Pieve di Lecco

antica circoscrizione religiosa e civile dell'arcidiocesi di Milano e del Ducato di Milano con capoluogo Lecco

La pieve di Lecco o pieve di San Niccolò di Lecco (in latino: Plebis Leuciensis o Plebis Sancti Nicolai Leucensis) era il nome di un'antica pieve dell'arcidiocesi di Milano e del Ducato di Milano con capoluogo Lecco.

Pieve di Lecco
Informazioni generali
CapoluogoLecco
1412 abitanti (1771)
Dipendente daProvincia di Milano
Suddiviso in14 comuni
Amministrazione
Forma amministrativaPieve
Podestàlista sconosciuta
Organi deliberativiConsiglio generale
Evoluzione storica
InizioXIV secolo
CausaSecolarizzazione delle pievi
Fine1797
CausaInvasione napoleonica
Preceduto da Succeduto da
Nessuna Distretto del Lago
Cartografia
Pieve di San Niccolò
Informazioni generali
CapoluogoLecco
1412 abitanti (1771)
Dipendente daArcidiocesi di Milano
Suddiviso in13 parrocchie
Amministrazione
Forma amministrativaPieve
Prevostovedi sotto
Evoluzione storica
Inizio23 agosto 1584
CausaDecreto di San Carlo Borromeo
Fine1972
CausaSinodo Colombo
Preceduto da Succeduto da
Pieve di San Gervasio Decanato di Lecco
Cartografia

Il patrono era san Niccolò a cui è ancora oggi dedicata la chiesa prepositurale di Lecco.

Storia modifica

La storia della pieve ecclesiastica di Lecco è relativamente recente: la data della sua fondazione risale infatti al 23 agosto 1584. In questa data, infatti, l'arcivescovo milanese Carlo Borromeo decise di trasferire la sede plebana dalla chiesa dei Santi Gervaso e Protasio di Castello (la cui canonica è attestata dalla fine del Duecento) all'odierna Basilica di San Niccolò di Lecco.[1] La prima sede, infatti, era stata ridotta nei secoli perlopiù ad una cappellania circondata da canoniche fatiscenti,[2] con una cura d'anime estremamente ridotta, e questo fatto avvantaggiò moltissimo Lecco che proprio in quegli anni stava avendo il suo boom di sviluppo anche sociale.[3]

Va tuttavia segnalato che, secondo alcuni, la primitiva sede plebana sarebbe stata la scomparsa chiesa lecchese di santo Stefano (già esistente nel XII secolo), presso la quale fu riportata alla luce la lapide funebre di un sacerdote deceduto nel 535, ritrovamento che costituì la più antica epigrafe cristiana mai rinvenuta entro i confini della pieve.[1] In questo contesto, la chiesa di Santo Stefano sarebbe nata come chiesa del castrum lecchese, per poi perdere la dignità di chiesa battistimale attorno all'XI secolo, con lo spostamento della sede plebana al di fuori delle mura.[1]

Fin dal primo Rinascimento, invece, la pieve di Lecco esisteva dal punto di vista secolare con una funzione amministrativa civile come ripartizione locale della Provincia del Ducato di Milano, al fine di ripartire i carichi fiscali e provvedere all'amministrazione della giustizia, mantenendo un forte potere sulle comunità locali che ivi svilupparono solo in parte quelle che erano le normali attribuzioni dei comuni, schiacciate com'erano dalla "Comunità Generale di Lecco".[4]

La nuova pieve ecclesiastica registrò, nel 1592, dodici chiese curate delle quali però veniva precisato che solo due avevano sacerdoti stabili che vi risiedevano mentre le altre erano ridotte alla stregua di commende, tradizione che si interruppe come presumibile solo molto tempo dopo la conclusione del concilio di Trento nel 1563.[3] In origine la pieve religiosa non comprendeva le parrocchie di Pescate e Malgrate, a lungo inserite nella Pieve di Garlate.[5]

Dal punto di vista civile, la pieve amministrativa fu oggetto di un esperimento riformatore di stampo illuminista da parte dell'imperatore Giuseppe II, che nel 1786 la incluse nella provincia di Como, provvedimento però cancellato dopo soli cinque anni dal fratello Leopoldo II, imperatore ben più conservatore. Già trent'anni prima, comunque, l'imperatrice Maria Teresa aveva provveduto a definire in modo moderno i poteri dei comuni della pieve, che assumevano così una propria fisionomia ben definita che prima non avevano, come testimoniato dal fatto che addirittura nessuno aveva mai provveduto a disegnarne i confini. La pieve fu poi del tutto soppressa nel 1797 in seguito all'invasione di Napoleone e alla conseguente introduzione di un nuovo ma effimero distretto.

