Supino (Italia)

comune italiano

Supino è un comune italiano di 4 590[2] abitanti della provincia di Frosinone nel Lazio.

Supino
comune
Supino – Stemma
Supino – Bandiera
Supino – Veduta
Supino – Veduta
Panorama
Localizzazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
Regione Lazio
Provincia Frosinone
Amministrazione
SindacoGianfranco Barletta (lista civica) dal 6-6-2016 (2º mandato dal 18-10-2021)
Territorio
Coordinate41°37′N 13°14′E / 41.616667°N 13.233333°E41.616667; 13.233333 (Supino)
Altitudine321 m s.l.m.
Superficie35,59 km²
Abitanti4 590[2] (16-4-2024)
Densità128,97 ab./km²
FrazioniOrtelle
Comuni confinantiCarpineto Romano (RM), Ferentino, Frosinone, Giuliano di Roma, Gorga (RM), Maenza (LT), Morolo, Patrica
Altre informazioni
Cod. postale03019
Prefisso0775
Fuso orarioUTC+1
Codice ISTAT060076
Cod. catastaleL009
TargaFR
Cl. sismicazona 2B (sismicità media)[3]
Cl. climaticazona D, 1 906 GG[4]
Nome abitantisupinesi
Patronosan Lorenzo, san Cataldo[1]
Giorno festivo10 agosto, 10 maggio
Cartografia
Mappa di localizzazione: Italia
Supino
Supino
Supino – Mappa
Supino – Mappa
Posizione del comune di Supino nella provincia di Frosinone
Sito istituzionale
Chiesa di San Pietro Apostolo
Chiesa di Santa Maria Maggiore
Porta della chiesa di San Pietro
Scorcio notturno della Chiesa Matrice di S. Pietro Apostolo-Santuario di San Cataldo, con annessa Casa del Pellegrino (leggermente in ombra) costruita tra il 1964 ed il 1970

Geografia fisica modifica

Territorio modifica

Situato sulle pendici dei Monti Lepini, ai piedi del Monte Gemma (1457 m), questo piccolo paese laziale si affaccia sulla valle del fiume Sacco.

La conformazione morfologica risulta eterogena, con le zone altimetriche più elevate nella parte occidentale del territorio comunale, che digradano nella zona collinare centrale, in corrispondenza dell'abitato di Supino, per diventare pianeggianti nella valle del Sacco.

Tra i rilievi montuosi, oltre a quella del Monte Gemma, si elevano le cime del Monte Malaina, del Monte Salerio e del Monte Semprevina. Intorno al paese alcuni rilevi montani e collinari, come Punta La Torricella, il Colle Piazza Marotta, il Cuccomaruzzo e il Pisciarello.[5]

La maggior parte dei corsi d'acqua sono a carattere torrentizio, con adamento da ovest ad est, in ragione dell'andamento altimetrico, confluendo per la maggior parte nel fiume Sacco, che passa la parte più orientale del territorio comunale, con andamento da nord a sud.[5]

Classificazione sismica: in base alla Classificazione Sismica della Regione Lazio [6] al territorio di Supino risulta assegnata la classe sismica 2B.[7]

Clima modifica

Il comune non ha ufficialmente una stazione meteorologica di riferimento[8]

Origini del nome modifica

L'etimologia del lemma Supino deriverebbe dall'aggettivo latino supinus che nell'accezione riferita a luoghi significa inclinato, posto in pendio e fa riferimento alla sua posizione geografica.[9]

Storia modifica

L'epoca dei primi insediamenti urbani nella zona è incerta, anche se alcuni ipotizzano che Supino sia nata ad opera dei profughi fuggiti dalla distruzione di Ecetra, mitica città dei Volsci. Tuttavia è stato attendibilmente dimostrato dal prof. Cesare Bianchi di Ferentino, già preside della scuola media di Supino, che Ecetra non poteva trovarsi nell'agro supinese, ma nella zona del "Bosco ferentino" (dedicato ad una divinità locale, "Ferentina", appunto, simile alla dea Feronia)[10]. Di certo durante l'epoca romana il nucleo abitativo doveva essere situato più a valle dell'attuale paese, dove sono stati rinvenuti importati resti di una villa con un ambiente termale con pavimenti a mosaico bianco e nero con soggetti marini del II secolo d.C.

