Urzulei

comune italiano in Sardegna

Urzulei (Orthullè in sardo[3]) è un comune italiano di 1 075 abitanti della provincia di Nuoro appartenente alla subregione barbaricina dell'Ogliastra, che si trova a 511 m s.l.m.

Urzulei
comune
(IT) Urzulei
(SC) Orthullè
Urzulei – Stemma
Urzulei – Bandiera
Urzulei – Veduta
Urzulei – Veduta
Localizzazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
Regione Sardegna
Provincia Nuoro
Amministrazione
SindacoEnnio Arba (lista civica) dal 31-5-2015 (2º mandato dal 26-10-2020)
Territorio
Coordinate40°05′34.6″N 9°30′27.34″E / 40.092945°N 9.507594°E40.092945; 9.507594
Altitudine511 m s.l.m.
Superficie129,64 km²
Abitanti1 075[1] (31-12-2023)
Densità8,29 ab./km²
FrazioniSilana
Comuni confinantiBaunei, Dorgali, Orgosolo, Talana, Triei (isola amministrativa di Punt'e Figu)
Altre informazioni
Cod. postale08040
Prefisso0782
Fuso orarioUTC+1
Codice ISTAT091099
Cod. catastaleL506
TargaNU
Cl. sismicazona 4 (sismicità molto bassa)[2]
Nome abitanti(IT) urzuleini
(SC) orthulleinos
Patronosan Giorgio
Giorno festivoterza domenica d'agosto
Cartografia
Mappa di localizzazione: Italia
Urzulei
Urzulei
Urzulei – Mappa
Urzulei – Mappa
Posizione del comune di Urzulei all'interno della provincia di Nuoro
Sito istituzionale

Geografia fisica modifica

Territorio modifica

 
Gola di Gorropu

Il territorio di Urzulei ricade per larga parte nella regione del Supramonte, caratterizzata dall'alternanza tra pareti calcaree scoscese, boschi di lecci e macchia mediterranea.

Nel confine tra Urzulei e Orgosolo è la Gola di Gorropu, che con i suoi 490 metri di profondità e 1,5 km di lunghezza è annoverata tra i canyon più grandi d'Europa[4].

I boschi sono popolati da mufloni, cinghiali, ghiri, volpi e diverse specie rapaci. In ambito zoologico è importante ricordare la presenza del geotritone, un anfibio che vive nelle numerose grotte del territorio urzuleino.

Il territorio di Urzulei ospita tra le 250 e le 300 grotte, tra le quali la grotta di Su Palu, parte di un sistema carsico lungo 70 km che arriva fino alla Grotta del Bue Marino.

In località Abiladesti, si erge una maestosa vite selvatica (Vitis Silvestris, sandalu in dialetto locale), di 60 cm di diametro, ritenuto l’esemplare più antico del mondo. Piante di questo tipo sono presenti soprattutto nella vallata di Codula (o Codula Ilune)[5]. In località Sedda ar Bacas è presente invece una pianta di tasso alta 12 metri circa, e di età stimata intorno ai 500 anni.

Urzulei è parte della zona blu sarda, area in cui la speranza di vita è notevolmente più alta rispetto alla media mondiale.

Origini del nome modifica

Secondo alcune teorie, l'etimologia del nome deriverebbe da una radice del protosardo (urdh) che significherebbe rampicante o edera.

Diversi toponimi nel territorio di Urzulei segnalano che il paese fu oggetto di visita da parte di San Giorgio di Suelli, attuale patrono del paese. Tra questi Sa Sedda de Santu Giorghi, località che sovrasta il paese.

Storia modifica

 
Tomba dei giganti di S'Arena

Il territorio di Urzulei era popolato sin dall'epoca nuragica, come dimostrano i ritrovamenti archeologici, e aveva probabilmente un collegamento con la costa nell'insenatura di Ilune (Cala Luna).

Nel VI secolo d.C. stando al Zedda, anche Urzulei fu interessato dalla deportazione dei Goti sconfitti per mano dei bizantini.

