Mugnano di Napoli

comune italiano

Mugnano di Napoli (in passato, Mugnano di [a] Capodimonte[4]) è un comune italiano di 34 607 abitanti[1] della città metropolitana di Napoli in Campania. È annoverato tra gli antichi Casali del Regno di Napoli.

Mugnano di Napoli
comune
Mugnano di Napoli – Stemma
Mugnano di Napoli – Bandiera
Mugnano di Napoli – Veduta
Mugnano di Napoli – Veduta
Largo del Municipio con il vecchio edificio comunale (a destra). Foto del 1936.
Localizzazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
Regione Campania
Città metropolitana Napoli
Amministrazione
SindacoLuigi Sarnataro (PD) dal 21-9-2020
Territorio
Coordinate40°54′15″N 14°12′28″E / 40.904167°N 14.207778°E40.904167; 14.207778 (Mugnano di Napoli)
Altitudine125 m s.l.m.
Superficie5,25 km²
Abitanti34 607[1] (31-12-2022)
Densità6 591,81 ab./km²
Comuni confinantiNapoli, Marano di Napoli, Calvizzano, Giugliano in Campania, Melito di Napoli, Villaricca
Altre informazioni
Cod. postale80018
Prefisso081
Fuso orarioUTC+1
Codice ISTAT063048
Cod. catastaleF799
TargaNA
Cl. sismicazona 2 (sismicità media)[2]
Cl. climaticazona C, 1 174 GG[3]
Nome abitantimugnanesi
PatronoSan Biagio di Sebaste
Giorno festivo3 febbraio
Cartografia
Mappa di localizzazione: Italia
Mugnano di Napoli
Mugnano di Napoli
Mugnano di Napoli – Mappa
Mugnano di Napoli – Mappa
Posizione del comune di Mugnano di Napoli nella città metropolitana di Napoli
Sito istituzionale

Geografia fisica modifica

Territorio modifica

Mugnano di Napoli occupa il settore nord-occidentale della periferia napoletana denominato agro giuglianese o sub-flegreo[5] incluso tra il versante meridionale della pianura campana e le falde settentrionali della collina dei Camaldoli.

L'altitudine è compresa tra le quote 101 e 146 m s.l.m. degradando progressivamente lungo la direttrice nord-sud. In direzione est-ovest l'area è pressoché pianeggiante con un dislivello di pochi metri.

Geologia modifica

La successione geologica s'inquadra nello schema generale della cintura metropolitana con depositi vulcanici che hanno origine dai Campi Flegrei e, parzialmente, dal sistema Monte Somma-Vesuvio.

La stratigrafia evidenzia materiali piroclasti quali pozzolana[6] humificata, tufo giallo, generalmente compatto, breccia, elementi di lava, xenolite e cinerite relativa alle eruzioni vesuviane e a quelle flegree degli Astroni[7]. Concludono la sequenza, livelli di cenere, pomice granulare policroma, lapillo e sabbia.

L'orografia risulta favorevole in quanto svolge la funzione di spartiacque dell'assetto idrografico camaldolese. Quest'ultimo appare caratterizzato da ripidi corsi d'acqua i cui ammassi di fango o lave s'immettevano nel locale torrente[8] percorrendo a nord la pianura sino alla confluenza nel fiume Clanio[9].

La millenaria erosione delle acque torrentizie nei banchi di tufo ha generato solchi detti cupe e i cavòni, profondi valloni tra pareti a picco e costituiscono una nota dominante del territorio campano[10].

A causa delle continue inondazioni documentate sin dal XVII secolo, che apportavano ingenti danni a campagne e fattorie, con la dinastia reale dei Borbone venne realizzato a partire dal 1843 un alveo artificiale detto Il Lagno, grande innovazione per l'epoca, che attraversa Mugnano di Napoli ad ovest per una lunghezza di circa 1,5 km[11] sfociando in mare tra Licola e Varcaturo:

«Dietro le proteste e il danno continuo delle popolazioni proprio alle porte di Napoli (...) e dopo un primo tentativo compiuto nel 1817 per rettificarne il corso, regolare il bacino inferiore del Volturno, utilizzare le torbide durante le piogge, colmare alcuni stagni e paludi fra Licola e il lago di Patria (...) il 5 ottobre 1857 fu presentato alla Discussione del Consiglio Ordinario dello Stato il progetto di regolamento pel buon regime delle terre in pendio nei raggi delle opere di bonificazione che piacque al Re e, per volere di Lui, doveva essere tenuto presente nella discussione sulla legge forestale[12]»

Nonostante numerosi progetti di riqualificazione e recupero presentati, questo tratto è stato parzialmente coperto con interventi della Regione Campania[13].

Clima modifica

È presente il clima mediterraneo che risente fortemente degli influssi tropicali. Le estati sono lunghe e calde mentre gli inverni sono brevi, relativamente miti, ma con intense precipitazioni tra ottobre e febbraio a causa dell'aria umida proveniente dal Mar Tirreno.

