Thayaht

artista e designer italiano (1893-1959)

Ernesto Michahelles (Firenze, 21 agosto 1893Marina di Pietrasanta, 29 aprile 1959) è stato un artista italiano. Conosciuto con il nome d'arte di Thayaht, Ernesto Michahelles, con una costruzione formativa iniziale sostanzialmente da autodidatta e una successiva continua crescita basata sul suo ecclettismo, fu scultore, pittore, fotografo, disegnatore, architetto, inventore e orafo. Fu dunque un'artista estremamente poliedrico e innovatore, un antesignano di nuove sensibilità: la sua opera si distingue per le linee e le forme sintetiche, che attraverso una precisa geometria esprimono una squisita eleganza.

Thayaht nel 1933

Fu Tommaso Marinetti ad arruolarlo nel Futurismo, insieme al fratello Ruggero Alfredo Michahelles, nome d'arte RAM. Operò, acquisendo da subito grande notorietà, anche nel campo della moda in seguito all'incontro, avvenuto a Parigi nel 1918, con Madeleine Vionnet per la quale disegnò capi con accostamenti cromatici e combinazioni geometriche innovative per l'epoca. È l'inventore, nel 1919-1920, con il fratello RAM, della tuta, (oltre alla certa ideazione dell'indumento, da molti gli viene attribuita anche la coniazione del neologismo, che trarrebbe spunto dalle sovrapposizioni estetiche del modello originario in cui si coglie il delinearsi di una T, poi di una U e infine di una A).

Biografia modifica

Nasce a Firenze il 21 agosto 1893 e trascorre l'infanzia e l'adolescenza nella villa di via Benedetto da Foiano, presso il Poggio Imperiale, già residenza e studio del suo bisnonno, lo scultore neoclassico americano Hiram Powers.

Nel 1915 si dedica alla ricerca artistica, ma una grave malattia lo costringe ad interrompere per tre anni ogni attività.

Nel 1918 parte per Parigi dove entra in contatto con la casa di moda di Madeleine Vionnet, in Rue de Rivoli, per la quale progetta il logo; rimarrà consulente e stilista dell'atelier fino al 1925, esercitando una notevole influenza sulle scelte stilistiche e condizionando la moda francese ed europea durante quegli anni.

Nel 1920, insieme al fratello RAM, progetta e lancia la Tuta, abito universale, per tutti, attraverso il quotidiano "La Nazione". In questo anno conia anche il suo pseudonimo, il palindromo Tayat, subito dopo mutato in Thayaht.

Nel 1920, dopo il successo riscosso a seguito di una sua mostra personale, parte per gli Stati Uniti dove, dopo brevi soggiorni a Boston e Cambridge, si trattiene presso l'Università di Harvard per seguire corsi sulla colorazione, la geometria dinamica e l'assoluto numerico. L'anno successivo conferma la sua collaborazione con l'atelier di Madame Vionnet, la quale offre all'artista un contratto come disegnatore per assicurarsi l'esclusiva delle sue creazioni.

Nel 1923 partecipa alla prima Esposizione Internazionale delle Arti Decorative di Monza con una serie di mobili da lui progettati ed esposti insieme alle sculture di Antonio Maraini. Nel frattempo acquista una villetta in Versilia, a Marina di Pietrasanta, alla quale dà il nome di "Casa gialla".

Negli anni 1924-25 partecipa con il fratello RAM alla formazione della Prima Corporazione di Belle Arti di Firenze, per la quale crea un vivace e moderno stendardo e vince, sempre insieme al fratello, il Concorso Nazionale di Scenografia per il nuovo allestimento dell'opera Aida.

Nel 1927 partecipa alla III Esposizione Internazionale delle Arti Decorative di Monza con una piccola sala personale in cui espone mobili, tappeti, lampade ed oggetti d'arredamento e con al centro della sala la scultura in pietra serena Il Violinista.

Nel 1928 Thayaht viene chiamato dal Gruppo Nazionale Fascista della Paglia a disegnare nuovi cappelli da uomo.

Dal 1929 pubblica i suoi disegni su Moda, rivista ufficiale della Federazione Nazionale Fascista Industria dell'Abbigliamento e nello stesso anno, in maggio, viene presentato a Filippo Tommaso Marinetti da Primo Conti. È lo stesso Marinetti che, entusiasmato da alcuni dei suoi lavori tra cui l'effigie in ferro acciaioso del Duce, Dux, lo presenta a Mussolini che lo riceve poco dopo. Nell'occasione Thayaht donerà al Duce la scultura, la quale, in origine, si trattava di un tentativo di raffigurazione dell'effigie umana nel modo più sintetico possibile, ma l'enorme somiglianza della scultura al Duce portò l'artista a riconsiderare il soggetto. Nell'ottobre dello stesso anno si presenta alla mostra "Trentatré Futuristi", presso la Galleria Pesaro di Milano con tre sculture e quindici dipinti.

Nel 1930 partecipa all'Esposizione Internazionale di Barcellona, che gli vale la vittoria della medaglia d'oro per la creazione della "thayahttite", una lega d'alluminio e argento da lui brevettata. Nel frattempo è invitato alla XII Biennale Internazionale d'Arte di Venezia, dove espone nella sala futurista sei sculture. Partecipa, inoltre, alla mostra internazionale dell'Orafo, dove presenta una vetrina con gioielli in lega d'argento ed acciaio.

Nel 1931 viene invitato alla I Quadriennale d'arte Nazionale di Roma e nel febbraio organizza con l'amico pittore Antonio Marasco la mostra Futurista di pittura, scultura aeropittura e arti decorative presso la Galleria d'Arte Firenze, introdotta in catalogo da Marinetti. Nello stesso anno con il fratello Ruggero cura la stesura di un documento di architettura funzionale "Brevetto per Casolaria - Le case in serie". Inoltre discute con Ezra Pound della scultura futurista indicando nella traiettiva una nuova formula per rappresentare in tre dimensioni i solidi in movimento.

Nel 1932 viene nuovamente invitato alla Biennale Internazionale d'Arte di Venezia. Elabora, inoltre, insieme al fratello, il Manifesto per la trasformazione dell'abito maschile.

Nel 1934 e nel 1936 partecipa ancora alla Biennale d'Arte di Venezia.

Con l'aeropittura Il grande nocchiere del 1939 dedicò a Mussolini un grande ed encomiastico ritratto.

Dopo il 1945, in evidente dialettica antitesi con le sue precedenti istanze futuriste, si orienta nei suoi temi pittorici verso le figure tahitiane di Paul Gauguin, che riscopre come "grande colorista" e come pittore simbolico alla ricerca di una vita semplice alle origini del mondo realizzando trasformazioni thayahtiane delle sue opere, come "liberazione dalla miserabile civilizzazione".

Altresì, a parziale contraddizione di quest'ultimo sviluppo estetico, sempre dal 1945, fuori dalla pittura, comincia invece ad approfondire gli studi scientifici e astronomici e a concentrarsi sulla nascente ufologia; nel 1954 infatti fonderà il C.I.R.N.O.S., Centro Indipendente Ricerche Notizie Osservazioni Spaziali.

Dal 1956 al 1959 si dedica poi in maniera sistematica a studi esoterici.

Muore a Marina di Pietrasanta (Lucca) il 29 aprile 1959. È sepolto a Firenze, al cimitero degli Allori. Diverse sue opere sono al MART, Museo d’arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto.

Bibliografia modifica

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