Nel medioevo Urzulei fece parte del Giudicato di Cagliari, nella curatoria d'Ogliastra.

Nel XV secolo, stando alle ricerche di Marisa Azuara, fu ricompreso per un breve periodo nel comprensorio di "Terra Rubra" del Marchesato di Oristano che ricomprendeva il circondario di Tortolì e forse anche Dorgali. Il Marchesato di Oristano nel XV secolo era uno stato nello stato, con stretti rapporti con la Repubblica di Genova. È probabile che Urzulei fece parte del comprensorio di "Terra Rubra" e che successivamente dopo la sconfitta di Leonardo Alagon fu inglobato nel Marchesato di Quirra, retto da Violante Carroz.

Nelle campagne di Urzulei sono presenti i ruderi di alcuni villaggi, l'esistenza dei quali è segnalata anche dalla toponomastica ed è mantenuta viva nei racconti orali degli abitanti. Il più conosciuto è quello di Mannorri, che si trova tre chilometri a Sud del paese e venne abbandonato alla fine del Settecento (1798).[6] La chiesa di San Basilio era la sua parrocchia, ma il paese aveva anche altre due chiese: Santu Tomeu (San Tommaso) nell'agro, e Sant'Angelo nell'area del vecchio centro urbano.

Un altro villaggio scomparso è Siddie, segnalato nelle carte piemontesi della prima metà del XVIII secolo col nome di Ussirie e ubicato nei pressi della fontana di Orgosecoro, vicino al quale erano le due chiese di Sant'Elena e San Costantino[7]. Di quest'ultima esistono ancora i ruderi a pianta centrale.

Nella valle di Teletotes era un villaggio chiamato Olefani (o Olevani o Olevano), che venne abbandonato nel Medioevo: la sua parrocchia era dedicata a Sant'Aronau, cioè Sant'Aronne[8], e sono presenti i resti dell'edificio altomedievale.

Un altro paese era Ludine, in località Sedda Achiles e la sua parrocchia era dedicata a San Giuseppe, della quale esistono ancora i ruderi.

Urzulei ha diviso con Baunei le terre del paese di Eltili, scomparso stando al Zucca in un arco di tempo che va dal 1504 al 1527.

Simboli modifica

Lo stemma e il gonfalone del comune di Urzulei sono stati concessi con decreto del presidente della Repubblica del 12 ottobre 1987.[9]

«Stemma trinciato da una banda di rosso, caricata del motto in lettere maiuscole d'argento UNITIS VIRIBUS: nel primo, d'azzurro, all'ombra di sole d'oro; nel secondo, d'oro, al cinghiale di nero, passante sulla pianura di verde. Ornamenti esteriori da Comune.»

Il gonfalone è un drappo partito di azzurro e di bianco.

 
Vista del paese

Monumenti e luoghi d'interesse modifica

Siti archeologici modifica

Numerose sono le testimonianze archeologiche presenti sul territorio di Urzulei, che dimostrano una presenza antropica costante dall'epoca nuragica ad oggi.

Tra queste si segnalano in particolare i siti affiorati nel Supramonte. Sono presenti due tombe dei giganti (in località S'Arena), sepolture composte da un corpo tombale rivolto ad est, culminanti in un'esedra. Edificate ad una quota di 1035 metri, hanno lunghezza rispettivamente di circa quindici metri e mezzo (quella più a nord), e di tredici metri e mezzo. Le sepolture sono state costruite in tempi diversi e sono realizzate in massi di calcare locale, con presenza occasionale di granito. Entrambe le tombe si conservano in verticale per tre filari, e la pavimentazione delle camere funerarie è in buono stato di conservazione.

A circa 300 metri di distanza sono i resti del nuraghe Perdeballa, edificato a 1030 metri di altitudine. Si trattava di un nuraghe complesso che rientra nella tipologia dei nuraghi di tipo misto, composto da alcuni ambienti costruiti a corridoio, ed altri con copertura a tholos.