La classificazione climatica di Thornthwaite è la seguente: C2 B'3sb'4 (clima da umido a subumido, terzo mesotermico con moderato deficit estivo). Nell'area in oggetto, il numero di giorni piovosi è, in media, di 87 l'anno, mentre la pioggia totale annua è di 855 mm. I valori pluviometrici medi scendono al di sotto dei 50 mm mensili, durante il periodo maggio-agosto, e possono risultare nulli, in alcuni anni, tra febbraio e ottobre.

Le temperature medie invernali sono di solito attorno ai 10 °C. Quelle estive sono di 26 °C con valori massimi di 30-32 °C[14]. Un'eccezionale nevicata, la prima attestata, risale alla Domenica delle Palme del 1700 e si protrasse per quattro giorni. Nel corso della grande ondata di freddo e nevicata del febbraio 1956 e dell'ondata di freddo del gennaio 1985[15], sono state registrate temperature di −4,0/−4,4 °C. L'ondata di freddo del febbraio 2012 ha comportato fenomeni nevosi durati complessivamente cinque giorni. Le ultime grandi nevicate si sono avute nel febbraio 2018 con il Burian proveniente dall'Europa Orientale[16][17].

Storia modifica

Preistoria modifica

Le alture dei Camaldoli, residuo di un grande edificio vulcanico detto Archiflegreo, furono sedi idonee allo stanziamento umano sin da epoca remota analogamente ai limitrofi pianori. Questi luoghi erano immersi nell'estesa macchia mediterranea tra boschi, selve, cedui, fratte e canneti. La scelta di zone fertili ed il controllo d'importanti itinerari naturali consentirono una graduale evoluzione dalle connotazioni migratorie silvano-pastorali a quelle stanziali agresti.

Età antica modifica

Il periodo protostorico modifica

Le più antiche tracce locali di frequentazione umana sono state confermate, nel 2008, dal rinvenimento in contrada Pizzo Senza Fegato[18] di ceramica del Bronzo Antico precedente la grande eruzione vesuviana delle pomici di Avellino verificatasi nel II millennio a.C.[19]. I reperti si inquadrano nella facies culturale di Palma Campania. Le attività di sussistenza erano basate prevalentemente sull'agricoltura e allevamento[20].

A poca distanza, la direttrice odierna via Antica di Chiaiano-via Bivio-Cupa Filanda ripercorre un antico tratturo, già percorso dal Neolitico, che metteva in collegamento l'area flegreo-napoletana e il circondario settentrionale.

Il periodo preromano modifica

In epoca classica (V secolo a.C.) il territorio si collocava in posizione strategica tra l'ambiente costiero e collinare, interessato dalle colonie della Magna Grecia, e l'entroterra campano occupato da autoctoni Italici ed Etruschi, gravitando intorno a Cuma, Liternum, Puteoli, Neapolis, Velsu o Verxa (ipotizzata nei dintorni di Aversa) e Atella.

Il modello demografico che si propone vede una distribuzione di nuclei rurali sparsi, necropoli adiacenti e santuari campestri con una massiccia frequentazione dalla metà del IV secolo a.C.[21].

Le sepolture, in prevalenza a inumazione, sono costituite da lastroni di tufo, tegoloni[22] o semplici fosse terragne. I corredi funerari presentano, di norma, ceramica acroma di produzione locale e a vernice nera accanto alla più pregiata ceramica campana a figure rosse.

Di particolare interesse archeologico è una vasta area, oggetto di vincolo conservativo, compresa tra le contrade Napolano-Giordano, Torricelli, Fiore, Epitaffio e parte di Cannito Piccolo[23].

La prima scoperta archeologica documentata risale al 1829 presso contrada Monaco[24] e consiste in alcune sepolture ascrivibili agli Italici Osco-Sanniti di inizi età ellenistica tra il IV secolo a.C. ed il III secolo a.C.. All'interno furono rinvenuti vasellame e alcune monete di Napoli e della colonia romana di Suessa.[25].

Al medesimo periodo risalgono i resti di un insediamento abitativo, unico esempio attestato in Campania, e una vasta necropoli composta da 70 sepolture, rinvenuti in contrada Paparelle dall'archeologo Davide Fabris nel 1998[26]. Tali vestigia sono parzialmente inglobate nel piano-cantinato della Scuola Media Statale Illuminato-Cirino che costituisce il Museo Ipogeo in fase di completamento[27].

Il periodo romano modifica

Durante la tarda repubblica romana (fine I secolo a.C.) l'area raggiunse la più alta densità demografica in seguito all'espansione della colonia marittima di Puteoli, con numerose ville rustico-residenziali e monumenti funerari collegati alla via Consolare Campana, garantendo uno sviluppo sociale ed economico sino alle invasioni barbariche del V secolo[28]. Questi edifici erano di proprietà di famiglie appartenenti alla classe dirigente cittadina, liberti di condizione agiata e collegi funerari.

Un mausoleo di epoca imperiale (I secolo d.C.)[29] è utilizzato come cisterna nella Masseria Torricelli (fine XVI secolo) situato in via Antica di Chiaiano.

