Pinacoteca nazionale di Bologna

museo italiano
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La Pinacoteca nazionale di Bologna è un museo statale italiano. Ha sede a Bologna nell'ex noviziato gesuita, edificio storico che ospita anche l'Accademia di belle arti, e una sede distaccata presso Palazzo Pepoli Campogrande. La pinacoteca offre una vasta panoramica della pittura emiliana dal XIII al XVIII secolo; non mancano tuttavia testimonianze fondamentali di artisti non bolognesi che ebbero contatti con la città.

Pinacoteca nazionale di Bologna
Una sala della pinacoteca
Ubicazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
LocalitàBologna
Indirizzovia Belle Arti, 56
via Castiglione, 7
Coordinate44°29′51.72″N 11°21′12.49″E / 44.4977°N 11.353469°E44.4977; 11.353469
Caratteristiche
TipoArte, Pinacoteca
Istituzione1762
Apertura1802
DirettoreMaria Luisa Pacelli
Visitatori15,573 (2020)[1]
Sito web

È di proprietà del Ministero della cultura, che dal 2019 la ha annoverata tra gli istituti museali dotati di autonomia speciale.[2]

Storia modifica

Le origini: l'Accademia Clementina e l'Appartamento del Gonfaloniere modifica

Primo nucleo della futura Pinacoteca fu l'acquisto nel 1762, da parte di monsignor Giacomo Zambeccari, di otto tavole del primo Cinquecento provenienti dalla demolizione della chiesa di Santa Maria Maddalena, per l'Istituto delle Scienze e destinate ad essere conservate nell'Accademia Clementina, la sezione artistica dell'Istituto scientifico. Nel 1776, sempre per l'Accademia Clementina, vennero acquistate una dozzina di tavole trecentesche e di icone bizantine, provenienti dal lascito di Urbano Savorgnan, già site nell'Oratorio di San Filippo Neri.

Altro polo di conservazione cittadino fu l'Appartamento del Gonfaloniere nel Palazzo Pubblico, dove accanto ad opere come la Pala del Voto di Guido Reni, lì conservate per l'alto significato civico, vennero incamerati, fin dall'ultimo scorcio del Seicento, dipinti della scuola di Raffaello, di Lavinia Fontana e di Annibale Carracci.

Quadreria dell'Accademia di belle arti modifica

Nel 1796 con la caduta del regime pontificio e con la nuova legislazione repubblicana, che portò alla soppressione di numerosi conventi, di tutte le corporazioni dei mestieri e allo smantellamento delle sedi dell'antico regime, il senato bolognese decise di raccogliere i dipinti delle chiese e dei conventi soppressi e dell'Accademia delle Scienze in un'unica collezione, raccogliendo quasi un migliaio di opere, sistemate prima nell'ex Convento di San Vitale; poi nel 1802 presso l'ex noviziato gesuita di Sant'Ignazio nel Borgo della Paglia, attualmente via delle Belle Arti 56, realizzato nel 1726 da Alfonso Torreggiani, come quadreria della neonata Accademia nazionale di belle arti.

Otto e Novecento modifica

 
Sistemazione del salone degli affreschi, 1972

Con la caduta dell'Impero napoleonico nel 1815, molte opere requisite dai francesi a seguito delle spoliazioni napoleoniche ritornarono dal Louvre in città. A quel tempo risale il primo intervento di ampliamento ad opera di Leandro Marconi. Del 1826 fu il primo catalogo ad opera di Gaetano Giordani. Ampliata nel 1844, includendovi la cappella del Convento, affrescata nella volta con l'Apoteosi di Sant'Ignazio. Tra il 1867-68, vennero incamerati molti dipinti provenienti da altre soppressioni, nel 1875 venne aperta regolarmente al pubblico, nel 1882 la Quadreria venne resa autonoma dall'Accademia e, nel 1884, vennero acquistate le Collezioni Zambeccari.

Enrico Panzacchi è stato direttore della pinacoteca dal 1891 al 1896.[3]

Ai primi del Novecento venne realizzata una nuova ala su progetto di Edoardo Collamarini. Alla fine degli anni sessanta, sotto il soprintendente Cesare Gnudi e su progetto di Leone Pancaldi, venne realizzato il Salone del Rinascimento e vennero collocati gli affreschi staccati della chiesetta di Sant'Apollonia di Mezzaratta. Nel 1997 la Pinacoteca è stata completamente rinnovata e adeguata agli standard europei, dotandola inoltre di uno spazio espositivo adibito esclusivamente alle mostre temporanee e all'attività didattica. La pinacoteca è oggi da annoverare tra le più moderne e importanti gallerie nazionali, conosciuta e apprezzata anche all'estero.

Opere principali modifica

 
Vitale da Bologna, San Giorgio e il drago

Atrio e scalone modifica

Dal Duecento al Gotico modifica

Saletta di Giotto e dei "forestieri" modifica

 
Giotto, Madonna col Bambino e Santi (Polittico di Bologna)

"Il tramonto del Gotico" modifica

Salone degli affreschi modifica

 
Pseudo-Jacopino, San Giacomo alla battaglia di Clavijo (1315-20 ca.)
  • Francesco da Rimini, Miracolo di san Francesco, dal convento di San Francesco
  • Vitale da Bologna, Ultima cena (1340 circa), dal convento di San Francesco
  • Vitale da Bologna, Madonna col Bambino, detta Madonna del Ricamo
  • Pseudo Jacopino di Francesco, San Giacomo alla battaglia di Clavijo (1315-20 ca.), dalla chiesa di San Giacomo.