 
Il bronzetto La madre dell'ucciso, rinvenuto in località Sa Domu 'e s'Orcu a Urzulei.

Presso la grotta di Sa Domu 'e s'Orcu sono stati rinvenuti manufatti di eccezionale valore, tra cui il famoso bronzetto denominato La madre dell'ucciso, attualmente conservato al Museo archeologico di Cagliari. Nella stessa grotta furono rinvenuti altri tre bronzetti attualmente conservati a Cagliari. La presenza di un tale numero di manufatti di tale qualità nello stesso luogo ha dato luogo ad ipotesi secondo cui la grotta ospitava un centro di lavorazione del bronzo[10].

 
Monte Oseli
 
Pischina Gurtaddala

Luoghi d'interesse naturalistico modifica

Società modifica

Evoluzione demografica modifica

Abitanti censiti[11]

Lingue e dialetti modifica

 
Funtana 'eccia

Vi si parla un dialetto molto influenzato dal barbaricino, riconducibile alla Limba de mesania, con la presenza dell'aspirazione della consonante "c", cosa non molto diversa dal cosiddetto "colpo di glottide" caratteristico della Barbagia di Ollolai, con influenze dorgalesi.

Cultura modifica

Musei modifica

Campionato di Murra Sarda modifica

Ad Urzulei si svolge ogni estate un campionato di morra molto famoso, a cui partecipano numerose comitive provenienti da tutta l'isola ma anche da altre parti di Italia e Europa dove il gioco della Murra è diffuso (Corsica, Catalogna, Francia, Paesi Baschi, Trentino-Alto Adige, Valle d'Aosta). Nel 2011 ha partecipato a questa manifestazione anche il robot Gavino 2.0, ideato dall'Università di Cagliari e che utilizza rapidamente i calcoli matematici per poter sconfiggere l'avversario.

Cucina modifica

Urzulei è famoso per la produzione di alcuni prodotti alimentari.

Donne e uomini di Urzulei, noti per la loro maestria nella lavorazione delle carni, possono vantare la produzione di uno dei prosciutti migliori di tutto il Mediterraneo e non solo. Il prosciutto di Urzulei è considerato un prodotto eccelso unico, grazie alle ottime carni dei suini allevati nei boschi del paese e alla profonda esperienza degli allevatori e dei maestri macellai e salumieri.

Caratteristici sono i culurgiones, simil ravioli di pasta ripiena con patate e formaggio, e i macarrones imboddiaos, pasta lunga con formaggio filante ovino e/o caprino, ma altresì da menzionare è il tipico pane artigianale, il piggiolu, da piggiu, sfoglia, di cui esiste sia la versione "arrida" (tipico pane carasau) che "modde" (focacce tonde e morbide fatte con l'aggiunta di olio o strutto allimpasto). Altri prodotti sono il formaggio caprino e ovino, la fruhe, prodotti simbolo del territorio.

Un prodotto di nicchia è il famoso "Caggiu 'e Crabittu" (caglio di capretto). Si tratta dell'abomaso dei capretti in lattazione, lavato e farcito di latte che a contatto con le pellette all'interno dello stomaco si coagula come una crema, diventando spalmabile. Dopo di che lo stomaco viene affumicato e lasciato stagionare alcune settimane, periodo nel quale diventa molto piccante.

A Urzulei si confezionava il pane di ghiande,"lande cottu", ricco d'argilla e perciò utile nelle diete prive di sali minerali.[12]

Speleologia modifica

Urzulei è considerata la capitale sarda della speleologia[13]. Dal 2009 è meta di annuali raduni speleologici che attirano addetti ai lavori da tutto il mondo.

Infrastrutture e trasporti modifica

Viabilità modifica

Per accedere ad Urzulei, si deve percorrere la SS125, l'unica strada che si snoda nella zona orientale dell'Ogliastra.

