Siamon

faraone egizio

Siamon (... – 959 a.C.) è stato un faraone della XXI dinastia egizia.

Siamon
Sfinge bronzea niellata d'oro di Siamon. Parigi, Louvre.
Re dell'Alto e Basso Egitto
In caricaTerzo periodo intermedio
Incoronazione978 a.C.
PredecessoreOsorkon il Vecchio
SuccessorePsusennes II
Morte959 a.C.
Luogo di sepolturaTanis
DinastiaXXI dinastia egizia

Biografia modifica

Il nome di Siamon dovrebbe corrispondere, nella lista di Manetone (secondo Sesto Africano), a Psinachēs al quale viene attribuito un regno di 9 anni. Tuttavia, la scoperta di un'iscrizione (frammento 3B righe 3-5 degli Annali dei sacerdoti di Karnak) datata anno 17 mese di Shemu (il giorno è andato perso) che riporta iniziazione di Hori, figlio di Nespaneferhor, al sacerdozio ha portato gli archeologi ad attribuire a questo sovrano un regno di 19 anni.
Tale iscrizione è rilevante anche perché è la prima che possediamo dove il termine faraone viene utilizzato come titolo legato direttamente al nome del sovrano.
L'egittologo tedesco Rolf Krauss[1] ha calcolato che tale anno dovrebbe corrispondere al 970 a.C. e quindi il regno di Siamon coprirebbe il periodo dal 986 a.C. al 968 a.C.[2].

Non sono purtroppo noti gli eventuali legami di parentela di Siamon con il predecessore, Osorkon il Vecchio.
Nel suo 10º anno di regno, in seguito all'aumento di saccheggi nelle necropoli reali, il clero di Amon decise di recuperare quanti più sarcofagi e mummie possibili e collocarli tutti assieme nella tomba-nascondiglio DB320 a Deir el-Bahari. Questa cachette venne ufficialmente scoperta nel 1881 da Gaston Maspero.

Siamon fu un costruttore piuttosto attivo, perlomeno in Basso Egitto: a Tanis compì lavori significativi nel tempio di Amon ed in quello dell'Horo di Mesen, ed è registrata la sua attività anche ad Eliopoli, Pi-Ramses e Menfi, dove ordinò lavori in favore del clero di Amon dei lapislazzuli e di Ptah. Nella Tebaide invece è scarsamente documentato, perlopiù come eponimo, come ad esempio nella suddetta iscrizione dell'anno 17.
Tra gli oggetti a suo nome ci è giunta una piccola sfinge in bronzo con niellatura d'oro, conservata al Louvre.

 
Tomba di Psusennes I (NRT III). Il sarcofago contenente la mummia di Siamon venne ritrovato nell'anticamera.

Per motivi che non conosciamo, questo sovrano fece trasferire i resti di uno dei suoi predecessori, Amenemope, nella camera funeraria della regina Mutnodjemet, all'interno della tomba tanita di Psusennes I (NRT III).
Curiosamente, il corpo di Siamon venne ritrovato proprio in questa tomba (più precisamente nell'anticamera) e venne identificato grazie ad alcune ushabti; il suo sepolcro originario non è ancora stato localizzato.

Riscontri biblici modifica

Secondo l'egittologo Kenneth Kitchen[3] sarebbe da identificare con Siamon l'anonimo faraone citato nell'Antico Testamento che diede una figlia in sposa a Salomone, re di Giuda e Israele[4] assegnandole in dote la città appena conquistata di Gezer[5]; di questa campagna si ha forse un riscontro in un rilievo rinvenuto a Tanis. A prescindere dalla reale identità di questo faraone, rimane comunque l'indicazione che l'Egitto, o almeno il Basso Egitto, mantenesse ancora interessi, e probabilmente relazioni commerciali, nell'area palestinese.
Sempre seguendo il racconto biblico, in verità spesso non affidabile soprattutto nella trascrizione dei nomi, potrebbe essere sempre Siamon il sovrano che accolse a corte il principe edomita Hadad dandogli in sposa la cognata Tacheperes[6].

Titolatura modifica

Titolo Traslitterazione Significato Nome Traslitterazione Lettura (italiano) Significato
G5
ḥr Horo
E1D43C10mr
 
k3 nḫt mr m3՚t Ka-nekhet merimaat Toro possente, amato da Maat
G16
nbty (nebti) Le due Signore
G8
ḥr nbw Horo d'oro
M23
X1
L2
X1
nsw bjty Colui che regna
sul giunco
e sull'ape
 
N5R8L1imn
n
U21
n
 
ntr ḫpr r՚ stp.n imn Netjerikheperra setepenamon Perfetta come la divinità è la manifestazione di Amon, prescelto da Amon
G39N5
s3 Rˁ Figlio di Ra
 
imn
n
G39 Z1
 
s3 imn Siamon Figlio di Amon

Note modifica

  1. ^ Erik Hornung, Rolf Krauss & David Warburton (editori), Handbook of Ancient Egyptian Chronology (Handbook of Oriental Studies), Brill, 2006, p. 474
  2. ^ In realtà queste date hanno significato solamente se si adotta per intero la cronologia secondo Krauss; le date applicate su it.wiki, invece, si riferiscono perlopiù alla cronologia adottata da Nicolas Grimal, sfasata rispetto alla prima di qualche anno.
  3. ^ K.A. Kitchen, On the Reliability of the Old Testament [OROT], William B. Erdmans Publishing, 2003, pp. 109-110
  4. ^ 1 Re 3, 1
  5. ^ 1 Re 9, 16
  6. ^ 1 Re 11, 17-22

Bibliografia modifica

  • Federico Arborio Mella, L'Egitto dei faraoni, Milano, Mursia, 1976, ISBN 88-425-3328-9.
  • Jaroslav Černý Egypt: from the death of Ramesses III to the end of the twenty-first dynasty, in The Cambridge Ancient History vol 2 part 2: History of the Middle East and the Aegean region c. 1380–1000 B.C., 1975 (2008), Cambridge, University Press, pp. 646-657, ISBN 0-521-08691-4.
  • Franco Cimmino, Dizionario delle dinastie faraoniche, Milano, Bompiani, 2003, pp. 312-318, ISBN 88-452-5531-X.
  • Alan Gardiner, La civiltà egizia, (Einaudi, Torino, 1997), Oxford University Press, 1961, pp. 287-297, ISBN 88-06-13913-4.
  • Nicolas Grimal, Storia dell'antico Egitto, 9ª ed., Roma-Bari, Biblioteca Storica Laterza, 2011, pp. 407-410, ISBN 978-88-420-5651-5.

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