Spartaco Schergat

marinaio italiano

Spartaco Schergat (Capodistria, 12 luglio 1920Trieste, 24 marzo 1996) è stato un marinaio italiano.

Spartaco Schergat
NascitaCapodistria, 12 luglio 1920
MorteTrieste, 24 marzo 1996
Dati militari
Paese servitoBandiera dell'Italia Italia
Forza armataRegia Marina
CorpoPalombari
UnitàXª Flottiglia MAS
GradoSecondo capo
ComandantiJunio Valerio Borghese
GuerreSeconda guerra mondiale
CampagneCampagna d'Italia
BattaglieAttacchi a Gibilterra, Impresa di Alessandria
Decorazionivedi qui
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La targa a Marceglia e Schergat all'idroscalo di Trieste (ora sede della Capitaneria di porto)

Prestò servizio nella Regia Marina durante la seconda guerra mondiale in qualità di palombaro, venendo decorato con la Medaglia d'oro al valor militare.

Biografia modifica

Fu volontario nella Regia Marina dal marzo 1940 venendo assegnato alla categoria palombari. Frequentò la Scuola del Corpo reali equipaggi marittimi di San Bartolomeo (La Spezia) e, dopo aver conseguito il brevetto da palombaro, venne inquadrato nella Xª Flottiglia MAS con la qualifica di Operatore dei mezzi speciali d'assalto.[1]

Partecipò alle missioni per il forzamento di Gibilterra del maggio e del settembre 1941 guadagnando per tale impresa la Croce di Guerra al Valore Militare e una Medaglia di Bronzo al Valore Militare.[1]

Sempre nello stesso anno, partecipò all'impresa di Alessandria d'Egitto dell'alba del 19 dicembre quando, dopo aver raggiunto il teatro delle operazioni a bordo del sommergibile Scirè, in qualità di 2° operatore del siluro a lenta corsa denominato "maiale" condotto dal capitano del genio navale Antonio Marceglia, portò alcune cariche esplosive sotto la chiglia corazzata inglese HMS Queen Elizabeth che affondò a causa della detonazione.

Dopo aver eluso i controlli della polizia Schergat e Marceglia riuscirono ad entrare in città fingendosi marinai francesi, ma, a causa delle sterline fornitegli che non avevano corso legale in Egitto, furono individuati ed arrestati in vista della salvezza dalla polizia egiziana presso Rosetta, dove, al largo, li aspettava il sommergibile Zaffiro che aveva il compito di recuperarli.[2] Per l'impresa fu insignito della Medaglia d'oro al valor militare.[1]

Consegnato agli inglesi fu condotto nel campo di prigionia inglese n. 321 in Palestina.[1]

Nell'ottobre 1944 rientrò in Italia per partecipare alla guerra di liberazione nel Gruppo "Mariassalto". Messo in congedo nel novembre 1945, fu iscritto nel Ruolo d'Onore nel grado di 2° capo palombaro.

Nel dopoguerra si occupò di recuperi navali, fece il nostromo presso lo Yacht Club Adriaco di Trieste[3] e, infine, trovò impiego come custode dell'università giuliana.[1] Un anno prima della morte ricevette il vitalizio previsto dalla Legge Bacchelli per gli italiani illustri.[3]

La Marina Militare ha deciso di intitolare a Spartaco Schergat la fregata missilistica FREMM F 598, unità navale varata il 26 gennaio 2019, la cui entrata in servizio era prevista per il 2020, ma che invece è stata ceduta alla Marina Egiziana ed a dicembre 2020 è entrata in servizio col nome di Al Galala.

Nonostante questo, la Marina non ha rinunciato al proposito: infatti il 24 novembre 2023 è stata varata un'altra fregata tipo FREMM (è stato programmato di acquisirne in tutto 10 esemplari), sempre con il distintivo ottico F598 e intitolata a Spartaco Schergat.

Onorificenze modifica

«Eroico combattente, fedele collaboratore del suo ufficiale dopo averne condivisi i rischi di un tenace, pericoloso addestramento lo seguiva nelle più ardite imprese e, animato dalla stessa ardente volontà di successo, partecipava con lui ad una spedizione di mezzi d'assalto subacquei che forzava una delle più potenti e difese basi navali avversarie, con una azione in cui concezione operativa ed esecuzione pratica armonizzavano splendidamente, col freddo coraggio e con la abnegazione degli uomini. Dopo aver avanzato per più miglia sotto acqua e superato difficoltà ed ostacoli di ogni genere, valido e fedele aiuto all'ufficiale, offesa a morte con ferma bravura la nave attaccata, seguiva in prigionia la sorte del suo capo, rifiutandosi costantemente di fornire al nemico qualsiasi indicazione: superbo esempio di ardimento nell'azione e di eccezionali qualità morali.»
— Alessandria, 18-19 dicembre 1941
— Mediterraneo occidentale, settembre-novembre 1941

Note modifica

  1. ^ a b c d e Spartaco Schergat - Marina Militare, su marina.difesa.it. URL consultato il 7 ottobre 2017.
  2. ^ Luciano Garibaldi e Gaspare Di Sclafani, Così affondammo la Valiant: La più grande impresa navale italiana della seconda guerra mondiale, Lindau, 18 agosto 2015, ISBN 9788867083749. URL consultato il 7 ottobre 2017.
  3. ^ a b MORTO IL MARINAIO CHE AFFONDO' LA QUEEN ELISABETH - la Repubblica.it, in Archivio - la Repubblica.it. URL consultato il 7 ottobre 2017.

Voci correlate modifica

Collegamenti esterni modifica