Palazzo Caffarelli al Campidoglio

palazzo storico di Roma

Il Palazzo Caffarelli al Campidoglio (così denominato per distinguerlo dagli altri che la famiglia Caffarelli possedeva in città - Palazzo Vidoni Caffarelli e Palazzo Della Porta Negroni Caffarelli in via dei Condotti) sorge sul lato sud-ovest del Campidoglio, e ospita oggi un'ala dei Musei Capitolini, la caffetteria e una terrazza panoramica.

Palazzo Caffarelli al Campidoglio
Vista di Palazzo Caffarelli
Localizzazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
RegioneLazio
LocalitàRoma
IndirizzoPiazzale Caffarelli, 4
Coordinate41°53′33.6″N 12°28′54.7″E / 41.892667°N 12.481861°E41.892667; 12.481861
Informazioni generali
CondizioniIn uso
Costruzioneseconda metà del XVI sec.
Demolizione1918 (parziale)
Ricostruzione1922-1925
Realizzazione
ProprietarioComune di Roma

Storia modifica

La storia "germanica" di Palazzo Caffarelli comincia con Giovanni Pietro I Caffarelli, che era stato paggio di Carlo V quando la famiglia Caffarelli aveva ospitato l'Imperatore nel palazzo a via del Sudario durante il suo soggiorno romano nel 1536. Come ringraziamento, l'Asburgo gli aveva donato la spianata sulla Rupe Tarpea, oltre il Palazzo dei Conservatori, in posizione eminentissima sul Tevere e la città dal punto di vista sia topografico sia storico, essendo noto che in quel luogo anticamente sorgeva il Tempio di Giove Ottimo Massimo.

Nonostante le passate glorie, quel lato del Campidoglio era ormai ridotto a pascolo per capre, tanto da avere acquisito il nome - che mantiene tuttora - di Monte Caprino. L'edificazione del palazzo fu lunga, e cominciò con il recupero in loco di colonne antiche da parte di Giovanni Pietro,[1] concludendosi ad opera del figlio di questi, Ascanio Caffarelli, qualche decennio dopo, nell'ultimo quarto del Cinquecento.[2]

Al palazzo, che affacciava sul cortile dei Conservatori, si accedeva dal portale monumentale ancor oggi esistente su via delle Tre Pile e sotto l'arco del quale sono riportate due iscrizioni: sul lato esterno "IOANNES PETRVS CAFARELLIVS" e sul lato interno l'anno "M D LXXXIIII" (1584). L'edificio aveva tre piani e due giardini (di cui quello nel cortile d'ingresso denominato "Giardino Caffarelli" e quello a ridosso di Palazzo Nuovo "Giardino romano") e fu rimaneggiato varie volte, ma non era noto per particolari pregi artistici, né particolarmente significativo per la famiglia.

Nel tempo, sulla proprietà erano sorti vari annessi, spesso a carattere agricolo, dati in affitto a privati. Il palazzo era stato affittato nel 1823 all'ambasciatore di Prussia, e nel 1829 vi era stato fondato l'Istituto di corrispondenza archeologica (l'odierno Istituto archeologico germanico) con il patrocinio dell'allora principe ereditario di Prussia, poi re Federico Guglielmo IV. Negli anni i prussiani avevano poi costruito un ospedale germanico e una biblioteca, fino ad acquisire dai Caffarelli, nel 1853, la proprietà dell'intero versante occidentale del colle capitolino. L'acquisto non era passato senza resistenze sia da parte di Pio IX che del Comune di Roma, ma la causa intentata dal Comune ed i tentativi di esproprio caddero o furono abbandonati, di fronte al pre-potere del Kaiser.[3] L'ultima fase della "germanizzazione" di monte Caprino fu, nel 1873, la trasformazione del cosiddetto "Granarone" in sede nuova e più ampia dell'Istituto archeologico (l'edificio è tuttora visibile da via del Teatro di Marcello, attualmente sede di uffici del Comune di Roma).

La proprietà e gli annessi che i prussiani avevano costruito furono recuperati dal Comune di Roma con la fine della prima guerra mondiale ed il crollo dell'Impero tedesco, nel 1918; sulla biblioteca dell'istituto si aprì in quell'occasione un contenzioso, poi risolto amichevolmente nel 1920.[4] Gli edifici dell'ex Istituto archeologico e dell'ex Ospedale teutonico appartengono tuttora al Comune di Roma, che li ha adibiti ad uffici prima di approvarne di recente interventi di restauro e di ristrutturazione per destinarli a spazi direzionali ed espositivi per i musei del Campidoglio.[5][6]

