Numero Uno (casa discografica)

casa discografica italiana

La Numero Uno è stata una casa discografica creata da un gruppo di autori e musicisti precedentemente legati alla Dischi Ricordi, in seguito a dissensi artistici con la casa madre[1].

Numero Uno
Logo
Logo
StatoBandiera dell'Italia Italia
Fondazione1969
Fondata da
Chiusura1998
Sede principaleMilano
GruppoRCA Italiana
SettoreMusicale
ProdottiMusica pop

Storia modifica

Giulio Rapetti, in arte Mogol, suo padre Mariano, in arte Calibi, e il produttore Alessandro Colombini sono i fondatori della Numero Uno che, grazie ad accordi intercorsi con Ennio Melis, viene distribuita dalla RCA Italiana. A loro si affiancano Lucio Battisti, Claudio Bonivento, Franco Daldello e Carlo Donida. Il logo della Numero Uno (un numero uno di colore bianco in un cerchio arancione, su fondo verde) è ideato da Guido Crepax.[2] La sede è a Milano in Galleria del Corso[3].

Il primo 45 giri viene pubblicato alla fine dell'estate 1969: si tratta di Questo folle sentimento/Avevo una bambola della Formula 3, un gruppo rock d'avanguardia appena costituitosi, tra i primi acquisti dell'etichetta discografica[4]. Accanto alla Formula 3 vengono lanciati Edoardo Bennato, il gruppo fiorentino La Verde Stagione, l'Anonima Sound, di cui fa parte il giovane Ivan Graziani e il duo dei Computers. Lucio Battisti, pur partecipando agli utili come azionista, fino al 1971 continuerà ad incidere per la Ricordi per motivi contrattuali[3].

Tra i musicisti che collaborano con l'etichetta ricordiamo innanzitutto il già citato Carlo Donida, anch'egli distaccatosi dalla Ricordi, autore di successi sanremesi come Al di là, ma anche di Prigioniero del mondo e La compagnia, tra i pochi brani di altro autore mai eseguiti da Battisti, a lui si affiancano giovani e promettenti autori come Alberto Salerno, Mario Lavezzi, il bassista Damiano Dattoli, Bruno Tavernese e Oscar Prudente.

Successivamente l'etichetta riesce a mettere sotto contratto artisti già affermati, come Tony Renis e il cantautore genovese Bruno Lauzi, reduce dalla Ariston, che esordisce con un 45 giri contenente due brani di Mogol-Battisti, Mary oh Mary e E penso a te, quest'ultima destinata col tempo a diventare un classico della canzone italiana.

Negli anni dal 1971 al 1973, nei quali inizia ad avvalersi degli enormi successi di vendita di Lucio Battisti, la Numero uno tenne a battesimo e valorizzò numerosi giovani talenti della musica italiana, quali la Premiata Forneria Marconi, Adriano Pappalardo ed Eugenio Finardi; negli anni seguenti arriva il successo di Toni Esposito e di Ivan Graziani, già chitarrista di Battisti.

L'autonomia imprenditoriale dell'etichetta discografica cessa alla fine del 1974, quando viene ceduta per la somma di 400 milioni di lire alla RCA Italiana[4]; l'etichetta è sopravvissuta solo come marchio fino ai primi anni novanta, continuando a pubblicare la maggior parte dei dischi di Lucio Battisti[3]. Nel 2020 il marchio è stato riproposto dalla Sony Music come RCA Numero Uno con la pubblicazione di alcuni album di Colapesce e Dimartino, Iosonouncane, La Rappresentante di Lista e Gianluca De Rubertis.[5][6]

I dischi pubblicati modifica

  Lo stesso argomento in dettaglio: Catalogo Numero Uno.

Note modifica

Bibliografia modifica

  • Daniele Sgherri e Federico Pieri, Numero Uno. Storia di un'etichetta discografica raccontata attraverso i suoi 45 giri, edizione Ergo Sum per Musica in Mostra, Grosseto, 2020
  • Mario De Luigi, L'industria discografica in Italia, edizioni Lato Side, Roma, 1982
  • Mario De Luigi, Storia dell'industria fonografica in Italia, edizioni Musica e Dischi, Milano, 2008
  • Luciano Ceri, Pensieri e parole: Lucio Battisti. Una discografia commentata, Coniglio editore, 2008, ISBN 8860631610.

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Collegamenti esterni modifica

Controllo di autoritàVIAF (EN130962770 · BNF (FRcb138903448 (data)