Un ipogeo di I-II secolo d.C. oggi scomparso[30] e una villa rustico-residenziale[31] di fine I secolo a.C.-III secolo d.C. sono stati rinvenuti, rispettivamente, in via Giacomo Brodolini[32] e via Giuseppe Di Vittorio tra il 1970 ed il 1990.

Sepolture a coppi e tegoloni del medesimo periodo costituivano le deposizioni più modeste di braccianti e schiavi al servizio dei proprietari locali.

Resti della centuriazione della Campania antica Ager Campanus I-II, con assegnazione di terre a veterani di guerra, sono individuabili nelle odierne direttrici stradali:

Età medievale modifica

La fondazione di Carpignano e Mugnano modifica

Lungo l'alveo di Camaldoli sorse, intorno al V secolo, l'abitato rurale di Carpinianum, ritenuto la prima fondazione della cittadina, con la chiesa intitolata a San Giovanni Battista.

In seguito alle incursioni di Visigoti[36], Vandali, Eruli[37], Ostrogoti[38] in Campania e, più tardi, di Longobardi nel tentativo di conquistare Napoli[39], Franchi e Saraceni[40] gli abitanti di Carpignano si trasferirono gradualmente dalla parte opposta dell'alveo i cui argini, probabilmente elevati, consentivano un riparo adeguato.

Di conseguenza, nacque Munianum che corrisponde all'attuale centro storico[41]. Un atto notarile risalente all'anno 955 menziona in loco Muniani alcuni terreni e una piscina (serbatoio d'acqua)[42]. Da un documento del 959 si viene a conoscenza dell'esatta posizione geografica, a settentrione della cappella di Santa Maria Assunta al Trivio nei possedimenti della Chiesa dei Santi Severino e Sossio[43].

Secondo l'ipotesi più attendibile, il toponimo deriverebbe dal verbo latino munìre="proteggere"[44], in relazione ad un locus munitus posto ai limiti settentrionali del Ducato di Napoli[45]. Documenti e cartografie antiche riportano le denominazioni Munianum, Mugnanum, Mungnanum, Mognano, Mongano e Moiano[46].

Nel corso del XIII secolo, Federico II di Svevia riconobbe a Mugnano la fisionomia giuridica di Universitas Civium ovvero, una comunità autonoma di cittadini, che mantenne rapporti specifici e privilegi con Napoli[47].

Età moderna modifica

Tra fine XVII secolo e inizio XVIII troviamo la definizione:

«Mugnano, Casale Regio di Napoli, da cui n'è distante miglia 4 incirca, situato in luogo piano, ove l'aria non è delle insalubri[48]»

Nel 1789 Mugnano fu sede di un importante Circolo di «Studi di Antichità» nel Palazzo Dentice[49], cui vi prendeva parte il Marchese Michele Arditi, Soprintendente agli Scavi del Regno Borbonico e Direttore Generale del Museo Archeologico Nazionale di Napoli[50].

Il casale in passato era mèta delle migliori famiglie nobili napoletane, alcune delle quali vi si stabilirono. Storia documentata è che a Mugnano nacquero molti esponenti della casata Capece Minutolo, tra questi anche il primo ''Principe di Canosa'' Fabrizio Capece Minutolo (29 giugno 1684). Un figlio adottivo (come risulta da documenti del Tribunale di Napoli) di quest'ultimo, ovvero Fabrizio Riccardo Memola Capece Minutolo, fu Sindaco di Mugnano per ben due mandati elettorali: dal 21 febbraio 1885 al 25 maggio 1888, in seguito dal 1º ottobre 1900 all'8 ottobre del 1909 e ciò risulta anche dall'elenco dei sindaci che hanno amministrato la città.

Nel 1806 furono emanate le Leggi eversive della feudalità che decretarono la fine di tutti i privilegi feudali nel Regno di Napoli e l'inizio dell'Amministrazione comunale.

Simboli modifica

Mugnano di Napoli ha, come propri simboli distintivi, lo stemma e il gonfalone[51] concessi con D.P.R. dell'11 novembre 1974.[52]

Stemma modifica

Il vecchio stemma raffigurava un mugnaio con un asino intento a girare una macina da mulino[53]. I documenti anteriori alla proclamazione del Regno d'Italia recano il timbro con lo stemma del Regno delle Due Sicilie adottato il 2 agosto 1802.

Lo stemma attuale è estratto dall'Archivio di Stato di Napoli ed è conforme al sigillo esistente nel fondo Voci di Vettovaglie in Terra di Lavoro (XVIII secolo)[54]:

«D'azzurro, al tralcio di vite posto in banda abbassata sul fianco sinistro dello scudo, pampinoso di sei e fruttato di quattro, il tutto d'oro, sormontato da uno stiletto d'argento, posto in palo, manicato d'oro. Ornamenti esteriori da Comune.»

Gonfalone modifica

«Drappo troncato di giallo e d'azzurro, riccamente ornato di ricami d'argento e caricato dello stemma sopra descritto con la iscrizione centrata in argento: Comune di Mugnano di Napoli. Le parti di metallo ed i cordoni saranno argentati. L'asta verticale sarà ricoperta di velluto dei colori del drappo, alternati con bullette argentate poste a spirale. Nella freccia sarà rappresentato lo stemma del comune e sul gambo inciso il nome. Cravatta e nastri tricolorati dai colori nazionali frangiati d'argento.»