Amministrazione modifica

Periodo Primo cittadino Partito Carica Note
23 aprile 1995 16 aprile 2000 Francesco Pasquale Murgia liste civiche di centro-sinistra Sindaco [14]
16 aprile 2000 8 maggio 2005 Giuseppe Mesina lista civica Sindaco [15]
8 maggio 2005 30 maggio 2010 Giuseppe Mesina lista civica Sindaco [16]
30 maggio 2010 31 maggio 2015 Gian Paola Murru lista civica "Po Orthullè" Sindaco [17]
31 maggio 2015 26 ottobre 2020 Ennio Arba lista civica "Urzulei che Vorrei" Sindaco [18]
26 ottobre 2020 in carica Ennio Arba lista civica "Sichimus paris po Orthullè" Sindaco [19]

Note modifica

  1. ^ Dato Istat - Popolazione residente al 31 dicembre 2023 (dato provvisorio).
  2. ^ Classificazione sismica (XLS), su rischi.protezionecivile.gov.it.
  3. ^ AA. VV., Dizionario di toponomastica. Storia e significato dei nomi geografici italiani, Torino, UTET, 1990, p. 677.
  4. ^ La gola | Gorropu.info
  5. ^ A Urzulei la vite selvatica si chiama "sandalu" mentre la vite domestica conformata a pergolato viene chiamata "portiu". Più generalmente in Barbagia "trica" è l'uva selvatica bianca mentre "isporula" è l'uva selvatica nera progenitrice del "canonadu" la varietà più diffusa in Sardegna. Nel caso di questa vite trovata in località "Biladestu" gli acini sono di circa 1 cm di diametro e sono neri ed hanno un gusto dolce con retrogusto amarognolo. Le foglie sono molto più piccola della varietà domestica.
  6. ^ Nello stesso periodo scompare anche Tovuda Villamonti in località "Bidda 'e Monti" in agro di Osini.
  7. ^ A pagina 1311 del Casalis Angius si apprende che S. Elena era filiale della parrocchia di Mannurri pertanto la strage di cittadini di Mannurri della fine del XVIII sec. che secondo il Casalis Angius, paragrafo dedicato a Urzulei, causò circa 20 morti e pose fine con la faida conseguente al paese di Mannurri avvenne a Siddie nella piazzale dell'omonima chiesa della quale esistono ancora i ruderi. Pertanto Siddie chiamata Ussirie nel 1753 nella carta dell'Accademia Reale delle Scienze, la cosiddetta carta degli ingegneri piemontesi, Le Rouge, del 1753 poteva essere frazione di Mannurri dopo essere stata frazione di Eltili dove quest'ultimo paese scomparve nella prima metà del XVI secolo. La recente scomparsa di Siddie, scomparso nel 1753, come per Tovuda Villamonti, può lasciare supporre che il paese esistette fino al 1771 anno dell'istituzione dei comuni con provvedimento di legge di re Carlo Emmanuele III, facendo in tempo ad essere istituito come comune. Pertanto Ussirie era il nome dato attribuito al paese dallo Stato una volta che lo stesso divenne comune. Nel salto di Urzulei esistevano nel XIV secolo vari centri urbani: Urzulei, Mannurri, Siddie, Olevani e Freari (Fretarium) nonché esterni ma addossati ai suoi confini: Siffilinu, Eltili vedi libro Gallura Felix.
  8. ^ Si tratta del santo che la Chiesa aveva dedicato agli ebrei convertiti al cristianesimo. L'area della costa orientale sarda fu interessata da una fortissima deportazione di ebrei dall'area laziale nel 40 d.C. come riporta lo storico romano Tacito.
  9. ^ Urzulei, decreto 1987-10-12 DPR, concessione di stemma e gonfalone, su Archivio Centrale dello Stato. URL consultato il 20 luglio 2022.
  10. ^ Museo archeologico nazionale di Cagliari, Urzulei, su museoarcheocagliari.beniculturali.it. URL consultato il 14 gennaio 2024.
  11. ^ Statistiche I.Stat - ISTAT;  URL consultato in data 28-12-2012.
