Oxalis tuberosa

specie di pianta della famiglia Oxalidaceae

L'ossalide tuberosa (Oxalis tuberosa Molina, 1782) è una pianta erbacea perenne appartenente alla famiglia delle Oxalidacee con numerose varietà[1].

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Oxalis tuberosa
Tuberi di Oxalis tuberosa
Classificazione APG IV
Dominio Eukaryota
Regno Plantae
(clade) Angiosperme
(clade) Mesangiosperme
(clade) Eudicotiledoni
(clade) Eudicotiledoni centrali
(clade) Superrosidi
(clade) Rosidi
(clade) Eurosidi
(clade) COM
Ordine Oxalidales
Famiglia Oxalidaceae
Genere Oxalis
Specie O. tuberosa
Classificazione Cronquist
Dominio Eukaryota
Regno Plantae
Divisione Magnoliophyta
Classe Magnoliopsida
Ordine Geraniales
Famiglia Oxalidaceae
Genere Oxalis
Specie O. tuberosa
Nomenclatura binomiale
Oxalis tuberosa
Molina, 1782
Nomi comuni

oca

Conosciuta con il nome di oca, con cui è chiamata anche la sua radice, un tubero commestibile, è coltivata nella zona andina dell'America meridionale, generalmente ad un'altitudine compresa tra i 3.000 e i 3.900 m slm[2].

Anche le foglie ed i giovani germogli sono commestibili come verdura fresca.

Etimologia modifica

Il suo nome deriva da quello della lingua quechua uqa, ma è conosciuta in ambiente andino con una serie di altri nomi: apiha, apiña, apilla, kawi (in aymara), lamaki (in kallawalla), timbo, quiba, papa roja o huisisai.

Origine modifica

Introdotta in Europa nel 1830 come competitore della patata ed in Nuova Zelanda fin dal 1860, è diventata popolare solo in quest'ultima sotto il nome di igname della Nuova Zelanda[3] (yam) ed è in quel paese una verdura comune. In Europa non ha trovato le condizioni adatte per la coltivazione.

Coltivazione modifica

L'oca è uno dei raccolti più importanti degli altopiani andini, secondo soltanto alla patata. Il suo successo deriva dalla agevole conservazione dei tuberi, la notevole tolleranza ai suoli poveri, al clima difficile, e la facilità di propagazione.

La coltivazione dell'oca è comunque particolare e difficoltosa se non sono rispettate alcune condizioni. L'oca ha bisogno di un periodo di crescita molto lungo (sei-otto mesi), inoltre la maturazione dei tuberi è legata alle ore di illuminazione diurna, (fotoperiodo) cioè la maturazione si ha solo quando le giornate si accorciano nel brevissimo periodo invernale. Nella maggior parte dei climi cosiddetti temperati l'autunno è precoce, si ha infatti l'avvento della stagione fredda di solito dopo soli cinque-sei mesi di clima tiepido-caldo; dopo un così breve periodo di vegetazione l'accumulo di sostanze nutritive è insufficiente ad una buona formazione dei tuberi.

Edibilità modifica

 
Tuberi di oca.

Il sapore del tubero è un po' piccante ed acidulo e la struttura varia dal croccante (come la carota) se poco cotto, ad una consistenza pastosa e farinosa se ben cucinato. La tonalità acida è data dagli ossalati contenuti, come in tutte le Oxalidaceae, in comune con altre famiglie botaniche.

Le varietà originarie andine (esiste una notevole varietà di cloni) hanno tuberi di diversa forma e colore, dal giallo al viola. Le varietà coltivate in Nuova Zelanda hanno segregato caratteristiche più uniformi, ad esempio il colore rosa carneo.

L'oca è notevolmente ricca in ossalati (derivati dell'acido ossalico, che conferiscono il tipico sapore acidulo ai tuberi ed alle foglie). I metodi andini tradizionali della preparazione dei cibi con l'oca curano la riduzione a livelli accettabili di tali composti, che in elevata concentrazione sono tossici. Ciò tradizionalmente si ottiene con l'esposizione dei tuberi alla luce solare, tale pratica riduce il sapore acido ed incrementa quello dolce. Le cultivar selezionate recentemente contengono minori quantità di acido, e sono meno legate a problemi di foto-periodo.

La preparazione tradizionale dei tuberi è mediante semplice cottura o frittura. Nelle regioni di origine l'oca è adoperata per la preparazione di minestre, come cibo diretto o come guarnitura ad altri cibi, esattamente come le patate.
Può anche essere utilizzato come dolce.
L'oca è adoperata direttamente in Messico come cibo caldo, aromatizzato con sale, limone e pepe.

Note modifica

  1. ^ (EN) Oxalis tuberosa, su Plants of the World Online, Royal Botanic Gardens, Kew. URL consultato il 30/11/2022.
  2. ^ Dan Saladino, Mangiare fino all'estinzione,cap. XI Oca, 2023, trad.Giovanni Garbellini, Einaudi, ISBN 978 8806 25678 4
  3. ^ Coltivazione tradizionale del mese, su FAO.org. URL consultato il 28 agosto 2018.

Bibliografia modifica

  • (DE) W. Franke, Nutzpflanzenkunde, Stoccarda, 1985.
  • (DE) H. Marzell, Morphologie der Nutzpflanzen, Heidelberg, 1970.
  • (EN) Simon Hickmott, Growing Unusual Vegetables, Ecological Books, 1999, ISBN 1-899233-11-3.
  • (EN) Ben-Erik van Wyk, Food Plants of the World, Timber Press, 2005, ISBN 978-0-88192-743-6.
  • (EN) B.R. Trognitz e M. Hermann, cap. 5, in Inheritance of tristyly in Oxalis tuberosa (Oxalidaceae), Heredity, n. 86, 2001, pp. 564-573.
  • (EN) Eve Emshwiller e Jeff J. Doyle, cap. 2 - Chloroplast-expressed glutamine synthetase data, in Origins of domestication and polyploidy in oca (Oxalis Tuberosa: Oxalidaceae), American Journal of Botany, n. 89, 2002, pp. 1042-1056.
  • (EN) Eve Emshwiller, cap. 1, in Biogeography of the Oxalis tuberosa Alliance, The Botanical Review, n. 68, 2002, pp. 128–152.
  • (EN) Daniel de Azkue e Arturo Martínez, capp. 1-2, in Chromosome number of the Oxalis tuberosa alliance (Oxalidaceae), Plant Systematics and Evolution, n. 169, 1990, pp. 25-29.

Voci correlate modifica

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