Nel frattempo in ambito religioso anche a Lecco come in altre località venne eretto un vicariato che affiancò di fatto le funzioni della pieve, in cui nel 1930 si registrò la creazione della Parrocchia del Divin Salvatore e Santa Teresa di Gesù Bambino a Pescate, e in questo ambito essa è rimasta sino ai decreti del 1972 del sinodo Colombo che riuscirono a sopprimere definitivamente le funzioni delle antiche pievi a favore dei moderni decanati di cui, ad ogni modo, Lecco divenne sede.[3]

Territorio modifica

Nella seconda metà del XVIII secolo, il territorio della pieve era così suddiviso:

Pieve civile Pieve ecclesiastica
Comune di Lecco
-[6]
Parrocchia prepositurale di San Niccolò
Comune di Acquate Parrocchia dei Santi Giorgio, Caterina ed Egidio
Comune di Ballabio Superiore
Comune di Ballabio Inferiore
Parrocchia della Beata Vergine Assunta
Comune di Belledo con Maggianico Parrocchia di Sant'Andrea
Comune di Brumano Parrocchia di San Bartolomeo
Comune di Castello Parrocchia dei Santi martiri Gervaso e Protaso
Comune di Germanedo Parrocchia dei Santi Cipriano e Giustina
Comune di Laorca Parrocchia dei Santi Pietro e Paolo
Comune di Morterone Parrocchia della Beata Vergine Assunta
Comune di Olate Parrocchia dei Santi martiri Vitale e Valeria
Comune di Rancio Parrocchia di Santa Maria Assunta
Comune di San Giovanni alla Castagna Parrocchia di San Giovanni evangelista
Comune di Chiuso --[7]
--[8] Parrocchia di San Leonardo

Note modifica

  1. ^ a b c AA.VV., Una chiesa tra lago e montagne, p. 92.
  2. ^ AA.VV., Una chiesa tra lago e montagne, p. 94.
  3. ^ a b c pieve di San Niccolò 1584-1971, su lombardiabeniculturali.it. URL consultato il 14 giugno 2013.
  4. ^ vedi qui
  5. ^ AA.VV., Una chiesa tra lago e montagne, pp. 50-51.
  6. ^ La parrocchia comprendeva con discrasia anche il territorio di Pescate compreso civilmente nella Pieve di Garlate.
  7. ^ In questo caso c'era discrasia fra pieve civile ed ecclesiastica, dato che il comune corrispondeva alla parrocchia di Santa Maria Assunta, compresa ecclesiasticamente nella pieve di Sant'Agnese di Olginate.
  8. ^ In questo caso c'era discrasia fra pieve civile ed ecclesiastica, dato che la parrocchia corrispondeva al comune di Malgrate, compreso civilmente nella pieve di Garlate.

Bibliografia modifica

  • Liber notitiae sanctorum Mediolani di Goffredo da Bussero. Manoscritto della Biblioteca Capitolare di Milano, a cura di M. Magistretti, U. Monneret de Villard, Milano, 1917.
  • Diocesi di Milano. Sinodo 46°, Milano, 1972, Pubblicazione curata dall'ufficio stampa della Curia arcivescovile di Milano.
  • Istituzione dei nuovi vicariati urbani e foranei, 11 marzo 1971, Giovanni Colombo, arcivescovo di Milano, Rivista Diocesana Milanese, 1971.
  • G. Vigotti, La diocesi di Milano alla fine del secolo XIII. Chiese cittadine e forensi nel “Liber Sanctorum” di Goffredo da Bussero, Roma, 1974.
  • AA.VV., Una chiesa tra lago e montagne - A Giovanni Paolo II, Como-Lecco, La Provincia S.p.A. Editoriale, 1996.
  • Sito ufficiale del decanato di Lecco, vicolo Canonica 4, Lecco, su decanatodilecco.it.

Voci correlate modifica