Rosa Parks

attivista statunitense

Rosa Louise Parks (nata Rosa Louise McCauley; Tuskegee, 4 febbraio 1913Detroit, 24 ottobre 2005) è stata un'attivista statunitense.

Rosa Parks con Martin Luther King, 1955 circa
rosa parks in una foto J.

Attivista del movimento per i diritti civili, divenne famosa per aver rifiutato nel 1955 di obbedire alla regola di cedere il proprio posto su un autobus a un bianco, dando così origine al boicottaggio dei bus a Montgomery. La sua azione si inseriva in un contesto di proteste; nove mesi prima Claudette Colvin era stata protagonista di un episodio analogo. All'episodio di Rosa Parks fu data maggiore risonanza.[1]

Rosa Parks è stata anche soprannominata Mother of the Civil Rights Movement.[2]

Scrisse anche un'autobiografia, e soprattutto dopo la morte la sua storia è stata protagonista di diversi prodotti d'intrattenimento di massa, come film e documentari di rilevanza internazionale.[3]

Biografia modifica

La giovinezza e i primi passi da attivista modifica

Rosa Parks era figlia di James Henry McCauley (1886-1962), un falegname e scalpellino, e di Leona Carlie Edwards (1888-1979), un'insegnante di scuola elementare, i quali si sposarono il 12 aprile 1912. Durante la guerra sua madre lavorò a Detroit, nel Michigan, e Rosa vide che gli afroamericani del nord avevano più libertà degli afroamericani del sud. Oltre alla discendenza africana, uno dei bisnonni di Rosa Parks era scozzese-irlandese e una delle sue bisnonne una schiava in parte nativa americana. Sofferente sin da bambina di cattive condizioni di salute con tonsillite cronica, la sua era un'umile famiglia di origine afroamericana e di confessione metodista che viveva in una cittadina poco distante da Montgomery, Tuskegee in Alabama. Anche i suoi genitori erano attivisti per la comunità afroamericana.[4] L'ambiente in cui crebbe Rosa era contraddistinto da una forte propensione al razzismo e caratterizzato da stringenti norme razziali, di retaggio schiavista, panorama simile a quello di diversi stati del sud degli Stati Uniti che in quel periodo predicavano la divisione tra neri e bianchi, secondo il motto separate but equal, ed in cui le persone di colore godevano di minori diritti e subivano continue umiliazioni.[4]

Nel 1932, a 19 anni, sposò il barbiere Raymond Parks, attivista nel movimento per i diritti civili degli afroamericani, del quale assunse il cognome ed il quale la introdusse all'attivismo. Rosa nel frattempo lavorò come sarta e si dedicò sempre di più all'attività politica. Tra le cause che prese a cuore viene ricordata quella degli Scottsboro Boys, un gruppo di nove ragazzi di colore tra i 13 e i 19 anni, che dopo una rissa su un treno vennero accusati ingiustamente di aver usato violenza su due ragazze bianche, a cui la Parks diede sostegno sia emotivo sia concreto, partecipando e organizzando diverse iniziative a favore della loro liberazione.[5]

Nel 1943 venne nominata segretaria della sezione locale dell'associazione nazionale per la promozione delle persone di colore, la NAACP, ed è in questo ruolo che nel 1954 si trovò a collaborare con Martin Luther King, all'epoca giovane ed ancora sconosciuto, alle prese con il suo primo incarico come pastore protestante nella chiesa di Dexter Avenue.

L'arresto modifica

«Dicono sempre che non ho ceduto il posto perché ero stanca, ma non è vero. Non ero stanca fisicamente, non più di quanto lo fossi di solito alla fine di una giornata di lavoro [...]. No, l’unica cosa di cui ero stanca era subire.[6]»

Il 1º dicembre 1955 a Montgomery Rosa stava tornando a casa in autobus dal suo lavoro di sarta[7] in un grande magazzino. Non trovando posti liberi, occupò il primo posto dietro all'area riservata ai bianchi, nel settore dei posti accessibili sia ai bianchi sia ai neri, posti che però i neri avevano l'obbligo di cedere qualora fosse salito un bianco e non avesse trovato posto tra quelli riservati ai bianchi. Dopo tre fermate l'autista, l'ex militare James F. Blake, le chiese di alzarsi e spostarsi in fondo all'automezzo per cedere il posto ad un passeggero bianco salito dopo di lei. Rosa, mantenendo un atteggiamento calmo, sommesso e dignitoso, rifiutò di muoversi e di lasciare il suo posto. Il conducente quindi fermò il veicolo e chiamò due agenti di polizia per risolvere la questione: Rosa Parks fu arrestata e incarcerata per condotta impropria e per aver violato le norme cittadine.