Successivamente, in epoca medioevale, l'abitato si spostò verso la collina. Le prime notizie certe dell'esistenza di Supino ci provengono dalle cronache di Fossanova[11]. Nel 1125 il castello di Supino subì un lungo assedio, durato due anni, da parte delle truppe di papa Onorio II. In precedenza il signore locale, Tommaso di Supino, aveva stretto alleanza, nel 1216, con Ruggero d'Aquila, per contrastare i suoi rivali, i Conti de Ceccano. L'assedio, conclusosi con una sconfitta, segnò il passaggio del feudo alla potente famiglia dei De Ceccano. Le cronache ci riportano di un nobile Rinaldo da Supino che nel 1303 prese parte, con Guglielmo di Nogaret e Sciarra Colonna, al famoso episodio dello schiaffo di Anagni.[12] Con l'estinguersi dei da Supino il castello passò alla fine del XIV secolo ai Colonna, poi allo stato pontificio, per poi tornare di nuovo ai Colonna a metà XVI secolo. Venuto in disuso e decaduta la potenza dei Colonna a Supino, che com'è noto aveva interessi maggiori sia nella vicina Patrica, sia nella Capitale, alcuni tracciano la trasformazione della Rocca in abbazia denominata San Giovanni della Torre, a cui risultavano associati dei benefici diocesani[13]. Allo scopo è utile ricordare quanto può leggersi nel Dizionario di erudizione… (1844) di Gaetano Moroni[14]:

«Sulla cima del monte, alla cui pendice giace Supino, esiste un forte di remota costruzione, costituente ora un'abbazia, ed un benefizio sotto il titolo di S. Giovanni, ma la chiesa era da ultimo diruta»

Monumenti e luoghi d'interesse modifica

Architetture religiose modifica

Le chiese di Supino sono quattro. Tre di esse, San Pietro Apostolo, Santa Maria Maggiore e San Nicola di Bari, hanno il titolo parrocchiale, con certezza, sin dal 1300[15], ma esistevano anche prima. I relativi edifici furono ricostruiti su quelli preesistenti a partire dal XVIII secolo.

Chiesa di San Pietro Apostolo modifica

La Chiesa arcipretale e matrice di San Pietro Apostolo, con annesso Santuario di San Cataldo, fu riedificata per la terza volta tra il 1750 ed il 1790. Raro esempio, all'epoca nella Campagna e comunque nel Lazio, di edificio a pianta poligonale con dodici facce, con due altari sui lati, che richiama la struttura e l'insieme della chiesa di San Lorenzo a Torino del Guarini.
In cornu evangelii si trova la cappella di San Cataldo, attestata già dal XVI secolo, con volta e tondi rappresentanti la "Gloria" e "Miracoli di San Cataldo", istoriati di nuovo dal pittore Agostino Monacelli nel 1890. La statua di San Cataldo è una riproduzione del 1870 della prima statua, distrutta da un incendio, ad opera di uno sconosciuto artista romano, attivo all'epoca in Sant'Andrea della Valle a Roma, su disegno dello scultore Ernesto Biondi di Morolo, nel 1870 quindicenne.
La porta a bassorilievo in bronzo fu eseguita nel 1978 dall'artista Saverio Ungheri ed è composta da sette pannelli asimmetrici raffiguranti temi teologi e dottrinali.

Chiesa di Santa Maria Maggiore modifica

La Chiesa di Santa Maria Maggiore fu eretta in età tardo - barocca o rococò intorno al 1753 ad opera della Confraternita della Beata Vergine, su una precedente intitolata a Maria Madre della Consolazione[16].