  12. ^ Urzulei è uno dei paesi dove veniva confezionato il pane di ghiande di leccio. Un calderone di rame veniva riempito a metà d'acqua e dall'alba fino a sera si metteva a bollire con 50 kg di ghiande ripulite dell'esotelio e dell'endotelio. Le ghiande potevano essere quelle dolci di una ventina di alberi segnati con una croce che si trovano sotto monte Oseli o se no di generica provenienza di leccio. All'acqua prima di essere messa a bollire era stato aggiunto mezzo paiolo da muratore di terra rossa argillosa, ricca di ossidi di ferro, terra che si trova nelle rocce calcare del territorio, allungata con l'acqua e filtrata attraverso uno strofinaccio sul calderone. La sera l'acqua virava di colore e da rossa diventava nera. Il pomeriggio si aggiungevano due pugni di fiore di cenere di rami di vite. Se il liquido tirava fuori schiuma questa veniva asportata con una schiumarola. La sera inoltrata a viraggio del colore avvenuto il pane di ghiande era pronto e con una schiumarola si tiravano fuori le ghiande oramai dolci sistemandole in pani su carta cerata a costituire il pane di ghiande che aveva un colore nero come l'inchiostro. Tolte le ghiande il liquido denso nero e ricco d'amido rimanente nel calderone veniva messo a seccare in piccoli panetti, grandi quando dei ciocolattini, su carta cerata. Questi piccoli panetti più digeribili venivano dati ai vecchi e ai bambini. La reazione chimica che rendeva dolci le ghiande è dovuta agli ossidi di ferro della terra rossa che neutralizzavano i tannini. Infatti sono i tannini che rendono amare le ghiande. Al liquido risultante e alle ghande volendo poteva essere aggiunto anche del vino cotto.
  13. ^ Giusy Ferreli, Urzulei capitale sarda della speleologia, in La Nuova Sardegna, 3 ottobre 2019. URL consultato il 14 gennaio 2024.
  14. ^ Comunali 23/04/1995, su elezionistorico.interno.gov.it, Ministero dell'interno. URL consultato il 16 agosto 2017.
  15. ^ Comunali 16/04/2000, su elezionistorico.interno.gov.it, Ministero dell'interno. URL consultato il 16 agosto 2017.
  16. ^ Comunali 08/05/2005, su elezionistorico.interno.gov.it, Ministero dell'interno. URL consultato il 16 agosto 2017.
  17. ^ Comunali 30/05/2010, su elezionistorico.interno.gov.it, Ministero dell'interno. URL consultato il 16 agosto 2017.
  18. ^ Comunali 31/05/2015, su elezionistorico.interno.gov.it, Ministero dell'interno. URL consultato il 16 agosto 2017.
  19. ^ Comunali 26/10/2020 [collegamento interrotto], su elezioni.interno.gov.it, Ministero dell'interno. URL consultato il 14 novembre 2020.

Bibliografia modifica

  • Fabrizio Vella - Mannorri Misteri e leggende di un villaggio scomparso - Urzulei - Carlo Delfino Editore, 2014.
  • Marisa Azuara - Cristoval Colon mas grande que la leyenda - Amares Spagna
  • Salvatore Mele - Gallura Felix il Sud del Giudicato di Gallura e il territorio del Castro nel medioevo Dorgali - Isola editrice.
  • Zedda Tullio – I Vichinghi in Sardegna - Warner Verlag Innsbruck
  • Zucca Pasquale - Eltili despoblada, storia di una villa medioevale - Novembre 2004 L'Ogliastra.
  • Giuseppe Mannu, Storia di Sardegna, Nuoro, Ilisso, 1996.
  • Giuseppe Mannu, Storia di Sardegna: Volume Primo, Nuoro, Ilisso, 1996.
  • Casalis Angius, Dizionario Geografico Storico Statistico degli Stati di S.M. il Re di Sardegna, Cagliari, Editrice Sardegna, 1992.

Altri progetti modifica

Collegamenti esterni modifica

Controllo di autoritàVIAF (EN309645026 · GND (DE1054049203
  Portale Sardegna: accedi alle voci di Wikipedia che parlano della Sardegna