ṢSuhayb ibn Sinān (in arabo ﺻﻬﻴﺐ ﺑﻦ ﺳﻨﺎﻥ?; 586 circa[1]Medina, 658/9) è stato un Compagno del profeta Maometto.

D'origine araba nobiliare, figlio di un regnante del medio oriente, fu chiamato Ṣsuhayb al rumi, cioè "Il Romano", poiché fu preso schiavo in medioriente nell'attuale Iraq dai Bizantini che erano in espansione verso oriente e lo allevarono secondo i principi della cultura greco-latina comperato in un mercato di schiavi da un Qurayshita, si convertì nella Dar al-Arqam, diventando così uno dei primi fedeli del messaggio salvifico proclamato da Maometto ma la tradizione dice che gli fu impossibile partecipare fin dall'inizio all'Egira, essendo tenuto sotto stretta sorveglianza dal suo padrone pagano.
Riuscito a sfuggire alla sorveglianza, fu scoperto ma riuscì nel suo intento di raggiungere i suoi correligionari pagandosi da sé stesso la propria manomissione.[2]

Le proprie capacità in primo luogo spirituali, sociali e belliche (era un eccellente tiratore con l'arco) lo resero un personaggio d'una certa importanza a Medina e l'alta considerazione in cui era tenuto fu confermata dai primi tre Califfi ortodossi.

Note modifica

  1. ^ (AR) Ibn al-Athīr, al-Kāmil fī l-taʾrīkh, 13 voll. K. J. Tornberg (ed.), Leida, E. J. Brill, 1868, II, p. 68.
  2. ^ A certi schiavi era permesso lavorare autonomamente, se in possesso di un qualche talento professionale che avesse un mercato, e di pagare così al loro padrone, coi loro guadagni, un riscatto concordato per acquistare la propria libertà.

Bibliografia modifica

  • Shaykh Muhammad Zakariyyāʾ Kandahlawī, Faḍāʾil al-aʿmāl (Le azioni memorabili), Lahore, Sh. Muhammad Ashraf Publishers.
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