Chiesa di San Nicola da Bari modifica

La Chiesa di San Nicola da Bari fu ricostruita nel 1774[17]. Vi si festeggia, sin dall'Alto Medioevo, sant'Antonio Abate, con due feste una il 16 e 17 gennaio (distribuzione delle panicelle e benedizione degli animali) e l'altra l'ultima domenica di settembre (con processione e festeggiamenti civili).

Chiesa parrocchiale di San Pio X modifica

In località Capoleprata, con bolla del 1º maggio 1961 del vescovo diocesano Tommaso Leonetti, poi arcivescovo di Capua (1962), si creò la nuova Chiesa parrocchiale di San Pio X[18], tanto voluta da don Egidio Schietroma (1906-1995), già rettore del Santuario di San Cataldo (1950-1953) e benemerito parroco di Santa Maggiore dal 1934 fino al 1º ottobre 1984[19].

Siti archeologici modifica

Villa Romana di Cona del Popolo modifica

Sparute tracce del complesso termale di un'antica villa, risalente al II secolo d.C. (rinvenuta nel 1963), con pavimenti decorati con marmi bitonali (opus sectile) e a mosaico di tessere bianco-nero-grigie raffiguranti soggetti marini, come la biga del dio Nettuno, di cui restano evidenti gli impianti idrici, rasoterra e null'altro[20].

Ex Castello medievale e Ruderi di S. Giovanni della Torre modifica

Si trova su Punta di Creta Rossa, colle che fa parte del Monte di Creta Rossa esteso dal territorio di Patrica e digradante su Supino, antica roccaforte del paese e tra Sette-Ottocento Chiesa-Monastero di San Giovanni della Torre. Alla sua sommità nel 1951, a ricordo delle Missioni popolari e del luogo divenuto sacro, un gruppo di uomini e giovani, guidati dal ventenne don Armando Boni, hanno posto una visibile Croce di ferro, illuminata nelle festività significative dell'anno liturgico[21].

Aree naturali modifica

Altro modifica

  • Monumento ai caduti nella Piazza Umberto I, statua in bronzo su struttura marmorea raffigurante un soldato nell'atto di piantare il vessillo tricolore sulla vetta conquistata; nella mano sinistra reca, pronto a lanciarla, una granata, solo se necessario, poiché questo tema rientra nella sensibilità pacifista del suo autore che è il concittadino arch. Giovanni Jacobucci (1895-1970). L'opera è stata commissionata nel 1921 e realizzata nel corso di un anno ed inaugurata il 22 ottobre 1922, sotto gli auspici del sindaco, maresciallo CC. Luigi Cerilli, papà del comm. Eraldo Cerilli (presidente del comitato promotore del successivo Monumento all'Emigrante)
  • Fontana ornamentale "Littoria" in piazza S. Maria Maggiore (Largo Cesare Battisti) sempre di Jacobucci, realizzata e messa in sede nel 1933. L'architetto Jacobucci fu artista di fama nazionale, tra le altre sue opere basti ricordare il "Mausoleo Ossario Gianicolense" di Roma, in località "prato del pino", inaugurato il 2 novembre 1941[22].
  • La "Famiglia Ciociara" dello scultore anagnino Tommaso Gismondi (1985) nell'ex sede comunale di Via Roma
  • Monumento all'Emigrante (1985, realizzato sotto l'impulso decisivo del sindaco on. Alberto Volponi e il presidente del Comitato Feste dell'Emigrante, direttore didattico, comm. e grande ufficiale, Eraldo Cerilli), inaugurato da Giulio Andreotti

Società modifica

Evoluzione demografica modifica

Abitanti censiti[23]

Cultura modifica

Istruzione modifica

Biblioteche modifica

  • Biblioteca Comunale "Prof. Mario Cerilli"[24]

