Partito Costituzionale Progressista (Messico)

Il Partito Costituzionale Progressista (spagnolo: Partido Constitucional Progresista, PCP) fu un partito politico messicano fondato da Francisco Madero nel 1909.

Partito Costituzionale Progressista
Partido Constitucional Progresista
LeaderFrancisco Madero
Venustiano Carranza
StatoBandiera del Messico Messico
SedeCittà del Messico
AbbreviazionePCP
Fondazione22 maggio 1909
Dissoluzione3 ottobre 1916
Confluito inPartito Liberale Costituzionalista
IdeologiaLiberalismo classico
Liberalismo conservatore
Costituzionalismo
Centrismo
Secolarismo
Progressismo
Liberalismo sociale
Ruralismo
CollocazioneCentro
TestataNueva Era
SloganSufragio Efectivo, No Reelección

Inizialmente denominato Partito Nazionale Anti-rielezionista (spagnolo: Partido Nacional Antirreeleccionista, PNA), aveva come scopo primario impedire la ri-elezione del dittatore Porfirio Díaz, che dal 1884 governava ininterrottamente il paese attraverso brogli elettorali ed un efficiente stato di polizia.[1] Di conseguenza, i club anti-rielezionisti si permearono di un forte liberalismo, sia sociale che economico.[2]

Gli anti-rielezionisti di Madero parteciparono attivamente alle elezioni del 1910, ottenendo la maggioranza dei consensi attraverso la popolazione. Nonostante i brogli palesemente effettuati, Madero fu talmente minaccioso per il potere di Díaz da farlo arrestare per tradimento e sedizione, imprigionandolo a San Luis Potosí mentre le votazioni erano ancora in corso. La fuga di Madero a San Antonio, dove proclamò un manifesto in cui chiedeva le dimissioni di Díaz, innescarono la Rivoluzione messicana, volta a deporre il dittatore e ri-distribuire le terre ai contadini.[3]

I successi degli insorti spinsero Díaz a cercare un accordo con Madero, e il 21 maggio 1911 fu siglato un trattato a Ciudad Juárez, che prevedeva le dimissioni di Díaz, un'amnistia per i rivoluzionari quanto per i sostenitori di Díaz ed il mantenimento dell'establishment istituzionale, militare e giudiziario creato durante il regime.[4] Inoltre, Madero non si impegnò per una decisa riforma agraria come sperato, ma sostenne invece l'idea che le dispute sui terreni andassero risolte attraverso i tribunali, controllati da anziani conservatori legati ai latifondisti, cosa che portò a diverse sedizioni e casi di violenza sporadici nelle zone rurali.[5]

Le elezioni del 1911 sancirono una vittoria incontestata da parte di Madero, che tuttavia si ritrovò a dover fronteggiare i rivoluzionari estremisti, guidati da Emiliano Zapata, e gli ex-sostenitori di Díaz, guidati in primis dal di lui nipote Félix. La debolezza di Madero portò infine alla sua deposizione nel 1913 tramite un colpo di Stato orchestrato dal generale Victoriano Huerta, che fu proclamato "presidente provvisorio".[6] Conseguentemente, il PCP rimase attivo solo a livello locale, confluendo perlopiù nell'Esercito costituzionale di Venustiano Carranza dopo che questi si rifiutò di riconoscere il regime golpista di Huerta.[7]

Dopo il riconoscimento di Carranza come "capo dell'esecutivo" da parte degli Stati Uniti nel 1915,[8] gli ex-maderisti si riunirono nel Partito Liberale Costituzionalista, fondato da Carranza nel 1916.[9]

Risultati elettorali modifica

Elezioni presidenziali modifica

Anno Candidato Voti % +/– Risultato
1910 Francisco Madero 789 2,1% Nuovo Sconfitta
1911 Francisco Madero 19.997 99,2%   97,1% Vittoria

Note modifica

  1. ^ (ES) Zarauz, Héctor L., La convención del Tívoli, su Revista Bicentenario, 2010. URL consultato il 26 agosto 2019.
  2. ^ (ES) Se organiza el Partido Antirreeleccionista en la ciudad de México a iniciativa de Madero y Vázquez Gómez, su Memoria política de México, 22 maggio 1909. URL consultato il 26 agosto 2019.
  3. ^ (ES) Moreno, Francisco Fabián, ¿Fue Madero un ingenuo, un idealista o un mal político?sito=Bicentenario.com, su bicentenario.com.mx, 21 febbraio 2010. URL consultato il 26 agosto 2019 (archiviato dall'url originale il 16 dicembre 2010).
  4. ^ (EN) Katz, Friedrich, The Life and Times of Pancho Villa, Stanford University Press, 1998, pp. 104-119.
  5. ^ (EN) Gonzales, Michael J., The Mexican Revolution, 1910-1940, UNM Press, 2002, pp. 76, 80-84.
  6. ^ (ES) Garciadiego, Javier, La Revolución mexicana: crónicas, documentos, planes y testimonios, UNAM, 2005, p. 169.
  7. ^ (EN) Minster, Christopher, Biography of Venustiano Carranza, Revolutionary President of Mexico, in ThoughCo., 3 luglio 2019.
  8. ^ (ES) Garfias M., Luis, La Revolución Mexicana: compendio histórico político militar (10ª edizione), in Editorial Panorama, 2006, p. 166.
  9. ^ (EN) Ameringer, Charles D., Political Parties of the Americas, 1980s to 1990s: Canada, Latin America, and the West Indies, Greenwood, 1992, p. 432.