Sonata per pianoforte e violino n. 9

sonata di Ludwig van Beethoven


La Sonata per pianoforte e violino in la maggiore n. 9, op. 47, di Ludwig van Beethoven, comunemente nota come Sonata a Kreutzer, fu composta tra il 1802 e il 1803 e pubblicata nel 1805[1] con dedica al musicista e compositore francese Rodolphe Kreutzer.

Sonata per pianoforte e violino n. 9
(A Kreutzer)
Frontespizio dell’edizione 1813 della Sonata a Kreutzer
CompositoreLudwig van Beethoven
TonalitàLa maggiore
Tipo di composizioneSonata
Numero d'opera47
Epoca di composizione1802-1803
Prima esecuzioneVienna, 24 maggio 1804
Pubblicazione1805
DedicaRodolphe Kreutzer
Durata media40 min
Organicopianoforte, violino
Movimenti
Adagio sostenuto – Presto – Adagio – Tempo I
Andante con variazioni I-IV
Finale. Presto
Ascolto
Primo movimento (info file)
Secondo movimento (info file)
Terzo movimento (info file)
Sonata per pianoforte e violino n.9 “A Kreutzer”
Paul Rosenthal (violino), Edward Auer (piano)

Con i suoi 40 minuti circa di durata, è la sonata più lunga e difficile fra le composizioni per violino di Beethoven.

Composizione e struttura modifica

Beethoven compose in fretta la Sonata n. 9 subito dopo l'oratorio Cristo sul Monte degli ulivi op. 85.[2] Il titolo completo (in italiano) sul frontespizio della prima edizione a stampa pubblicata da Simrock è Sonata per il Pianoforte ed un Violino obligato, scritta in uno stile molto concertante, quasi come d'un concerto; rivela l'intento dell'autore di introdurre elementi di conflitto dinamico in uno dei generi più intrinsecamente da salotto, e ciò avviene mediante la scelta di dare peso uguale a entrambi gli strumenti.[3] La novità introdotta da Beethoven con quest'opera che il periodico Allgemeine Zeitung definì “stravagante e arbitraria” è tale da far saltare i fragili argini della Sonata per piano e violino.[4]

La tempestosa novità dello stile brillante e molto concertante della Sonata a Kreutzer schiude una nuova via a Beethoven.[5]

L'opera si compone di tre movimenti:

  1. Adagio sostenuto – Presto – Adagio – Tempo I
  2. Andante con variazioni I-IV
  3. Finale. Presto

La sola introduzione lenta nelle sonate per violino di Beethoven conduce alla propulsione dinamica del Presto. Il terzo movimento, a ritmo di tarantella, era stato in origine scritto come finale della Sonata per pianoforte e violino op. 30 n. 1.[3]

La Sonata a Kreutzer modifica

In origine l'op. 47 non era dedicata al violinista francese Rodolphe Kreutzer, re delle serate musicali di Vienna organizzate dall'ambasciatore francese Bernadotte; dedicatario avrebbe dovuto essere il virtuoso di violino George Augustus Polgreen Bridgetower (1779-1860). Nato in Galizia, il padre era probabilmente originario dell'isola di Barbados e la madre tedesca o polacca.[6] In Germania prese lezioni di musica da Haydn,[6] presto divenne celebre concertista in tutta Europa e in Inghilterra fu protetto dall'allora Principe di Galles, il futuro re Giorgio IV.[6][7][8][9] Beethoven, divenuto amico di Bridgetower ed eseguendo con lui per la prima volta in assoluto la sonata, aveva pensato di dedicargliela, vergando in italiano una giocosa dedica sul manoscritto originale: "Sonata mulattica composta per il mulatto Brischdauer [Bridgetower], gran pazzo e compositore mulattico".[9][10] Ma nella pubblicazione del 1805 indirizzò poi l'omaggio all'altro celebre virtuoso (di cui non era un personale conoscente), dopo la rottura con Bridgetower “a causa di uno screzio tra loro per una ragazza”[11], forse la italo-austriaca Julie Guicciardi che avrebbe poi sposato il conte Wenzel Robert von Gallenberg: Beethoven aveva condotto il violinista a casa della madre di Guicciardi, e avevano poi eseguito insieme la sonata il 24 maggio 1803 all'Augartensaal.[12]

Rodolphe Kreutzer non eseguì invece mai l'opera, che considerava scandalosamente incomprensibile, definizione sulla quale nel 1830, secondo Berlioz, erano d'accordo 99 musicisti parigini su 100.[12]

Note modifica

  1. ^ Barry Cooper, The Beethoven Compendium, Thames & Hudson 1996, ISBN= 978-0500278710
  2. ^ Solomon, p. 143.
  3. ^ a b Solomon, p. 114.
  4. ^ Buscaroli, p. 476.
  5. ^ Solomon, p. 237.
  6. ^ a b c (EN) Bridgetower [Bridgtower], George (Augustus) Polgreen, su Oxford Music Online. URL consultato il 26 dicembre 2020.
  7. ^ (EN) George Bridgetower (1779 - 1860) and Beethoven: a troubled relationship, su Classic FM. URL consultato il 27 dicembre 2020 (archiviato dall'url originale l'11 marzo 2013).
  8. ^ Buscaroli, p. 474.
  9. ^ a b (EN) Beethoven performs with his friend George Bridgetower, the “great mulatto composer and lunatic” (1803), su Black Central Europe, 21 giugno 2018. URL consultato il 27 dicembre 2020.
  10. ^ Percorsi opposti, su Rai. URL consultato il 27 dicembre 2020.
  11. ^ Alexander Wheelock Thayer, Ludwig van Beethovens Leben, Hugo Riemann, Lipsia 1923, pag. 389-398.
  12. ^ a b Buscaroli, p. 475.

Bibliografia modifica

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