Economia modifica

Di seguito la tabella storica elaborata dall'Istat a tema Unità locali, intesa come numero di imprese attive, ed addetti, intesi come numero di addetti delle imprese locali attive (valori medi annui).[25]

2015 2014 2013
Numero imprese attive % Provinciale Imprese attive % Regionale Imprese attive Numero addetti % Provinciale Addetti % Regionale Addetti Numero imprese attive Numero addetti Numero imprese attive Numero addetti
Supino 222 0,66% 0,05% 561 0,53% 0,01% 232 900 240 1.178
Frosinone 33.605 7,38% 106.578 6,92% 34.015 107.546 35.081 111.529
Lazio 455.591 1.539.359 457.686 1.510.459 464.094 1.525.471

Nel 2015 le 222 imprese operanti nel territorio comunale, che rappresentavano lo 0,66% del totale provinciale (33.605 imprese attive), hanno occupato 561 addetti, lo 0,53% del dato provinciale; in media, ogni impresa nel 2015 ha occupato due addetti (2,53).

Infrastrutture e trasporti modifica

Ferrovie modifica

Strade modifica

Amministrazione modifica

Periodo Primo cittadino Partito Carica Note
... ... ... Sindaco
1968 ... Dante Barletta Sindaco
... 1984 Dante Barletta Sindaco
1984 1989 Alberto Volponi[fonte] DC Sindaco
1989 1991 Camillo Bonome[26] DC Sindaco scadenza per dimissioni
1991 1993 Alberto Volponi DC Sindaco
1993 1997 Antonio Torriero PSDI Sindaco
1997 2001 Gianfranco Nardecchia Lista Civica Sindaco
2001 2006 Antonio Torriero CEN-SIN(LS.CIVICHE) Sindaco
2006 2011 Alessandro Foglietta Lista Civica Sindaco
2011 2016 Alessandro Foglietta Lista Civica Sindaco
2016 2021 Gianfranco Barletta Lista Civica Sindaco
2021 in carica Gianfranco Barletta Lista Civica Sindaco

Gemellaggi modifica

Altre informazioni amministrative modifica

Nel 1927, a seguito del riordino delle circoscrizioni provinciali stabilito dal regio decreto n. 1 del 2 gennaio 1927, per volontà del governo fascista, quando venne istituita la provincia di Frosinone, Supino passò dalla provincia di Roma a quella di Frosinone.

Fa parte della XXI Comunità Montana Monti Lepini, Ausoni e Valliva.