Palazzo Caffarelli fu invece parzialmente demolito nel 1918, ma ricostruito già tra il 1922 e il 1925, seppur con alcune alterazioni. Sull'angolo esterno dell'edificio furono ri-assemblati i resti della tomba di Publio Elio Gutta Calpurniano, auriga romano del II secolo d.C., rinvenuti nel XIX secolo a ridosso di Porta del Popolo; al terzo piano fu ricavata la cosiddetta "terrazza Caffarelli"; infine, al piano terra si realizzò un Museo Mussolini (dal 1950 Museo Nuovo) in dieci sale. Questi ultimi ambienti furono collegati al nascente Braccio Nuovo dei Musei Capitolini nel 1952, ma solo pochi anni dopo, a causa di problemi di statica, furono chiusi sia il Museo Nuovo sia il Braccio Nuovo. Le indagini archeologiche sono tuttavia proseguite sia nell'area del Giardino romano sia in quella del Museo Nuovo.[7][8]

Dal 2020 il piano terra di Palazzo Caffarelli è stato riaperto al pubblico come parte dei Musei Capitolini, dedicata a mostre specializzate temporanee. La prima tra queste esponeva statue della collezione Torlonia (14 ottobre 2020 - 27 febbraio 2022),[9] cui è seguita una mostra su Domiziano (13 luglio 2022 - 29 gennaio 2023).[10]

Galleria d'immagini modifica

Note modifica

  1. ^ cfr. John W. Stampers, The Architecture of Roman Temples, Cambridge University Press 2005, pag. 15.
  2. ^ Così descrive il sito Moroni nel 1841, quando il palazzo era stato già ceduto in affitto alla Prussia: Verso questo tempo [inizio XVI sec.] abbiamo la erezione del palazzo Caffarelli, edificato dalla famiglia stessa sulla sommità del Campidoglio, nel luogo ov'era la rocca Tarpea, già fortezza e cittadella antica della città con disegno di Gregorio Canonica, discepolo del Vignola. Narra l'Amidenio, che fra i paggi del popolo romano deputati a Carlo V nella sua venuta in Roma, vi fu Ascanio Caffarelli a cui l'imperatore donò un sito di fianco al palazzo Capitolino sopra la rupe Tarpea, oggi detto Monte Caprino, donde si gode una veduta sorprendente di Roma. Forse Carlo V volle dimostrare la sua gratitudine ai Caffarelli per l'alloggio datogli nel proprio palazzo incontro la porteria di s. Andrea della Valle, architettato con disegno di Raffaele. Gaetano Moroni, Dizionario di erudizione storico-ecclesiastica da S. Pietro sino ai nostri giorni vol. VII, Venezia, 1841., pag. 140
  3. ^ Al momento della vendita alla "Regia Corte di Prussia" la proprietà era composta come segue (cfr. Il duca Baldassarre Caffarelli e il suo Palazzo al Campidoglio. (PDF), su vergaracaffarelli.it. URL consultato il 2 agosto 2015.):
    1. L’intiero Palazzo Caffarelli posto in Campidoglio tanto libero che primogeniale, giardino, scuderie, rimesse, in una parola con tutti gli annessi e connessi, senza eccettuazione alcuna;
    2. Le diecinove Casette sopra il Monte Caprino a contatto col medesimo Palazzo affittate a diversi Inquilini;
    3. L’orto e caseggiato annesso affittato a Bernardo Lichini;
    4. Le sedici grotte sotto l’orto affittate a diversi Inquilini;
    5. La casetta affittata a Gio. Batt.a Salomba;
    6. Il Granaro in via di Monte Caprino affittato al Sig. Braun ed altri;
    7. La fontana pubblica sotto la Rupe Tarpea ai N. 7 e 7a affittata a Nicola Romagnoli;
    8. La camera superiore all’anzidetta fontana affittata a Nicola Romagnoli e Mastro Donati;
    9. La Rimessa al n. 5 affittata a la Santa Bionducci;
    10. Il Rimessone affittato a Maestro d’Orazio ai n. 15. 16.
  4. ^ Per il recupero da parte dello Stato italiano cfr. L'Istituto archeologico germanico a Palazzo Caffarelli Archiviato il 3 dicembre 2013 in Internet Archive., in Prassi italiana di diritto internazionale 1615/3.
    Per la questione del "riscatto" del Campidoglio cfr. Domenico Palombi, Rodolfo Lanciani: l'archeologia a Roma tra Ottocento e Novecento, Roma, L'Erma di Bretschneider, 2006, pag 200 e sgg.
  5. ^ Ex Ospedale Teutonico e Giardini della Rupe Tarpea, su Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali. URL consultato l'11 dicembre 2019.
  6. ^ Ex Istituto Archeologico Germanico, su Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali. URL consultato l'11 dicembre 2019.
  7. ^ Giardino Romano, su Musei Capitolini. URL consultato l'11 dicembre 2019.
  8. ^ Museo Nuovo (ex Museo Mussolini), su Musei Capitolini. URL consultato l'11 dicembre 2019.
  9. ^ Cfr. I Marmi Torlonia. Collezionare capolavori, su Musei Capitolini. URL consultato il 14 ottobre 2020.
  10. ^ Cfr. Domiziano Imperatore. Odio e amore, su Musei Capitolini. URL consultato il 12 luglio 2022.

Bibliografia modifica

Voci correlate modifica

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