Olimpia Ludovisi

principessa sovrana di Piombino

Olimpia Ludovisi (Piombino, 1646Roma, 27 novembre 1700) è stata una nobildonna italiana, figlia maggiore del principe di Piombino Niccolò I Ludovisi e della terza moglie Costanza Pamphili, figlia della famosa donna Olimpia.
Fu principessa sovrana di Piombino per poco più di otto mesi, dal 9 marzo al 27 novembre 1700. Succedette al nipote Niccolò II Maria Domenico (4 agosto 1698 - 17 gennaio 1700), erede del fratello Giovan Battista (1664-1699).
Ebbe anche tre sorelle minori: Ippolita, che le subentrerà sul trono e continuerà la discendenza, Lavinia e Nicolina.[1]

Olimpia Ludovisi
Principessa di Piombino
Stemma
Stemma
In carica9 marzo 1700 - 27 novembre 1700
PredecessoreNiccolò II Ludovisi
SuccessoreIppolita Ludovisi
NascitaPiombino, 1646
MorteRoma, 27 novembre 1700
SepolturaChiesa di Santa Maria Annunziata a Tor de' Specchi, Roma
DinastiaLudovisi
PadreNiccolò I Ludovisi
MadreCostanza Pamphili
ReligioneCattolicesimo

Biografia modifica

  Lo stesso argomento in dettaglio: Ippolita Ludovisi e Principato di Piombino.
 
La chiesa di Tor de' Specchi (Roma)
dove Olimpia visse e fu sepolta

La principessa Olimpia faceva parte di due grandi famiglie, sia dal lato paterno che materno: era congiunta dei pontefici Innocenzo X e Gregorio XV, di Orazio Ludovisi e Olimpia Aldobrandini. Pur in possesso di un forte temperamento, adatto a governare, Olimpia, nel 1666, a 20 anni, si dedicò alla vita religiosa, nell'ordine delle oblate di Santa Francesca Romana della chiesa di Santa Maria Annunziata a Tor de' Specchi in Roma, dove vivrà per 34 anni: scelse il nome di Suor Anna Maria, senza dimenticare, però, di essere l'erede presuntiva al trono del principato di Piombino.[2] Non sempre era in accordo con le sorelle minori, soprattutto con Ippolita che contrastò con ogni mezzo, anche legale, per evitare la sua successione.
Morto il fratello Giovan Battista (1664-1699), l'erede, Niccolò II (1698-1699), non aveva che pochi mesi e rimase sotto tutela della madre Anna Maria Arduino.[3] Scomparso il bambino a diciassette mesi gli subentrò legittimamente come principessa regnante di Piombino la zia suor Olimpia che, il 9 marzo 1700, ottenne la subinfeudazione del piccolo Stato e, nella formale presa di possesso e durante il rito di giuramento agli Anziani piombinesi, si fece rappresentare dal governatore generale don Dionisio De Costa.
Dopo il decesso del piccolo nipote la principessa fu duramente ostacolata dalle recriminazioni dei Gambacorti di Limatola, discendenti collaterali in linea maschile dai vecchi signori di Piombino. La monaca Sua Altezza Serenissima ebbe comunque la meglio e continuò a governare il suo principato dalla clausura della chiesa romana di Tor de' Specchi, dove morì a 54 anni, il 27 novembre 1700, e ivi sepolta, dopo un regno di otto mesi e diciotto giorni.[4]
Il 27 gennaio 1701 la sorella minore Ippolita e suo marito Gregorio Boncompagni, duca di Sora, presero subito possesso del feudo e la loro posterità lo amministrerà fino al 1805.[5]

Ascendenza modifica

Genitori Nonni Bisnonni Trisnonni
Pompeo Ludovisi, conte di Samoggia Ludovico Ludovisi  
 
Bernardina Sassoni  
Orazio Ludovisi, I duca di Fiano  
Camilla Bianchini Alessandro Bianchini, patrizio bolognese  
 
Ippolita Legnani  
Niccolò I Ludovisi, IV principe di Piombino  
Fabio Albergati, patrizio bolognese Filippo Albergati  
 
Giulia Bargellini  
Lavinia Albergati  
Flaminia Bentivoglio Antonio Bentivoglio, conte palatino  
 
Alessandra Desideri  
Olimpia Ludovisi, VII principessa di Piombino  
Camillo Pamphili Pamphilio Pamphili  
 
Orazia Mattei  
Pamphilio Pamphili  
Flaminia Cancellieri del Bufalo Fulvio Cancellieri del Bufalo  
 
Antonia Serlupi  
Costanza Pamphili  
Sforza Maidalchini Andrea Maidalchini  
 
Pacifica Feliziani  
Olimpia Maidalchini, principessa di San Martino al Cimino  
Vittoria Gualtiero Giulio Gualtiero  
 
Giulia Gherardi  
 

Note modifica

  1. ^ Carrara, pp. 46-47
  2. ^ Cappelletti, p. 87
  3. ^ Carrara, p. 47
  4. ^ Cappelletti, p. 90
  5. ^ Carrara, p. 50

Bibliografia modifica

  • L. Cappelletti, Storia della città e dello Stato di Piombino, Livorno 1997.
  • M. Carrara, Signori e Principi di Piombino, Pontedera 1997.

Voci correlate modifica