Sport modifica

Impianti sportivi modifica

  • Stadio comunale
  • Palazzetto dello sport

Calcio modifica

Note modifica

  1. ^ compatrono, come si legge nello Statuto del Comune di Supino, Il Comune riconosce quale Patrono di Supino S. Lorenzo Martire e compatrono S. Cataldo Vescovo Protettore di Supino per la grande rilevanza sociale e religiosa che rappresenta il culto di tale Santo.
  2. ^ a b Bilancio demografico mensile anno 2024 (dati provvisori), su demo.istat.it, ISTAT.
  3. ^ Classificazione sismica (XLS), su rischi.protezionecivile.gov.it.
  4. ^ Tabella dei gradi/giorno dei Comuni italiani raggruppati per Regione e Provincia (PDF), in Legge 26 agosto 1993, n. 412, allegato A, Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile, 1º marzo 2011, p. 151. URL consultato il 25 aprile 2012 (archiviato dall'url originale il 1º gennaio 2017).
  5. ^ a b Carta Tecnica Regionale Numerica (CTRN) - Scala 1:5.000, su geoportale.regione.lazio.it. URL consultato il 31 dicembre 2023.
  6. ^ Nuova Classificazione Sismica della Regione Lazio 2009 a cura dell'ENEA (PDF), su titano.sede.enea.it. URL consultato l'11 settembre 2012 (archiviato dall'url originale il 18 novembre 2012).
  7. ^ Copia archiviata (PDF), su titano.sede.enea.it. URL consultato l'11 settembre 2012 (archiviato dall'url originale il 18 novembre 2012).
  8. ^ Per approfondimenti consultare la voce Stazioni meteorologiche della provincia di Frosinone
  9. ^ Nomi d'Italia. Origine e significato dei nomi geografici e di tutti i comuni, Novara, Istituto Geografico De Agostini, 2009
  10. ^ Cesare Bianchi, Ecetra, Roma, A Cura del Comune di Supino (editore), 1986, in special modo alle pp. 3, 7 (e passim): diffusamente il Bianchi fornisce probanti e riscontrate tesi per ciascuna delle ipotesi fatte sulla cittadina volsca, accolte anche dalla storiografia nazionale.
  11. ^ Cronaca nota con i nomi di Annales Ceccanenses, Chronicon Ceccanense, Chronicon Fossae Novae è un testo, redatto presumibilmente tra la fine del XII e gli inizi del XIII secolo da Benedetto da Ceccano, è importante per i documenti originali in esso inseriti. Vedi BENEDETTO da CECCANO, in Dizionario biografico degli italiani, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. URL consultato l'11 marzo 2013..
  12. ^ Annali d'Italia, Lodovico Antonio Muratori
  13. ^ Sul "Castello" e sull'abbazia di S. Giovanni si veda Monumenti dello Stato Pontificio e Relazione topografica di ogni paese. Opera di Giuseppe Marocco. Lazio e sue Memorie, tomo VI Roma, Tipografia Boulzaler, 1835; ed anche Dante Cerilli, Tra Chiese, e Castelli in aria, in “Notiziario Annuale del Santuario di San Cataldo”, 2012, XLVII, pp. 51-54 (contiene numerosa bibliografia); sul “Beneficio” di S. Giovanni della Torre si veda Gioacchino GIAMMARIA, Organizzazione ecclesiastica e società a Supino dalla seconda metà del Cinquecento al primo decennio del Settecento, Supino, Associazione Pro Loco, 1979. pp. 72 e Dante CERILLI, Istanza di erezione di un Capitolo Collegiale in Supino e disciplina dei canonicati fatta a papa Pio VIII, [da manoscritto del 1830 ca, in Archivio Privato di Supino e trascritto per g.c. di L.B.] in “Notiziario Annuale del Santuario di San Cataldo”, 2005, XLI, pp. 36-55. Ma si veda anche Tecniche Costruttive Murarie Medievali, Il Lazio Meridionale
  14. ^ Dizionario di erudizione storico-ecclesiastica da S. Pietro ai nostri giorni […] del Cavaliere Gaetano Moroni Romano […], vol. XXVII, Venezia, MDCCCXLIV,p. 280
  15. ^ Visitatio Diocesis anni 1700 in "Archivio Storico Diocesano di Ferentino", A. 3.
  16. ^ Così nelle lapidi collocate entrando a destra del portone centrale, che ricordano anche l'innalzamento della Torre campanaria, di qualche anno successiva.
  17. ^ Come si rileva da documenti dell'archivio storico della Chiesa
  18. ^ "Archivio Parrocchiale di San Pio X", Supino (Cartella documenti storici).
