Nella dottrina buddista Thevavāda in lingua pāli è la combinazione degli elementi materiali, rūpa, con quelli mentali, nāma, che compongono la persona. L'ascesi buddista mira al conseguimento della liberazione dai vincoli del nāma-rūpa riconoscendoli soggetti all'impermanenza ed intrinsecamente privi di sé, giungendo così alla realizzazione della condizione del «non nato, non composto, non soggetto a invecchiamento e morte», ossia al nibbāna.

Si possono frettolosamente tradurre coi nostri termini di filosofia occidentale, l'Ātman come Sé superiore, lo pneuma o parte divina e sacra dell'anima, nāma come Sé inferiore, la psyche, la mente, la personalità, la definizione, quindi la rūpa come il soma, corpo fisico, la forma.

Citazioni modifica

«54. "E cos'è questa nāma-rūpa, qual è l'origine di questa nāma-rūpa, qual è la cessazione della nāma-rūpa, qual è la via che conduce alla cessazione della nāma-rūpa? La sensazione, la percezione, la volizione, il contatto e l'attenzione, questi sono detti nāma. I quattro grandi elementi e la forma materiale che deriva dai quattro grandi elementi, questi sono detti rūpa. E così questa nāma e questa rūpa sono quello che si dice nāma-rūpa. Con il sorgere della coscienza c'è il sorgere di nāma-rūpa. Con la cessazione della coscienza c'è la cessazione di nāma-rūpa. La via che mena alla cessazione di nāma-rūpa è proprio questo Nobile Ottuplice Sentiero, e cioè retta visione... retta concentrazione.»

«55. "Quando un nobile discepolo ha così compreso nāma-rūpa, l'origine di nāma-rūpa, la cessazione di nāma-rūpa e la via che mena alla cessazione di nāma-rūpa... egli qui e ora pone fine alla sofferenza. È così anche che un nobile discepolo è dotato di retta visione... ed è giunto all'autentico Dhamma."»

Aspetti comuni in altre religioni modifica

I "nomi e le forme" (nāma-rūpa) sovrimposti dall'avijjā o ignoranza, corrispondono anche al concetto islamico di quiddità (māhiyyah) e altro non sono se non le forme esteriori dei "nomi e attributi" divini.[1]

Note modifica

  1. ^ Toshihiko Izutsu, Unicità dell'esistenza, Marietti, 1991, p. 26, ISBN 88-211-7455-7.

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