Piero Portaluppi

architetto italiano (1888-1967)

Pietro Portaluppi[1], noto come Piero Portaluppi (Milano, 19 marzo 1888Milano, 6 luglio 1967) è stato un architetto, urbanista e storico dell'architettura italiano.

Pietro Portaluppi

Biografia modifica

Figlio di un ingegnere edile, studia a Milano laureandosi al Regio Istituto Tecnico Superiore (il futuro Politecnico) nel 1910, e iniziando contemporaneamente l'attività professionale e la carriera accademica. A parte piccoli lavori, la sua prima attività è caratterizzata, tra il 1912 e il 1926, dalla progettazione di centrali idroelettriche per le "Imprese elettriche Conti", localizzate in val d'Ossola[2]. Durante la Grande Guerra Portaluppi presta servizio militare come ufficiale nel Genio.

Nel giugno del 1913 Portaluppi sposa Lia Baglia, nipote di Ettore Conti, che nel 1939 verrà da lui adottata in ex sorore. Dal loro matrimonio nasceranno nel 1914 Luisa e nel 1917 Oreste[3]. Dopo la guerra riprende l'attività professionale, continuando a progettare centrali idroelettriche (in Valtellina[4]) ed elettriche fino al 1930. Ottiene importanti committenze dall'alta borghesia milanese tra cui la Casa Atellani in Corso Magenta, il Palazzo della Banca Commerciale Italiana (1928-1932) e il Planetario Hoepli (1929-1930); tra i progetti residenziali ricordiamo il palazzo per la società Buonarroti-Carpaccio-Giotto (1926-1930), la casa Crespi in corso Venezia (1927-1930), il palazzo Crespi in piazza Crispi (1928-1932).

 
Padiglione italiano all'esposizione di Barcellona nel 1929

Attivo anche nell'edilizia industriale, progetta gli stabilimenti per la Società Ceramica Italiana di Laveno. Tra il 1925 e il 1928, progetta i padiglioni Alfa Romeo, Agip e Pirelli alla Fiera di Milano. Nel 1929 realizza il padiglione italiano per l'Esposizione Universale di Barcellona. Nel 1926 con Marco Semenza, fratello maggiore degli ingegneri Camillo e Carlo Semenza, vince il concorso per il Piano Regolatore di Milano. Negli anni trenta si consolida la sua attività professionale, mentre il linguaggio architettonico si sposta verso episodiche suggestioni razionaliste, come per la Casa del Sabato degli Sposi, realizzata con i BBPR e altri per la V Triennale di Milano del 1933. Tra il 1934 e il 1938 Portaluppi restaura la chiesa di Santa Maria delle Grazie (di cui tra il 1944-1948 curerà la ricostruzione dopo i danni bellici).

Dopo la guerra, nonostante procedimenti di epurazione, continua l'attività di insegnamento come preside della Facoltà di architettura e vari impegni istituzionali (presidente dell'Ordine degli architetti, membro del CNR), mentre rallenta l'attività professionale, anche se i suoi progetti del periodo riguardano importanti edifici storici milanesi: Brera, convento di San Vittore, Ospedale Maggiore, Piccola Scala, sagrato di Piazza Duomo con Giannino Castiglioni, che scolpirà a Lierna una delle porte del Duomo. Agli anni 1949-1955 risale il palazzo della Riunione Adriatica di Sicurtà, a Forlì, nella centrale Piazza Aurelio Saffi[5]. Negli anni cinquanta realizza inoltre un progetto con il designer Gualtiero Galmanini[6]. Viene sepolto al Cimitero Monumentale di Milano[7]. Il nome di Piero Portaluppi ha meritato l'iscrizione al Famedio del medesimo cimitero[8].

Opere modifica

 
Sede della Società Filatura Cascami Seta (1920-1924)
 
Planetario di Milano (1930)
 
Atrio di Villa Necchi Campiglio (1932-1935)
 
Facciata angolare di Casa Lentati (1934-1936)
 
Veduta dal centro della carreggiata di via Tiziano verso piazza Michelangelo Buonarroti (sulla sinistra si riconoscono le Case Brughera)
 
Edificio RAS, Milano (con Gio Ponti, Alberto Rosselli e Antonio Fornaroli) 1962

Qui di seguito alcune delle opere principali dell'architetto Portaluppi, riportate in ordine cronologico.