Monumenti e luoghi d'interesse modifica

Architetture religiose modifica

 
Chiesa di San Alfonso e San Luigi

Chiesa di San Giovanni Battista a Carpignano (V secolo) modifica

fu il primo fulcro intorno al quale sorse il villaggio di Carpignano. Restaurata nel 1656 e nel 2004.

  • Chiesa di Santa Maria Assunta al Trivio (X secolo)
  • Cappella di S. Maria di Campo D'Isola (VIII-XIII secolo)
  • Chiesa di San Biagio Vescovo e Martire (XI-XVI secolo)
  • Cappella San Lorenzo Martire (XVIII secolo). Costruita nel 1708 come cappella gentilizia della famiglia Flauto.
  • Chiesa e Ritiro della Beata Vergine del Carmine (XIX secolo). Fu inaugurato nel 1861.
  • Chiesa e Convento del Sacro Cuore di Gesù (XIX secolo)
  • Chiesa dei SS. Alfonso e Luigi (XX secolo), costruita riprendendo la forma di una nave simbolicamente in rotta verso il cielo.
  • Chiesa del Beato Nunzio Sulprizio (XXI secolo)

Architetture civili modifica

 
Villa Vulpes intorno al 1920
  • Palazzo Capece-Minutolo (fine XVI secolo). Fu abbattuto insieme all'attigua cappella di sant'Aniello. Su quello stesso suolo sorge l'edificio scolastico Seguino.
  • Palazzo Brancaccio (XVII secolo)
  • Palazzo Filomarino (XVII secolo)
  • Palazzo Capecelatro-Chianese (XVII secolo)
  • Palazzo Dentice-De Magistris (XVII secolo)
  • Palazzo Zurlo-Capasso (XVIII secolo)
  • Palazzo Flauto (XVIII secolo)
  • Villa Venusio (fine XVIII secolo), costruita dalla famiglia Capece Minutolo.
  • Palazzo Capasso (XIX secolo)
  • Villa Vulpes (XVIII secolo), con impianto neoclassico, all'interno è presente una cappella dedicata a Sant’Anna.

Aree archeologiche modifica

  • Reperti di epoca protostorica (II millennio a.C.) in contrada Pizzo Senza Fegato
  • Insediamento abitativo e necropoli di epoca preromana (IV-III secolo a.C.) in contrada Paparelle
  • Mausoleo di epoca romana (I secolo d.C.) in contrada Torricelli
  • Villa rustico-residenziale di epoca romana (fine I secolo a.C.-III secolo d.C.)
  • Villa rustica di epoca romana (I secolo a.C.-IV-V secolo d.C.) in contrada Pizzo Senza Fegato

Mausoleo Torricelli modifica

Lungo la "via Antica Chiaiano" è situato un sepolcreto cinerario a forma di torre, risalente al I secolo d.C.[55] Attorno a questa torre romana, dal XVI secolo in poi, vennero costruiti diversi corpi di fabbrica, arrivando a formare una masseria fortificata denominata Masseria Torricelli. Accanto a questa masseria è ubicata una piccola cappella in stile gotico, chiamata Santa Maria di Campo d’Isola[56].

Società modifica

Evoluzione demografica modifica

Abitanti censiti[57]

etnie e minoranze straniere modifica

Al 31 dicembre 2022 la popolazione straniera era di 610 persone, pari all'1,79% della popolazione.[58]

Tradizioni e folclore modifica

Festa del Sacro Cuore di Gesù modifica

Molto sentita dalla popolazione è la Festa del Sacro Cuore di Gesù, dieci giorni di festeggiamenti collegati a concerti bandistici e fuochi pirotecnici[59].

Istituzioni, enti e associazioni modifica

  • Clinica dei Fiori

Cultura modifica

Media modifica

  • Emittente televisiva Morgan TV.
  • Emittente radiofonica Radio Azzurra Napoli Doc con studi presso la struttura della Morgan TV.

Geografia antropica modifica

Contrade modifica

Campo delle Mele, Cannito Grande, Cannito Piccolo, Caracciolillo, Caracciolo-Aiello, Epitaffio, Fiore, Fruscio, Monaco, Murelle-Bosco, Napolano, Paparelle, Pastena, Pizzo Senza Fegato, Pozzillo, Ramora, Romora, Rossa, S. Alfonso, S. Giovanni a Campo, S. Giovanni a Carpignano, Terracciano, Torricelli, Zì Peppe[60].

Economia modifica

Le coltivazioni locali, caratterizzate in passato da una produzione cereagricolo-vinicola unitamente a quelle più rinomate della canapa del lino e del tabacco, sono tipiche di un ambiente asciutto o supportato da adeguata irrigazione.

