Storie d'amore proibite (Il cavaliere e la zarina)

film del 1959 diretto da Jacqueline Audry

Storie d'amore proibite (Il cavaliere e la zarina) (Le secret du Chevalier d'Éon) è un film del 1959 diretto da Jacqueline Audry.

Storie d'amore proibite (Il cavaliere e la zarina)
Titolo originaleLe secret du Chevalier d'Éon
Lingua originalefrancese
Paese di produzioneFrancia, Italia
Anno1959
Durata96 min
Generecommedia
RegiaJacqueline Audry
SoggettoAlessandro Blasetti, Cécil Saint-Laurent, Vittorio Nino Novarese[1]
SceneggiaturaEnnio De Concini, Cécil Saint-Laurent, Vittorio Nino Novarese, Jacques Rémy, Pierre Laroche (dialoghi)
ProduttoreAlfredo Guarini, Eugène Tucherer, René Chevrier (non accreditato)
Casa di produzioneItalia Produzione Film, Gray Film
Distribuzione in italianoIncom
FotografiaHenri Alekan, Marcel Grignon
MontaggioYvonne Martin, Dolores Tamburini
MusicheCarlo Rustichelli
Interpreti e personaggi
Doppiatori italiani

Trama modifica

Per non perdere l'eredità di un vecchio zio, il cavaliere D'Eon fa passare la figlia Geneviève per un maschio, chiamato Charles, che da adulta si arruola nel reggimento dei dragoni di Luigi XV. Per un caso fortuito, Charles salva la vita della contessa di Monval, agente segreto del re Luigi XV, in possesso di un documento importante che potrebbe cambiare le relazioni diplomatiche tra la Russia e la Prussia.

A seguito di questo episodio, il re invia Geneviève in Russia presso la zarina Elisabetta, per cercare di impedire l'alleanza con la Prussia. In questa occasione, il dragone indosserà abiti femminili, per entrare più facilmente nel palazzo imperiale di Pietroburgo. La accompagnerà Bernard de Turquet, ufficiale superiore dei dragoni, travestito da cocchiere. Bernard, di cui Geneviève è sempre stata innamorata, durante il viaggio scopre che il cavaliere d'Éon è davvero una donna, ma decide di stare al gioco. Solo quando la damigella è in difficoltà, il giovane interviene e consegna egli stesso il documento alla zarina.

Quando quest'ultima legge il contenuto del documento, la situazione precipita e la zarina annuncia la decisione di firmare un'alleanza con la Francia. La missione quindi è compiuta e Geneviève e Bernard possono ripartire felici.

Produzione modifica

Le riprese degli esterni iniziarono il 2 febbraio 1959 a Belgrado[2] ; poi alla Reggia di Caserta[1]; gli interni a Parigi.[3]

Del ruolo da lei interpretato, Isa Miranda ebbe a dire:[4]

«Finalmente un personaggio pieno, con una vera spina dorsale, così come le attrici che hanno sangue nelle vene desiderano.»

Censura modifica

La Commissione di revisione cinematografica approvò il rilascio del visto censura soltanto dopo l'effettuazione di due modifiche:[5]

  1. Nella conversazione tra i dragoni, fu eliminata la battuta «Le abbiamo violate con il loro consenso»;
  2. Eliminata la scena nella quale il comandante dei dragoni appare in intimità con la cameriera nella stanza dell'albergo.

Critica modifica

«[...] appagherà forse chi, al cinema, ama le ampie vedute fotografiche (eccellente l'operatore Alekan), le ricche scenografie, i sontuosi costumi e tutto quell'insieme di esteriorità vistose sulle quali puntano certi produttori. Peccato che il quadro non si adegui alla cornice, e uno del curiosi enigmi della storia qual è — come dice il titolo francese — «Le secret du Chevalier d'Eon» sia ridotto, qui, a un fumetto popolato di manichini. [...] Tuttavia, nonostante le marcate ambizioni e le possibilità non meno palesi, l'intrigo è flebile al pari della regìa: affidata, questa, per un evidente errore di calcolo, ad una donna, Jacqueline Audry, molto a suo agio quando acutamente porta sullo schermo la psicologia sottile delle eroine di Colette (è suo il Gigi in bianco e nero con Danièle Delorme) ma del tutto sprovveduta se deve manovrare i reboanti fantocci di una vicenda adatta, più che ad una intellettuale, ad un mestierante fragoroso. Tra gli interpreti ha un certo spicco Isa Miranda, zarina efficace, anche se qui e là tirata via. Il ruolo, mascolino e femminile, del marchese d'Eon è per Andrée Debar, che non persuade. [...]»

Note modifica

Collegamenti esterni modifica

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