Sciapode

esseri mitologici dotati di una sola gamba e di un solo enorme piede, che si supponeva abitassero l'India

Gli sciapodi (σκιάποδες — dal greco σκιά "ombra" e ποὑς "piede") o monopodi sono esseri mitologici dotati di una sola gamba e di un solo enorme piede, che si supponeva abitassero l'India.

Uno sciapode. Dalle Cronache di Norimberga (1493).

Con questo termine s'indicavano in epoca greca (ad esempio in Alcmane, ma anche in Erodoto[1]) alcuni leggendari abitanti dell'India caratterizzati da un solo enorme piede, col quale all'occorrenza essi si sarebbero fatti ombra.

Storia modifica

 
Schizzo di un bassorilievo con uno sciapode (in basso), cattedrale di Saint-Étienne a Sens

I monopodi compaiono nella commedia di Aristofane Gli uccelli, come vicini di casa di Socrate, eseguita per la prima volta nel 414 a.C.[2] Sono menzionati da Plinio il Vecchio nella sua Naturalis historia, un trattato naturalistico, in cui attribuisce a Ctesia la loro prima descrizione nel suo libro Indika (India), un resoconto basato sulle storie portate in Persia dai commercianti che percorsero la via della seta da Seri. Plinio li descrive in questo modo:[3]

(LA)

«[...] idem hominum genus, qui Monocoli vocarentur, singulis cruribus, mirae pernicitatis ad saltum; eosdem Sciapodas vocari, quod in maiore aestu humi iacentes resupini umbra se pedum protegant.»

(IT)

«[Ctesia parla] anche di una razza di uomini, chiamati monocoli, che hanno una sola gamba, ma un'abilità mirabile per il salto; essi sono anche chiamati sciapodi, poiché in periodo di calore estremo hanno il costume di giacere supini proteggendosi dal sole all'ombra del piede.»

Filostrato cita i monopodi nella Vita di Apollonio di Tiana, e crede che vivano in India e in Etiopia e chiede al saggio indiano Iarchas della loro esistenza.

Sant'Agostino (354–430) li menziona nel sedicesimo libro della città di Dio, e afferma che non è sicuro dell'esistenza di tali creature.

In epoca medievale di essi si parla nei vari libri di storia, di geografia antropica o di zoologia e nei bestiari, particolarmente ricchi di esseri mostruosi e comunque straordinari che avrebbero abitato zone poco conosciute della Terra. Come, ad esempio:

(LA)

«[...] Sciopodum gens fertur in Aethiopia singulis cruribus et celeritate mirabili: quos inde skio/podaj Graeci vocant, eo quod per aestum in terra resupini iacentes pedum suorum magnitudine adumbrentur.»

(IT)

«Si dice che in Etiopia viva il popolo degli Sciapodi, dotati di gambe particolari e di straordinaria velocità: i Greci li chiamano skiòpodes perché, quando si sdraiano a terra supini per il gran calore del sole, si fanno ombra con i propri enormi piedi.»

La Mappa di Hereford, disegnata tra il 1276 e il 1283, mostra uno sciapode su un lato del mondo, così come nella mappa del mondo disegnata da Beato di Liébana.

Nella cultura di massa modifica


Note modifica

  1. ^ Storie, trad. di M. G. D'Accinni, Sansoni, Firenze, VII, p. 69.
  2. ^ (GRC) , vv. 1554 Aristofane, Gli uccelli.
  3. ^ (LA) Plinio il Vecchio, 2, in Naturalis historia, XII.

Bibliografia modifica

  • AA.VV., Enciclopedia Universale Rizzoli Larousse, Milano, Rizzoli, 1971.
  • C. Mariotti, Mirabilia: gli Sciapodi, ovvero sull'inevitabilità delle formule, in "Studi Medievali e Moderni", n.2 a. 2017, pp. 267-287.
  • R. Wittkower, Le metamorfosi dell'Oriente: una ricerca sulla storia dei mostri, in Id., Allegoria e migrazione dei simboli, Torino, Einaudi, 1987, pp. 87-152.

Voci correlate modifica

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