Sono presenti appezzamenti prevalentemente frutticoli, seguite da rare superfici seminative o incolte, nei quali troviamo la Melannurca campana e la Ciliegia (varietà Arecca, Bigarreau, Del monte, Durone I-II-III, Ferrovia, Giorgia, Lapins, Maggiaiola[61] e Malizia) seguite dal pesco, albicocco, susino, nespolo, gelso, noce, nocciolo, mandorlo e cachi.

La vite, assente nel censimento del 1991, è quasi sempre associata al frutteto, normalmente maritata ad essenze quali il pioppo retaggio di antichissimi metodi in uso nella Pianura Campana. È, inoltre, riscontrata la varietà detta a cornicelli, un tempo molto diffusa, ma che, oggigiorno, risulta difficilmente reperibile[62].

Il Comune promuove il mercato ittico lungo un'area di 40.000 metri quadri, mentre, negli anni Sessanta-Settanta, era rinomato l'artigianato delle calzature. Sopravvive la lavorazione del ferro e del vetro.

Infrastrutture e trasporti modifica

Il trasporto pubblico a Mugnano è affidato alle autolinee esercite da ANM.

Fra il 1902 e il 1960 la città era collegata col capoluogo di regione mediante un'apposita diramazione delle tranvie di Capodimonte attraverso la linea 62.

Sino al 1976, in via Napoli era in funzione la stazione facoltativa della ferrovia Alifana che collegava Piazza Carlo III a Napoli con Terra di Lavoro. La vecchia stazione di Mugnano-Calvizzano[63] è situata in via Raffaele Granata al confine con Calvizzano.

Era in via di realizzazione nel corso degli anni 2000 una metropolitana leggera, denominata MicroMetrò, il cui percorso si sarebbe dovuto sviluppare da Villaricca, passando per Mugnano, Calvizzano, Marano e terminando alla fermata di Piscinola della Linea 1 della metropolitana di Napoli. Tuttavia, terminata la progettazione, i fondi già stanziati per il MicroMetrò furono spostati per terminare il prolungamento della Linea 1 fino alla stazione di Toledo e alla stazione di Garibaldi, attuale capolinea.

La nuova stazione di Mugnano, appartenente alla linea metropolitana regionale Napoli-Giugliano-Aversa (detta anche linea Arcobaleno), viene gestita dall'Ente Autonomo Volturno ed è stata inaugurata il 16 luglio 2005. Il colore che la contraddistingue è il viola.

Nel Dicembre del 2022 è stato approvato dalla Città Metropolitana di Napoli il nuovo Piano Urbano della Mobilità Sostenibile, che prevede la costruzione, entro il 2031, di una Tramvia a sede riservata, detta Gronda Ovest, che dalla stazione di Chiaiano della Linea 1 passerà per i comuni di Mugnano di Napoli, Marano di Napoli, Calvizzano, Villaricca, Qualiano e Giugliano in Campania, fino alla stazione di Licola della Circumflegrea. [64]

Amministrazione modifica

Periodo Primo cittadino Partito Carica Note
24 aprile 1995 9 settembre 1996 Maurizio Maturo PDS Sindaco
9 settembre 1996 12 maggio 1997 Vincenzo De Vivo Commissario
12 maggio 1997 10 gennaio 2000 Maurizio Maturo PDS Sindaco
10 gennaio 2000 1º maggio 2000 Eugenia Valente Commissario
1º maggio 2000 17 agosto 2000 Francesco Chianese DS Sindaco [65]
17 agosto 2000 9 marzo 2004 Daniele Palumbo DL Sindaco [66]
9 marzo 2004 5 aprile 2005 Mariagrazia D'Ascia Commissario
5 aprile 2005 13 aprile 2010 Daniele Palumbo PD Sindaco
13 aprile 2010 24 aprile 2014 Giovanni Porcelli PD Sindaco
24 aprile 2014 15 giugno 2015 Claudio Vacaro Commissario
15 giugno 2015 In carica Luigi Sarnataro PD Sindaco

Sport modifica

L'impianto calcistico locale è lo Stadio Alberto Vallefuoco.

Nel Comune aveva sede la società Neapolis, non più attiva. Il Naples 1926 C5, è invece una società di calcio a 5 che milita nel campionato regionale di Serie C1.

Nel 2013, per la prima volta nella sua storia, la società Stet Mugnano disputa la Serie A[67].