  • Villa Crespi "Il Biffo" a Merate (Lecco) (1935-38)
  • Edificio Ras, oggi Palazzo Beltrade in via Torino (1935-38, alterato)
  • Case Brughera in via Tiziano a Milano (1936-38)[9]
  • Casa e Studio Portaluppi, in via Morozzo della Rocca a Milano (1935-1939)
  • Sede della Federazione dei fasci milanesi in piazza San Sepolcro a Milano (1935-1940)
  • Arengario (1937-42, 1950-56, con Enrico Agostino Griffini, Pier Giulio Magistretti, Giovanni Muzio)
  • Palazzo in via de Amicis,25, Milano (1944/45 Impresa Bassanini)

Centrali elettriche modifica

Pubblicazioni modifica

  • Piero Portaluppi, L'Architettura del Rinascimento nell'ex ducato di Milano 1450-1500, tip. A. Rizzoli e C., Milano 1914.
  • Piero Portaluppi, La casa de gli Atellani in Milano, Bestetti Edizioni d'Arte e Tumminelli, Milano 1922.
  • Piero Portaluppi e Raffaele Calzini, Il palazzo e la famiglia Durini in due secoli di vita milanese 1648-1848, Bestetti Edizioni d'Arte e Tumminelli, Milano 1923.
  • Piero Portaluppi, Aedilitia I, Bestetti Edizioni d'Arte e Tumminelli, Milano-Roma 1924.
  • Piero Portaluppi, Marco Semenza, Milano com'è ora come sarà, Bestetti Edizioni d'Arte e Tumminelli, Milano-Roma 1927.
  • Piero Portaluppi, Aedilitia II, Bestetti Edizioni d'Arte e Tumminelli, Milano-Roma 1930.
  • Piero Portaluppi e Agnoldomenico Pica, La Basilica Porziana di San Vittore al Corpo, Officine Grafiche Esperia, Milano 1934.
  • Piero Portaluppi e Agnoldomenico Pica, Le Grazie, Casa Editrice Mediterranea, Roma 1937.
  • Piero Portaluppi, Gnomonica atellana, a cura di Alberto Alpago Novello, Alfieri e Lacroix, Milano 1968.

Note modifica

  1. ^ Così appare identificato nei registri cimiteriali milanesi, consultabili tramite l'applicazione per dispositivi mobili "Not 2 4get",
  2. ^ O. Selvafolta, “Fulgura Multiplicavit”: le centrali idroelettriche di Ettore Conti, Umberto Girola e Piero Portaluppi, in Accoppiamenti giudiziosi. Storia di progettisti e costruttori, a cura di A. Giorgi, R. Poletti, Skira, Milano 1995, pp. 23-63.M. Jakob, Una estetica della sorpresa: le centrali di Portaluppi e le forme dell'energia, in Molinari (a cura di) 2003, pp. 193-209; F.Polatti, Centrali idroelettriche in Valtellina: architettura e paesaggio. 1900-1930, 2003.
  3. ^ Famiglia, su ricerca.repubblica.it.
  4. ^ F.Polatti, Op. cit. 2003.
  5. ^ Edificio Timo-Comit-Ras a Forlì
  6. ^ Banco-ambrosiano/, Fondazione Piero Portaluppi Foundation con il contributo di Mediobanca
  7. ^ Comune di Milano, App di ricerca defunti Not 2 4get.
  8. ^ Famedio 2016, su mediagallery.comune.milano.it. URL consultato il 28 aprile 2017 (archiviato dall'url originale il 4 ottobre 2018).
  9. ^ Case Brughera, su Fondazione Piero Portaluppi. URL consultato il 3 maggio 2023.

Bibliografia modifica

  • Piero Portaluppi, Aedilitia I, Bestetti Edizioni d'Arte e Tumminelli, Milano-Roma 1924.
  • Paolo Mezzanotte, “Aedilitia” di Piero Portaluppi, in “Architettura e Arti Decorative”, 9, maggio 1925, pp. 391–409.
  • Armando Melis, L’architetto Piero Portaluppi, in “L’Architettura Italiana”, 8, 1 agosto 1926, pp. 91–92, tavv. XXIX-XXX.
  • Piero Portaluppi, Marco Semenza, Milano com'è ora come sarà, Bestetti Edizioni d'Arte e Tumminelli, Milano-Roma 1927.
  • Piero Portaluppi, Aedilitia II, Bestetti Edizioni d'Arte e Tumminelli, Milano-Roma 1930.
  • PORTALUPPI, Piero, in Enciclopedia Italiana, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 1935. URL consultato il 4 dicembre 2014.
  • Guglielmo Bilancioni, Aedilitia di Piero Portaluppi, Città Studi, Milano 1993.
  • Luca Molinari (a cura di), Piero Portaluppi. Linea errante nell'architettura del Novecento (Milano, Triennale, settembre 2003-gennaio 2004), Milano, Skira, 2003, ISBN 88-8491-678-X.
  • Stefano Poli (a cura di),Piero Portaluppi, Ordine degli architetti PPC della provincia di Milano, Milano s.d. [2012].
  • Cristiano Marchegiani, Portaluppi, Piero, in Dizionario biografico degli Italiani, vol. 85, 2016, pp. 108-110.
Filmografia
  • L'Amatore, docu-film su Piero Portaluppi, regista Maria Mauti, prodotto da Piero Maranghi MP1, 2016

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Collegamenti esterni modifica

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