Roccatederighi

frazione del comune italiano di Roccastrada

Roccatederighi è una frazione del comune italiano di Roccastrada, nella provincia di Grosseto, in Toscana.

Roccatederighi
frazione
Roccatederighi – Veduta
Roccatederighi – Veduta
Localizzazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
Regione Toscana
Provincia Grosseto
Comune Roccastrada
Territorio
Coordinate43°01′40″N 11°04′53″E / 43.027778°N 11.081389°E43.027778; 11.081389 (Roccatederighi)
Altitudine537 m s.l.m.
Abitanti773 (2011)
Altre informazioni
Cod. postale58036
Prefisso0564
Fuso orarioUTC+1
Nome abitantirocchigiano, rocchigiani[1]
PatronoSan Martino
Cartografia
Mappa di localizzazione: Italia
Roccatederighi
Roccatederighi
Roccatederighi al tramonto

Geografia fisica modifica

Si tratta di un borgo medievale situato sulla cima di una collina a ovest di Roccastrada. Dista dal capoluogo di provincia, Grosseto, circa 33 km e dal capoluogo di regione, Firenze, circa 115 km.

Storia modifica

Sorto in epoca medievale, il paese passò sotto il controllo della Repubblica di Siena nel corso del XIV secolo.

A metà del XVI secolo entrò a far parte del Granducato di Toscana. Nel 1616 il granduca Cosimo II de' Medici concedette in feudo Roccatederighi al nobile Gian Cristoforo II Malaspina - del ramo detto dello Spino Secco, marchesi di Mulazzo - e nel 1632 il granduca Ferdinando II de' Medici eresse sia Roccatederighi che Montemassi in marchesato, creando Gian Cristoforo primo marchese.

Dopo Gian Cristoforo, il marchesato di Roccatederighi e Montemassi passò ai figli di lui, Corrado, prima, e Obizzo, poi, quindi al figlio di Obizzo, Gian Cristoforo III e infine al figlio di quest'ultimo, il marchese Cesare che, essendo l'ultimo della sua famiglia e gravato da debiti, nel 1770, con il consenso del governo graducale, vendette il marchesato alla famiglia Cambiaso di Genova[2].

Il campo di concentramento di Roccatederighi (1943-44) modifica

  Lo stesso argomento in dettaglio: Campi di concentramento della Repubblica Sociale Italiana.

Dal 28 novembre 1943 al 9 giugno 1944, sotto la Repubblica Sociale Italiana, divenne operativo nei locali della sede estiva del Seminario vescovile di Grosseto a Roccatederighi, un campo di concentramento provinciale per raccogliervi gli ebrei italiani residenti a Grosseto e provincia, nonché i numerosi ebrei stranieri internati nei comuni della zona.[3] Assieme alle strutture analoghe a Bagno a Ripoli, Bagni di Lucca e Civitella della Chiana, si trattò di uno dei quattro campi di concentramento adibiti in Toscana nel 1943-44 a luoghi di raccolta e transito per le deportazioni. Gli arresti cominciarono subito a dicembre: ebrei livornese sfollati a Pitigliano, Castell'Azzara e Roccastrada, ed ebrei stranieri internati ad Arcidosso, Roccalbegna e Cinigiano. Molti degli ebrei presenti nella provincia di Grosseto sfuggirono all'arresto, a Pitigliano come a Pari (Civitella Paganico), grazie al sostegno della popolazione locale. Per la maggior parte dei deportati dal campo di Roccatederighi non ci fu invece salvezza. Trasferiti in due gruppi (uno in aprile, uno nel giugno 1944) a Fossoli, di lì proseguiranno per Auschwitz dove troveranno quasi tutti la morte.[4]

Di fronte all'edificio dell'ex Seminario, uno dei luoghi dell'Olocausto a lungo dimenticati, è stata collocato nel 2008 un piccolo monumento con la seguente iscrizione:

IN QUESTO LUOGO, PARZIALMENTE TRASFORMATO IN CAMPO DI CONCENTRAMENTO, TRA IL 28 NOVEMBRE 1943 E IL 9 GIUGNO 1944 FURONO RINCHIUSI NUMEROSI EBREI, VITTIME DELLA PERSECUZIONE RAZZIALE VOLUTA DAL FASCISMO.

38 DI LORO – UOMINI, DONNE E BAMBINI, 29 STRANIERI E 9 ITALIANI – FURONO DEPORTATI NEI CAMPI DI STERMINIO DEL III REICH, DA DOVE QUASI NESSUNO TORNÒ.

LA MEMORIA DI QUEL DOLORE NON PUÒ RISARCIRE, MA RIMANE COME DOVERE E ESPRESSIONE DI FERMA VOLONTÀ DI OPERARE PERCHÉ CIÒ CHE È ACCADUTO NON DEBBA MAI PIÙ RIPETERSI.

