Vṛtra (devanāgarī वृत्र) è il serpente (o drago) cosmico, personificazione della siccità, che viene ucciso dal dio vedico Indra.

(SA)

«ahannahiṃ parvate śiśriyāṇaṃ tvaṣṭāsmai vajraṃ svaryaṃ tatakṣa vāśrā iva dhenavaḥ syandamānā añjaḥ samudramava jaghmurāpaḥ vṛṣāyamāṇo.avṛṇīta somaṃ trikadrukeṣvapibat sutasya āsāyakaṃ maghavādatta vajramahannenaṃ prathamajāmahīnām yadindrāhan prathamajāmahīnāmān māyināmamināḥ prota māyāḥ āt sūryaṃ janayan dyāmuṣāsaṃ tādītnāśatruṃ na kilā vivitse»

(IT)

«Uccise il serpente che giaceva sulla montagna, Tvaṣṭṛ gli aveva forgiato il vajra (fulmine) risonante- come le vacche che muggendo fuggono fuori dal recinto, così le acque scesero rapidamente verso il mare. Eccitato prese il soma bevendone il succo nelle coppe di triplice legno. Il generoso prese il vajra, l'arma che si lancia, e colpì il primo tra i serpenti. Quando tu Indra, uccidesti il primo tra i serpenti annientasti anche gli inganni dei mentitori, generando il sole, il cielo, l'aurora. Nessuno più ti resistette.»

Vṛtra è uno dei personaggi principali della cosmogonia vedica. Prima dei tempi c'era lui che avvolgeva in un'unica massa indistinta il cielo e la terra; la luce, il sole e l'aurora non esistevano: solo tenebre e caos. Le acque, elemento primigenio, non scorrevano ma rimanevano imprigionate nella massa indistinta di spazio e cielo rappresentata dalle montagne che si muovevano per ogni dove. A guardia del caos e dell'indistinto si poneva il serpente Vṛtra, adagiato sulle montagne che imprigionavano le acque.

Giunse quindi il signore della guerra Indra che con il fulmine (vajra) colpì a morte Vṛtra, liberando le acque e dando via alla Creazione.

Bibliografia modifica

  • Margaret Stutley e James Stutley Dizionario dell'Induismo, Roma, Ubaldini, 1980.

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