Blake e la Parks si erano già incontrati su un autobus da lui guidato nel 1943, anno in cui la donna era salita sul mezzo dalla porta anteriore, riservata ai bianchi, e l'autista le aveva chiesto di scendere e risalire dalla porta posteriore, dedicata ai neri; Rosa, indignata, era scesa ed aveva atteso l'autobus successivo, promettendosi che da quel momento, ogni volta che avrebbe preso un autobus, non sarebbe salita qualora vi avesse nuovamente visto Blake al volante.

 
 
Schema che mostra il posto occupato da Rosa Parks sull'autobus di Montgomery, Alabama, il giorno 1 dicembre 1955
L'autobus sul quale la Parks rifiutò di cedere il proprio posto, ora esposto all'Henry Ford Museum

La Parks fu quindi incarcerata con l'accusa di “condotta impropria”, ma poche ore dopo l'accaduto venne scarcerata grazie a Clifford Durr, un avvocato bianco antirazzista da sempre impegnato nella battaglia per i diritti civili della comunità afroamericana, che decise di pagare la cauzione alla donna.[8]

La protesta da parte degli afroamericani modifica

La notizia dell'arresto di Rosa Parks e dell'episodio si diffuse velocemente: la popolazione afroamericana si trovò in subbuglio, pronta a protestare ma nel terrore di eventuali rappresaglie da parte dei bianchi e di peggiorare ulteriormente la situazione. Fu Jo Ann Robinson, presidentessa della Women’s Political Council, un’associazione femminile afroamericana, a proporre un'azione di protesta pacifica: nella notte fece stampare migliaia di volantini in cui invitava la popolazione nera a boicottare i mezzi pubblici e li distribuì nei vari luoghi di ritrovo. Martin Luther King ed altri leader del movimento contro la discriminazione razziale vennero a sapere dell'iniziativa ed aiutarono a organizzarla e diffonderla.[9]

Il giorno successivo, il 5 dicembre, incominciò il boicottaggio degli autobus di Montgomery, protesta che durò per 381 giorni; decine di pullman rimasero fermi per mesi finché non venne abolita la legge che legalizzava la segregazione. Le proteste furono appoggiate non solo dalla popolazione afroamericana ma anche dall'opinione pubblica e alcuni particolari ordini di lavoratori, come i tassisti, che abbassarono il costo delle corse a quello di un biglietto del bus per agevolare i protestanti nel boicottaggio.[10] Lo stesso giorno si tenne il processo a Rosa Parks che se la cavò con una multa. Questi eventi diedero inizio a numerose altre proteste in molte parti del paese. Lo stesso King scrisse sull'episodio descrivendolo come «l'espressione individuale di una bramosia infinita di dignità umana e libertà», aggiunse che Rosa «rimase seduta a quel posto in nome dei soprusi accumulati giorno dopo giorno e della sconfinata aspirazione delle generazioni future».

Nel 1956 il caso di Rosa Parks arrivò alla Corte Suprema degli Stati Uniti, che stabilì, all'unanimità[7], l'incostituzionalità della segregazione sugli autobus pubblici dell'Alabama.

Dopo la protesta. modifica

 
Rosa Parks con Bill Clinton

Sebbene non fosse una leader del movimento per i diritti civili che si stava sviluppando nell'ultima parte degli anni cinquanta, la figura di Rosa Parks divenne un simbolo importantissimo per gli attivisti e, di conseguenza, malvista dagli ambienti segregazionisti bianchi contrari alla protesta nera. Ricevette numerose minacce di morte e, non riuscendo più a trovare lavoro, all'inizio degli anni sessanta decise di trasferirsi a Detroit, nel Michigan, dove ricominciò a lavorare come sarta. Successivamente, dal 1965 al 1988 lavorò come segretaria per il deputato al Congresso John Conyers.

Nel 1979 fu una delle protagoniste della raccolta di figurine collezionabili Supersisters, che aveva l'obiettivo di proporre modelli femminili di successo in campo politico, sportivo, sociale e culturale[11].