Note modifica

  1. ^ a b Bilancio demografico anno 2022 (dati provvisori), su demo.istat.it.
  2. ^ Classificazione sismica (XLS), su rischi.protezionecivile.gov.it.
  3. ^ Tabella dei gradi/giorno dei Comuni italiani raggruppati per Regione e Provincia (PDF), in Legge 26 agosto 1993, n. 412, allegato A, Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile, 1º marzo 2011, p. 151. URL consultato il 25 aprile 2012 (archiviato dall'url originale il 1º gennaio 2017).
  4. ^ Cfr. Rinascenza Salentina, A. IV, n. 4, n.s., 1938, XVI, Lecce, 1938, pp. 295-296.
  5. ^ Contrariamente a quanto ritenuto in passato, dalle diverse eruzioni a partire dal VI secolo d.C. risulta che, la caldera flegrea occupasse una superficie molto più vasta. Rispetto ai precedenti limiti settentrionali fissati dalla Montagna Spaccata e Punta Marmolite, include i Comuni di Quarto e Villaricca prolungandosi verso Marano di Napoli, Mugnano di Napoli, parte di Qualiano e Giugliano in Campania sino a raggiungere i confini della provincia di Caserta. Cfr. Ruocco G., I Campi Flegrei, studio di geografia agraria in Memorie di Geografia Economica, Vol. XI, n° VI, Napoli, 1954, pp. 10-11.
  6. ^ La pozzolana è il litotipo più comune risalente al Secondo e Terzo Periodo Flegreo, da 35.000 a 500 anni fa.
  7. ^ Eruzioni denominate Astroni I-II del Terzo Periodo Flegreo.
  8. ^ L'antico letto dell'alveo, conosciuto come il canalone, seguiva la direttrice Cupa dei Cani, via Ritiro del Carmine, piazza Dante, via Chiesa, via Armando Diaz, Piazza Cioto e via San Giovanni. Da quest'ultima proseguiva per Giugliano in Campania attraverso via Cristoforo Colombo, mentre per Melito di Napoli lungo via Giovanni Gentile, via Giovanni Verga, Cupa Cannito, oggi scomparsa, e Cupa di Melito. Cfr. Comune di Mugnano di Napoli. Ufficio tecnico comunale, Planimetrie catastali cosiddette «borboniche», levate 1881, 1882, 1884 e aggiornamenti 1960, 1962.
  9. ^ Analogamente all'alveo Spinelli-Torricelli, l'antica Cupa del Pisciaturo citata in una novella di Giambattista Basile, che delimita il confine con Piscinola e Melito di Napoli. Cfr. Comune di Mugnano di Napoli, Ufficio tecnico comunale, L.R. 07.01.83: Piano Regolatore Generale-Indagini geologico-geognostiche della piana campana e del territorio di Mugnano di Napoli a cura di E. Cocco e P. De Rosa-Università degli Studi «Federico II» di Napoli, 1983.
  10. ^ Cfr. De Pasquale V., Misteri e simbologia delle tombe a camera del IV-III secolo a.C. esistenti a Napoli, Irace Print s.r.l., Napoli, 1980, pag. 5.
  11. ^ Tra via Giuseppe di Vittorio e Corso Italia rasentando via Orazio.
  12. ^ Cfr. Ciasca R., Storia delle bonifiche del Regno di Napoli, Laterza, Bari, 1928, pp. 44, 108, 136, 167 e 226.
  13. ^ Cfr. Il killer Camaldoli da: Il Mattino del 21 giugno 1988.
  14. ^ Clima Mugnano di Napoli - Medie climatiche » ILMETEO.it, su ilmeteo.it. URL consultato il 19 febbraio 2021.
  15. ^   La grande nevicata 1985 e l'inverno più freddo del secolo, su YouTube.
  16. ^ Nei giorni 26 e 27 febbraio sono stati registrati circa 10 cm di neve e temperature minime di 0/−3 °C
  17. ^ Mugnano, temperature sotto zero e neve: scuole chiuse il 26 e 27 febbraio, su NapoliToday. URL consultato il 19 febbraio 2021.
  18. ^ Cfr. Comune di Mugnano di Napoli. Ufficio tecnico comunale, Soprintendenza BB.AA. di Napoli e Pompei, D.Lgs. nº 42/04: Vincolo conservativo località Senza Fegato-via Eugenio Montale, Luglio 2008.
  19. ^ Eruzione avvenuta tra il 1880 e il 1680 a.C.
  20. ^ Cfr. Albore Livadie C., L'eruzione vesuviana delle Pomici di Avellino e la facies di Palma Campania, Edipuglia, Bari, 1999.
  21. ^ D. Giampaola e G. D'Henry, Le necropoli dell'entroterra, in Napoli antica, Catalogo della Mostra, Napoli, Macchiaroli Editore, 1985, p. 301.
  22. ^ Dette anche a cappuccina per la tipica forma a spiovente.
  23. ^ Cfr. Comune di Mugnano di Napoli. Ufficio tecnico comunale, Soprintendenza BB.AA. di Napoli e Caserta, D.Lgs. nº 431/85: Localizzazione delle aree di interesse archeologico nell'area nord-ovest della provincia di Napoli-Area nº 12. Successivamente, DD.LL. del 20.06.94, 09.12.02 e 21.03.05 (aree vincolate) e D.Lgs. 42/04 artt. 10,13,15 (aree da sottoporre a vincolo conservativo).