ISTITUTO STORICO GROSSETANO DELLA RESISTENZA E DELL’ETA’ CONTEMPORANEA - DIOCESI DI GROSSETO - COMUNITÀ EBRAICA DI LIVORNO - COMUNE DI ROCCASTRADA - PROVINCIA DI GROSSETO - COMUNE DI GROSSETO

27 Gennaio 2008 – Giornata della memoria [5]

Monumenti e luoghi d'interesse modifica

Architetture religiose modifica

  • Chiesa di San Martino Vescovo, chiesa parrocchiale della frazione, è di origini medievali, ma ha subito delle ristrutturazioni agli inizi del XX secolo.

Architetture civili modifica

  • Fontona, antiche fonti pubbliche in trachite, situate sulla strada per Sassofortino, si pensa siano state costruite tra il 1875 e il 1880. Restaurata nel 2004, ospita attualmente il museo degli attrezzi agricoli.
  • Torre civica, realizzata nel 1911, sovrasta il borgo di Roccatederighi.

Architetture militari modifica

Altro modifica

  • Monumento a Francisco Ferrer, busto in marmo in onore dell'anarchico Francesc Ferrer i Guàrdia, fu realizzato dallo scultore grossetano Ivo Pacini ed inaugurato il 14 settembre 1914. Nel 1924 fu divelto dai fascisti, salvo ritornare al suo posto il 14 settembre 1948.

Società modifica

Evoluzione demografica modifica

Quella che segue è l'evoluzione demografica della frazione di Roccatederighi. Sono indicati gli abitanti dell'intera frazione e dove è possibile è messa tra parentesi la cifra riferita al solo capoluogo di frazione.

Dal 1991 sono contati da Istat solamente gli abitanti del centro abitato, non della frazione.

Anno Abitanti
Frazione Centro abitato
1640
422
-
1745
269
-
1833
772
-
1845
996
-
1921
2 028
-
1931
1 713
-
1961
1 842
1 534
1981
1 248
1 058
1991
918
2001
-
846
2011
-
773

Tradizioni e folclore modifica

Il palio dei ciuchi modifica

Il paese è diviso in cinque contrade (Corso, Ventosa, Torre, Tramonto e Nobili) che partecipano il 14 agosto di ogni anno alla caratteristica corsa dei ciuchi (seguita da sfilate storiche medievali) per vincere il palio, un drappo dipinto da artisti locali. La lotta vede contrapporsi per tradizione la contrada dei Nobili e le altre quattro, che non sopportano la "spocchiosità" dei suoi contradaioli.

Il palio originario risale al 14 agosto 1295, mentre quello in forma attuale fu disputato per la prima volta il giorno 14 settembre dell'anno 1947 alle ore 16, con partenza dal Ponte della Fontona ed arrivo all'asilo infantile Vittorio Veneto, su strada a sterro e con ciuchi ferrati. La vittoria fu conseguita dalla contrada Ventosa, con il fantino Asio Andreini. Al secondo posto si classificò il Tramonto ed al terzo i Nobili, poi Torre e Corso. La sfilata in costume d'epoca e la disputa del palio si svolsero secondo le tradizioni e le regole tramandate fin dal Medioevo, con la variante del numero delle contrade, che furono portate da sei (da cui il nome Palio dei Sestrieri) a cinque, incorporando l'antica contrada del Tufolino in quella della Torre. Dal 1947 al 1970 il palio veniva corso immancabilmente il 14 di settembre: la sfilata storica in costumi medioevali cominciava alle 16 e i festeggiamenti si prolungavano fino a notte inoltrata nella contrada vincente, illuminata a giorno, mentre le altre contrade rimanevano nell'oscurità. Nel 1971 gli abitanti di Roccatederighi, ridotti nel numero di residenti, decisero di sperimentare una edizione estiva del palio, cioè quella della vigilia di Ferragosto, quando il paese era popolato da numerosi villeggianti. L'edizione ebbe un gran successo di pubblico, così divenne una regola definitiva. Per alcuni anni fu mantenuta la tradizione del palio di settembre, ma fu abbandonata definitivamente nel 1980. Nel 1990, per il 500º anniversario della pieve di San Martino, il 15 settembre fu disputato un palio straordinario.

Cultura modifica

Musei modifica

  • Museo degli attrezzi agricoli, presso la Fontona

Eventi modifica

In occasione della festa paesana, a motivo del vivace turismo estivo che vive di riflesso a quello balneare del litorale maremmano, da qualche anno, a Roccatederighi, un fine settimana del mese di agosto, si celebra la festa Medioevo nel Borgo.

Il 14 Agosto di ogni anno a Roccatederighi si svolge il Palio Storico, corso con i somari, che vede sfidarsi cinque contrade, Il Tramonto, La Torre, Il Corso, La Ventosa ed i Nobili.

Note modifica

  1. ^ Teresa Cappello, Carlo Tagliavini, Dizionario degli etnici e dei toponimi italiani, Bologna, Pàtron Editore, 1981, p. 462.
  2. ^ Pompeo Litta, Famiglie celebri italiane, Malaspina, Tav. VII.
  3. ^ Ebrei stranieri internati in Toscana.
  4. ^ E. Collotti, Ebrei in Toscana tra occupazione tedesca e RSI, Carocci, 2007.
  5. ^ Grsseto contemporanea.

Voci correlate modifica

Altri progetti modifica

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