Sale di Mezzaratta modifica

Sinopie e affreschi staccati dalla chiesa di Santa Apollonia di Mezzaratta:

Sezione del Rinascimento modifica

 
Francesco Francia (1498-1499), Il Bambino adorato dalla Vergine
 
Perugino (1500), Madonna in gloria e santi

Sezione del Manierismo modifica

Sala dei Carracci modifica

 
Annibale Carracci, Cristo incoronato di spine (1598-1600)

Sala del Reni modifica

 
Guido Reni, Sansone vittorioso (1611)
  • Guido Reni, Strage degli innocenti (1611), dalla Basilica di San Domenico
  • Guido Reni, Sansone vittorioso (1611), dal Palazzo Pubblico
  • Guido Reni, Gesù Cristo in pietà pianto dalla Madonna e adorato dai Santi Petronio, Francesco, Domenico, Procolo e Carlo Borromeo, detta "Pala dei Mendicanti" (1616)
  • Guido Reni, Madonna col Bambino in gloria e i Santi Protettori di Bologna Petronio, Francesco, Ignazio, Francesco Saverio, Procolo e Floriano, detta "Pala della Peste" o "Pala del voto" (1631–1632)
  • Guido Reni, San Sebastiano (1640-1642)

Sale del Seicento modifica

 
Domenichino (1619-1621), Martirio di San Pietro da Verona
  • Simone Cantarini, Madonna in gloria e i Santi Giovanni Evangelista, Eufemia e Nicola da Tolentino (1630-1640)
  • Giacomo Cavedoni, Madonna col Bambino in gloria e i Santi Alò e Petronio (1614)
  • Domenichino, Martirio di San Pietro da Verona (1619-1621)
  • Domenichino, Madonna del Rosario (1617-1625)
  • Guercino, Madonna del Passero (1615-1616)
  • Guercino, San Bruno in adorazione della Madonna col Bambino in gloria (1647)
  • Guercino, San Guglielmo d'Aquitania riceve l'abito religioso da San Felice Vescovo, detto anche Vestizione di San Guglielmo (1620)
  • Guercino, San Sebastiano curato da Irene (1619)
  • Lucio Massari, Il ritorno del figliuol prodigo (1614)
  • Mastelletta, Storie di santi (1610-1612)
  • Mastelletta, Gesù Cristo servito dagli angeli (1615-1617)
  • Mattia Preti, Sacrificio di Isacco (1650-1651)
  • Elisabetta Sirani, Madonna col Bambino e San Giovannino e di Sant’Antonio da Padova in adorazione del Bambino (1662)
  • Alessandro Tiarini, Compianto su Cristo morto (1617)
  • Alessandro Tiarini, Sposalizio mistico di Santa Caterina e le Sante Barbara e Margherita (1630 circa)

Sale del Settecento modifica

Note modifica

  1. ^ Dati per singolo Istituto Museale (XLS), su statistica.beniculturali.it. URL consultato il 30 giugno 2022.
  2. ^ Cfr. DPCM 2 dicembre 2019, n. 169.
  3. ^ Enrico Panzacchi, su Biblioteca Salaborsa. URL consultato l'8 aprile 2024 (archiviato il 17 maggio 2022).

Bibliografia modifica

  • Jadranka Bentini et al. (a cura di), Pinacoteca Nazionale di Bologna: Catalogo generale, Venezia, Marsilio, 2011, ISBN 978-88-317-9917-1.
  • Gian Piero Cammarota, La formazione della Pinacoteca Nazionale di Bologna, Bologna, volume I 1997, volume III 2000, volume II 2004.
  • Gian Piero Cammarota, Le origini della Pinacoteca nazionale di Bologna: una raccolta di fonti, Pinacoteca nazionale di Bologna, 2004, ISBN 88-7381-113-2.
  • Andrea Emiliani (a cura di), La Pinacoteca nazionale di Bologna, Bologna, Alfa, 1967.
  • Andrea Emiliani (a cura di), La Pinacoteca nazionale di Bologna: notizie storiche e itinerario servizi didattici, Bologna, Alfa, 1979.
  • Enrico Mauceri, La pinacoteca nazionale di Bologna, Roma, Istituto poligrafico dello stato, 1955.
  • Cesare Gnudi (a cura di), Vent'anni di lavoro per la Pinacoteca Nazionale di Bologna, Bologna, Alfa, 1973.
  • Emanuela Fiori (a cura di), La Pinacoteca Nazionale di Bologna: notizie storiche e itinerario, servizi didattici, Fiesole, Nardini, 1997.

Altri progetti modifica

Collegamenti esterni modifica

Controllo di autoritàVIAF (EN141530565 · ISNI (EN0000 0001 2324 3847 · ULAN (EN500125188 · LCCN (ENn50052590 · GND (DE1094003-0 · BNF (FRcb12075090w (data) · J9U (ENHE987007605339105171 · WorldCat Identities (ENlccn-n50052590