Nel febbraio del 1987 Parks fondò il Rosa and Raymond Parks Institute for Self Development insieme a Elaine Eason Steele in onore del marito Raymond Parks. Nel 1999 ottenne la Medaglia d'oro del Congresso.

È morta per cause naturali a Detroit il 24 ottobre 2005, all'età di 92 anni. Dopo la morte della donna, la nipote ha scelto di salvare la casa in cui Rosa dovette rifugiarsi dopo il celebre gesto e di donarla all'artista contemporaneo Ryian Mendoza. L'edificio, minuscolo e fatiscente, sarebbe stato demolito a breve a causa della crisi immobiliare del 2008, ma grazie all'intervento della nipote è stato salvato e Mendoza ne ha creato una riproduzione esatta. Inizialmente l'opera d'arte è stata esposta in Germania e poi nel cortile del Palazzo Reale di Napoli, poiché negli Stati Uniti non era stato possibile trovare una sistemazione permanente.[12]

Tributi modifica

 
Rosa Parks Transit Center, Detroit
 
Barack Obama sul bus dove avvenne la vicenda: la Parks si era accomodata nella stessa fila in cui Obama è seduto, ma sul lato opposto.

Nei media modifica

Cinema modifica

Al personaggio di Rosa Parks si è ispirata La lunga strada verso casa, film del 1990 di Richard Pearce interpretato da Whoopi Goldberg. Alla sua storia è stato dedicato anche il film statunitense del 2002 intitolato The Rosa Parks Story. Nella pellicola, scritta da Paris Qualles e diretta da Julie Dash, la figura di Rosa è interpretata da Angela Bassett. Il film è stato trasmesso dal canale televisivo CBS il 24 febbraio 2002.[27]

Nel 2018 è uscito Io sono Rosa Parks, cortometraggio del regista Alessandro Garilli. Il film ha vinto il premio G2 nella sezione MigrArti alla 75ª Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica a Venezia.[28][29]

Televisione e altro modifica

Nell'undicesima stagione della serie televisiva britannica Doctor Who è presente un episodio dedicato a Rosa Parks. Nel 2020 è stato realizzato dallo studio californiana Eido, in occasione di un Ted talk, il cortometraggio animato The Hidden Life of Rosa Parks che in cinque minuti ripercorre la storia dell'attivista prima e dopo l'evento del posto sull'autobus.[30] Nella 9 stagione di The Big Bang Theory, viene citata da Sheldon per una questione vagamente simile.

Musica modifica

  • Sister Rosa della band afroamericana The Neville Brothers fa parte dell'album Yellow Moon (1989)
  • Rosa Parks della band statunitense OutKast fa parte dell'album Aquemini (1998)
  • Rosa Parks della band italiana Corimè fa parte dell'album La scelta (2014)
  • Blackbird della band inglese The Beatles
  • La neña del Salvador del cantante italiano Alberto Fortis.
  • OK. Respira della cantante italiana Elodie (2022)