  19. ^ Per quanto riguarda la chiesa di San Pio X e don Egidio Schietroma si veda, ulteriormente, Dante Cerilli, Dieci anni fa la scomparsa di Don Egidio Schietroma, in "Notiziario Annuale di San Cataldo", 2005, XLI, pp. 79-81 e Geltrude Borgetti, Storia di una famiglia... una grande famiglia, s.l., s.n., 2011, 64 pp.
  20. ^ Sito Comune di Supino [collegamento interrotto], su comunesupino.it. URL consultato il 10 marzo 2013.
  21. ^ Mario Cerilli, Sante Missioni a Supino, in "Osservatore Romano", nelle pagine settimanali di "L'Osservatore della Domenica", Roma, 1951, XVIII, n. 8 (876), 25 febbraio, p. 31 e D.[ante] C.[erilli],Rerum memorandarum, sta in "Notiziario Annuale del Santuario di San Cataldo" (Supino), 2004, XXXX, p. 57. Per altro sul Castello e la Chiesa-Monastero si rimanda di nuovo a Dante Cerilli, ‘‘Tra Chiese, e Castelli in aria’’, in “Notiziario Annuale del Santuario di San Cataldo”, 2012, XLVII, pp. 51-54 (contiene numerosa bibliografia
  22. ^ Notizie e dettagli in Dante Cerilli Introduzione alla cerimonia di intitolazione della piazza Fontana Vecchia all'arch. Giovanni Iacobucci [sic]. 1997, sta in "Notiziario Annuale del Santuario di San Cataldo" (Supino), 2003, XXXIX, pp. 61-62; per altro, e i due illustrati monumenti, si veda Giannandrea Jacobucci, Giovanni Jacobucci. Architetto, Roma, Edizioni Kappa, 1996, pp. 42-44 (e passim).
  23. ^ Statistiche I.Stat - ISTAT;  URL consultato in data 28-12-2012.
  24. ^ L'intitolazione ufficiale è avvenuta il 26 aprile 2008 alla presenza del Prefetto di Frosinone, dott. Cesari, del Sindaco di Supino, on.le Foglietta, e della vedova del prof. Mario Cerilli, prof.ssa Pina Monterosso. Qualche utile notizia sull'eponimo della Biblioteca. Mario Cerilli (Supino 21 maggio 1926 - 30 novembre 1980), è stato giornalista di "Il Messaggero", "Il Popolo", "Osservatore Romano" ed altri; scrittore (musicologico, letterario, memorialistico e folcloristico), maestro elementare e poi docente di italiano, storia, educazione civica, e geografia – vicepreside – alle scuole medie inferiori, musicista (pianista, baritono-basso, compositore e artista precoce, direttore della “Schola Cantorum” fondata da mons. Giuseppe Casali), animatore ideologico e di cultura dell'associazionismo laico, cattolico e delle Scuola di Supino, Ferentino, Morolo, Patrica e delle diocesi di Ferentino e di Anagni (specie in collaborazione con le suore Adoratrici del Sangue di Cristo, della Santa Maria de Mattias). È stato fondatore a Supino della prima scuola serale repubblicana per studenti lavoratori e per adulti nel 1947 e, nel 1954, del Centro di Lettura Comunale e suo primo direttore. Dal 1981 è attiva in sua memoria la “Fondazione Culturale Mario Cerilli”; il 26 aprile 2008, l'Amministrazione Foglietta gli ha intitolato la civica Biblioteca che fa parte del circuito Biblioteche Valle del Sacco - Biblioteca comunale di Supino, su bibliotechevalledelsacco.it. URL consultato il 13-09-2012 (archiviato dall'url originale il 30 gennaio 2012).. Bibliografia essenziale: Mario Cerilli, Dante, il grande esule. In occasione delle manifestazioni 2010 della "Fondazione Culturale Mario Cerilli", con un saggio e cura di Dante Cerilli, Venafro, Edizioni Eva, nov. 2010, 4ª di copertina e passim, totali pp. 164 e Mario Cerilli, Un nome per la Biblioteca Comunale. Supino, 26 aprile 2008, a cura di Dante Cerilli, Ibidem, aprile 2008, pp. 150.
  25. ^ Atlante Statistico dei comuni dell'Istat, su asc.istat.it. URL consultato il 29 gennaio 2020 (archiviato dall'url originale il 14 gennaio 2020).
  26. ^ Dal 1989 in poi fonte Anagrafe Amministratori Locali e Regionali del Ministero dell'Interno
  27. ^ La squadra sul sito Tuttocampo
  28. ^ La squadra sul sito Tuttocampo

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Collegamenti esterni modifica

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