  24. ^ Nei pressi di Villa Vulpes-Chianese in via Mugnano-Calvizzano.
  25. ^ Cfr. Ruggiero M., Degli scavi di antichità di terraferma dell'antico Regno di Napoli dal 1743 al 1876: Casandrino e Mugnano di Capodimonte 1761-1829, V. Morano, Napoli, 1888.
  26. ^ Cfr. Fabris D., Lungo il Torricello, un mausoleo di età romana in Mugnano di Napoli, Aurani, Giugliano in Campania (NA), 2000, pp. 21-22.
  27. ^ Cfr. Comune di Mugnano di Napoli. Ufficio tecnico comunale, Soprintendenza BB.AA. di Napoli e Caserta, D.Lgs. nº 490/99: Vincolo conservativo località Paparelle, 08.01.01. Cfr. Comune di Mugnano di Napoli, Ufficio tecnico comunale, Progetto Culturale Polivalente «Oskoi-Arte e Cultura Napoli Nord» a cura dell'Associazione Studi Meridionali Onlus «N'Azione Napoletana» di Giugliano in Campania (NA), Delibera di Giunta Comunale nº 101 del 18.09.00.
  28. ^ Cfr. Camodeca G., Quarto Flegreo, ORPI Officina Grafica s.n.c, Napoli, 1980, pag. 5.
  29. ^ Descritto per la prima volta nel 1932 dal Regio Ispettore ai Monumenti Giacomo Chianese, il mausoleo presenta affinità con il coevo sepolcro denominato Ciaùrro situato nella villa comunale di Marano di Napoli. Cfr. Regia Soprintendenza alle Antichità della Campania e del Molise, Mugnano-Masseria Torricello. Relazione tecnica, 21.11.32 (Collezione privata Archeologo Davide Fabris). Cfr. Comune di Mugnano di Napoli (NA), Ufficio tecnico comunale, Sovrintendenza BB.AA. di Napoli e Caserta, Legge 1089/39: Vincolo conservativo Masseria Torricelli e mausoleo funerario, 20.06.94.
  30. ^ L'ipogeo fu rinvenuto durante gli scavi per la realizzazione del locale metanodotto. Cfr. Gargiulo, p. 26 e 46. L'archeologo Davide Fabris è in possesso di un rilievo architettonico del monumento di prossima pubblicazione. Era simile ai più noti ipogei di Melito di Napoli e Caivano. Cfr. Jossa Fasano A., Melito nella storia di Napoli, Grimaldi e C. Editori s.r.l., Napoli, 1978; Cfr. L'ipogeo di Caivano in Atti del Convegno di Caivano del 7 ottobre 2004, a cura di G.Libertini, Istituto di Studi Atellani, Frattamaggiore, 2005.
  31. ^ Comune di Mugnano di Napoli (NA), Ufficio tecnico comunale, Soprintendenza BB.AA. di Napoli e Caserta, Legge 1089/39: Vincolo conservativo tratto nuova strada di collegamento via dei Fiori-via Santa Maria a Cubito, 10.12.91.
  32. ^ Già via Cannito Piccolo indicata da Gargiulo, p. 46 come Località Crocevia. Cfr. Comune di Mugnano di Napoli (NA), Ufficio Tecnico Comunale, Planimetrie catastali, cit.
  33. ^ Già via Toccare. Ibidem.
  34. ^ Già Strada S. Aniello. Ibidem.
  35. ^ Cfr. Fabris D., Lungo il Torricello, op. cit., pag. 23.
  36. ^ I Visigoti, comandati da Alarico invasero la Campania nel 410 saccheggiando e radendo al suolo Capua e Nola.
  37. ^ I Vandali di Genserico e gli Eruli di Odoacre devastarono la vicina Atella tra il 455 ed il 476.
  38. ^ Durante la sanguinosa guerra gotica (535-553) contro i Bizantini; Cfr. Procopio, De bello gothico, I, 10.
  39. ^ Napoli venne assediata per la prima volta dai Longobardi nell'inverno del 581 e, successivamente, nel 592. Nel 599 divenne rifugio di quanti dalle zone limitrofe vollero sfuggire ai conquistatori germanici che si erano fortificati a Benevento.
  40. ^ La memoria storica testimonia le frequenti incursioni di Saraceni dal 812 quanto dei più temibili acquartieramenti di loro milizie mercenarie nelle zone periferiche, dal momento che: «per li confini di questi territori, la Liburia longobarda e Ducato (bizantino), erano li Capuani e Neapolitani in continue guerre [...] I Saraceni, ora nemici, ora alleati coi Longobardi ed il Duca di Napoli, infestavano queste terre e così rimanevano i borghi e le campagne vuote d'abitanti; cresceva l'impunità e con esse violenze d'ogni specie». Cfr. Chianese D., Paniscoculi, Napoli, Regia Tipografia Giannini, 1902, pp. 26-37.
  41. ^ Localmente detto:‘E vèchere=i vicoli.
  42. ^ in atto
  43. ^ Cfr. Archivio Storico Diocesano di Napoli, Fondo Sante Visite, Cardinale Alfonso Gesualdo 1598, Vol. VIII, foglio 156.