Onorificenze modifica

— 27 ottobre 1986
— 4 maggio 1999

Note modifica

  1. ^ (EN) Taylor-Dior Rumble, Claudette Colvin: The 15-year-old who came before Rosa Parks, su bbc.com, BBC World Service, 10 marzo 2018. URL consultato il 27 agosto 2019.
    «In March 1955, nine months before Rosa Parks defied segregation laws by refusing to give up her seat to a white passenger on a bus in Montgomery, Alabama, 15-year-old Claudette Colvin did exactly the same thing»
  2. ^ [1] gpo.gov
  3. ^ redazione, Rosa Parks, la donna che cambiò la storia con un “no” sul bus, in La scuola fa notizia, 5 MAGGIO 2021. URL consultato il 15 gennaio 2022.
  4. ^ a b redazione, MONDO 1 dicembre 1955, il "no" di Rosa Parks che cambiò la storia dei diritti civili, in RAI News, 1º DICEMBRE 2021. URL consultato il 15 gennaio 2022.
  5. ^ Redazione, La storia di Rosa Parks e la ribellione alla segregazione razziale, in Sky TG24, 1º dicembre 2020. URL consultato il 15 gennaio 2022.
  6. ^ Rosa Parks, Rosa Parks: my story, Dial Books, 1992, p. 116, ISBN 9780803706736.
  7. ^ a b Teresio Bosco, Uomini come noi, Società Editrice Internazionale, Torino, 1968
  8. ^ redazione, Diritti civili, coraggio di Rosa Parks, in ANSA, 30 novembre 2017. URL consultato il 15 gennaio 2022.
  9. ^ Carmen, Rosa Parks eroina dei diritti civili dei neri, in Una donna al giorno, 1º DICEMBRE 2020. URL consultato il 15 gennaio 2022.
  10. ^ Matteo Liberti, La storia di Rosa Parks, eroina dei diritti dei neri, in Focus, 30 agosto 2018. URL consultato il 15 gennaio 2022.
  11. ^ (EN) Supersisters: Original Roster, su espn.com. URL consultato il 6 gennaio 2024.
  12. ^ Redazione, La casa di Rosa Parks in mostra nel cortile del Palazzo Reale a Napoli, in RAI News, 15 SETTEMBRE 2020. URL consultato il 15 gennaio 2022.
  13. ^ Rosa L. Parks Collection. Papers, 1955-1976 (PDF), su reuther.wayne.edu, Walter P. Reuther Library, p. 1. URL consultato il 22 novembre 2011 (archiviato dall'url originale il 21 gennaio 2012).
  14. ^ Spingarn Medal Winners: 1915 to Today | NAACP, su naacp.org, 7 luglio 2010. URL consultato l'11 settembre 2017 (archiviato dall'url originale il 7 luglio 2010).
  15. ^ (EN) NAACP - NAACP Honors Congressman Conyers with 92nd Spingarn Medal, su arquivo.pt. URL consultato l'11 settembre 2017 (archiviato dall'url originale il 27 giugno 2009).
  16. ^ Black History Month, su gale.cengage.com. URL consultato il 5 febbraio 2013.
  17. ^ : Michigan Women's Hall of Fame, su hall.michiganwomen.org. URL consultato il 13 agosto 2012 (archiviato dall'url originale il 10 ottobre 2014).
  18. ^ Ruth Ashby, Rosa Parks: Freedom Rider, Sterling Publishing ISBN 978-1-4027-4865-3
  19. ^ PArt of 1-475 named for Parks, in Tuscaloosa News, 5 settembre 1990. URL consultato il 20 giugno 2012.
  20. ^ Rita Dove, "Heroes and Icons: Rosa Parks: Her simple act of protest galvanized America's civil rights revolution" Archiviato il 26 ottobre 2005 in Internet Archive., Time, June 14, 1999. Retrieved July 4, 2008.
  21. ^ Alabama Puts Rosa Parks In Its Academy Of Honor, in Chicago Tribune. URL consultato il 17 dicembre 2011.
  22. ^ Rosa Parks Museum Dedicated During Civil Rights Movement Anniversary Gala in Montgomery, in Jet, 18 dicembre 2000, p. 8. URL consultato il 17 dicembre 2011.
  23. ^ Asante, Molefi Kete (2002). 100 Greatest African Americans: A Biographical Encyclopedia. Amherst, New York. Prometheus Books. ISBN 1-57392-963-8.
  24. ^ Parks Bus Restored, su Parks Bus Restored. URL consultato il 20 giugno 2012.
  25. ^ MAX station renamed to honor Rosa Parks, su trimet.org, TriMet, 4 febbraio 2009. URL consultato il 27 novembre 2009 (archiviato dall'url originale il 2 dicembre 2010).
  26. ^ TriMet MAX station name honors Rosa Parks, su Portland Tribune, 3 febbraio 2009. URL consultato il 10 febbraio 2009 (archiviato dall'url originale l'8 giugno 2011).
  27. ^ (EN) redazione, TV Review:“The Rosa Parks Story”, in Hollywood.com, 25 febbraio 2002. URL consultato il 15 gennaio 2022.
  28. ^ Premio MIGRARTI Venezia, edizione 2018, su cinema.beniculturali.it.
  29. ^ redazione, “IO SONO ROSA PARKS” VINCE IL PREMIO G2 DELLA SEZIONE MIGRARTI A VENEZIA 75, in Artclicks, 4 SETTEMBRE 2018. URL consultato il 15 gennaio 2022.
  30. ^ Alex Urso, Il corto animato sulla vita di Rosa Parks, paladina dei diritti civili, in Artribune, 26 giugno 2020. URL consultato il 15 gennaio 2022.

Bibliografia modifica

  • Parks, Rosa, Wil Clay, e Jim Haskins. I Am Rosa Parks. New York: Penguin, 2011.

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