Poenulus

commedia di Tito Maccio Plauto

Poenulus (o anche Il cartaginese) è una commedia di Tito Maccio Plauto rappresentata dopo la seconda guerra punica. Essa ebbe due redazioni: Poenŭlus "il giovane cartaginese" (probabilmente modellata sul Carchedonios di Menandro), e Patruos Pultiphagonĭdes ("lo zio mangiatore di polenta", secondo la definizione dispregiativa con la quale a Roma venivano appellati i cartaginesi). Tuttavia, è impossibile stabilire con certezza la versione a noi pervenuta[1].

Il cartaginese
Commedia in cinque atti
Due attori comici in scena (Museo di Palermo)
AutoreTito Maccio Plauto
Titolo originalePoenulus
Lingue originaliLatino
Lingua punica
GenereCommedia
AmbientazioneUna strada di Calidone, tra le case di Agorastocle e Lico, e il tempio di Venere
Personaggi
  • Agorastocle, giovane
  • Milfione, servo di Agorastocle
  • Adelfasia, amata di Agorastocle
  • Anterastile
  • Lico
  • Antamenide
  • Collibisuco
  • Sincerasto
  • Annone
  • Giddenide
  • Schiavo
 

La commedia riflette sul rapporto tra i romani e la figura all'epoca da essi ritenuta lo straniero per eccellenza, ovvero i cartaginesi. Il testo è di particolare importanza linguistica per la presenza, nel quinto atto, di rari versi e frasi in lingua punica, nonché in presumibile libico antico[2].

Trama modifica

Agorastocle, un giovane cartaginese rapito all'età di sette anni, vive in Etolia, adottato da un ricco signore. Accanto a lui abitano due sorelle, anch'esse rapite da piccole e ancora sfruttate dal loro padrone. Il giovane si innamora di una delle due sorelle, Adelfasia. Alla fine interviene il cartaginese Annone che riconosce in Agorastocle suo nipote e nelle sorelle le sue due figlie rapite. Agorastocle si sposa così con la cugina Adelfasia.

Note modifica

  1. ^ Treccani.it, Ponenulus
  2. ^ Maurice Sznycer, Les passagges puniques en transcription latine dans le Poenulus de Plaute, Parigi, École pratique des hautes études, 1965, ISSN 0245-9000 (WC · ACNP).

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