Too Much Johnson è un film muto diretto da Orson Welles.

Too much Johnson
Titolo originaleToo much Johnson
Paese di produzioneStati Uniti d'America
Anno1938
Durata66 min
Dati tecniciB/N
rapporto: 1,33:1
film muto
Generecommedia
RegiaOrson Welles
SoggettoWilliam Gillette
SceneggiaturaOrson Welles
ProduttoreThe Mercury Theater
FotografiaHarry Dunham
MontaggioOrson Welles
MusichePaul Bowles
Interpreti e personaggi

Si tratta, probabilmente, della prima pellicola diretta dal cineasta americano, nonché del debutto per il suo attore feticcio, Joseph Cotten.

Il mediometraggio, che cita il film Preferisco l'ascensore! (1923) con Harold Lloyd, è stato riscoperto nel 2008. Le bobine sono state ritrovate casualmente in un magazzino a Pordenone e il film, restaurato, è stato proiettato in prima mondiale il 9 ottobre 2013 alle Giornate del Cinema Muto di Pordenone.

Storia e sinossi modifica

 
Locandina dello spettacolo omonimo di William Gilette

All'epoca in cui il film venne girato, Welles era dedito principalmente al teatro, avendo già rappresentato una rivisitazione in chiave moderna del Macbeth e lo spettacolo omonimo di William Gillette. La trama ruota attorno ad un personaggio principale, Johnson, che si trova continuamente perseguitato da altre due persone che assumono la sua identità.

Nonostante fosse definito una delle sue opere preferite, il film - che Welles stesso montò in una stanza d'albergo di New York - non fu completato a causa dei grossi problemi finanziari del giovane regista. Tuttavia, avendo a cuore il progetto, il cineasta conservò le bobine del mediometraggio nella sua villa di Madrid quando, nel 1970, a causa di un incendio, il film fu bruciato e Welles dichiarò di aver perso l'unica copia esistente della pellicola. Invece, il 7 agosto 2013, a Pordenone, una copia della pellicola fu ritrovata all'interno di un magazzino, e successivamente restaurata dalla Cineteca del Friuli.

Bibliografia modifica

  • Massimiliano Studer, Alle origini di Quarto potere. Too Much Johnson: il film perduto di Orson Welles, Mimesis Edizioni, 2018.

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