  44. ^ Rispetto al nome prediale di origine puteolana Minius o Munius proposto da Finamore E. in Origine e storia dei nomi locali campani, Arcolaio, Napoli, 1964, p. 53 e riportato in Gargiulo, p. 32.
  45. ^ Il Ducato di Napoli confinava con i Longobardi di Capua lungo il tratto dell'antico alveo di Camaldoli, detto Fossatum publicum, che attraversava i Casali di Grumum (Grumo Nevano), Malitum (Melito) e Paniscoculi (Villaricca). Cfr. Gribaudi P., Sul nome «Terra di Lavoro» in Rivista Geografica Italiana, XIX (1907), pp. 193-210.; Cfr. Chianese D., Paniscoculi, pp. 39-40.
  46. ^ Cfr. Capasso B., op. cit. pagg. 70 e 79; Giustiniani L., Op. cit, pag. 177; Ibidem; Archivio di Stato di Napoli, Fondo Notai del 600, Scheda nº 540/8, Fogli da 152 a 155. Cfr. Biblioteca nazionale Vittorio Emanuele III di Napoli, Sez. Manoscritti, Carta Topografica della Provincia di Terra di Lavoro, di De Rossi D.; De Seta C., op. cit., pag. 30.; Summonte G.A., Historia della Città e Regno di Napoli, I, a spese di Raffaello Gessari nella Stamperia di Domenico Vivenzio, Napoli, 1748, pp. 314-315.
  47. ^ «Trentasei Casali circondavano il Distretto (di Napoli) in modo da servire negli antichi documenti a delimitarlo. Essi appartengono solo largamente alla circoscrizione civile di Napoli, in quanto che avevano gli stessi privilegi della città, dei diritti sull'annona e sui dazi; ma si guidavano con Sindaci propri». Cfr. Capasso B., Monumenta ad Neapolitani Ducatus Pertinentia, Tomo II, Napoli, 1881, pp. 38-41, 91-103; Cfr. Del Pezzo N., I casali di Napoli, in Napoli nobilissima, nº 1, Napoli, 1892, pp.139-140.
  48. ^ Cfr. Lorenzo Giustiniani, Dizionario Geografico Ragionato del Regno di Napoli, VI, Napoli, 1797-1816; Arnaldo Forni Editore, ristampa anastatica, Bologna, 1969-'70. Il termine deriva presumibilmente da casàti, ovvero gli abitanti dediti alla coltivazione della terra. Cfr. Cesare De Seta, I Casali di Napoli, Editori Laterza, Bari, 1984.
  49. ^ L'attuale proprietà De Magistris in piazza Dante.
  50. ^ «Praetermissa in Plautum. Queste osservazioni Plautine sono state messe insieme da me nell'anno Allense 1789, e propriamente dal dì 28 di aprile in poi; godendo dopo le mie non ignobili vicende dell'ozio letterario in Mugnano di Capodimonte, in casa del Cav. D. Francesco Dentice (di Accadia) mio amico». Cfr. Rinascenza salentina, op. cit..
  51. ^ Stemma e gonfalone sono concessi dal decreto del presidente della Repubblica dell'11.11.1974, registrato dalla Corte dei Conti il 17.12.1974, registro n. 10, foglio n. 37, trascritto nel registro araldico dell'Archivio Centrale dello Stato il 22.01.1975 nonché nei registri dell'ufficio araldico il 26.02.1975.
  52. ^ Mugnano di Napoli, su Archivio Centrale dello Stato.
  53. ^ Da cui l'etimologia popolare del toponimo antico Munianum da Ager Munianus = "Campo dei Mugnai" che si ritrova in Gargiulo, p. 30.
  54. ^ Cfr. Fascio 128, fascicolo 3, p. 45.
  55. ^ Mugnano: "Il Torricello", a passeggio tra storia e cultura dimenticate, su napolitoday.it.
  56. ^ Il Torricelli, da sepolcreto romano a masseria fortificata, su piscinola.blogspot.it.
  57. ^ Statistiche I.Stat - ISTAT;  URL consultato in data 28-12-2012.
  58. ^ demo.istat.it, https://demo.istat.it/app/?i=P03&l=it.
  59. ^ Festa del Sacro Cuore di Gesù, su melitonline.net. URL consultato il 27 gennaio 2016 (archiviato dall'url originale il 2 febbraio 2016).
  60. ^ Cfr. Comune di Mugnano di Napoli. Ufficio tecnico comunale, Planimetrie catastali cosiddette borboniche, op. cit., aggiornamenti 1960, 1962.
  61. ^ Cfr. https://archeologiaarborea.com/CILIEGIA-MAGGIAIOLA
  62. ^ Cfr. A.A.V.V., I suoli della Provincia di Napoli-Camera di Commercio di Napoli, Edizioni CUEN, Napoli, 1995.
  63. ^ La Stazione di MUGNANO-CALVIZZANO ed il percorso fino alla Circumvallazione Esterna, su lestradeferrate.it.
  64. ^ Città Metropolitana di Napoli- Relazione Piano di progetto PUMS CMNA [collegamento interrotto], su cittametropolitana.na.it.
  65. ^ Deceduto in carica.
  66. ^ Vicesindaco facente funzioni fino al 28 maggio 2001.
  67. ^ Stet Mugnano

Bibliografia modifica

  • Francesco Gargiulo, Mugnano di Napoli: fra storia e tradizioni, Napoli, Ferraro Editore, 1982.

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