Sentiero delle lacrime

deportazione di nativi americani da parte del governo statunitense

Il sentiero delle lacrime fu una deportazione forzata dei nativi americani dalle loro terre d'origine fino al territorio indiano (oggi Oklahoma), negli Stati Uniti occidentali, avvenuto perlopiù a marce forzate. La frase è originata dalla descrizione della deportazione della nazione Choctaw nel 1831.[1]

Vie della deportazione percorse dai Choctaw, Seminole, Muscogee, Chickasaw, e Cherokee.

Storia modifica

  Lo stesso argomento in dettaglio: Deportazione degli indiani.

Molti nativi americani soffrirono di freddo, malattie e fame durante i loro trasferimenti, e molti morirono, compresi, per esempio, 4.000 dei 15.000 Cherokee deportati.[2] Migliaia di afro-americani sia liberi che schiavi (come schiavi che accompagnavano i loro padroni nativi americani e come ex-schiavi fuggiti che erano assistiti da, assimilati da, o sposati a membri delle tribù) accompagnarono le nazioni trasferite lungo il "Sentiero delle lacrime"[2].

Nel 1830, i Cherokee, Chickasaw, Choctaw, Creek e Seminole (a volte ci si riferisce loro come le Cinque Tribù Civilizzate) vivevano come nazioni autonome in quello che sarebbe stato chiamato profondo sud degli Stati uniti. Il processo di trasformazione culturale (proposto da George Washington ed Henry Knox) prese impeto soprattutto tra Cherokee e Choctaw.[3] La deportazione indiana venne proposta per la prima volta da Thomas Jefferson.

Andrew Jackson fu il primo presidente statunitense a implementare la deportazione con l'Indian Removal Act nel 1830.[4] Nel 1831 vennero deportati i Choctaw, che divennero un modello per le altre deportazioni. Dopo i Choctaw toccò ai Seminole nel 1832, poi ai Creek nel 1834, di seguito ai Chickasaw nel 1837, ed infine ai Cherokee nel 1838 durante la presidenza di Martin Van Buren. Deportazioni (da diversi settori del Nord America) continuarono verso il territorio indiano fino alla seconda metà del XIX secolo.

Emigrazione volontaria dei Choctaw modifica

 
Capo Choctaw /Generale U.S.A. Pushmataha, 1824.[5]

La nazione Choctaw risiedeva in quelli che sono ora gli stati U.S.A. dell'Alabama, del Mississippi, e della Louisiana. Dopo una serie di trattati iniziata nel 1801, il territorio della nazione Choctaw era stato ridotto a 45.000 km². Il trattato di Dancing Rabbit Creek cedette il resto del territorio agli Stati Uniti e fu ratificato all'inizio del 1831. Le deportazioni furono approvate solo dopo che nel trattato di Dancing Rabbit Creek, venne concessa la possibilità ad alcuni Choctaw di rimanere. Il capo Choctaw George W. Harkins scrisse al popolo statunitense prima che la deportazione cominciasse:

«È con considerevole diffidenza che io cerco di rivolgermi al popolo americano, conoscendo e sentendo sensibilmente la mia incompetenza; e credendo che le vostre menti altamente sviluppate non accetterebbero volentieri il discorso di un Choctaw. Ma avendo deciso di emigrare a ovest del fiume Mississippi quest'autunno, ho pensato che fosse giusto nel dirvi addio fare alcune osservazioni che esprimano il mio punto di vista, e i sentimenti che mi muovono rispetto all'argomento della nostra deportazione... Noi Choctaw scegliamo di soffrire e di essere liberi piuttosto che vivere sotto la degradante influenza delle leggi, che non hanno potuto ascoltare la nostra voce durante la loro formazione.[6]»

Altre tribù deportate modifica

Molte tribù vennero deportate dal Nord America. Tra queste:

Filmografia modifica

Note modifica

  1. ^ (EN) Len Green, Choctaw Removal was really a "Trail of Tears", su tc.umn.edu, Bishinik, mboucher, University of Minnesota. URL consultato il 28 aprile 2008.
  2. ^ a b (EN) Nancy C. Curtis Black Heritage Sites: An African American Odyssey and Finder's Guide, American Library Association, 1996
  3. ^ (EN) Theda Perdue, Chapter 2 "Both White and Red", in Mixed Blood Indians: Racial Construction in the Early South, The University of Georgia Press, 2003, pp. 51, ISBN 0-8203-2731-X.
  4. ^ Robert V. Remini, Breve storia degli Stati Uniti d'America, in Storia Paperback, traduzione di Rino Serù, Bompiani, 2017 [2009], pp. 127-130, ISBN 978-88-452-9370-2.
  5. ^ (EN) Charlie Jones, Sharing Choctaw History, su tc.umn.edu, 1987. URL consultato il 30 aprile 2008.
  6. ^ (EN) George W. Harkins to the American People — December 1831 Archiviato il 2 aprile 2015 in Internet Archive. in University Of Arkansas at Little Rock

Bibliografia modifica

  • (EN) Samuel Carter Cherokee Sunset: A Nation Betrayed, Doubleday, New York, 1976. ISBN 0-385-06735-6.
  • (EN) Francis Prucha The Great Father: The United States Government and the American Indians, Nebraska Press, Lincoln, Nebraska, 1984. ISBN 0-8032-3668-9
  • (EN) John Ehle Trail of Tears: The Rise and Fall of the Cherokee Nation, Anchor Books, New York, 1989. ISBN 0-385-23954-8.
  • (EN) Grant Foreman Indian Removal: The Emigration of the Five Civilized Tribes of Indians, University of Oklahoma Press, Norman, Oklahoma, 1989. ISBN 0-8061-1172-0
  • (EN) William Anderson William Cherokee Removal: Before and After, University of Georgia Press, Athens, Georgia, 1991. ISBN 978-0-8203-1482-2.
  • (EN) Anthony Wallace The Long, Bitter Trail: Andrew Jackson and the Indians, Hill and Wang, New York, 1993. ISBN 0-8090-6631-9
  • (EN) Gloria Jahoda Trail of Tears: The Story of the American Indian Removal 1813-1855, Henry Holt & Co, 1995. ISBN 978-0-517-14677-4
  • (EN) James Wilson The Earth Shall Weep: A History of Native America, Grove Press, New York, 1998. ISBN 978-0-8021-3680-0
  • (EN) Robert Remini Andrew Jackson and his Indian Wars, Viking, New York, 2001. ISBN 0-670-91025-2
  • (EN) James Mooney, Duane King Myths of the Cherokee, Barnes & Noble, New York, 2007. ISBN 978-0-7607-8340-5
  • (EN) David Fitzgerald, Duane King The Cherokee Trail of Tears, Graphic Arts Books, 2008. ISBN 978-0-88240-752-4
  • (EN) Theda Perdue, Michael Green The Cherokee Nation and the Trail of Tears, Penguin Books, New York, 2008. ISBN 978-0-14-311367-6

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