Moses ben Mordecai Zacuto

rabbino e poeta olandese

Moses Ben Mordecai Zacuto, in ebraico משה בן מרדכי זַכּוּת?, noto anche con l'acronimo ReMe"Z (Amsterdam, 1625Mantova, 1º ottobre 1697), poeta ebreo, talmudista e cabalista, fu rabbino della comunità di Mantova dal 1673 fino alla morte.

Biografia modifica

Zacuto nacque in una famiglia marrana portoghese ad Amsterdam e studiò materie ebraiche con Saul Levi Morteira.[1] Studiò anche discipline secolari e imparò il latino. Come studente di Morteira, Zacuto potrebbe essere stato, da giovane ad Amsterdam, un compagno di Baruch Spinoza.[2]

Viaggi modifica

Propenso al misticismo sin da giovane, Zacuto intraprendeva devozioni e digiuni per riuscire a concentrarsi meglio: una volta digiunò per quaranta giorni per dimenticarsi il latino che aveva imparato, affermando che tale lingua non poteva essere compatibile con le verità cabalistiche. Per continuare i suoi studi talmudici andò da Amsterdam in Polonia, come appare chiaro dalla lettera di raccomandazione che consegnò ai delegati di Venezia nel 1672, che erano venuti in Italia a raccogliere contributi per le comunità ebraiche polacche oppresse.[3] Era sua intenzione di andare in pellegrinaggio in Palestina, ma fu persuaso a rimanere rabbino a Venezia, dove infatti rimase dal 1645 fino all'estate del 1673, ad eccezione di un breve soggiorno a Padova.[4] Venne poi chiamato a Mantova dove fu nominato rabbino della comunità con uno stipendio fisso di 300 ducati; lì rimase fino alla morte, ventiquattro anni dopo.[5]

Misticismo modifica

  Lo stesso argomento in dettaglio: Cabala ebraica e Misticismo ebraico.

Zacuto si applicò con grande attenzione e passione allo studio della Cabala ebraica, sotto la guida di Benjamin ha-Levi, discepolo di Hayim Vital, e che era venuto in Italia da Safed; tale occupazione rimase una delle sue attività principali per tutta la vita. Fondò un seminario per lo studio cabalistico ed i suoi studenti prediletti, Benjamin ha-Kohen e Abraham Rovigo (1650-1713), lo visitavano spesso, rimanendo con lui a volte per mesi interi a Venezia o Mantova, per intraprendere interpretazioni dei misteri cabalistici.

Zacuto compose quarantasette poemi liturgici,[6] Alcuni sono stati stampati negli inni festivi Hen Ḳol Ḥadash,[7], mentre altri sono stati inclusi in vari libri di preghiere ebraiche.

Scrisse inoltre poesie penitenziali (Tikkun Shovavim, Venezia, 1712; Livorno, 1740) per il servizio liturgico della sera prima del Plenilunio, come anche le preghiere di Hosha`na Rabbah e occasioni simili, tutto nello spirito della Cabala. Zacuto fu anche l'autore di una poesia di mille parole, ognuna iniziante con la lettera "א" (Alef Alpin);[8] un lungo poema dal titolo Tofteh `Aruk, o L'Inferno Figurato (Venezia, 1715, 1744), in cui rappresenta le punizioni dell'inferno; il più antico poema drammatico in ebraico, pubblicato col titolo Yesod 'Olam.[9]

Nella sua opera Shorshei Hashemot ("Libro delle Radici dei Nomi") Zacuto incluse lunghe citazioni del cabalista di Fès, Rabbi Isaiah Bakish (XVI secolo).[10]

Opere modifica

  • Hen Ḳol Ḥadash (inni), curato da Moses Ottolenghi (Amsterdam, 1712)
  • Tikkun Shovavim (poesie), Venezia, 1712; Livorno, 1740
  • Shudda de-Dayyane, guida per le decisioni giuridiche di legge commerciale (Mantova, 1678; ristampato nel Ha-Goren, iii. 181 et seq.)
  • Ḳol ha-ReMeZ (postumo), commentario della Mishnah (che conosceva a memoria), con elucidazioni dei commentari di Obadiah di Bertinoro e altri (Amsterdam, 1719)
  • Raccolta di responsa ebraici con decisioni halakhiche di contemporanei (Venezia, 1760)
  • Iggerot ha-ReMeZ, con lettere di contenuto cabalistico scritte da lui e da altri, oltre al suo poema 'Elef Alpin' (Livorno, 1780)
  • Yesod 'Olam (Berlino, 1874)
  • Curò e modificò anche lo Zohar (Venezia, 1663) e altri scritti. Un numero considerevole di sue opere, come il suo commentario al Talmud gerosolimitano, le omelie e gli scritti cabalistici, rimangono tuttora inediti.
  • Shorshei Hashemot (Libro delle Radici dei Nomi), XVII secolo (in ebraico), Ed. Nehora, 2010.

Note modifica

  1. ^ Un'elegia in occasione della morte di Morteira, scritta da Zacuto, fu pubblicata da D. Kaufmann in REJ, 37, 1898, p. 115.
  2. ^ Gershom Scholem & Jozeph Michman, "Zacuto, Moses ben Mordecai", voce della Encyclopaedia Judaica, cur. Michael Berenbaum e Fred Skolnik, 2ª ediz., Vol. 21, Macmillan Reference USA, 2007, pp. 435-437 (Gale Virtual Reference Library Web, 13 dicembre 2013).
  3. ^ La lettera apparentemente fa riferimento specifico alla Yeshivah di Posen.
  4. ^ "ZACUTO, MOSES BEN MORDECAI", voce della Jewish Encyclopedia che, tra l'altro, cita che Zacuto sembra avesse un fratello maggiore chiamato Nehemiah, con cui Zacuto stette per un periodo a Venezia, appena arrivatovi. Gershom Scholem, nell'articolo della Judaica menziona anche un probabile soggiorno a Verona.
  5. ^ Il suo epitaffio è riportato da Wolf (Bibl. Hebr. iv. 1200) e da Landshuth (Ammude ha-'Abodah, p. 215). Vedi relativa bibliografia s.v. della (EN) Moses ben Mordecai Zacuto, in Jewish Encyclopedia, New York, Funk & Wagnalls, 1901-1906.
  6. ^ Enumerati da Landshuth (loc.cit., pp. 216segg.). Vedi relativa bibliografia su JewishEncyclopedia - Azulai, Shem ha-Gedolim, i. 153; Daniel Levi De Barrios, Arbol de las Vidas, p. 78; Delitzsch, Zur Geschichte der Jüdischen Poesie, pp. 72segg., Ha-Goren, iii. 175segg.; Heinrich Graetz, Gesch. ix. 201segg., x. 170; Graziadio Nepi-Mordecai Ghirondi, Toledot Gedole Yisrael, p. 225; Moritz Steinschneider, Cat. Bodl. col. 1989-1992; Zunz, Literaturgesch., pp.440segg.; Julius Fürst, Bibl. Jud. iii. 201segg.; Joseph Zedner, Cat. Hebr. Books Brit. Mus., pp. 588segg.
  7. ^ Ediz. curata da Moses Ottolenghi (Amsterdam, 1712).
  8. ^ Stampata con un commentario alla fine di Iggerot ha-ReMeZ, pp. 43segg.
  9. ^ Curato da A. Berliner, Berlino, 1874.
  10. ^ Vedi l'edizione 2010: Tome 1, pp.6-79, 234; 30-28, 379; 40-35, 373; 40-52, 801; 90-2-5, 477a-478b; 90-5.

Voci correlate modifica

Collegamenti esterni modifica

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