The Magnetic Fields

gruppo musicale statunitense

The Magnetic Fields è un gruppo musicale statunitense. La formazione, guidata dal cantautore newyorkese Stephin Merritt, autore di quasi tutti i brani e interprete di buona parte delle musiche[7], include Claudia Gonson, Sam Davol, e John Woo. Col gruppo ha collaborato spesso lo scrittore Lemony Snicket, autore della celebre serie di romanzi per ragazzi Una serie di sfortunati eventi.

The Magnetic Fields
Il gruppo in concerto
Paese d'origineBandiera degli Stati Uniti Stati Uniti
GenerePop barocco[1][2][3]
Indie pop[4][5][6]
Periodo di attività musicale1989 – in attività
Album pubblicati9
Sito ufficiale

Storia modifica

Il gruppo è nato nel 1989[8] da un progetto di Merritt, che precedentemente aveva lavorato in un progetto solista con il nome d'arte "Buffalo Rome". In seguito Merritt iniziò a collaborare con la musicista Claudia Gonson (pianoforte, percussioni, voce), con la quale aveva suonato fin dai tempi del liceo nel gruppo Zinnias. Gonson e Merritt si stabilirono inizialmente a Boston, e qui diedero vita ai Magnetic Fields, acquisendo altri strumentisti. L'album di debutto della nuova formazione, Distant Plastic Trees, fu pubblicato nel 1990.

Dal 1990 il gruppo ha inciso undici album in studio, tre dei quali costituiscono un'opera unitaria intitolata 69 Love Songs, considerato tra i migliori album pop degli anni novanta.[9] La traccia più celebre dell'album è The Book of Love,[10] di cui verranno fatte numerose cover firmate, tra gli altri, da Peter Gabriel, Tracey Thorn, Gavin James, e Zucchero.[11]

Stile musicale modifica

Gruppo indie e chamber pop,[1][2][4][6] i Magnetic Fields hanno prediletto un cupo[12] ed eclettico stile musicale che "riassume decenni di storia della musica, dall'operetta a Schubert, dal cabaret al music hall, da Broadway a Nashville, dai teen idol degli anni '60 al synth-pop degli anni '80."[13] Fra le altre influenze della formazione di Stephen Merritt vi sono il country, i valzer e il folk rock.[1][2][13] Il gruppo impiega una strumentazione eterogenea, che include sintetizzatore, pianoforte, chitarra classica, fisarmonica, strumenti giocattolo e altro.[13] Le prime pubblicazioni, registrate a bassa fedeltà e dal piglio scanzonato, includono Holiday (1994), primo album interamente cantato dal Merritt e citato fra i precursori dell'indie pop.[12] A partire da 69 Love Songs (1999) il gruppo ha iniziato ad assimilare l'elettronica prendendo le distanze dalla formula "lo-fi" delle origini.[2][12] I testi del gruppo sono spesso umoristici, minimalisti e incentrati sul tema dell'amore.[12]

Discografia modifica

Note modifica

  1. ^ a b c (EN) Tom Moon, 1000 Recordings to Hear Before You Die, Workman, 2008, pp. 465-6.
  2. ^ a b c d (EN) The Magnetic Fields – review, su theguardian.com. URL consultato il 14 luglio 2017.
  3. ^ (EN) The Magnetic Fields: Distortion, su nme.com. URL consultato il 14 luglio 2017.
  4. ^ a b (EN) José Esteban Muñoz, Cruising Utopia: The Then and There of Queer Futurity, NYU, 2009, p. 185.
  5. ^ (EN) The Magnetic Fields, su sputnikmusic.com. URL consultato il 14 luglio 2017.
  6. ^ a b (EN) Magnetic Fields, su AllMusic, All Media Network.
  7. ^ Magnetic Fields | AllMusic
  8. ^ (EN) Stephin Merritt, su allmusic.com. URL consultato il 4 maggio 2022.
  9. ^ Magnetic Fields - 69 Love Songs :: Le pietre miliari di Onda Rock
  10. ^ (EN) 69 Love Songs - The Magnetic Fields, su pitchfork.com. URL consultato il 9 maggio 2022.
  11. ^ (EN) “The Book of Love”: Cover Songs Uncovered, su popcultureexperiment.com. URL consultato il 9 maggio 2022.
  12. ^ a b c d Magnetic Fields - Stephin Merritt: Il variety pop dei campi magnetici, su ondarock.it. URL consultato il 14 luglio 2017.
  13. ^ a b c Magnetic Fields, su scaruffi.com. URL consultato il 13 luglio 2017.

Altri progetti modifica

Collegamenti esterni modifica

Controllo di autoritàVIAF (EN148549934 · ISNI (EN0000 0001 2337 3828 · LCCN (ENno2001007442 · BNF (FRcb139913540 (data) · WorldCat Identities (ENlccn-no2001007442
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