebello.

La circoscrizione territoriale ha subito le seguenti modifiche: nel 1929 aggregazione di territori del soppresso comune di Zermeghedo; nel 1947 distacco di territori per la ricostituzione del comune di Zermeghedo (Censimento 1936: pop. res. 787)[23].

Sport modifica

Calcio modifica

La principale squadra di calcio della città è l'U.S.D. Montebello che milita nella categoria Promozione.

Sito ufficiale: http://usdmontebello.it/

Hockey su pista modifica

L'ASD Montebello Hockey è stata fondata nel 1965. Ora milita nel campionato nazionale di serie A1.

Sito ufficiale:http://hockeymontebello.altervista.org

Note modifica

  1. ^ a b Dato Istat - Popolazione residente al 31 maggio 2023.
  2. ^ Classificazione sismica (XLS), su rischi.protezionecivile.gov.it.
  3. ^ Tabella dei gradi/giorno dei Comuni italiani raggruppati per Regione e Provincia (PDF), in Legge 26 agosto 1993, n. 412, allegato A, Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile, 1º marzo 2011, p. 151. URL consultato il 25 aprile 2012 (archiviato dall'url originale il 1º gennaio 2017).
  4. ^ Nori, p. 16-18.
  5. ^ a b c Nori, p. 93-95.
  6. ^ Nori, p. 18-32.
  7. ^ a b Nori, p. 34.
  8. ^ Maggio, p. 31.
  9. ^ Maggio, p. 21.
  10. ^ Montebello Vicentino, su Archivio Centrale dello Stato. URL consultato il 15 gennaio 2023.
  11. ^ Nori, p. 52-57.
  12. ^ Castello Maltraverso, Viviani, Pagani, Della Negra, Mocenigo, Carlotti, Fiori, Dal Maso (PDF), su irvv.regione.veneto.it.
  13. ^ a b Nori, p. 68-84.
  14. ^ a b Villa Sangiovanni, Pasetti, Freschi-Sparavieri, Nardi e altri (PDF), su irvv.regione.veneto.it.
  15. ^ Donata Battilotti, Palladio tradito: il ponte sul Guà a Montebello, in Franco Barbieri, Per Franco Barbieri, studi di storia dell'arte e dell'architettura, a cura di Guido Beltramini, Venezia, 2004, p. 87-102.
  16. ^ ISTITUTO REGIONALE VILLE VENETE, su irvv.regione.veneto.it.
  17. ^ Villa Palfy Dann, Veronese Pesciolini, Capra, Meneguzzo (PDF), su irvv.regione.veneto.it.
  18. ^ Villa Valmarana, Frigo, Brunello Boroni, Zonin (PDF), su irvv.regione.veneto.it.
  19. ^ Sangiovanni, Freschi-Sparavieri (JPG), su commons.wikimedia.org.
  20. ^ Statistiche I.Stat ISTAT  URL consultato in data 28-12-2012.
    Nota bene: il dato del 2021 si riferisce al dato del censimento permanente al 31 dicembre di quell'anno. Fonte: Popolazione residente per territorio - serie storica, su esploradati.censimentopopolazione.istat.it.
  21. ^ Leed Platinum certification per Bottega Veneta, su Vogue Italia. URL consultato il 13 gennaio 2021.
  22. ^ Nominato dal CLN locale
  23. ^ Fonte: ISTAT - Unità amministrative, variazioni territoriali e di nome dal 1861 al 2000 - ISBN 88-458-0574-3

Bibliografia modifica

  • Vittoriano Nori, Montebello Vicentino, la storia e l'arte, 1988.
  • Amelio Maggio e Luigi Mistrorigo, Montebello Novecento, 1997.
  • Donata Battilotti, "Ville venete: la Provincia di Vicenza, Venezia, 2005.

Altri progetti modifica

Collegamenti esterni modifica

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